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venerdì 27 maggio 2022

Plinio (1972) Sceneggiato poliziesco spagnolo

 

Plinio (1972)

Sceneggiato poliziesco spagnolo

 


 

Plinio lascia la sua casa, con moglie e figlia,

nella sua divisa che lo fa assomigliare di più a un nostro carabiniere,

che a un vigile urbano. Un funzionario da accostare come umanità al Maresciallo Arnaudi interpretato da Turi Ferro, un carabiniere certo, ma anche un uomo che deve fare i suoi conti con il suo dovere ed anche con il suo cuore.

   Plinio entra in scena, quasi buffamente. Con un viso che ricorda molto da vicino il nostro attore comico Montesano, per metà coperto dal suo berretto.

 


   Ma nell’episodio d’apertura I carri vuoti, si entra subito nella tragedia. Il suo aiutante diretto lo sveglia perché Serafín (in italiano Serafino), el Casillero ha portato un altro morto. Con Casillero si indica – in genere – un cartello oppure un particolare armadio dove i lavoranti depongono i vestiti prima di andare al loro lavoro agricolo; ma anche casotto in campagna. Quindi el casillero dovrebbe indicare una persona con una particolare attività nel mondo agricolo della regione de la Città Reale, Ciudad Real.

    Un altro morto, Severo el Tostao [oltre a coltivar cocomeri, sicuramente tostava del pane come altra attività], a cui sono stati derubati i suoi averi. Un cocomeraro (come sono chiamati a Roma), un lavorante di Cocomero o Anguria, che in Spagna vengono chiamati meloni, appunto piccoli come i meloni, ma dal contenuto rosso e non giallo.

 

L’anima del melone spagnolo, rosso come il cocomero

 

   Con il suo carro si dirigeva al mercato di Tomelloso, ma di prima mattina era stato accoltellato alla schiena, dalla parte del cuore, con un colpo che Plinio e il suo amico veterinario Don Lotario definiscono tipico delle navaje dei melonari.   

 

Il tragico carro

 

Il carro è quello tipico che si usava nelle campagne spagnole, francesi e italiane, e che nel camerinese vengono denominati birocci, per cui esistevano officine specializzate alla loro riparazione dette biroccerie.

Sì, potrebbe essere immaginato – con le dovute differenze – anche da noi, questa vicenda da assassino seriale.

   Seriale perché, l’anno precedente altri due cocomerai erano stati assassinati con le stesse modalità, sulla stessa strada spagnola.

   Tomelloso è una piccola città rurale che mi ha ricordato molto Brescello, il paese di Peppone e Don Camillo, dove i bambini escono da scuola con le loro cartelle piene dei quaderni e i libri da scuola uguali a quelli che avevo negli ani ’70 (l’originale letterario è invece ambientato più o meno tra gli anni ’30 e i ‘50), e la paura dilaga.

 

La figlia più piccola del Tostao porta Plinio dalla nonna

 

   La Madre del Tostao dice a Plinio:

   - Manuel, hijo! la mala sangre se hereda de padres a hijos, como los trajes de pana, y entre los meloneros del pueblo hay tres familias con historia muy negra… No te digo más, que no quiero cargar mi conciencia, pero no des paz a tus ojos…

   - Manuel, figliolo ! Il sangue marcio passa da padre a figlio come gli abiti di velluto, e tra i cocomerari del paese ci sono tre famiglie con storie molto oscure… non posso dirti di più. Non posso appesantire la mia anima, ma non chiudere mai i tuoi occhi ! 

Plinio e Don Lotario sul luogo del crimine

 

   Quella stessa strada a cui i due amici arrivano con la 600 (sarà una Fiat o una Seat? Ma una Seat di certo.) del veterinario, e qui cercano di ricostruire i fatti per cercare di individuare il colpevole.

   Ma gli eventi precipitano. Mentre Plinio è dal suo capo diretto, il sindaco, che vuol chiamare da Madrid un ispettore della Brigata Criminale (naturalmente, non certo Jean-Paul Belmondo, Poliziotto della Brigata Criminale, su Peur sur la ville del 1975), arriva in piazza un altro morto: è la sconfitta per Plinio.

   Eppure proprio da qui, Plinio ricomincia le sue indagini, perché questa volta l’assassino, capisce che è diverso: troppe coltellate e oltre ai soldi gli ha rubato l’orologio, la lanterna e la sua fiaschetta di vino. Crimini di questo genere suscitano orrore ma anche invidia!

La donna dice a Plinio «Qui entra solo la fame!»

 

Plinio dà ordine ai suoi uomini di tener d’occhio gente poco danarosa che si mette a spender troppo e al di sopra delle loro possibilità. E il colpevole viene scoperto la sera stessa; un giovane che non dorme più con sua moglie giovane e tenera, ma nella casa di un’altra donna dove Plinio trova lanterna e fiaschetta di vino dell’ultimo assassinato.

Plinio gli dice letteralmente di parlare, perché farebbe parlare anche i muti. È strano come la particolare anima dell’attore traspare dal suo volto e ci fa capire che la sua è solo una minaccia che non verrebbe attuata. L’attore, ma di certo non il personaggio letterario. E il colpevole confessa, ma solo l’ultimo delitto. Plinio ha capito che era solo un imitatore e nel suo bel paese – dove era arrivato l’ispettore dalla capitale – fa circolare la voce che l’assassino seriale è stato arrestato.

L’ispettore venuto dalla capitale, Plinio e un carabinero.

 

   E Plinio e Don Lotario, sulla 600 blu scura si dirigono verso il vero colpevole. Non dirò chi è. Ma do un indizio. È, come scaturisce dagli studi del dottor Malanga – senza punto esclamativo o punto interrogativo – un angelo o demone.

Chi vorrà vedere l’episodio – del resto la vicenda si comprende bene anche in spagnolo – capirà perché ho citato il ricercatore di Pisa; ovvio, sempre se conosce le sue ricerche…

   Lo sceneggiato prosegue con la trasposizione degli altri racconti dello scrittore spagnolo Francisco García Pavón.

 

Gli episodi

1 – Los carros vacíos; https://www.youtube.com/watch?v=9_7N98GTX9w

2 – El carnaval;

      Nel periodo del carnevale due donne vengono uccise. La prima, un’anziana domestica per la strada e la seconda la sua padrona – vecchia conoscenza di Plinio – che non usciva più di casa dalla morte del figliolo.

3 – El charco de sangre;

      Mentre Plinio e Don Manuel fumano al fresco della notte una sigaretta sulla panchina di fronte alla stazione ferroviaria, il funzionario della polizia municipale si accorge che sul terreno vi sono delle macchie di sangue. Forse è umano e se è così il fattaccio si è compiuto da poco più di un’ora. Allora dovrebbe essere scomparsa una persona all’arrivo dell’ultimo treno della notte.

4 – El huésped de la habitación número 5;

      Nella notte un uomo è entrato in un albergo e si è installato nella camera numero 5. Un personaggio molto strano che provoca la curiosità di Plinio e lui e Don Manuel lo seguono nella sua passeggiata fino al locale cimitero. Qui visita la tomba di una cantante d’opera. Cosa nasconde quell’uomo? Il ricordo di una tormentata storia d’amore o altro?

5 – Fusiles en Tampico;

      A Tomelloso si sta girando un “polverone”, ma a un certo punto l’attrice principale scompare. Che fine ha fatto? Plinio e Don Manuel si mettono alla sua ricerca.

6 – Tras la huella de un desconocido;

      Un uomo viene ricattato. Deve recarsi al gran Hotel di Ciudad Real dove dovrà pagare una forte somma di denaro. Ma quest’uomo è un amico di Plinio e Don Manuele e i due si presentano all’albergo come due gitanti per cercare di aiutarlo.

 

Plinio è con la sua rivoltella d’ordinanza mentre Don Lotario guida

 

La scena finale d’inseguimento del ricattatore su quella che sembra un fiat 125 bianca (in realtà sicuramente una Seat 124) guidata da Don Manuel ha fatto scattare qualcosa nella mia memoria… ma forse sono influenzato da qualche poliziesco italiano dell’epoca.


7 – El hombre lobo;

      Una bambina molto carina (ricorda da vicino la piccola e graziosa Claretta dei primi albi del Piccolo Ranger di Francesco Gamba) viene avvicinata da un ragazzo dalla faccia da lupo, che vorrebbe che la piccola vada a giocare con lei. La cosa impaurisce la madre che avverte Plinio. La sera stessa viene proiettata all’aperto proprio una pellicola dell’uomo lupo spagnolo, di Angelo Medina, in arte Paul Naschy, che Plinio definisce una “pelliculita” [mio padre avrebbe detto una “americanata”] che genera fantasie. Ma… la ragazzina scompare. È stata rapita da un lupo mannaro?

 

8 – Las hermanas coloradas;

      L’episodio finale di Plinio ha quasi la durata di una vera pellicola cinematografica, infatti dura un ora e venti minuti.  Una targa campeggia nell’ufficio di Plinio o meglio Don Manuel Gonzalez Rodriguez, capo della guardia municipale di Tomelloso, viene nominato commissario onorario della brigata investigativa criminale.

E proprio dalla capitale gli viene chiesto di occuparsi delle indagini sulle scomparse di due signore, originarie del suo paese. Plinio, tentenna un po’, poi chiede consiglio al suo caro amico don Lotario. Plinio reputa il suo metodo di investigazione troppo antiquato, ma Don Lotario gli risponde sinceramente che ciò che serve nell’investigazione, come nella vita, è l’intelligenza e… i palpiti del cuore.

 

E i due amici partono salutati dalla moglie e dalla figliola di Plinio in… corriera per Madrid. Plinio non guida e il viaggio è troppo lungo per farlo con la 600 di Don Lotario.

Inizia così l’indagine sulla scomparsa delle “hermanas coloradas”, chiamate in questa maniera perché erano gemelle e con i cappelli color del fuoco, appunto le “sorelle colorate”.

 

   Gli attori che recitano nei panni dei due amici sono Antonio Casal Rivadulla (Santiago de Compostela, 10 giugno 1910 - Madrid, 11 febbraio 1974) attore teatrale e cinematografico.  Debutó nel cinema nel 1941 con Polizón a bordo, che ricrea l’ambiente della sua terra natale, e subito si convertì in uno dei principali galanes del panorama spagnolo,  [il galano, il galante, è un personaggio maschile attraente, elegante e accattivante che interpreta ruoli da protagonista in teatro, al cinema o alla televisione.] recitando in numerose pellicole comiche.

Il giovane Basilio Beltrán (Antonio Casal), in colloquio con il fantasma corporeo del Professor Robinson de Mantua, l’attore Félix de Pomés

 

Fu anche il giovane protagonista della bella pellicola di genere fantastico “La torre de los siete jorobados” [La torre dei sette gobbi] di Edgar Neville del ’44; una delle pellicole che segnarono la mia infanzia.

Dagli anni Sessanta si dedica anche alla regia e alla produzione teatrale. E fu per l’attore caratterizzata dal trascorrere di periodi di notorietà con altri di mancanza di lavoro e di crisi. Fino ad ritornare a una grande popolarità grazie alla televisione spagnola. Scompare due anni dopo aver interpretato Plinio.

 

Alfonso Suárez del Real (Océano Atlántico, 27 de dicembre 1916 – Palma de Mallorca, 16 gennaio 2002). L’attore nasce per mare, nel veliero Alfonso XIII, quando i suoi genitori erano diretti a La Habana. Ma già a tredici anni ritorna in Spagna. Inizio a lavorare come tenore comico negli anni ’30, per finire a recitare nella Rivista, ne più, ne meno come i nostri cari Totò oppure Macario.

Negli anni Cinquanta tentò di fondare una propria compagnia, ma il progetto fallì e Alfonso del Real rimase praticamente in rovina. Quindi si ritira dal mondo dello spettacolo e diventa il direttore aziendale del suo amico, il collega attore Manolo Morán. Tornato sul palco, ha fatto il suo debutto cinematografico nel 1962 e presto è diventato uno dei volti più importanti del genere comico. Il suo fisico particolare, la sua piccola statura, il suo tono di voce e i suoi gesti lo rendono l’attore giusto per interpretare numerose commedie in ben quattro decenni.

Anche se non abbandona il teatro dove recita su testi di Luigi Pirandello e di Massimo Gorki.

Fu un volto noto della televisione spagnola. Finché abbandona questa valle di lacrime alla bella età di 85 anni a Palma di Maiorca, alle nove del mattino del 16 gennaio, per insufficienza respiratoria.

 

L’autore

Francisco García Pavón (Tomelloso, Ciudad Real, 24 settembre 1919 - Madrid, 18 marzo 1989).

   Francisco García Pavón dopo essere stato finalista per il Premio Nadal nel 1945, ha lavorato come insegnante di recitazione, attività che ha combinato con un intenso lavoro di romanziere e drammaturgo, oltre che di critico teatrale.

 

Manuel González, detto Plinio, capo della Guardia Municipa­le di Tomelloso, e il suo collaboratore e intimo amico don Lota­rio il veterinario contemplavano svogliatamente la piazza da uno dei finestroni del Circolo di San Fernando.

«In Castiglia, non c'è primavera» sentenziò don Lotario guardando gli alberi della rotonda scompigliati dal vento. «La Castiglia è come quelle donne di pessimo temperamento che passano dal freddo al caldo o dal riso al pianto senza vie di mezzo».

Inizio da “Il regno di Witizia” – dalla traduzione di Maria Nicola

 

   La sua creazione più famosa è quella – nel 1967 – di Plinio, capo della polizia municipale di Tomelloso, protagonista di un buon numero di racconti in cui García Pavón trasferisce la scena dei gialli nell’ambiente de La Mancha, dove ricrea la vita locale attraverso le sue usanze. La prima avventura è Il regno di Witiza, El reinado de Witiza, tradotto e stampato in Italia da Sellerio nel 2008.

   Il secondo libro su Plinio, Le sorelle scarlatte, Las Hermanas Coloradas (1969, stampato da Sellerio nel 2010), è un romanzo che racconta di come Plinio e il suo amico veterinario Don Lotario vengono chiamati a Madrid per un indagine su di due sorelle scomparse e si finisce per narrare dell’occultamento da parte da parte di una donna, di un politico di estrema sinistra perseguitato dopo la guerra civile spagnola nella Spagna franchista del dopoguerra. È il racconto, amaro perché parla della tragedia della guerra civile spagnola, che chiude lo sceneggiato delle vicende televisive di Manuel González, da tutti conosciuto come Plinio.

Da segnalare che questo romanzo ebbe già una traduzione nel 1972 nei Gialli Mondadori 1229 con il titolo Don Manuel e le gemelle scomparse.

Il personaggio creato da García Pavón è stato avvicinato come struttura di narrazione e tipologia del personaggio al commissario Maigret. Tra gli altri premi, García Pavón ha vinto premi come il Nadal del 1969 e il Crítica de Narrativa Castellana nello stesso anno.

 Los paladines

https://www.youtube.com/watch?v=DwumcKkxoVA

 

   Questa serie è stata vista in Italia? Non lo so. Esiste un’altro particolare sceneggiato sempre del ’72 intitolata I paladini, Los paladines, di cui ho visto in rete la prima puntata e sono quasi certo di avere visto questa avventura in tenera età alla televisione, insieme a Emil, Pippi Calzelunghe e altri bei programmi per ragazzi di quei anni.

 È  la vicenda di questi cavalieri, due cristiani e un mussulmano, tutte e tre spagnoli, che dopo essersi conosciuti attraverso un combattimento, vanno alla ricerca di un tesoro nascosto in una grotta…. Ma Plinio non ne sarei così sicuro.  

   In fondo è un invito a scoprire due serie televisive molto attraenti.

 

Fonti:

-         https://es.wikipedia.org/wiki/Plinio_(personaje)

-         https://es.wikipedia.org/wiki/Francisco_Garc%C3%ADa_Pav%C3%B3n

-         https://es.wikipedia.org/wiki/Plinio_(serie_de_televisi%C3%B3n)

-         https://es.wikipedia.org/wiki/Antonio_Casal

-         https://es.wikipedia.org/wiki/Alfonso_del_Real

 

Marco Pugacioff

Macerata Granne

(da Apollo Granno)

S.P.Q.M.

(Sempre Preti Qua Magneranno)

27/05/'22

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