Lo Stretto di Benguela
E la carta di Martin Waldseemuller del 1507
E la carta di Martin Waldseemuller del 1507
Dagli studi di Galileo Ferraresi & Claudio Piani.
Martin Waldseemuller
«Non
è possibile che prima del 1506 si conoscesse la separazione dell'Oceano in due
parti a causa del Nuovo Mondo. Ciò significa sette anni prima della scoperta
del Pacifico da parte di Balboa.» Questa è la dichiarazione di una delle
massime autorità mondiali della cartografia A. E. Nordenskjold (Atlas,
Stockholm, 1889) scritta 12 anni prima del ritrovamento della carta disegnata a
Saint-Die da Martin Waldseemuller nel 1507. Niente di più sbagliato! Infatti
nel 1507 I cartografi di Saint-Die' conoscevano benissimo l'esistenza di un
oceano ad ovest del Nuovo Mondo: l'Oceano Pacifico, ufficialmente avvistato da
Balboa sette anni dopo la carta e attraversato dalla Spedizione Magalhaes-Del
Cano 15 anni dopo la pubblicazione della carta. L'America Centrale è
raffigurata con la forma sottile e sinuosa, com'è nella realtà, e collega il
nord e il sud delle due Americhe. Nel 1507, da quel che si sa, nessuno
poteva immaginare che queste nuove terre avessero un'estensione longitudinale
così limitata.
Al
centro del Centro America compare un passaggio che collega il mar dei Caraibi
con l'Oceano Pacifico. Esattamente dov'è raffigurato questo nel 1534 Carlo V
progetterà lo studio di un canale che avrebbe dovuto collegare i due oceani.
Colombo, Vespucci e Caboto fin dal 1498 si intestardirono nel cercare un fantomatico
passaggio, chiamato Stretto di Benguela, proprio dove è raffigurato sulla carta
di Saint-Die. Nulla ci vieta di supporre che questi navigatori avessero avuto
tra le mani una carta simile a quella realizzata da Martin Waldseemuller.
Da
notare che secondo i geologi uno stretto passaggio tra i due oceani è esistito
migliaia d'anni fa, ed esattamente nella zona raffigurata nella carta, dove
ancora oggi esistono 24 vulcani con oltre 40 bocche eruttive.
Nelle
carte dell’Ammiragliato britannico dei primi dell’ottocento il passaggio veniva
chiamato “Istmo di Darien”. Anche Orazio Nelson, il grande nemico di Napoleone,
cercò il passaggio col Pacifico, quand’era un giovane capitano, rischiando
anche la vita.
La carta disegnata dal Waldseemuller nel 1507
Dagli
studi fatti da Galileo e Claudio si viene a sapere che il 13 novembre 1504 re
Emanuele I di Portogallo aveva vietato la produzione e la diffusione di tutte
le carte nautiche, mappamondi e sfere raffiguranti l'emisfero sud del Nuovo
Mondo oltre il 7° di Latitudine sud, pena la morte. Ma la cartina fu
realizzata dopo tale data. Ne seguì uno scandalo per cui nel 1516 lo stesso
Martin Waldseemuller decise di tornare alle vecchie concezioni per placare le
polemiche.
Ma
comunque da dove venivano le informazioni che permisero ai componenti del
Ginnasio di Saint-Diè di realizzare un’opera così anticipatrice, tale da non
essere accettata e compresa dai cartografi del loro tempo?
Torniamo alla storia del Portogallo, che è inscindibilmente connessa alle vicende delle grandi esplorazioni che presero il via già dal 1337 per l'intraprendenza e la lungimiranza di Re Dionigi, ma è l'impulso dato dai principi Enrico il Navigatore e da suo fratello Pedro che permise al Portogallo di primeggiare sullo scenario marittimo commerciale di tutto quanto il XV secolo.
Fu proprio Pedro che spinto dalla necessità di acquisire nuovo materiale cartografico nel 1424 intraprende un viaggio in Europa, Asia, Venezia e infine a Firenze.
Torniamo alla storia del Portogallo, che è inscindibilmente connessa alle vicende delle grandi esplorazioni che presero il via già dal 1337 per l'intraprendenza e la lungimiranza di Re Dionigi, ma è l'impulso dato dai principi Enrico il Navigatore e da suo fratello Pedro che permise al Portogallo di primeggiare sullo scenario marittimo commerciale di tutto quanto il XV secolo.
Fu proprio Pedro che spinto dalla necessità di acquisire nuovo materiale cartografico nel 1424 intraprende un viaggio in Europa, Asia, Venezia e infine a Firenze.
I viaggi in Oriente di Marco Polo
Pedro,
giunto nella città veneta, ebbe in dono dal doge Francesco Porcari una copia,
in volgare, dei Viaggi di Marco Polo. Il senato invece consegnò al principe
Pedro una carta geografica ove erano segnati il Catai, il Cipango e, secondo
Antonio Galvam, lo Estreito
do Magalhaes se chamaua cola do Dragam (Lo stretto di Magellano che
si chiamava “Coda del Dragone”-V. Uzielli, La vita di Paolo del Pozzo
Toscanelli, Milano 1883). Tali doni, diedero un potente impulso ai viaggi di
scoperta promossi da Enrico il Navigatore.
Perché
questi due importanti centri attirarono l'attenzione del Principe Pedro?
Venezia fin dal 1204, data del saccheggio di Costantinopoli-Bisanzio da parte delle truppe cristiane guidate da Enrico Dandolo, divenne ricettacolo delle immense ricchezze depredate che dovevano comprendere, tra le altre cose, anche antichissime carte geografiche. Vuole il caso che gli storici facciano risalire agli anni immediatamente successivi al sacco di Costantinopoli la diffusione delle prime carte nautiche del bacino del Mediterraneo, precisissime, che come dal nulla compaiono sui tavoli dei cartografi delle terre controllate da Venezia.
Venezia fin dal 1204, data del saccheggio di Costantinopoli-Bisanzio da parte delle truppe cristiane guidate da Enrico Dandolo, divenne ricettacolo delle immense ricchezze depredate che dovevano comprendere, tra le altre cose, anche antichissime carte geografiche. Vuole il caso che gli storici facciano risalire agli anni immediatamente successivi al sacco di Costantinopoli la diffusione delle prime carte nautiche del bacino del Mediterraneo, precisissime, che come dal nulla compaiono sui tavoli dei cartografi delle terre controllate da Venezia.
Ed è a Venezia, la città più ricca, potente ed abitata del mondo cristiano, che
nel 1394 Emanuele Crisolora, inviato dall'Imperatore di Costantinopoli a
chiedere aiuto contro i Turchi, incontra i fiorentini Jacopo Angelo da
Scarperia e Roberto Rossi. Nel febbraio 1397 Jacopo Angelo ed Emanuele
Crisolora giungono a Firenze e aprono una scuola di greco. Firenze diventa così
la capitale dello studio del greco e dell'Umanesimo (il greco era la lingua
usata nella corte di Bisanzio. Fino all'arrivo del Crisolora a Firenze in
Italia nessuno conosceva il greco. Unica lingua usata era, oltre al volgare, il
latino).
Tra
i vari testi greci portati a Firenze dal Crisolora figura il Cosmographia di Claudio
Tolomeo (100-178 d.C), geografo della Biblioteca di Alessandria d'Egitto, che
sarà tradotto in latino e da cui deriveranno le carte che daranno un nuovo
impulso alle scoperte geografiche, le così dette carte di Tolomeo.
Nella
Firenze dei primi anni del 1400 figurano altri grandi cervelli che si
riuniscono nel Monastero degli Angeli: Palla Strozzi, l'uomo più ricco di
Firenze, Poggio Bracciolini, segretario pontificio, Giorgio Antonio Vespucci,
zio del poi noto Amerigo, Paolo dal Pozzo Toscanelli, conservatore della
Biblioteca di San Marco di Firenze e cartografo di riferimento di Cristoforo
Colombo.
Nel
1459 il gruppo dei Monastero degli Angeli si muterà nell'Accademia Platonica,
fondata da Gemisio Pletone, di cui il maggiore esponente sarà Marsilio Ticino.
All'Accademia parteciperanno anche: Pico della Mirandola, Giorgio Antonio
Vespucci, Amerigo Vespucci, Paolo del Pozzo Toscanelli, il Ghirlandaio, il
Poliziano, Zenobio Acciaiuoli, Luigi Guicciardini.
La
fama di questo circolo, e soprattutto di Giorgio Antonio Vespucci, arrivò fino
alla corte di Lorena dove dal 1473 regnava Renato II, mecenate e protettore
degli eruditi di Saint-Dié. Giorgio Antonio Vespucci entrò in contatto con
alcuni tra i più noti umanisti tedeschi, tra i quali Giovanni Reuchlin che
visitò Firenze e il Cenacolo nel 1482 assieme al conte Ebherard. Entrambi
provenivano dalla regione tedesca del Wurttemberg, dove si trova la cittadina
di Wolfegg nel cui castello sarà trovata nel 1901 dal prof Joseph Fischer la
carta di Martin Waldseemuller.
Furono
i due studiosi tedeschi a fornire al monastero di Saint-Die le informazioni per
disegnare la carta? O furono direttamente i monaci a chiedere le informazioni
al Cenacolo fiorentino? Forse l'originale da cui attinsero per la carta di
Martin Waldseemuller più che in Portogallo è da ricercarsi a Firenze.
Amerigo
Vespucci
In una lettera di Zenobio Acciaiuoli a Luigi Guicciardini, zio d'Amerigo Vespucci, datata 1509, Zenobio prega Guicciardini di prestargli nuovamente il planisfero ed il globo appartenuti ad Amerigo Vespucci per espressa richiesta dei tedeschi.
Forse
il globo e il planisfero richiesti dal Guicciardini sono gli stessi che Amerigo
Vespucci dichiara di inviare a Pier Francesco de Medici in una lettera
autografa del 18 luglio 1500 (V. Cod. Valienti Riccardiano n. 1910, Roma). Se
così fosse allora le conoscenze impossibili
del Nuovo Mondo sarebbero da retrodatare a prima del 1500. Ma a chi
attribuirle?
Non
lo sappiamo ancora ma una cosa è certa: fin dal 1470 a Firenze si vaticinava
l'esistenza di un quarto continente e colui che sosteneva questa tesi era
niente meno che Antonino, arcivescovo di Firenze. Gli echi delle sue teorie
erano così famosi che il Ghirlandaio nel 1472 lo ritraeva assieme a Giorgio
Antonio Vespucci e al nipote Amerigo, ancora giovincello, in un suo dipinto, La Madonna della Misericordia, conservato
nella chiesa della Madonna di Ognissanti a Firenze. Un arcivescovo assieme ai
grandi che in quel momento stavano studiando l'Universo. Il ricercatore Diego
Baratono (amico di Claudio, che tal’altro è impegnato nelle ricerche della
doppia Sfinge del Cairo) ha osservato che il profilo del mantello sia identico
alla cornice della carta di Waldseemuller.
La Madonna della Misericordia.
E
non è finita qui, perché un’ulteriore misteriosa cartina (riproducente le
Americhe) è affrescata sulla volta della Sala della Creazione di Palazzo Besta,
a Teglio, nei pressi di Sondrio, riproduce sempre la cornice dello stesso
affresco della Madonna della
Misericordia.
Palazzo
Besta, a Teglio (Sondrio)
Un significativo approfondimento
Come abbiamo letto Firenze era il centro di un grande fervore. E' da notare che
anche il popolare Dario Fo ha sottolineato questo fatto. Nel Settembre del 2008
Rai 3 ha mandato in onda il suo spettacolo "Tegno nelle mani occhi e
orecchi: Michelagniolo" realizzato nell'ambito della rassegna estate
fiesolana 2007, registrato al teatro romano di Fiesole.
Per
descrivere la vita di Michelangiolo Buonarroti, il popolare autore ha iniziato
descrivendo la società della Toscana dell'epoca, e in particolare della
Signoria prima e della Repubblica poi, di Firenze. Una città non solo composta
da grandi artisti ma anche di grandi menti in tutti i campi, perfino da
ammiragli di flotta, scopritori di nuove terre.
Alla base di questa grandezza di Firenze, dice Fo, c'erano le banche che
prestavano con un'apertura mentale che oggi non c'è più! E sottolineando, prima
di tornare su Michelangiolo, che «non va dimenticato che i banchieri di
Firenze, allora furono i sovvenzionatori principali della scoperta delle
Americhe.
E
non ha caso America prende il nome da Amerigo Vespucci, che era Toscano, anzi
Fiorentino. E' sintomatico che sia stato proprio un banchiere a dare il proprio
nome all'America!».
Marco Pugacioff
va agli
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