Edmond-François CALVO
Edmond-François
CALVO è nato a Elbeuf (Senna marittima, presso Rouen) il 27 agosto 1892. Porta il nome di una famiglia arrivata dalla Spagna nel XVIII
secolo. Alto ben 1metro e 91 centimetri, fu un grande atleta, tanto da vincere nel 1909 la traversata
del fiume Elbeuf a nuoto. Mostra presto le sue
attitudini al disegno, cosicché suo padre gli darà anche delle lezioni. Dopo gli studi alla liceo Corneille di Rouen, fu
mobilitato dal 1914 al 1918. Dal 1919 al 1922 fece il pendolare tra Elbeuf e
Parigi, quindi gestì una galocherie (fabbrica di
galosce) a Pont-Saint-Pierre.
Dopo un secondo matrimonio nel 1924, con
Germaine Nicolas, lavorò presso la fabbrica di cordami del suo nuovo
suocero, gli Etablissements Nicolas. Poi, per una dozzina di anni, i coniugi Calvo hanno gestito l’Hôtel-restaurant de l’Union, attualmente La Bonne Marmite. Coloro che lo conobbero lo descrissero come un alto
vichingo biondo dagli occhi azzurri, tagliato come un armadio normanno,
gioviale, dotato di una grande sensibilità e di una compassione a tutta prova.
Oggi la sala culturale di Pont-Saint-Pierre porta il suo nome e si vede ancora in
questa località, nel piccolo giardino pubblico una statua di leone firmata E.
Calvo.
Nel 1936/37, un
caposquadra di una ditta di muratura, che lavorava a Romilly-sur-Andelle presso
il mulino dei Delafosse, prese alloggio all'Hotel
de l'Union di Calvo, e gli mostrò la
scultura di un leone in argilla, della dimensione di un cane.
- Peccato che non sia
più grande, – disse il caposquadra – potremmo farlo in cemento ed esporlo da
qualche parte.
Nacque allora l'idea del leone. Pochi mesi dopo, Calvo finì di modellarlo a grandezza
naturale. Quindi questo leone fu modellato, con
circa venti sacchi di gesso e cemento versato poi nella forma vuota. È
anche lo scultore di una porta di bronzo per la tomba di una famiglia locale,
nel piccolo cimitero situato sulle alture.
Durante
questi anni iniziò a pubblicare alcuni disegni politici e caricature per Le Canard Enchaîné [l'Anatra incatenata].
Illustra anche in modo piuttosto episodico, per gli Ephémères de la Table [gli effimeri piaceri della tavola] dove gli
viene proposto di lavorare rapidamente per le Les Joies Durables de la Lecture [Le gioie durature della Lettura]
dove si rivolge al mondo dell’infanzia, a cui si dedicherà quasi totalmente in
avanti.
Nel 1938,
va in bancarotta e decide di dedicarsi esclusivamente alla sua passione: sarà
un illustratore per bambini! Perciò si stabilì con sua
moglie e due figlie a Parigi. Iniziò con La Vengeance du Corsaire [La vendetta del corsaro] pubblicato su L'As nel 1938 e soprattutto con Le Chevalier Chantecler, dove possiamo già trovare tutti gli ingredienti del suo
stile (apparso in Junior e ristampato
con il titolo Le Chevalier de Feu
nelle edizioni FUTUROPOLIS nel 1976).
Questa " première " è un successo (nonostante un testo francamente
debole) e pubblica per Junior e sempre
in uno stile realistico gli Aventuriers des mers[Gli avventurieri
dei mari], Hurleloup, L’Épervier des Mers[Gli sparvieri dei
mari].
Lo vediamo poi collaborare a un numero
impressionante di riviste: Hardi les Gars,
coq hardi, Ames vaillantes, Coeurs Vaillants, King Kong, Bravo, Fillette, Zorro, Baby-Journal, La Semaine de Suzette, Pierrot, Fripounet et Marisette, Nono
Nanette, Grandir, Femmes d’Aujourd’hui.
A poco a poco si specializza in fumetti di
animali e crea una miriade di piccoli personaggi tutti più accattivanti l'uno
dell'altro; tra essi Cricri et Matou,
Coquin le cocker, Patamousse le lapin, Moustache et Trottinette...
Allo stesso tempo, illustra favole e grandi
classici della letteratura per l'infanzia (Le
Petit Poucet, Cendrillon[Cenerentola],
Robin des bois...) e pubblica, senza passare da delle riviste a fumetti, direttamente
in volume con le edizioni GP, quelli che sono considerati come i suoi
capolavori: Rosalie e La bête est morte.
La bête
est morte venne pubblicato – quando la guerra non era
ancora finita – in due volumi (Quand la bête est déchaînée [Quando la bestia si scatena] e Quand la bête est terrassée [Quando la
bestia viene distrutta]) nel 1944 dalle edizioni Générale Publicité, su testi di Victor Dancette. È una satira
particolare che trasporta la seconda guerra mondiale nel mondo degli animali.
I tedeschi sono
rappresentati da lupi (tranne Goering e Goebbels, rispettivamente un maiale e
una puzzola), i russi come orsi bianchi, gli americani come bisonti, gli
inglesi come bulldog, i belgi come leoni. I francesi
sono dei simpatici conigli e scoiattoli, ad eccezione dei membri della
Resistenza che appaiono come cicogne (de Gaulle è la grande cicogna nazionale).
La Germania si chiama Barbarie. La copertina del primo volume mostra il capo dei lupi
(Hitler) nell'orgoglio della vittoria, il braccio destro alzato e lo sguardo
cattivo; il secondo volume lo rappresenta con un
occhio forato nascosto da un brutto pezzo di cuoio, una ferita sulla gamba
sinistra, la tunica strappata. Il suo stivale
destro lascia intravedere le dita dei piedi, le braccia alzate in segno di
resa. La fine è vicina!
Il primo numero,
scritto durante l'occupazione, fu un successo immediato, l'impatto fu enorme,
tanto che nei mesi successivi apparvero le versioni in inglese e in olandese, e
più tardi perfino in tedesco. Ovviamente non vi fu nessuna edizione italiana...
Fu anche il primo
fumetto a parlare di deportazione, in particolare degli ebrei. Ma Walt Disney, insoddisfatto della somiglianza tra il lupo di
Calvo e il grande lupo cattivo Ezechiele, lo minacciò di plagio. tanto
che Calvo dovette ritoccare i disegni per le edizioni successive del suo
capolavoro. Infatti i due volumi, rilegati in uno,
furono ristampati nel 1977 da Futuropolis e nel 1995 da Gallimard.
Anche Calvo
come Luciano Bottaro amava inserire i suoi “luoghi del cuore” che per lui era
Rapallo, per Calvo è Pont-Saint-Pierre ricordata nella piccola stazione.
La Disney quindi gli propose
di andar a lavorare in California, ma il bravo Calvo rifiutò.
Nell'opera L’armée française au
combat : les premiers essais de la bombe atomique
[L’esercito francese in
combattimento: i primi test della bomba atomica], del 1945, Calvo riesce a rendere ridicolo,
appunto perché grottesco, un soggetto orribile come un corpo tagliato in due,
dove si vedono anche i visceri che si
spargono a terra.
Calvo
può già essere visto come un solitario maniaco del lavoro, tanto che in maniera
delirante; trascorreva più di dodici ore della giornata, attaccato al tavolo da
disegno.
Ha pubblicato una marea di cose, ma alcune
delle sue opere, per la maggior parte ingiustamente, sono cadute nell'oblio.
Dal ‘55 e fino alla fine della sua vita si
dedicherà solo a Moustache et Trottinette
disegnandone centinaia di pagine, che rimane la sua opera più conosciuta dal
grande pubblico. Ma soprattutto ritorna al bianco e nero che consente di
apprezzare appieno il suo talento grafico. In questa serie il mondo reale è
vicino al mondo animale, non solo gli umani sono caricature (o sono
semplicemente innocui) mentre gli animali sono in grado di avere una miriade di
espressioni diverse; e in più rende gli animali più “umani” degli umani. In Moustache et Trottinette (come quasi in
tutte le sue creazioni) si alterno fantasia e dramma e tutto questo ci fa
capire come Calvo rappresentava il mondo.
Il redattore delle avventure di Moustache e
Trottinette scrisse una volta: «i bambini attenti possono perdersi in queste
pagine».
Calvo
morì 11 ottobre del '58 in una quasi totale indifferenza. Uderzo, che da giovanotto
trascorse lunghe ore a guardare Calvo disegnare, gli renderà omaggio sulla
rivista Pilote.
Calvo fu ispiratore di molti disegnatori, tra
cui il papà dei miei cari Cucciolo & Beppe, Rino Anzi.
Fonti:
-
Site littérature jeunesse de lille 3] Edmond-François Calvo, un
créateur.htm#forum466
Marco Pugacioff
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!Bello!!!Martha
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