Gerberto d’Aurillac
e
Castel del Monte
Alla
tavola 69 ( pag. 78 ) del libro “Gerberto d’Aurillac - Papa Silvestro II” di
Galileo Ferraresi, con illustrazioni di Marco Pugacioff, notiamo nello studio
di Gerberto ormai papa, sopra al suo tavolo insieme a una clessidra e al golem[1], una pergamena con su schizzato un monumento
funebre dedicato a Ottone II che il papa considerava suo amico.
Inutile
negare come quel disegno raffiguri Castel del Monte. Castel del Monte ad Andria
di proprietà di Federico II, ha sempre affascinato per la bellezza delle sue
forme e soprattutto sul mistero di chi lo abbia progettato.
Di
questo maniero si è scritto che è una «Fabbrica ideale e priva di scopi»,
«…riprende il tema del fortilizio, ma lo sviluppa con tanta purezza di misure e
profili da trasformare la forma “militare” in forma civile ed aulica » e «…un
capolavoro di architettura costruito secondo le leggi degli spazi ideali o,
quanto meno, un vero e proprio trattato di matematica posto al servizio del più
raffinato, e spesso oscuro, simbolo esoterico.» ed ancora «Il castello se
castello può dirsi, gronda in sua parte di implicazioni astronomiche e
matematiche che ne fanno un libro di pietra…».
Analizziamo
la sua struttura, esso ha una forma ottagonale, nei otto angoli si innestano
altrettante torri ottagonali. Il suo cortile è anch’esso ottagonale e così le
otto sale a pianterreno e le altre otto al piano superiore. Ma ciò che colpisce
in questa struttura che sprizza matematica e astronomia da ogni suo poro è il
percorso obbligato che ci porta al secondo piano verso la sala cosiddetta del
trono. Un trono che, al posto dello schienale, ha una finestra
da cui penetra potente la luce del sole, del Creato, in pratica la
potenza di Dio.
Se
associamo questo concetto a tutti i riferimenti precedentemente citati,
mi risulta difficile combinarli con la ( pur straordinaria ) figura dello
Jesino Federico II e della sua corte di dotti o ancora con quella dei templari[2]. L’unica mente che possa aver scaturito un simile
concentrato di spiritualità (non per niente questa struttura è stata definita
anche Tempio) e di matematica, musica e astronomia è appunto Gerberto di
Aurillac, nato in Aquitania e morto a Roma. Alla sua morte tutto l’incartamento
relativo alla costruzione è rimasto nella nascente biblioteca Vaticana, ma
Federico, alla morte della madre Costanza d’Altavilla fu affidato al papa
Innocenzo III (papa dal 1198 al 1216).
Il
giovane Federico potrebbe aver visto quei progetti, aver capito l’enorme
sapienza e deciso di costruirlo una volta giunto al potere. Se davvero è stato
lui a farlo costruire.
Questa
però rimane solo un’ipotesi fantastica e affascinante ma non dimostrabile,
vorrei però concludere questo articolo con una parte dello studio di Massimo
Frera, apparso sempre sul mio libro a pag. 155, riguardante l'etimologia del
nome di Melusina:[3]
Gerberto
incontra la sua Melusina per la prima volta
«Se
riprendiamo la leggenda principale di Melusina in Europa, notiamo come sia
stata lei a suggerire la costruzione del castello di Lussemburgo.. Potremo
quindi sostenere come plausibile che Gerberto detenesse le conoscenze di
Melusina, ovvero le conoscenze dei costruttori.»
Marco
Pugacioff
Le varie
immagini presenti nell’articolo sono proprietà degli aventi diritto, e sono qui
presenti a puro scopo illustrativo.
Bibliografia:
-
Castel del Monte, a cura di
Stefania Mola. Mario Adda Editore – Bari 1991
-
Storia dell’Arte Italiana, Giulio
Carlo Argan. Sansoni Editore – Firenze 1984
- Gerberto D'Aurillac, Galileo
Ferraresi. Ed. Marco Pugacioff – Macerata 2007
[1] Il Migne nella
“Patrologia latina” vol. CXXXIX scrive: «(Gerberto) Possedeva nel suo palazzo,
una testa di bronzo che rispondeva “si” oppure “no” alle domande che egli gli
rivolgeva sulla politica e sulla situazione della cristianità. Secondo
Silvestro II questo procedimento era molto semplice e corrispondeva al calcolo
a due cifre »
[2] Riguardo i templari e Gerberto ci sarebbe una
relazione tra i fondatori dell’ordine e l’uomo che fu papa nell’anno mille,
cito: “l’Ordine dei Solitari, o Kaddosh, era di ispirazione essenza e gnostica.
Arnaud di Tolosa, all’inizio del IX secolo si recò in Palestina ed entrò a far
parte di questo ordine. Quando fu iniziato al 3° grado ebbe l’autorizzazione a
fondare una loggia in Europa. La prima sorse a Tolosa nell’804 e fu chiamata
AMUS. Si tramanda che tra i membri di questa loggia vi sarebbero stati Gerberto
d’Aurillac (il futuro papa Silvestro II), Goffredo di Buglione ed i 9 cavalieri
che avevano formato l’Ordine Templare.”
Vedi a pag. 156 del libro di René
Lachaud, TEMPLIERS chevaliers d'Orient et d'Occident, E. Dangles,
St-Jean de Braye (Francia), 1997.
[3]
Melusina o Meridiana, o ancora Marianna ( come la fanciulla italiana amata da
Sandokan ) è " ... il diavolo succubo con cui, secondo la leggenda, ebbe
commercio Gerberto." per citare le parole di Arturo Graf [ vedi
Miti,Leggende e Superstizioni del Medio Evo - volume II - Torino 1893 - pag. 38,
nota 39 ]
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L'avventurosa
vita di Gerberto
è
narrata nel volume
"Gerberto
d'Aurillac - papa Silvestro II"
Un libro metà a
fumetti e metà di analisi storiche e anche sul mito di un uomo straordinario
che al contrario di quel che dice la "Storia", non ebbe commercio col
Demonio e non andò MAI in Germania.
leggete anche i miei
altri articoli su Gerberto:
la traduzione di
Richerio sulla
e
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