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lunedì 24 aprile 2017

La sedia della morte al Busby Stop Inn in Inghilterra


La sedia della morte al Busby Stop Inn in Inghilterra


Un’immagine dello Yorkshire da una manifestino pubblicitario fine anno ‘40

   Nel 1975, sul numero 57 del Giornale dei Misteri, apparve un articolo su una misteriosa vicenda riguardante una “sedia stregata”.
   Sembra che un signore londinese di mezza età, di nome Tony Earnshaw, acquistò alla fine degli anni ’60, una vecchia taverna nella contea dello York del nord, posta in un crocicchio tra la cittadina di Thirsk e la cittadina di Ripon. 


La contea dalla Wikipedia inglese…



…e il crocevia dove sorge la taverna, lì vicino dove è il simbolo di un ristorante.

    Oggi è di fronte a una rotonda dove l’A61 si incrocia con l’A167, un posto piuttosto desolato, come si vede in quest’immagine ripresa da google map. 


Sergio Conti, autore dell’articolo nato da una lettera pubblicata nella rivista l’anno prima, scrisse che quella zona dello Yorkshire era particolarmente tetra, sia per il paesaggio cupo e malinconico, sia per il clima abitualmente inclemente. Un ambiente, concludeva Conti adatto ad alimentare sinistre credenze e superstizioni.


Sì, sinistro, eppure sulle coste della contea sorge una graziosa baia dedicata al mitico Robin Hood[1].

   Il signor Earnshaw e sua moglie non dettero peso queste voci sinistre, e iniziarono la loro attività in quella taverna che sembrava sbucata dalle vecchie e meravigliose pellicole di Miss Marple con Margherita, anzi con Margaret Rutherford, eppure fin dai primi giorni notarono che oggetti particolari scomparivano per poi ricomparire nella maniera più impensata, oppure si rompevano inesplicabilmente, per non parlare di rumori indefiniti uditi per lo più di notte. Dei gioielli chiusi in un cofanetto scomparvero e i coniugi pensarono a un furto invece l’indomani ricomparvero al loro posto. Talvolta sentivano un vento freddo, di cui non individuarono mai l’origine, passargli fra le gambe ed anche rumori di passi che rimbombavano nel soffitto della loro camera da letto… E tornò fuori la leggenda legata al vecchio pub.


    Nei secoli passati, davanti alla taverna sorgeva una forca dove venivano appesi, in cerimonie pubbliche, i delinquenti comuni. E proprio nella taverna vi era una sedia di quercia scura che era appartenuta a un certo Busby, non Bugs come Bunny, ma Thomas Busby un maniscalco ubriacone che nella sera del 1702, dopo essersi ubriacato con gli amici, tornato a casa ebbe una violenta litigata col cognato e afferrato il suo martello lo ammazzò.


Un’immagine eloquente da un affresco di Sant'Anastasia a Verona di Pisanello

     Nonostante tentò di occultare il cadavere nella foresta, venne scoperto e condannato all’impiccagione davanti alla sua taverna[2]. Sembra che Busby maledì la sua sedia, facendo sorgere la credenza che chi si sedeva su di essa doveva morire in breve tempo di morte violenta. Da allora iniziarono gli strani fenomeni in quella birreria che venne chiamata, dice il Giornale dei Misteri, Busby Stop Inn. Conti scrisse «espressione intraducibile il cui senso potrebbe essere: Il luogo dove Busby si è fermato.» Il nome invece sarebbe Busby stoop Inn e suonerebbe così la taverna dove Busby si chinò o piegò… adattando per una storia a fumetti verrebbe fuori più semplicemente la taverna dell’impiccato Busby.



    Il signor Tony Earnshaw riferì che nei pressi del villaggio vi era, o meglio è, un centro sportivo della R.A.F. e tra i suoi clienti vi erano molti militari e una sera del ’68 (sembra una scena uscita direttamente da Agente Speciale), due avieri entrarono per bersi una birra.


Una scena di Agente Speciale dall’episodio “Il tempo si è fermato”

Purtroppo il signor Earnshawe aveva messo presso il bancone proprio la sedia stregata per far vedere che non bisognava credere a simili dicerie (e dire che una signora gli aveva anche detto «avete fatto male a ritirarla fuori. Non si scherza con queste cose!»). Risultato: i due militari ridendo di quelle fandonie, si sedettero a turno su quella sedia e poi uscirono per andare ad una festa da ballo in un paese vicino. Furono ritrovati nella loro auto fracassata contro un albero uccisi sul colpo.
    Earnshaw non rimosse la sedia, attribuendo il tutto a una sinistra coincidenza, ma non passò poco tempo che un muratore gallese chiamato Rod Stacey, il quale lavorava in un cantiere vicino, prese posto per scommessa sulla sedia dicendo poi ai presenti «Vedete, non si sta affatto male qui sopra. E io sono ancora vivo!». Ma un’ora dopo uno dei suoi compagni di lavoro entrò stravolto nel pub gridando di chiamare un’ambulanza. Rod era caduto dall’impalcatura e morì prima di arrivare all’ospedale.
    A questo punto, impressionato e sotto le pressioni dei clienti, Earnshaw chiuse la sedia nel granaio. Eppure, trascorse ancora un altro po’ di tempo e arrivarono dei militari un po’ alticci poco prima della chiusura del locale. Le leggi britanniche sono molto severe sugli orari di chiusura dei locali pubblici e il proprietario chiamò la polizia per far sgombrare il suo locale, però uno di essi, troppo sbronzo e assonnato si infilò nel granaio e che fece? Chiaro, si addormentò proprio sulla funesta sedia dove lo ritrovò al giorno dopo Earnshaw.
   Bè, ci crederete o no, il militare morì pochi giorni stroncato da un virus sconosciuto di cui i medici non seppero dare diagnosi e a questo punto Earnshaw chiuse la sedia dentro a un armadio in fondo al granaio. Il reverendo del villaggio Joseph Mainwaring Taylor voleva bruciare la sedia per distruggere il suo malefico potere, ma la signora Earnshaw gli rispose «Io credo che sarebbe imprudente provocare le forze che l’animano. Penso sia meglio lasciarla nel suo armadio, in fondo al granaio» e suo marito aggiunse «resta di fatto che, finché vivrò, nessuno si siederà più su di essa. Non voglio avere morti sulla coscienza.»
Saranno a prescindere, quisquilie, bazzecole e pinzillacchere come diceva Totò, però mi sa tanto che è meglio non riderci sopra.





[1] La Baia di Robin Hood [Robin Hood's Bay] e Fylingthorpe sono i due principali villaggi di pescatori della parrocchia di Fylingdales, situata a 4 miglia a sud di Whitby, sulla costa settentrionale del Yorkshire. Il nome di Robin Hood's Bay dovrebbe risalire al tempo di Enrico VIII nel 1538. Ma qual è il rapporto con Robin Hood? Ci sono molte teorie, e tutte basate sul folklore e la leggenda, anzi secondo l’autore della guida, c'è anche una disputa circa l'identità di Robin Hood. A livello locale, si credeva che tenesse un paio di barche in modo da poter fuggire attraverso il Mare del Nord in cerca di un rifugio temporaneo. Altre storie si riferiscono alle caratteristiche del paesaggio, qui infatti vi sono alcuni tumuli di sepoltura sopra la baia che sono chiamati Butts Robin Hood [tra i vari significati di butt in inglese vi è bersaglio] e dovrebbe essere dove lui e i suoi uomini miglioravano le loro abilità di tiro con l'arco. Qualunque siano i fatti, non c'è dubbio che la sua connessione con il villaggio, per quanto debole, abbia contribuito a diffondere la sua fama. Non per niente il turismo in questi paesini di pescatori iniziarono già nel XVIII secolo, anche se la strada da Scarborough a Robin Hood Bay era «pietrosa e irregolare». Fu solo quando la Ferrovia di Scarborough e Whitby fu inaugurata nel 1885, che i visitatori e i turisti cominciarono ad arrivare in bella quantità. Dal libro Robin Hoods Bay and Fylingthorpe Through Time, 2009 Di Robin Lidster. 


Il nome della baia comunque deriverebbe dalla lunga e dura battaglia tra Robin Hood e il leggendario pirata Damon il Monaco [Damon the Monk], che aveva devastato la costa settentrionale dello Yorkshire. Robin uccise Damon il Monaco e fece impiccare tutto l’equipaggio pirata sul pennone della loro nave, prima di portare a terra il veliero. Da quel momento la baia è stata conosciuta come la baia di Robin Hood. Vedi il libro The Robin Hood Handbook, 2006 di Mike Dixon-Kennedy, che racchiude tutti i miti e leggende su Robin.

[2] Per la storia completa vedi: https://fuocodiprometeo.wordpress.com/2014/09/22/la-maledizione-della-sedia-del-busby-stoop-inn/ dove riferisce che Earnshaw regalò la sedia al museo di Thirsk, alla condizione che nessuno vi si sieda sopra.

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Marco Pugacioff
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