Operazione Doppia Sfinge
ancor più nuove straordinarie notizie
del ricercatore
Diego Baratono.
Dopo
aver ricevuto debita autorizzazione dal Professor Paolo Trivero dell'Università
"Amedeo Avogadro" di Alessandria e dal Professor Maurizio Gomez del
Politecnico di Torino, si porta alla vostra conoscenza quanto segue: da recenti
accertamenti "quantitativi" eseguiti presso l'Università "Amedeo
Avogadro" di Alessandria dal Professor Trivero in collaborazione con il
Professor Gomez del Politecnico di Torino, si può affermare con un certo
margine di sicurezza, che il cosiddetto "Terzo livello" da me individuato
ed esplorato in occasione di "Operazione Sfingi 2007, I - II",
(l'importantissimo sito si trova ad Ovest dell'altipiano di el-Giza, ad
un'altezza rispetto al Nilo di circa cento metri) presenta effettivamente una
cavità sotterranea. Quella che sembrava essere soltanto una indefinibile
percezione sonora, si è rivelata invece essere una concreta e sorprendente
realtà. Precisamente, il vuoto ipogeo si è rilevato nel cosiddetto "II
caposaldo", zona facente parte dei quattro caposaldi da me scoperti ed
esplorati, delimitanti un'area posizionata alle spalle della piramide di
Chefren, grande esattamente quanto lo scasso della vasca in cui è collocata la
"Sfinge" nota e quindi specularmente collocata ad Ovest rispetto alla
precedente area indicata.
Utilizzando la tecnica di
"bosing" ed analizzando successivamente l'eco prodotta
dall'esperimento nominato, il Professor Trivero in collaborazione con il Professor
Gomez sono riusciti a determinare l'altezza del vuoto esistente, che in quel
punto si è potuto quantificare esattamente in 21,5 metri. Si precisa che
l'altezza della Sfinge nota ad Est è di circa 20 metri. Si deve subito
precisare, nondimeno, a scanso di equivoci e strane interpretazioni, che senza
i dovuti accertamente in situ non si può ancora assolutamente affermare che
l'esistenza di una seconda Sfinge sia cosa certa. I risultati delle recenti
misurazioni consentono, tuttavia, di poter affermare, questo sì, che
effettivamente il "Terzo livello", dopo aver accertato al di là di
ogni ragionevole dubbio la presenza delle tracce di quella che si può definire
una struttura ipogea (rilevazione satellitare all'infrarosso), dopo l'accertata
presenza di un insediamento litico microlitico di consistente estensione (si
vedano i choppers repertati) risalente al Neolitico superiore, ossia all'epoca
della costruzione delle Piramidi, dopo aver determinato con certezza
l'esistenza di un'area utilizzata quale cava per l'estrazione del materiale
destinato con pochi dubbi all'edificazione degli edifici insistenti
sull'altipiano (al proposito si veda la mia
teoria sulla costruzione delle Piramidi dall'alto, erezioni di templi, di tombe
e così via), è per certo un'importantissimo areale che si può contestualizzare
nel quadro dipinto fino ad oggi solo parzialmente per el-Giza. Per quanto
possibile, gli accertamenti interdisciplinari, vista la fisionomia sempre più
delineata dell'apprestamento, proseguiranno al fine di stabilire con certezza
che cosa ho effettivamente scoperto.
Riassumendo, dunque, lo stato
della ricerca basata su "Operazione Sfingi 2007, I - II" consente di
poter affermare con certezza che il "Terzo livello" esiste, nel senso
che "anche" quest'area di el-Giza presenta caratteristiche
signatures attribuibili all'antropizzazione del territorio. Esistono con
certezza le tracce di quella che sembra essere una struttura ipogea. Esiste con
certezza un'industria litica microlitica risalente al Neolitico superiore (epoca
della costruzione delle Piramidi) insediatasi ad Ovest di el-Giza. Esistono con
certezza le tracce di cavatura di materiale litico. Esiste con estrema certezza
uno spazio completamente vuoto al di sotto dello strato roccioso,
apparentemente roccia in sito, ad Ovest della Piramide di Chefren,
quantificabile in 21,5 metri. Nessuno, fino ad oggi, si è mai accorto di questi
importantissimi particolari. Nessuno, fino ad oggi, ha mai preso in seria
considerazione né questa parte dell'altipiano di el-Giza, né i risultati che
fin qui ho ottenuto.
Cordiali saluti, Diego Baratono.
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