Una foto dell'artista, datami cortesemente dal suo figlio maggiore, al tempo
in cui creò Cucciolo & Beppe.
Rino ANZI
Di Rino Anzi si conoscevano ben pochi dati biografici,
nonostante la sua importanza, visto che è il papà grafico di CUCCIOLO
& BEPPE! Ideati insieme ad Federico Pedrocchi col pseudonimo Antonio Carozzi, sembra [l'informazione
veniva però da Teresa Comelli e perciò di parte] su un idea
dell’editore Giuseppe Antonio Caregaro; ma più che sicumente
l'editore avrà solo indicato di realizzare dopo un topetto (Codino detto il
Topolino italiano) e una scimmietta (Scimmiottino, poi conosciuto come
Cucciolino e in seguito come Topì) un cagnolino, appunto Cucciolo.
Veniamo alle notizie sulla sua vita avventurosa:
Vittorino era, con suo grande orgoglio, nipote
di un garibaldino che partecipò alla campagna del 1860 di Garibaldi. La sua
famiglia aveva la sua camicia rossa appesa in casa, ma venne in seguito
distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Sentinella garibaldina, dipinto di Gerolamo Induno - 1860
circa.
Il babbo era un avvocato; la famiglia abitava
tra Roma, Padova e Venezia e Rino pur essendo nato a Milano, parlava con
accento romanesco… troppo simpatico! La mamma di Rino, veneziana, si chiamava
Clelia Bellini ed era imparentata con i fratelli Bellini di Venezia, rinomati
illustratori. La sorellina minore di Rino (aveva 16 anni alla fine della
guerra) si è sposata con un soldato americano e vive oggi a san Francesco ed è
molto famosa come scultrice.
Rino, pur essendo antifascista
riuscì a passare oltralpe e, nel '36 o '37 [il figlio non ricorda bene la data], a Nizza ebbe un attentato per
strada organizzato dall'Ovra, la cui sede era a Monaco in Francia (accidenti!
Come succede spesso a Tex Willer e a Blek Macigno).
Rino conobbe la moglie
Katia a Parigi, dove dipingeva. Per presentarla alla famiglia, venne in Italia e
per tornare nel Bel Paese [come sottolinea Luca, un bel paese ormai fu] iniziò
a fare delle vignette per un giornale fascista dove prendeva in giro gli
americani… ma, l'inizio delle ostilità, (eravamo ormai nel ’38 e i venti di
guerra soffiavano all’orizzonte) li intrappolò in Italia dove facevano la fame
nera, difatti nessuno dava loro lavoro perché antifascisti. Quei disegni
era una cosa di cui si vergognava, avrebbe preferito la fame che rifarlo
ancora.
Questa
è la seconda ristampa dove
venne chiamato Topy, su Le Storie di Cucciolo n. 4 del febbraio del 1960
L'annuncio di un nuovo personaggio illustrato da Rino Anzi. Dalla quarta di copertina de Gli albi di Scimmiottino del 15 agosto del '40.
E una illustrazione dall'albo "SCIMMIOTTINO e Didò cavalieri galanti" del 10 ottobre del '40.
L'annuncio di un nuovo personaggio illustrato da Rino Anzi. Dalla quarta di copertina de Gli albi di Scimmiottino del 15 agosto del '40.
E una illustrazione dall'albo "SCIMMIOTTINO e Didò cavalieri galanti" del 10 ottobre del '40.
Poi
vennero Scimmittino e Cucciolo & Beppe, di cui Katia letterava le tavole,
ma le vignette contro gli alleati, non cessarono anzi. Questa vignetta fu stampata
nel ’42, in appendice alle avventure dei cari Cucciolo & Beppe.
Nel '43 (comunque il suo
lavoro di fumettista termina in quell’anno di essere stampato), fu chiamato in
guerra negli alpini, ma con altri suoi compagni di naja fuggì nei partigiani e
scrisse alla moglie di fuggire in Francia. Il viaggio per Katia verso Parigi fu
per lei un incubo e durò 6 settimane, e arrivò in Francia passando per la
Germania. Katia si rifugiò poi a Londra. Per ben cinque volte si paracadutò in
Francia presso i maquis mentre il marito era
nei partigiani italiani e fu ferita in guerra. Dopo la guerra Katia ebbe la
cittadina inglese.
Rino
e Katia si ritrovarono dopo tanti anni.
Nell'ottobre del '50 nacque Erik Aliocha Marco a Milano, e fu in quell'anno che Rino smise di fare fumetti. Il nome scelto per il loro era Aliocha, ma all'epoca (pensate un pò ) erano proibiti i nomi russi, perciò il padre gli diede come nome Marco... In quei giorni Katia leggeva un libro su Erik il Rosso, ed è perciò che Erik oggi porta quel nome.
Nell'ottobre del '50 nacque Erik Aliocha Marco a Milano, e fu in quell'anno che Rino smise di fare fumetti. Il nome scelto per il loro era Aliocha, ma all'epoca (pensate un pò ) erano proibiti i nomi russi, perciò il padre gli diede come nome Marco... In quei giorni Katia leggeva un libro su Erik il Rosso, ed è perciò che Erik oggi porta quel nome.
Un ricordo di Erik, grazie al quale ho potuto conoscere la vita avventurosa dei suoi genitori, è che Rino creò anche Tiramolla. Aveva realizzato degli schizzi veloci, prima della guerra e poi dopo aver fatto una nuova avventura di Cucciolo & Beppe come cagnolini nel '48 [Pranzo di fine anno, vedi più sotto] e alcune copertine sempre per i suoi due figlioli di carta, decise di dedicarsi all'animazione. Ma nel '50, abbandonando il mondo del fumetto, lasciò tutto al suo "socio". Certamente non si trattava di Giorgio Rebuffi (che non ha mai conosciuto Rino e che - ne sono certo - lui e Luciano sarebbero andati molto d'accordo con Rino)... In effetti la prima apparizione dell'omino di gomma a Cucciolandia avvenne nel '52. E in più l'arguzia di un tale nome ha tutto il gusto della tipica ironia romanesca, per intenderci sul tipo di Saturnino Manfredi (il quale sottolineava che «L'ironia non si vende al mercato»).
Rino in quegli anni, diede anche una mano al lungometraggio della Rosa di Bagdad e fece dei bozzetti per la Disney su Bambi. Decise così di andare a lavorare in America, per la Disney. Avendo avuto l'approvazione dallo stesso Disney, era in procinto di abbandonare il vecchio mondo, ma con la sua famiglia andò prima in Svizzera per trovare degli amici e lì Katia si ammalò, per le consenquenze della ferita avuta in guerra. La mamma di Erik scomparve poi nel 2007.
Insomma, chi ha ideato questo personaggino ? Ecco un vero...
Tiramolla !
Avendo Rino bisogno di soldi, mise
su uno studio di pubblicità tutto suo, perché non voleva padroni, ed ebbe poi
un mare di collaboratori. Rino modernizzò il marchio Findus, che era il suo
cliente principale. Era stabilito presso Ginevra, a Vevey, vicino alla sede
della Nestlè. Sempre lì, Rino trovò un'altra compagna che gli diede un fratello
e una sorella a Erik.
Rino
Anzi fu anche un eccellente pittore e in America fecero una gran mostra sui suoi
quadri, che era gran amico di Giorgio Di Chirico, il quale esortò Erik a che il
padre tornasse ai pennelli.
Erik ha avuto più di una testimonianza
che il babbo si addormentava sul lavoro ma CONTINUAVA a disegnare. Perché aveva
dei poteri, dei DONI, particolari. Mi ha detto che il padre voleva fare il
chirurgo (entrava da giovane a disegnare i cadaveri nei obitori, grazie ai suoi
amici medici) ed anche che non sentiva il dolore. In un incidente stradale, il
grande controllo del dolore di Rino lo faceva andare in giro anche se non
avrebbe potuto; e per di più una volta sempre Rino si operò al collo davanti ai
suoi amici e descrivendo ad essi ciò che faceva. In quell'operazione si salvò
la vita.
Rino si spense in svizzera nel
'77, aveva 67 anni. Al suo funerale vi furono un mare di persone venute da tutto
il mondo.
Cucciolo & Beppe sono ormai
bambini, ma sempre nella versione di Anzi.
Oltre alle storie di CUCCIOLO cagnolino, l’autore disegnò anche i
primi episodi del protagonista trasformato in bambino, la serie di
CUCCIOLINO, alcune storie con
PINOCCHIO come comprimario.
Questa copertina del '48 sembra
essere una delle ultime opere di Anzi per i suoi personaggini. Anche se potrebbe
essere stata ristampata la stessa del 1942.
Insieme a
Cucciolo, Rino realizzò per IL CORRIERE DEI PICCOLI a partire dal numero 21 del
25 maggio del '41, le storie di un bambino in fasce chiamato CHICO COCHI, un
bambino ribelle con un gran ciuffo e una grossa testa. Nel 1948 la Alpe ristampa
le prime storie di Cucciolo & Beppe e sul numero di natale, compare la prima
storia del dopoguerra dei due personaggini, da un disegnatore che si firma con
un "Ranieri" o qualcosa di simile e che proseguirà con altre copertine degli
Albi della Fantasia. Secondo una giusta interpretazione di Luca Boschi, questo
autore non era altro che lo stesso Vittorino Anzi.
Pranzo di fine anno,
apparsa su Il Natale di Cucciolo, terzo albo de I Grandi Racconti Illustrati del
1948
Gaie Fantasie n. 6 del
settembre 1949
Un disegno tratto da
Gaie Fantasie n.18 del 1950
Paperino del 1952
Vittorino
avrebbe disegnato alcune storie disney per la Mondadori, come Topolino nella terra
dell’incanto [dal numero 44 del 10 giugno del '52, fino al numero 46] e Paperino
e i due marziani del dicembre del '52 di cui potete vedere qui sopra una tavola. E in seguito Paperino e l'orologio parlante del giugno del '53 e infine
Paperino e i Tappoatlantici del '54.
Anche se la sua attività finisce nel '50, potrebbere essere che queste storie siano di un altro sconosciuto autore, oppure che la mondadori le avessero tirate fuori, una per una, dall'archivio e pubblicate con il contagoccie, chissà? Altro piccolo mistero che non sarà mai svelato, anche perchè gli autori disney (compresa l'attività degli Autori della Scuola di Rapallo) non mi sono mai interessati.
Dopodiché Rino pare sia passato alla
pubblicità lavorando al personaggio di Arrigo, sul Corriere dei Piccoli e
firmandosi Mario Craveri [da non confondersi con
Sebastiano Craveri] ma è una voce non
confermata. L'autore di questa voce è G. Bono che l'inserì sulla sua scheda su
Rino Anzi apparsa in terza di copertina di Tex 164.
Anche se la sua attività finisce nel '50, potrebbere essere che queste storie siano di un altro sconosciuto autore, oppure che la mondadori le avessero tirate fuori, una per una, dall'archivio e pubblicate con il contagoccie, chissà? Altro piccolo mistero che non sarà mai svelato, anche perchè gli autori disney (compresa l'attività degli Autori della Scuola di Rapallo) non mi sono mai interessati.
Alcune illustrazione che ho "rubato" amichevolmente dal blog di Luca
Il personaggino di Arrigo e
il suo tigrotto era stato creato da Gustavo Petronio: <<Il
primo vero esempio di pubblicità cinematografica si ebbe nel 1924 ad opera del
triestino Gustavo Petronio. Per la Società Arrigoni di Trieste, Petronio ideò
quattro short della serie
Arrigo e il suo Tigrotto,
a cui collaborò Omero Valenti. Disegnato con
un tratto geometrico ed essenziale, il personaggio di Arrigo era un buffo tipo
dalla grande testa rotondeggiante e dal corpo minuto, dai tratti spigolosi e
secchi, sempre in compagnia del Tigrotto, suo compagno di avventure.
Posteriormente Petronio, nel 1930, realizzò un nuovo episodio di Arrigo che fu
anche il primo cartone sonoro italiano, con la supervisione di Manlio Cappellato
e, qualche tempo dopo, nel 1938, tentò di fare i primi esperimenti di disegni
animati a colori ottenuti mediante un procedimento di luce biemulsionata.>>
Citazione da: http://www.rapportoconfidenziale.org/?p=10366
notizie tratte da:
- exploit
comics n. 38
- Ink, Anno XV, n. 46
- Tex n. 164
e un enorme grazie sia a
- Luca Boschi,
ma sopratutto a
- Erik Anzi
e un enorme grazie sia a
- Luca Boschi,
ma sopratutto a
- Erik Anzi
Marco Pugacioff
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!Lindos dibujos!!!Martha
RispondiEliminaGrazie. lo vivo con la figlia (Anna Anzi) fa 17 anni.
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