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sabato 29 ottobre 2022

Il bambino della Selva e la falsa strega ad Aquisgrana

 

Il bambino della Selva

e

la falsa strega ad Aquisgrana

 

   Se sbatti il muso contro un disco volante, se non ci credi, non lo vedrai mai. Questo è una frase che disse il ricercatore Corrado Malanga. Tolgo il disco volante e metto Aquisgrana in Val di Chienti. Il senso resta funestamente lo stesso.

   L’oscurantismo delle università è opprimente in maniera assoluta.

Oggi hanno praticamente vinto relegando tutta la questione su ciò che ha tirato fuori il professore Giovanni Carnevale in colossali assurdità; aiutati senza volerlo, da coloro che preservano lo studio del professor Carnevale, per meschine questioni economiche [sarebbero troppo bello togliere tutti i turisti da Aachen e dirottarle in mezzo a mucche e bovini vari, vero?] e da parte loro non dovrei parlare perché avrei abbandonato il professore… questioni di punti di vista.

Se inseguo un sogno, che non è quello che ha (in fondo) il simpatico Scrooge McDuck o Paperon de’ Paperoni [soldi, soldi, soldi!], ma quello di un condottiero la cui famiglia venne da Nantes e che fu accusato di tradimento, e se lo stesso professore me lo rinfaccia con malcelato astio, alla fine devo abbandonarlo.

   Mi piace la Storia, stavo anche ore al telefono con il professore a leggergli antichi testi, ma i miei sogni non si toccano, da nessuno.

   Né i grandi gruppi finanziari, né i professori universitari e i loro galoppini, né altri; ripeto nessuno!

   Del resto il professore stesso non mi ha più richiamato… 

   Apollo-Granno non è nel Piceno, infatti mi ripeto [L’origine bretone dei Vidoni] «vi era in mezzo a un bosco, un pianoro chiamato «planu de Ara Grani». Certo poteva essere un luogo dove si batteva il grano, per la presenza di tante fattorie o Grange, nome derivato dal latino Granica cioè cella adibita al deposito di grano». Sul serio?

   Vedo da quell’ignorante che sono, la pergamena originale dal libro sull’abbazia di Fiastra e il suo testo trascritto; Testo [le parole sottolineate sono naturalmente mie] ripreso da PER UNA FENOMENOLOGIA DELLA COMMUTAZIONE DI CODICE NEI TESTI ANTICHI*  Di DANIELE BAGLIONI, pag. 13.


Ara Grani

 

Id(e)oq(ue) ego Crimaldo episcopus de comitato Ausmo vocatu p(ro)pria e spo(n)tanea mea bona

volu(n)tate odiernu(m) die dedim(us) (et) tradedim(us) no(s) tibi, (et) a dom(us) D(e)o, Bernardu

abbas de monesterio de beata Santa Maria de Claravalle v(e)l a meisq(ue) sucesorib(us) da mo

(n)na(n)ti i(n) p(er)petuu(m) a poside(n)du(m), sì li d(on)o Crimaldo episcopus Santa Maria i(n) Selva

q(ui) est edificato nu planu de Ara Grani vocatu, q(ue) a lui p(er)tine v(e)l pertinere debet; sì li d(on)o

i(n)trasacto, nulla reservatione n(on) fecim(us); sì li d(on)o per alima sua (e) delu ienitore (e) dela

ienetrice sua; ta(n)tu(m) rep(ro)micto sup(er)scrito d(onn)o Crimaldo episcopus; qualeu(n)gua omo

ista carta vole cor[um]pere v(e)l falzare voluero per qualecu(m)q(ue) omo i(n)ienio vengna i(n) pena

de dare biza(n)tii ce(n)tu de auro mu(n)do, (et) postea ista carta firma e stabilis o(m)niq(ue)

te(m)pore.

   Ma è tutto inutile!

   Avete visto il disco volante, l’ufetto… l’ara del dio Granno ? No ?! Allora sia fino alla fine dei tempi solo l’area dove si batte il grano, nient’altro.

   È ora di finirla qui. Vi lascio la mia avventura a fumetti su Cucciolo della selva e la falsa strega ad Aquisgrana.



Diana, la piccola fidanzata di Giorgio Vittorino Passaguai [detto Cucciolo della Selva o il bambino della Selva], ha deciso: si devono vedere al mercato.

Ma il bambino quando passa in quei luoghi, deve sempre visitare i resti della ara o altare del dio Granno.



Deve mettersi in marcia. Gli ordini della sua bambina non si discutono.


 

Ogni tanto il bambino della Selva si reca presso i ruderi del tempio di Apollo-Granno ad Urbisaglia, per abbeverarsi alla sua fonte riscoperta per caso dagli zoccoli del cavallo di Carlomagno, per bere un po’ di quell’acqua curativa a cui ricorse anche l’imperatore Caracalla. Il bambino lo immagina intento a far offerte davanti a questo tempio con il mantello stellato degli imperatori. Stellato perché era il simbolo della Notte, la Nocte, divinità nata dalla materia informe che è chiamata Caos. Il calare della notte, Vespero, significa letteralmente stare sotto il manto. Da lì nasce il potere degli imperatori sul orbe terraqueo, il mondo.



Nell’immagini: l’Esculapio di Helvia Recina e un frammento di sacerdotessa di Iside da Trea; testa spregiata di Apollo da Urbisaglia.

-    Ma restano sempre comuni mortali, perché sebbene Caracalla andò anche da Esculapio a Helvia Recina e da Serapide a Montecchio, l’antica Trea, come scrive Dione Cassio “non ottenne ciò che sarebbe stato necessario per la sua salute.”


 

-          Eccomi a Pausolae, passo a fianco della cappella e del suo antico edificio speculare. Presto questo luogo non esisterà più. L’antica città romana fu distrutta dai barbari emigrati da lontane steppe; ricostruita da altri barbari, i Longobardi, divenne poi la capitale di un impero che ormai non esisteva più. Quello di Roma…

-          A volte odio la mia memoria, tutto quello che mi ha narrato frate Tazio, di Apollo-Granno, di Carlomagno, perché presto qui non ci sarà più niente! Solo il silenzio della campagna… Qui ancora avviene un grande mercato, ma il vescovo di Fermo, vuole distruggere ogni più piccolo ricordo dell’impero. E distruggerà il centro di quello che era l’impero carolingio. E la gente dimenticherà; la loro maledizione è di non avere memoria. Odio la gente perché è meschina e opportunista e odio i luoghi affollati, dove a me a mio cugino ci guardavano con pietà e disprezzo. Solo Guendalina e Diana ci guardavano con occhi diversi. Solo loro.



C’è agitazione al porto canale, chissà che… - pensa il ragazzino.

E compare la sua piccola fidanzata che gli chiede

- Una giovane straniera sta per subire la prova dell’acqua;  la considerano una strega: aiutala tu !



-          Anche la luna sembra volersi nascondere di fronte a questo spettacolo degradante della bestialità umana…

-          Allora figliola vuoi rinnegare la tua sciocca religione e abbracciare la nostra, gloriosa fede? Solo così avrai la salvezza dell’anima tua!



Il bambino della Selva compare e gli sbirri se la fanno addosso dalla paura.



Il capoccia degli sbirri pecca di presunzione e ordina ai suoi uomini impauriti di dargli una solenne lezione.

Cucciolo, Pipo oppure Giorgio, arretra come se avesse paura, ma è solo per portarsi lontano dalla folla…



… e balza all’attacco con la “Morte rossa”, la spada di Giulio Cesare !



Il bambino è convinto che lo metteranno sull’indice dei libri, anzi sull’indice dei fumetti proibiti e finisce infuriato nero…

-          visto come vanno le cose diranno che è tutta colpa mia…

-          … e non la TUA !



Eppure, con spirito caritatevole, la fanciulla orientale chiede la grazia per il suo seviziatore.

-          Sentito la signorina ? sai nuotare ? entro domani sera tu sarai in Cina ! CHIARO ! – fa il bambino del tutto forastico.



Cosa che fa immediatamente.



La fanciulla è schioccata e dice…

-          eppure stavo solo narrando la novella della bella principessa Miao-Shan che si ritirò in un monastero in preghiera per sconfiggere tutti i mali del mondo. E per questo venne fatta giustiziare dal padre.

-          quando Miao-Shan riaprì gli occhi, era all’altro mondo e le venne mostrato il giro dei diciotto inferni, qui gli venne chiesto di pregare. Non appena iniziò la preghiera, cessarono i supplizi e i dannati furono conquistati dalla gioia: l’inferno era diventato il paradiso ! spaventati, i guardiani del luogo rimandarono l’anima di Miao-Shan sulla terra a rivivere nel suo corpo lasciato preservato nella foresta. Un giorno guarì perfino il padre gravemente malato, e da quel momento divenne una divinità di misericordia e compassione, GUANYIN ovvero “colei che osserva tutte le sofferenze del mondo”.



-          ma ad un bel sogno è sopravenuto un incubo. E solo un bambino poteva salvarmi. Lui, il bambino della Selva !

 

   Marco Pugacioff

[Disegnatore di fumetti dilettante

e Ricercatore storico dilettante, ma non blogger

(Questo è un sito!)]

Macerata Granne

(da Apollo Granno)

S.P.Q.M.

(Sempre Preti Qua Magneranno)

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domenica 16 ottobre 2022

"La paura del clima" il nuovo libro di Galileo Ferraresi

 "La paura del clima" 

il nuovo libro di Galileo Ferraresi


    Leo ha scritto un nuovo ibro intitolato appunto "La paura del clima".  In questo libro cosa ci dice: <<non parla solo del clima ed è riservato a chi è curioso, a chi è confuso, perplesso, a chi non ha solo certezze, a chi intuisce che non tutto è come da narrazione ufficiale, a chi non sopporta più di vivere con l'ansia dei cambiamenti climatici.
Ci sono dati, informazioni e la certezza di un futuro non catastrofico.
Si diffonde la paura dei cambiamenti climatici, la paura del futuro e l'ansia di vivere perché chi è spaventato non è più razionale, diventa manipolabile e si conforma alla volontà di chi vuole ottenere individui rassegnati, docili e obbedienti.
Chi legge questo libro non ha alcuna responsabilità sulle decisioni prese dagli amministratori di multinazionali con bilanci superiori al PIL dell'Italia, o dall'industria della guerra e ancor meno su eventi naturali provocati dai vulcani o dal sole.>>
   Come è detto nella quarta di copertina. Non ne parlò perché vi è in copertina un mio disegnino che illustra la "bella" situazione in cui siamo arrivati, ma perché ho già letto questo libro e mi è piaciuto. 


 

   E infatti da una frase scherzosa di Leo, vi ho fatto un altro disegnino che vi presento qua sopra, non presente sul libro. 

  Se volete cercarlo ci sarebbe il collegamento qua sotto, e se non funziona, cercatelo in rete. 

https://www.youcanprint.it/la-paura-del-clima/b/379a25e7-9877-5760-93be-e7e26ff5462f

Marco Pugacioff

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