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mercoledì 7 aprile 2021

Cucciolo e il tesoro dell’alchimista

Cucciolo e il tesoro dell’alchimista


Sono costretto a metter in rete questo mio numero sul mondo di Cucciolo. Ormai la voglia di uscir di casa si è completamente esaurita e non ho voglia di andar a stampare nemmeno una copia per me.

  E poi tutto ciò che avevo stampato si limitava a dieci (10) miserabili copie, più di due di prova, e dovevo pagarmele di tasca mia.

Risultato: ogni albo a fumetti, ogni libro da sfornato dalla mia mente e dalla mia mano, ha continuato ad essere ristampato con altre copie senza che alla fine vedessi una misera lira; succede.

Allora ho deciso di mettere sempre in rete lo scaricamento gratuito dei albi a fumetti e dei miei libri, e lo stesso faccio con questo ultimo albo di Cucciolo.

Il mio prossimo scritto sarà su Robin Hood.

 

 

un’ultima richiesta

 

  mi sono auto isolato in casa [eccetto uscite frugali per supermercato, edicola e passeggiate sotto casa] e vorrei cortesemente che amici e conoscenti non mi facciano visita… specialmodo chi si è vaccinato!

Così non ci faremo male a vicenda.

  In attesa che coloro che come me non vaccinati, (da come gira una funesta voce) siano arrestati e perdano il diritto a una casa – dopo un secolo, siamo tornati daccapo – vi saluto.

 

 

Cucciolo e il tesoro dell’alchimista

scarica dal titolo


 

Intanto ecco lo scritto dell’albo

 



  Perché ho lasciato le tavole della mia storia a due vignette mentre le altre sono – minimo – a otto vignette? Non certo perché mi ritengo superiore a questi TITANI del fumetto popolare, no! Per un motivo più semplice: troppo scritto nelle mie vignette, che renderebbero molto difficile la lettura.

 



Vabbé che se si vedono le storie di Peyo, lo scritto è davvero tanto… arivvabbé, se in effetti vedete le due storie di Chiodino, – in cui avrei dovuto rivedere i testi perché lui e Pinocchio già si conoscono – le ho lasciate a quattro strisce per tavola. Bello sforzo; erano nate così, come le tavole totalmente fuori di testa di Raul Verdini [Firenze 1921-1991]… e ancora si mette davanti a tutti Jacovitti! Certo che in Italia… lasciamo perdere.

 



Sopra un giovane Jehan di Peyo, prima di incontrare Pirlouit e

una vignetta di Chiodino e della sorellina/fidanzatina Perlina

 tratta da una storia inedita in Italia e pubblicata mutila in Germania Orientale

 

  Iniziamo parlando di Federico Pedrocchi [Buenos Aires in Argentina, il primo maggio del 1907 - Gallarate presso Varese 20 gennaio del ’45], uno dei due babbi di Cucciolo & Beppe. La prova più evidente che lui era uno dei loro padri è data appunto dal romanzo Cucciolo e il segreto dello specchio, uscito tre mesi dopo la sua morte, il 30 luglio del '45, sul n. 1 della collana «Gaia» della Carroccio.

   Bisogna dire la verità, chi ha riferito – non dico il nome, tanto lo sapete – che il padre di Cucciolo e poi di Tiramolla era lo stesso editore, ha avuto una bella FANTASIA!

    Comunque l’attacco, il prologo del romanzo era veramente molto bello – magico Pedrocchi – e ho provato a fumettarlo. Infatti le tavole andrebbero prima del prologo del mio primo albo su Cucciolo & Beppe, quando erano ancora dei bambini trasformati in cagnolini. E nella parte del maestro del villaggio di Salciccia ho dato il volto di Ottorino Anzi, di cui parlerò più sotto.

 



Una splendida veduta dell’800 della facciata nord del scastello di Cuasso

 

   Per Salciccia (il paese, non il compare di Bombarda), avrei voluto prender a modello il paese di Cuasso al Monte (Varese) dove Pedrocchi era sfollato con la sua famiglia, ma non lo conosco, allora ho preso a modello il paesino di Fiume presso Pieve Torina che ben conosco, essendo un luogo della Francia delle origini, nel Piceno. Non per niente ho raffigurato un  ruscello, un ponte romano e un eremo del posto, in cui mise le mani anche l’imperatrice Ageltrude.

  Il bello però, è nei suoi abitanti: ho messo il favolista russo Suteev [Mosca 5 luglio del 1903 - Balashikha (città a 20 chilometri da Mosca) 3 marzo 1993], Luciano Bottaro [Rapallo 16 novembre 1931 - 25 novembre 2006] con la sua compagnia e Giorgio Rebuffi [Milano 7 novembre 1928 – Torino 15 ottobre 2014] – come se fossero tutta una famiglia – e infine José Cabrero Arnal [Castilsabás, Huesca Spagna, 7 settembre 1909 - Antibes in Francia, 6 settembre dell’82]; tutti insieme alle loro creature. In pratica un luogo da sogno. 

  Il libro era illustrato da Orsi. Ma chi era? Castelli, so che ne aveva individuati due o tre. Personalmente ne ho trovato uno sull’Enciclopedia dei ragazzi degli anni ’50 (con un mare d’autori, c’è pure Antonio De Vita) che si firma Dadi Orsi [Edoardo Giovanni Battista Orsi 1917 – 2003]; ha un buon uso del colore e la firma è praticamente identica all’autore di Cucciolo, ma senza sottolineatura. 

L’autore sarebbe Italo Orsi (1889/1947), un illustratore di cartoline, libri scolastici, libri per ragazzi e manifesti pubblicitari. Ho scovato queste e altre semplici informazioni – altro non c’è – su un bel sito dedicato alla letteratura d’infanzia: http://soloillustratori.blogspot.com/2014/08/italo-orsi.html Dove scrivono che «su di lui ci sono in un volume sulla grafica Deco pubblicato dai fratelli fabbri nel 1986. E’ stato anche un cartellonista pubblicitario. qualche antiquario lucchese vende libri di sue caricature di personaggi lucchesi del primo novecento. Una collega che ha confrontato le firme “orsi” dice che secondo lui ci sono due tipologie di firme e quindi due autori che firmano allo stesso modo, uno Italo e uno chissà…». Il secondo autore che si firma quasi nella stessa maniera potrebbe essere l’architetto.

   Ma… eh! C’è un ma. Vi sembra lo stesso autore che negli anni ’30 sigla delle cartoline illustrate con una firma diversa e poi pochi anni dopo firma libri per l’infanzia con una tecnica diversa per sigla e stile?

 

 

   Chissà forse erano parenti… oh bé, perlomeno lo erano di cognome…

   Passiamo ad al misterioso Adry. Di lui – o di lei – non si sa nulla! Oltre a queste quattro storie di Cucciolo, ha disegnato una storia di Coriolano e poi è sparito. Se ha lavorato per altre case editrici non lo so. Adry ha umanizzato la tetra figura del bandito Musonero, con un nuovo nome: Bombarda, rendendolo ancor più simile al gattaccio cattivo yankee Pietro Gambadilegno.



Parlando del simpatico e famigerato  “Bidonaro all’italiana”, bisogna dire che recentemente Bombarda era tornato in edicola; e questo per “colpa” del “correttore di bozze” Paolo Forni e della complicità del creatore del  Morto Ruvo Giovacca e i disegnatori Piero Conforti & Ivano Codina.

Ha lasciato la casa di Salciccia a Cucciolandia (che ho sempre identificato con l’antica repubblica di San Marino) e ora fa il pescatore, ma se pensate che abbia messo “la testa a posto” sbagliate di grosso. Si trova infatti in una cittadina dell’adriatico.

E Bombarda, purtroppo per lui, non si trova davanti i suoi amici-nemici Tiramolla o il famelico Pugacioff, ma proprio un ex-maggiore dell’esercito italiano in una veste da “Kriminal” (il personaggio creato da Magnus) buono, che prima gli ustiona la gamba e in seguito gliela rompe. Sarà meglio che torni da Salciccia…

 


Bombarda è, al suo solito davanti ai Carabinieri,

in Francia era la Gendarmeria.

Da Il Morto n. 36 del gennaio 2019. la storia si conclude nel numero successivo

 

  Mi dispiace di non poter dir altro su Adry, ora devo passare alla signora Buffolente (Vicenza, 27 ottobre 1924 – Milano, 6 marzo 2007), autrice di Cucciolo & Beppe, e che poi si  dedicò al genere avventuroso realizzando tra gli altri il Piccolo Ranger, e poi le creature della esseGesse: il Comandante Mark e infine Blek Macigno e Miki.

 

Miki nella prima storia apparsa in coda alle ristampe anastatiche anni ‘90 delle prime strisce del 1951

 

   Per quando riguarda l’esseGesse, il maestro Dario Guzzon, che aveva uno stile grezzo e maestoso soprattutto su Blek le Roc, realizzò anche lui Cucciolo & Beppe e li definì «La brutta copia di Topolino e Pippo». Spiacente per l’affermazione del Maestro, ma non è così. In realtà Cucciolo & Beppe, sono la bella copia di Mickey Mouse and Goffy!

  Ritornando alla Buffolente, per spiegarmi. Sono molto legato alla Alpe e a Cucciolo e Beppe, e i primi disegnatori degli anni '50 si differenziano molto poco tra di loro. Eppure ormai ne sono talmente dentro da anni – con le mie misere collezioni – che sono sicuro di poter distinguere un disegnatore da un altro. Già, ma anche così, le mie attribuzioni non sono condivise da ... Luca Boschi! Se per me una storia è della Buffolente, secondo lui è invece del grande Egidio Gherlizza.

De toute façon (mazzala, come parlo. Ne ho lette de storie di Blek le Roc!), è mia opinione che “Il mistero della Cima Rossa” (22 del 01.02.51 La vernice portentosa ) e il suo seguito “La grotta segreta” (23 del 01.03.51 - Cucciolo e l’uomo meccanico) sia opera della Buffolente e non di Gherlizza.

 


Ritengo che la prima storia della Buffolente sia stata

“Cucciolo Giardiniere” su Gaie Fantasie n. 12 dell’aprile del ’50;

“Oggi lavoriamo” n. 17 del 1 settembre del ’50;

“La vendetta dei giocattoli” n. 21 del 1 gennaio del ’51;

“La sartoria di lusso” n. 24 del 1 aprile del ’51;

“Una casa moderna” n. 25 del 1 maggio del ’51;

“Il brocco da corsa” n. 26 del 1giugno del ’51;

“Il biglietto 88.888” n. 28 del 1 agosto del ’51 dove firma la copertina.

Indubbiamente è sua, “Il  torero” ma non so dove fu pubblicata, probabilmente su “Cucciolo e Tip Tap Top e altre storie”, n. 20 del dicembre ‘50.

Non avendo altre storie come “Cucciolo meccanico” n. 15 e altre ancora, non posso fare altre attribuzioni; del resto la mia magra collezione si limita alle raccolte delle “Storie di Cucciolo”, alle scansioni regalatami da Silvia e Stefano, e a qualche copertina passatami da Marco Perugini.

Non sono di certo un genio, ma cerco di usare i miei occhi, poi se sbaglio qualcosa, come posso aver fatto con l’attribuzione dei disegnatori dei primi Pionieri per Carlo Zaia – embé, ciò provato.

   Roberto Peroni è Ferdinando Corbella (Milano, 21 ottobre 1915 – Gavirate, 29 agosto 1995) che doveva firmarsi con il cognome della moglie Livia per evitare problemi con altri editori nel Ventennio.


Le sue storie dovrebbero essere:

“Cucciolo e il Natale nel villaggio” collana Gli albi della Fantasia n. 30 del 24 dicembre del ’42;

“Cucciolo nella terra dei sosia” n. 33 del 21 gennaio del ’43;

“Cucciolo: i Poldo alla riscossa” n. 35 del 11 febbraio del ’43;

“Cucciolo e il caffè motorizzato” n. 37 del 11 marzo ’43; “Cucciolo e l’autostazione modello” n. 38 del 18 marzo del ’43;

“Cucciolo e la festa mascherata” n. 45 del 06 maggio del ’43;

“Cucciolo e le sue tribolazioni” n. 48 del 10 giugno del ’43; 

“Cucciolo e i guai del Poldo” n . 52 del 08 luglio del ’43; 

“Cucciolo e Tip,Tap, Top”, collana Le Gaie Fantasie n. 20 del 1 dicembre del ’50;

“La fattoria indiavolata” n. 21 del 1 gennaio del’51; 

“La vernice portentosa” n. 22 del 1 gennaio del ’51;

“Cucciolo L’isola del tesoro” n. 27 del 1 luglio del ’51.

   Per intenderci, chi è secondo voi questo disegnatore che illustra “Cucciolo e l’uomo meccanico”? Di certo non Roberto Peroni. Forse è l’autore di Calandrino, Fantoni, chissà?

 


  Cucciolo ha il tipico berretto russo, molto bello e Beppe non ha niente in testa. Potrebbe essere il misterioso Raineri che identifico con Anzi? Raineri è comparso nel ’49, prendendo in mano i personaggini di Pedrocchi & Anzi.




La mia ipotesi era che, tornado dalla Francia sua moglie Katia [sorella dell’attore Sergei Stolyarov che impersonò Sadko nel 1954], gli avrebbe fatto conoscere le opere di Edmond-François Calvo e questo avrebbe rivoluzionato talmente il suo stile da renderlo irriconoscibile e quindi usare uno peusdomino. Poi, guarda caso, dopo il ’50, ’51 è scomparso.

 


La véritable histoire du Petit Poucet – album di Calvo per la Leibeg

 

   D’accordo, l’ipotesi è davvero tirata per i capelli, comunque vorrei riferire dell’origine del cognome Anzi, così come me la riferita Erik.

   Il cognome deriva da Lanzi, ovvero i lanzichenecchi. Un giorno Rino si vede recapitare un libro con tutta la genealogia dei Lanzi. E Anzi deriva da Lanzi; a questa scoperta Rino, va a visitare le opere dei Lanzi in Italia, come la loggia dei Lanzi a Firenze con Erik. Durante la visita alla tomba dei suoi  antenati Erik – all’epoca sui 16 anni – vedendo che dei visitatori stanno fumando, un po’ arrabbiato esclama «Come vi permette di fumare sopra le tombe dei miei avi?». Il libro per la cronaca venne spedito ad Rino Anzi dal comune di Bologna, perciò, se qualcuno non vuol crederci… dia la colpa al comune!

   Erik mi riferì anche che ricordava che il babbo ebbe l’idea iniziale di Tiramolla e forse fece qualche schizzo, poi quando partì per la Svizzera «Lasciò tutto al suo socio!» Chi era questo socio? Un socio, ricorda Erik, con quale suo babbo era particolarmente infuriato. Ulteriore domanda; il babbo di Erik sapeva che i suoi personaggi avevano un grande successo in lingua spagnola. Chi glielo aveva riferito?

 

Per me i sospetti sono solo due, o lo sceneggiatore oppure… lo stesso editore. 

 

   Volendo tornare indietro nel tempo metto – dulcis in fondo – la prima opera a fumetti di Rino Anzi, fumettata dalla moglie Katia, e cioè “Scimmiottino postiglione”, compresa la tavola della storia a puntate La partita a scopa di (credo) Bongrani; però senza i colori della copertina. Un dono prezioso questo albo, avuto dallo stesso Erik, che mi ha riferito il babbo scriveva i testi e la mamma li fumettava. Un’ultima notizia il trisnonno di Erik, alla partenza di Garibaldi per il regno delle Due Sicilie, lasciò Roma per diventare un garibaldino in Sicilia. Storie dei fumettisti e Storia d’Italia.

     Ho voluto inserire una piccola favola opera (presumo) di Sergio Asteriti per la Gran Bretagna. Tra l’altro  il veneziano ha iniziato la sua opera nei

fumetti proprio con un po’ di storie di  Cucciolo & Beppe (qui sopra la prima tavola di Scuola addestramento cani) e soprattutto con un mare di storie di Bingo Bongo, prima di approdare a Topolino.


    Questo mi dà modo di dire che i nostri personaggini a fumetti hanno una spiccato legame con la letteratura d’infanzia di fine ‘800; infatti Scimmiottino deve trarre la sua origine dall’opera di Collodi del 1887 (qui sopra un’edizione dell’anno 1900) che inizia così «Nel famosissimo bosco di Vattelapesca, che dovrebbe trovarsi in Africa o giù di lì, abita un simpatico scimmiottino di nome Pipì, che nel linguaggio delle scimmie significa precisamente color di rosa». Scimmiottino sembra proprio derivato da Pipì; e Cucciolo con il suo caratteristico ciuffo sembra tutto Ciuffettino di Yambo; la creatura di Pedrocchi & Anzi è però un ragazzino senza grilli per la testa.

 


Secondo la malfidata wiki: «Yambo traspose il suo personaggio anche nei fumetti: negli albi del "Giornale di Cino e Franco" e in quelli di Giuseppe Nerbini nel 1935, e in quelli Arnoldo Mondadori Editore nel 1941 e 1943, apparvero infatti una serie di avventure del ragazzino.»

 



 Infine anche Rupert l’orsetto sa far crescere le piante come Nitro e Chiodino. Da Rupert Annual 1936.

P.s. = questa è una mia composizione tra una foto e un disegno di Gherlizza.
 

Marco Pugacioff

Macerata Granne

(da Apollo Granno)

S.P.Q.M.

(Sempre Preti Qua Magneranno)

07/04/'21

 

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