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venerdì 23 febbraio 2018

Campionario dell’insolito 7




Campionario dell’insolito 7

Il lupo Pugacioff, e il buon ladro Salciccia di Giorgio Rebuffi, se ne fregano del nuovo cibo.

   Inizio con una brutta notizia: entro breve dovremo mangiare insetti e questo per colpa della globalizzazione… ovvio, se non scoppia una bella guerra prima. Già è successo con il Sushi che io chiamo “sozzo”, vabbè, è solo pesce, però… Ora dicono: «si mangiano bistecche di cavallo, frittura di rane, lumache marinate, [io mai mangiate ‘ste cose…] e allora perché non gli insetti?»
   Ma andate al diavolo e fateve un piatto di penne (con farina di grano), aglio, olio, peperoncino e sugo di pomodoro.

Rapimenti di animali
Povero Bunny.
dalla rivista  Looney Tunes n.45 del 2003

    Secondo la testimonianza di un pilota sudafricano, tale Anton Fitzgerald egli sarebbe stato testimone di due fatti straordinari in due continenti diversi. Nei primi anni ’70, in un giorno nebbioso di fine giugno il pilota si trovava nelle pianure di Nantal, e scendeva da una montagna insieme ad un suo amico fattore, un certo Jack Marias diretti verso la sua fattoria. Delle galline faraone che schiamazzavano tranquille in messo all’erba tacquero improvvisamente. Su di una pista vicino alla casa, a duecento metri da loro comparve una strana luminosità che sembrava al pilota «una grossa bolla piena di gas metano iridescente, del diametro di 30 metri circa: internamente la luminosità era rosa e ai margini era meno splendente.».
   La cosa più inquietante è che il gregge di pecore stava in cerchio intorno alla sfera luminosa ed esse ne erano come affascinate: «sembravano pezzettini di ferro intorno ad una calamita.».  Poi la sfera inizia ad alzarsi in aria, senza rumore e senza spostamento d’aria; le povere pecorelle sembrano stare sulle punte come ballerine toccando appena l’erba e le loro testoline son protese in alto come se qualcuno le tirasse… ma anche i due uomini hanno la strana sensazione di essere diventati quasi senza peso. Gradatamente le pecorelle riprendono la posizione normale, ma alla fine dello strano fenomeno alcune di quelle più vecchie ormai manca.
    Ndolwana, un trattorista zulù della fattoria nel vedere la scena esclamò agitato di aver visto con i suoi occhi la vecchia leggenda zulù secondo la quale «quando la luce rossa si alza perpendicolare da terra, porta via con sé un capo di bestiame.» e ancora «Queste cose noi le sappiamo e le abbiamo viste da molto tempo, molto prima che l’uomo bianco venisse nella nostra terra.».
   Quando il pilota riparte con il suo bimotore Commander, che era vicino alla fattoria, decolla fin troppo rapidamente e senza provare la sensazione di essere schiacciato contro il sedile…
    Un anno dopo, in Texas, sempre di giugno, Fitzgerald pilota il suo nuovo aereo diretto a S. Angelo e rivede lo stesso fenomeno, anche se dapprima lui e il suo amico lo scambiano per un pallone meteorologico. Eppure ha la stessa luce rossa, intensa al centro e più debole ai bordi della strana sfera vista in Sudafrica. La sfera sparisce fra le nubi… Quando chiede al suo amico di cominciare a scendere, a 30 metri da terra la sua macchina fotografica che ha sulle ginocchia è leggera come una piuma. Tutto dura pochi minuti, riprendono quota ed infine atterrano.
    Mentre bevono un caffè, sono avvicinati da un conoscente che li vuol portare in una fattoria di un certo Ted Leslie, dove era avvenuto un fatto strano. Arrivato lì il pilota viene a sapere cos’era successo: lo stesso fatto dell’anno prima in Sudafrica, solo che stavolta era scomparso un toro bianco.
    Tutti erano stupiti nella fattoria, tutti tranne un vecchio indiano che disse al fattore bianco del «sole che sale perpendicolarmente e porta via con sé un capo di bestiame», una leggenda che il pellerossa aveva già sentito narrare da bambino dagli anziani della sua gente!
   Questa storia comparve nella rivista tecnica aerea di Johannesburg Eliche sull’Africa nell’agosto 1974. 

Fantasmi britannici


Arthur, piccolo tenero fantasma scozzese che attraversa i muri e il tempo (dalla preistoria al futuro, con una predilezione per il Medioevo) creato da Jean Cézard

   Nel 1974, il Gruppo ricerca messinese Nebula dopo alcune ricerche effettuate nella Biblioteca Universitaria di Messina, trova in un fascicolo della "Tribuna  del Mezzogiorno" del 23/4/1954 un'interessante descrizione di un fenomeno metapsichico accaduto in Inghilterra. È troppo bello e ve lo riproduco qua sotto:
   — Londra, 22. L'Home Office, ovvero il Ministero degli Interni Inglese, ha deciso oggi di inviare in «missione speciale» a Worchester un esperto di scienze metapsichiche nella speranza di dirimere un complesso caso giuridico verificatosi in questi giorni in un sobborgo di quella città e nel quale sono implicati il comune, una famiglia di sette persone e due fantasmi. Qualche giorno fa, infatti, la famiglia Westwood, composta appunto di padre e madre anziani e cinque figli tutti adulti, si è presentata all'ufficio alloggi del comune.
   All'impiegato che chiedeva loro cosa volessero, essi hanno presentato una richiesta circostanziata per ottenere un nuovo alloggio. Essi abitano in un alloggio comunale e ritengono di aver diritto di essere trasferiti d'ufficio in un altro appartamento. Motivo della richiesta: la presenza, nel loro appartamento, di due fantasmi, che spesso vi trascorrono la notte. Dopo aver scorso rapidamente il «memoriale» dei Westwood, l'impiegato lo ha restituito loro. I regolamenti comunali non prevedono il cambio dell'alloggio per questi motivi; del resto l'esistenza stessa degli spiriti è di per se stessa opinabile e non può dare luogo a fatti di carattere amministrativo. Con questo la burocrazia pensava di aver eliminato il caso dei Westwood, un caso praticamente inesistente: ma i sette non mollarono ed andarono più in su nella scala gerarchica comunale con in mano la loro richiesta. «Richiesta e non supplica» precisa il signor Westwood, ben conscio dei suoi diritti. E tanto fecero che qualcuno, anche se scetticamente, cominciò ad interessarsi di loro.
(...) Del resto molti erano gli scettici tra gli ascoltatori del racconto dei Westwood: come potevano due fantasmi essersi rifugiati in una modesta casa senza storia? Non poteva trattarsi di un caso di suggestione collettiva da parte di tutti i componenti della famiglia Westwood?
   A quest'ultima obiezione la signora Westwood si è risvegliata: «Venite a vedere voi stessi». È stato così che un consigliere comunale, più per curiosità che per dovere, si è recato a passare la notte in casa loro. La mattina dopo lo attendevano in comune con molta curiosità: si trattava di una persona che aveva una certa esperienza di sedute medianiche e che affermava di aver visto, altre volte, in un castello vicino, dei fantasmi.
   Dal suo racconto risultò che i fantasmi non solo c'erano ma erano di una specie inusitata: colorati.

Detective Weekly n. 340 settimanale del 26 agosto 1939 con un’avventura di Sexton Blake

piccola ricerca di Marco Pugacioff

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venerdì 16 febbraio 2018

Cronaca dell’insolito 6



Cronaca dell’insolito 6

 

Dalla cronaca di Salimbeni da Parma

   Una delle fonti storiografiche dell’epoca comunale è la Chronicon Parmense dove il frate Salimbeni narrò di ogni tipo di prodigi tra cui quella di un drago volante.

   Egli narra che «Tra Provenza e Spagna s’erge un monte altissimo che dagli abitanti di quella regione si chiama Monte Canigous, che in nostra lingua significa caliginoso. Questo monte [Nel Rossiglione, nella provincia dei Bassi Pirenei] è la prima terra che appare ai naviganti che approdano, ed è l’ultima a scomparire allo sguardo di quelli che partono, e dopo questa non possono vederne più altra. Sopra questo monte non abitò mai uomo, né figlio d’uomo osò mai salirvi per la smisurata altezza e per la fatica e le difficoltà dell’ascesa. Alle pendici del monte però vi sono diversi villaggi. Il re Pietro d’Aragona un giorno fece proposito di salirvi per vedere e toccar con mano che cosa vi fosse sulla vetta del monte, chiamati due fidattissimi suoi cavalieri espone loro il suo divisamento, chiedendo se l’avrebbero accompagnato. Essi non solo si rallegrarono, ma promisero che mai, per nessuna ragione, si sarebbero separati da lui. Preso dunque vitto ed armi all’uopo e lasciati i cavalli alle falde del monte, cominciarono a salire grado a grado a piedi, ma quando furono in alto cominciarono a udire terribili e paurosi tuoni, guizzarono lampi e saette e imperversò grandine e bufere. Per la qual cosa caddero a terra esamini, non tanto per l’orrore  delle cose presenti quanto per la minaccia di cose più terribili per l’avvenire. Ma Pietro, che era più robusto di corpo e più forte d’animo e che voleva ad ogni costo adempiere il suo proposito, li confortava a non smarrirsi tra quelle tempeste e quelle oscurità, assicurandoli che quella prova frutterebbe loro onore e gloria… e lo incitava a proseguire con lui. E questo avvenne più volte, ma invano, quei cavalieri per l’eccessiva stanchezza e per la paura si sentivano venir meno e appena potevano respirare. Allora Pietro ordinò loro di fermarsi e d’aspettarlo fino alla sera del giorno seguente: se a quel tempo non fosse di ritorno, scendessero pure dalla montagna e andassero dove loro gradisse. 


   Salì dunque Pietro solo, con grande fatica e giunto alla vetta, trovò un lago, nel quale gettando una pietra, subito saltò fuori un drago orribile che si diede a svolazzare per l’aria, e l’aria diventò tenebrosa e oscura per l’alito che esso mandava. Pietro allora riprese la discesa, e riferì ai compagni quando aveva fatto e veduto, lasciando loro la libertà di narrare queste cose a chi loro piacesse…».
Il pino leggendario
   La fantasia dell’uomo e dei nativi italiani [ovvero delle popolazioni che da secoli vivono sulla penisola italica] in particolare mi affascinerà sempre. Pensate cosa si son immaginati per un certo albero detto «Pino leggendario» o «Pino-meraviglia» che poi dovrebbe esser un cipresso che ha l’aspetto di un albero pietrificato.  


   Nel 1216 (o nel 1222, và a sapere), Francesco venne da Assisi, in visita al alla Grotta di S. Michele a Monte S. Angelo, nel Gargano e si fermò ad Ischitella, in occasione del pellegrinaggio. Qui piantò il suo bastone e disse:
  - In direzione di questo bastone sorgerà la porta della Chiesa di un convento.
   Il bastone mise radici e ridivenne un albero, per di più imponente, di fronte al quale fu costruito un convento.
Il popolo divenne talmente devoto verso l'albero, che il demonio per gelosia scosse fortemente le ali provocando un forte vento (ma guarda, quasi come il drago nel Rossiglione) che lo abbatté e nel contempo avvenne un nuovo prodigio, l'albero si capovolse, le radici rimasero in aria ed i rami sprofondarono e germogliarono sotto la terra.

Draghi, diavoli o dinosauri?


   Un’invenzione del frate? Vabbè, può essere, allora sentiamo Peter Kolosimo [Giornale dei Misteri n. 86 del ‘78]. Scrisse che giustamente si resta perplessi alle dichiarazioni di scienziati o esploratori che a fatica si possono definire visionari. Leggete un po’ quello che scriveva lo studioso britannico Clement Hill: «Stavo sul ponte del battello che solcava il lago Vittoria. Affascinato, contemplavo il meraviglioso paesaggio, quando improvvisamente si alzò dalle acque un animale che mi era del tutto sconosciuto. Comparve dapprima una piccola testa, posta all’estremità di un lunghissimo collo terminante in un tronco mostruoso. Sempre più possente, il collo continuava a levarsi, tanto da giungere ad eguagliare l’altezza della nave che gli si avvicinava. La bestia tentò di afferrare La vedetta di prua, e solo all’ultimo momento il negro notò il pericolo e fuggì urlando».
Sempre a proposito di mostri
   Un cacciatore francese tornato dal Congo, nel 1920, raccontò di essersi imbattuto in una bestia lunga circa otto metri, il muso appuntito, una gobba squamosa ed un corno molto corto tra le narici. Il cacciatore gli avrebbe scaricato addosso, senza risultato, vari colpi di carabina, e di essere stato poi costretto a fuggire.

Diavoli in California?
   Un certo George White raccontò che nel 1935, mentre lavorava nella Valle della Morte, in California, nel pozzo di una miniera abbandonata, sentì ad un tratto il suolo sprofondargli sotto i piedi e si trovò in una sconfinata necropoli sotterranea, illuminata da una strana luce verde che sembrava irradiarsi dalle pareti. Guardandosi intorno vide, allineati in nicchie o seduti su scranni di pietra, innumerevoli cadaveri rivestiti di qualcosa simile al cuoio e molte statue d'oro. Terrorizzato, fuggì. Un anno più tardi, la storia fu confermata dalla guida indiana Tom Wilson: suo nonno avrebbe addirittura incontrato esseri viventi, scambiati per diavoli a causa del loro strano modo di vestire e di procedere.
Fonte: Il Giornale dei Misteri n. 53 del 1977

Una statua malefica


Una delle statue che sono nel parco del museo. Foto ripresa da:
https://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g309679-d309637-Reviews-Paul_Gauguin_Museum-Tahiti_Society_Islands.html

   All’entrata del museo Paul Gauguin a Papeete, (Tahiti) – attualmente chiuso al pubblico – vi sarebbe un enorme statua polinesiana che rappresenta una donna dalle proporzioni voluminose, tanto da sembrare incinta, con sei dita in ogni mano.
   In precedenza era in una delle isole del sud in un luogo Raivavae. Il suo proprietario, di nome Teru Tane, la vendete a un marinaio, un certo Stephen Higgins, arrivato nell’sola nell’agosto del 1933, a bordo della sua barca Denise. Higgins imbarcò la statua, insieme ad un’altra di minor dimensione che rappresentava un uomo. In seguito consegnò la statua al museo di Papeete e se ne andò tranquillo… se non che due mesi più tardi morì di una strana infermità e con lui anche la sorella. Che jella direte voi… Ma guarda un po’, a Raivavae, anche Teru Tane e sua moglie morirono.


Le graziose ragazze polinesiane ritratte da Gauguin
   Bene, anzi male, perché un giorno, un bambino prese a divertirsi lanciando delle pietre alla statua… e questa si infuriò. Risultato? Un mese dopo il vivace bimbo spirò. Siamo al 1965, un certo padre O’Reilly, appassionato di archeologia decise di traslare la statua al hotel Paul Gauguin e chiese aiuto a un suo amico che era l’ammiraglio che presiedeva alle prove nucleari del Pacifico. Questo accettò, ma appena saputo dei precedenti occorsi a chi toccava la statua, fece annullare tutto. 



  Bè, la prudenza non è mai troppa, anche per un militare. Il governatore della Polinesia fa eseguire la traslazione per conto dello stato… e un tahitiano che toccò la statua morì come il capomastro che aveva diretto l’operazione e da allora nessuno ha provato a toccare la statua. Vuoi vedere che la maledizione è stata la causa che ha fatto chiudere l’area dove è sito il museo di Gauguin? 
Fonte: Rivista messicana Duda n. 11 del 1971    

Cose strane nella roccia
   Secondo il sito: http://www.megaliths.org/browse/country/40  esisterebbero strutture megalitiche anche in Canada. Una di queste, le vestigia antiche a Mont saint-Hilaire sono considerate «formazioni di pietra dall’aspetto naturale spesso con elementi di intrecci con elementi di design intelligente».

  il bello è che in una nota di una certa Marie E.  affermava che di aver conosciuto qualcuno che aveva legato una corda ad un gattino e lo abbiamo lasciato cadere in una delle buche “infinite” del luogo. (povero gatto chissà come urlava dallo spavento). Bè, quando provarono a tirarlo su, il gattino non c’era più. Si dice che della gente vive sotto la montagna e che il gatto sia stato da loro liberato. Lo spero per il micio.


    Sempre in quel sito ho visto una bella scultura (e non venitemi a dire che è naturale) che si trova nel fosso dietro la chiesa di Dunino a Kilrenny in Scozia.


piccola ricerca di Marco Pugacioff

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mercoledì 14 febbraio 2018

Il reddito di poveri, ricchi, super ricchi e miliardari nel 2017


Il reddito di poveri, ricchi, super ricchi e miliardari nel 2017
I numeri
Avere tanti soldi da non sapere come spenderli, un tempo era un modo di dire ma oggi è una realtà confermata dal Financial Times: L’élite americana ha accumulato più denaro di quanto le sia possibile spendere[1]. Ma di che numeri stiamo parlando?
Secondo il rapporto annuale di Credit Suisse il valore prodotto da tutto il mondo nel 2017 è stato di 280.000 miliardi di dollari che, diviso per una popolazione di 7,3 miliardi di persone dà un reddito medio per abitante di 38.356 dollari a testa. A ben guardare però la metà della popolazione mondiale guadagna meno dell’un per cento dei redditi mentre il dieci per cento degli abitanti ne incassa l’ottantotto per cento.
In altri termini il 70% della popolazione in età lavorativa guadagna meno di 10.000 dollari in un anno e concorre al 2,7% del PIL mondiale.
Ma chi sono i ricchi? Secondo il Credit Suisse i ricchi della terra, ovvero il 10% della popolazione mondiale, ha una rendita superiore a 76.754 dollari l’anno mentre l’un percento di super ricchi ha una rendita annuale superiore a 770.368 dollari,
Fino al 2008 l’un per cento della popolazione mondiale deteneva il 42,5% dei beni, nel 2017 l’un per cento detiene il 50,1% dimostrando come in una decina d’anni la ricchezza si sia ancor più accumulata nelle casse dei ricchi impoverendo i già poveri.
Poi ci sono i miliardari, ovvero coloro che guadagnano ogni anno più mille volte i super ricchi: un miliardo di dollari. Nella vetta Usa spiccano tre persone: Jeff Bezos di Amazon con una rendita nel 2017 di 100 miliardi, il secondo posto è per Bill Gates di Microsoft e il terzo del finanziere Warren Buffett. Queste tre persone assieme hanno un reddito superiore a quello dei 160 milioni di americani più poveri, o di 53 milioni di proprietari immobiliari degli Usa. Non poco per tre persone che si sono fatte una fortuna da soli e in pochi anni di attività.
Unendo il reddito di questi tre a quella degli altri 400 yankee più ricchi otteniamo un totale di 2.680 miliardi di dollari. Una cifra superiore al reddito di 204 milioni di altri cittadini Usa, un valore superiore al PIL del Regno Unito, della Francia o dell’India.
Questo enorme dislivello economico ha ripercussioni anche nella vita politica degli Usa. Chi credete che ascolti il presidente Trump? Cinquanta milioni di poveri o alcune decine di miliardari? Non vi sforzate troppo a pensare: Trump ha deciso di eliminare la tassazione progressiva, ovvero il meccanismo per cui chi più è ricco più paga, e portare le tasse uguali per tutti. In questo modo i miliardari pagheranno meno e i poveri di più. Manco a dirlo Berlusconi l’ha già proposto in campagna elettorale anche in Italia.
Questa è la situazione nel ricco occidente, e in oriente?
I miliardari cinesi quest’anno hanno incassato sei trilioni di dollari, più del 17% rispetto ad un anno fa[2]. Oltre a diventare più ricchi i miliardari cinesi diventano anche più numerosi. L’UBS stima che negli ultimi quattro mesi ogni due giorni in Cina ci sia stato un miliardario di più portando a fine anno il loro numero a 637, ben più dei 563 negli Usa che però detengono un reddito di circa 2,8 trilioni rispetto ai “soli” due trilioni dei miliardari cinesi. Mantenendo la tendenza attuale in pochi anni i miliardari cinesi supereranno gli americani sia in numero che in reddito totale. Interessante notare che nell’Estremo Oriente i miliardari sono persone che si sono fatte da sé, in breve tempo, e solo meno del 5% ha ereditato beni personali.
E in Europa? La vecchia Europa si mantiene stabile con un reddito totale per i miliardari sui 1,3 trilioni e un aumento del loro reddito di appena un 5% rispetto all’anno precedente. Anche il numero è rimasto quasi invariato: 24 nuovi arrivi e 21 usciti dal gruppo. L’economia europea si manifesta anche in questo stabile e formata da miliardari da molte generazioni.
A proposito di stabilità e di rendite familiari, nella conta dei redditi manca sempre un riferimento ai grandissimi ricchi, i Rothschild, che secondo un’indagine di investopedia[3] avrebbero un reddito di due trilioni l’anno, pari a quello dei 300 miliardari Usa più ricchi messi assieme, o di tutti i miliardari dell’estremo oriente che dir si voglia.


© febbraio 2018 Galileo Ferraresi

Mala tempora currunt



[1] Financial Times 08/02/2018
[2] UBS report citato da Song Wen in Global Look Press, 27 ottobre 2017

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