Il
Debito Odioso
Non c’è dubbio
che la palla al piede dell’economia italiana sia la massa enorme del Debito
Pubblico; da anni, decenni, luminari dell’economia ci raccontano come fare, i
politici li seguono pedissequamente e… siamo messi sempre peggio. Come mai?
Il debito è
composto da due parti: il capitale che si riceve in prestito e gli interessi
che nel tempo maturano. Nel nostro caso oltre agli interessi si pagano anche
gli interessi sugli interessi.
Questa
dinamica non è nuova e se ne discute da millenni.
E così i
romani decisero che i debiti non pagati dopo sette anni dovevano essere estinti
automaticamente.
Il
cristianesimo non si pone dubbi in merito, la preghiera più importante dice
“rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori” ove,
col verbo rimettere si intende
proprio che i debiti non pagati vanno estinti.
In particolare
il primo concilio cristiano, quello ordinato dall’Imperatore Costantino e che
si tenne a Nicea nel 325, proibisce il prestito con interesse (secondo alcuni
solo tra i chierici, secondo altri in toto).
Anche l’Islam
non ha dubbi in proposito e le banche islamiche non prestano soldi ad interesse
ma usano altri artifizi. Se si chiede un prestito per comprare un bene, la
banca acquista il bene poi lo noleggia per un certo periodo dopo il quale il
bene diventa del creditore. Se un’azienda chiede un prestito la banca non
concede il capitale ma entra in società. Negli anni, se gli affari sono andati
bene, il primitivo proprietario potrà riscattare le quote della banca.
Il mondo
giudaico poi è inflessibile[1]: i
debiti tra ebrei possono durare sei anni e il settimo anno devono essere
estinti, sia negli interessi che nel capitale. Questo comportamento non vale
nei rapporti con i gentili, ovvero i
non ebrei, che per la gloria di Israele devono pagare il capitale, gli
interessi e gli interessi sugli interessi ai prestatori ebrei.
Quindi fin
dall’antichità il prestito con interesse è vietato, poi comparve l’usura.
Nei secoli bui
erano in uso monete in oro. Quando si riceveva una moneta in oro era
consuetudine strofinare la moneta su una pietra nera, detta pietra di paragone, e poi far cadere una
goccia di acido sulla linea gialla che era rimasta sulla pietra. Dalla reazione
del metallo con l’acido si deduceva la purezza dell’oro. Col tempo le monete
perdevano così parte del loro peso perché si usuravano contro le pietre di
paragone. Così quando una persona riceveva in prestito una moneta e dopo un
certo periodo restituiva un’altra moneta al creditore, questi pretendeva una
piccola parte in più di oro perché la moneta nel frattempo si era usurata, e
quindi avendo meno oro, valeva anche meno. Da questa usanza deriva il prestito
ad usura, che poi non sarebbe altro che un prestito con interesse.
Oggi non si
usano più monete d’oro ma di carta o tessere magnetiche ed elettroniche, quindi
non ha senso parlare di usura della moneta e ancor meno ha senso pretendere
degli interessi.
Poniamoci ora
una domanda: cosa accade se una persona contrae dei debiti di gioco e poi muore
senza averli pagati?
1.
Il
debito si estingue con la morte del creditore
2.
I
creditori esigono il pagamento dagli eredi
La stessa
domanda se la pose nel 1867 il governo repubblicano del Messico.
Dopo una serie
di rivolte, repressioni, restaurazioni ed altre rivolte fu chiamato a governare
il Messico il principe Massimiliano I d’Austria, fratello minore
dell’Imperatore Francesco Giuseppe. Massimiliano aveva avuto una breve
esperienza di governo del Lombardo Veneto dove pensava di adottare delle
politiche più liberali ma il fratello Imperatore gli aveva proibito di
attuarle. Nel 1859 l’Austria perse quei territori e Massimiliano si rifugiò con
la moglie a vivere nel castello di Miramare presso Trieste. Qui vari esponenti
politici ed economici della Spagna e del Messico che al momento era presidiato
da truppe francesi gli offrirono di governare il Messico.
L’avventura
messicana di Massimiliano I non fu certo lunga e felice e terminò 5 anni dopo
con la fucilazione del principe e di un paio di generali a lui fedeli.
Il nuovo governo
repubblicano del Messico si trovò a dover fronteggiare una situazione economica
disastrosa, appesantita oltremisura dal governo di Massimiliano I che per
restare al potere aveva speso a piene mani per foraggiare i militari francesi
che lo proteggevano e si accanivano contro la popolazione. All’epoca negli
Stati Uniti d’America era di gran moda la politica di Monroe che si basava
sullo slogan l’America agli americani,
ove per americani non si intendeva i
nativi pellerossa, aztechi, incas ecc.. ma i bianchi anglosassoni, protestanti
e ricchi, che abitavano prevalentemente la costa est, il New England. Un vicino
di confine che ammazzava l’odioso austriaco e cacciava l’esercito francese
erano quindi visti di buon occhio, erano “quasi americani” che cacciavano i
prepotenti europei, e così gli Usa appoggiarono le idee “americane” dei
messicani. Queste idee erano molto semplici: siccome il debito era stato
contratto da un governo che non aveva speso quei soldi per il bene del popolo
ma anzi, li aveva usati per opprimerlo, quel debito aveva la caratteristica di non essere positivo per il popolo ma
odioso, e quindi non andava pagato.
E i messicani non pagarono il debito
contratto con le banche straniere e messicane che avevano prestato soldi a
Massimiliano I.
Il XIX secolo
stava finendo e fu la volta di Cuba. Anche in questo caso il nuovo governo che
aveva “liberato” Cuba dalla Spagna si rifiutò di pagare i debiti contratti
precedentemente perché non li riconobbe utili al popolo e, anche in questo caso
con l’appoggio degli Usa, Cuba non pagò
il debito odioso.
Finita la II
guerra mondiale l’Etiopia si trovò a dover affrontare il debito che l’Impero
italiano le aveva lasciato in eredità; in pratica le banche chiedevano che gli
etiopi pagassero le spese sostenute dall’Italia per conquistare l’Etiopia.
Anche in questo caso nessuno pagò il
debito odioso precedente, sia negli interessi che nel capitale.
Quando dopo aver
raccontato al mondo la frottola delle armi di distruzioni di massa presenti in
Iraq gli Usa occuparono militarmente quello stato si trovarono a loro volta a
dover fronteggiare il problema dei debiti contratti dal regime di Saddam e, appellandosi al principio del debito
odioso, gli Usa non pagarono.
Passarono una
manciata d’anni e il nuovo governo dell’Equador si trovò con la Banca Mondiale
e il Fondo Monetario Internazionale che pretendevano il rientro dei debiti e
una politica economica scelta da loro. Gli equadoregni non si scomposero e si
appellarono ai tribunali americani presso i quali la BM e il FMI avevano aperto
una causa nei loro confronti: l’Equador
non avrebbe pagato nessun debito odioso alla BM e al FMI perché neppure
Bush aveva pagato il debito odioso di Saddam. La questione fu chiusa seduta
stante.
Ora a me sorge
spontanea una domanda:
dopo decenni di
sacrifici, di decreti salva Italia che non hanno prodotto nessun beneficio alla
popolazione, dopo che migliaia di imprenditori si sono suicidati per dimostrare
che con queste politiche economiche di strozzinaggio non solo non si spianava
il debito pubblico ma si distruggeva l’economia del paese, davanti alla rovina
del benessere della popolazione, possiamo ancora pensare che il debito pubblico
sia accettabile o possiamo definirlo un DEBITO ODIOSO?
Nel primo caso
non ci resta che accettare qualsiasi governo presente e futuro che con nuovi
decreti ci spremerà lacrime e sangue.
Nel secondo
caso, riconoscendo che questo debito è odioso, si da un calcio al debito
pubblico, capitale e interessi, e a tutta la feccia che ce lo ha imposto
estorcendoci la voglia di vivere.
Mi auguro che
l’Italia, paese famoso per il gioco del calcio, opti per la seconda scelta.
© settembre 2017
Galileo Ferraresi
[1]
Libro dei Salmi, 14, 5 Non ha dato il suo
denaro ad interesse..
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
va agli
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