Il prete stregone di Bargota
Un'immagine
del parroco disegnata nel 1929
Il suo
nome era
Johannes [Joanis o Ioannes Mellado]; di lui si dice che sua madre fosse una strega e che frequentava le congreghe delle streghe
che avevano luogo nelle pianure soriane[1] di Barahona.
Sembra che Johannes discendesse
da una ricca famiglia nella
cui casa, situata nella via [calle] che poi fu chiamata Juan
Lobo, non mancassero né titoli né blasoni.
La casa di Johanes de Bargota. Fotografia del sign.
Mariano Estornés Lasa
La sua vita abituale la svolgeva nell'esercizio delle sue funzioni di sacerdote della
chiesa parrocchiale di Bargota (Navarra) e nella coltivazione di piccole aziende di sua proprietà nella città di Viana e
sulle rive del fiume Ebro, nei
pressi di Logroño. La sua
vocazione religiosa fu assorbita
dal suo amore per la magia; il suo spirito forte e inquieto venne
influenzato dalla lettura di libri sull'argomento[2].
Questa eccessiva inclinazione alla
negromanzia e alla magia crebbe durante il suo soggiorno a Salamanca, allorché frequentò le sue famose grotte che Alarcón[3] seppe
immortalare nei suoi versi:
La parlera fama, allí
ha dicho, que hay una cueva
encantada en Salamanca,
que mil
prodigios encierra:
que una cabeza de
bronce
sobre una cátedra puesta,
la mágica sobrehumana
en humana voz
enseña:
Que entran
algunos a oirla,
pero, que de
siete, que entran,
los seis vuelven
a salir
y el uno dentro se
queda...
La fama loquace, lì
ha detto, che vi è una grotta
incantata in Salamanca,
che mille meraviglie serra:
che una testa di bronzo
sopra una sedia posta,
la magia sovrumana
in voce umana insegna:
Che alcuni entrarono a sentirla,
ma che di sette, che entrarono,
solo sei di loro uscirono
e uno all’interno rimase...
La fama loquace, lì
ha detto, che vi è una grotta
incantata in Salamanca,
che mille meraviglie serra:
che una testa di bronzo
sopra una sedia posta,
la magia sovrumana
in voce umana insegna:
Che alcuni entrarono a sentirla,
ma che di sette, che entrarono,
solo sei di loro uscirono
e uno all’interno rimase...
[mia
traduzione]
L’opera La grotta di Salamanca è un
riferimento obbligato nell’esoterismo spagnolo e appare con frequenza nelle
antologie di letteratura del barocco. Venne addirittura inclusa in un classico
della demonologia spagnola, il trattato De disquisitionum
magicarum di Martin del Rio, del 1600. La grotta era un luogo di
pellegrinaggio per i viaggiatori di passaggio a Salamanca. Della grotta ne
parlano anche Cervantes e Walter Scott e si ritiene che nell’antichità fu luogo
associato al culto del Sole. Il suo mito è associato a quello del marchese don
Enrique de Villena [1384-1434, traduttore di Virgilio, Cicerone e Dante in
spagnolo], che studiò anch’esso le arti negromantiche in questa stessa
grotta con il diavolo, ma riuscì a ingannarlo e fuggire così al suo influsso[4].
Il mito della testa di bronzo deriva
dalle storie su Gerberto, il famoso – e a volte famigerato – papaSilvestro II che ne possedete una e che, nella sua gioventù, studiò proprio
in Spagna. Ma torniamo al nostro stregone.
A Salamanca Johannes alternava le lezioni
di Trivium e Quadrivium con ciò che gli insegnava il diavolo stesso nella grotta che ha anche un nome, ovvero grotta di San Cipriano [cueva
de San Cipriano]. Terminati i suoi studi – ufficiali e proibiti – divenne il
parroco del suo paese, un beneficio che gli spettava come secondo figlio della
sua famiglia[5]… se fosse un
personaggio realmente esistito, cosa di cui non vi è certezza. Oggi comunque
sono reali le storie su di lui.
La
chiesa di Santa Maria a Bargota
Come il fatto che poteva
rimuovere le parti del suo corpo a volontà, non per niente poteva rimuovere sia
la testa sia un braccio; Egli fu in grado di trasformare in gatto il bandito
Juan Lobo in maniera che le autorità non lo catturassero e fu autore di molte
altre simili gesta.
l'evento più straordinario
attribuito al brujo di Bargota fu un viaggio in volo, da
Navarra a Roma, in
sella a un demone familiare
che aveva astutamente ingannato. Lo scopo del viaggio doveva
essere quello di aiutare un papa,
forse Alessandro VI (il cui pontificato durò
dal 1492-1503) o Giulio II (che fu papa tra
il 1503 e il 1513). Questo papa
aveva una relazione carnosa con la moglie di un alto cortigiano
del Vaticano che progettò l'omicidio del pontefice, e il curato di Bargota, conoscendo dal
suo demone familiare della
cospirazione, riuscì ad incontrare il
papa, rivelandogli la trama e salvandogli la vita. In
cambio di questo aiuto e dopo la promessa di rompere il suo patto con il diavolo, il papa lo assolse
dai suoi peccati[6].
Akelarre
en las cuevas de Zugarramurdi en 2009.
Ma Johannes era un ragazzaccio (forse gli piacevano
troppo le streghe che frequentava nei Akelarre[7] o sabba) e continuò
con i suoi divertimenti.
Dicono che in
un giorno molto caldo di agosto, mentre i parrocchiani erano in attesa che
dicesse Messa, entrò in chiesa con cappello e mantello completamente ricoperti
di fiocchi di neve.
Entrando, mentre si scuoteva di
dosso i fiocchi di neve, disse molto forte:
- Che freddo che c’è sui monti di
Oca.
Da ciò corse, per tutti i banchi
la voce che il sacerdote fosse uno stregone e che frequentasse le congreghe
delle streghe.
Per questo fatto fu
processato per stregoneria a Logroño davanti alla Santa Inquisizione, ma da cui
fu assolto dopo aver fatto promessa di non rifarlo più.
Ma lui continuò, infatti si disse
che – qualche tempo dopo – quando gli abitanti erano in attesa che il curato
arrivasse a dir messa, non vedendolo arrivare chiesero alla madre del sacerdote
perché il figlio non arrivasse.
E lei disse loro che sarebbe
apparso all’ora stabilita.
Ma il tempo passava e il prete non
veniva, così i fedeli chiesero di nuovo spiegazioni alla madre.
La madre riferì di non sapere dove
egli si trovasse, in quanto mancava da casa da due giorni.
Proprio
quando stava per scoccar l’ora prevista, arrivò un grande uccello nero che si
posò a terra davanti alla porta della chiesa; Apparve il sacerdote, che
scuotendosi tutta la neve di dosso ripeté:
L’abbiamo detto era un ragazzaccio. Un giorno un mulattiere[9]
passò vicino alla chiesa di Bargota con
i sui muli, e incrociò proprio Johannes. Il poveruomo notò che il suono dei campanacci dell’ultimo
mulo arrivava a lui sempre più debolmente. Allora
volse la testa indietro incuriosito e si rese conto con terrore dello
spettacolo offerto da tutti i suoi muli deambulanti nell'aria intorno al
campanile. Il poveraccio si mise a gridare.
Johannes gli si avvicinò e gli
disse:
- Non temere, ora te li faccio scender giù sulla strada.
E
così fece. Johannes aveva su di lui un astuccio per custodire gli aghi in cui
teneva un esercito di piccoli esseri chiamati Mamur. Erano degli esserini capaci di far miracoli. Essi potevano, per esempio, portarlo in un istante in paesi
lontani. Potevano anche costruire una casa in
una sola notte, oppure far comparire tori misteriosi, gruppi di pernici e
mandrie di cavalli[10].
El Aquelarre, quadro di Francisco
Goya (Museo Lázaro Galdiano, Madrid). Questo quadro evoca la
descrizione data da Mongastón
[al processo delle streghe di
Zugarramurdi del 1610] in cui
riferì come due sorelle, María Presona e María
Joanato, uccisero i loro figli "felice di darli al diavolo" che ricevete "riconoscente" l'offerta .. .
Tutto questo finché Johannes non la fece una, un po’ troppo pesante – fu presente sul luogo dove
avvenne la morte di un pezzo grosso, il conte di Aguilar – nel 1599, e fu
denunciato e portato con altre streghe davanti al Tribunal del Santo Oficio, il
cui inquisitore era Valle Alvarado. La strega cieca di Viana chiamata
"Endregoto", Maria Echachute, Maria Echaleku e altre streghe – conosciute come le
streghe di Zugarramurdi – furono condannate al rogo mentre Johannes Juanis, «el Brujo de Bargota», fu solo
condannato a un Auto de Fe pubblico, i giorni 7 e 8 di novembre del 1610, a
Logroño. Si dice che avesse un potente protettore…
Johannes Juanis,«el
Brujo de Bargota», sembra che si pentì sinceramente e utilizzò i suoi ultimi
giorni in penitenza.
Nel 1989 il regista Pedro Olea
realizzò una pellicola televisiva (La Leyenda del Cura de
Bargota - scaricabile da emule in spagnolo) sulla sua leggenda con l’attore Fernando Guillén
Cuervo che interpretò Johannes. Un film in cui partecipò anche il nostro Raf Vallone nella parte del papa
Borgia.
foto
tratta dal sito elnortedesaparecido.blogspot.com
Ogni anno a Bargota – dal 2005 –
nella terza settimana di luglio si celebra la settimana della stregoneria in
suo onore, con rappresentazioni popolari e cena collettiva. Infine la domenica
un mercato artigianale chiude la festa.
[3] Juan Ruiz de Alarcón y Mendoza, di
antenati nobili nacque in Messico nel 1581 – da Pedro Ruiz de Alarcón e da
Leonor de Mendoza – e visse per la maggior parte della sua vita in Spagna dove
morì nel 1639. Studiò legge nella Real y Pontificia Universidad de la Ciudad de
Mexico. All’inizio del XVII secolo si recò in Spagna dove conseguì un diploma
di laurea canonica presso la Universidad de Salamanca. Nel 1606 esercitò come
avvocato in Siviglia e poi rientrò in Messico per terminare i suoi studi di
legge nel 1608. Nel 1614 ritornò in Spagna e lavorò come relatore del Consiglio
delle Indie. Era infelicemente deforme ( gobbo di torace e di schiena ) e fu
oggetto di derisioni da parte di scrittori contemporanei come Francisco de
Quevedo che lo definì: «corcovilla».
[7] La parola Akellare o aquelarre deriva
dalla voce basca Aker = "capra"
e larre = "prato",
che ha il significato di "prato del
caprone, visto che il diavolo si presentava in questa forma alle streghe. E’ il
luogo dove le streghe (sorginak
in basco), tengono le loro riunioni e rituali (anche se la parola deriva
dalla lingua basca, è stata
assimilata in castigliano, e,
per estensione, si riferisce a qualsiasi raduno di streghe e stregoni). Vedi: http://es.wikipedia.org/wiki/Aquelarre
[9] Chi conduce i muli o altre bestie da
soma lungo sentieri di montagna. Dal sec. XIV. Vedi: http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/M/mulattiere.shtml
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Marco Pugacioff
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