Documentario n. 106
tratto dall'enciclopedia LA VITA
MERAVIGLIOSA - Ed. M. Confalonieri Milano 1957 - pagg. 295-298.
illustrazioni di Francesco Pescador
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Il povero soldato di Maratona, che
per annunciare ad Atene la vittoria di Milziade sui Persiani corse tanto da
cadere morto alle porte della città 490 anni prima di Cristo, è stata la più
gloriosa vittima del Servizio Postale e indubbiamente una delle prime.
E' indiscusso che una delle prime
necessità dell'uomo sia stata quella di comunicare con i propri simili anche se
lontani; ma, tra i vari antichissimi popoli, Assiri, Babilonesi, Egizi, non si
sa a quale di essi attribuire l'iniziativa di un primo regolare scambio di
corrispondenza. Si può affermare con certezza, però, che, già
duemilacinquecento anni or sono, esisteva un'organizzazione del genere.
Infatti, durante scavi condotti in Egitto nel secolo scorso, sono stati
rinvenuti involucri di argilla contenenti corrispondenza intercorsa fra i
Faraoni di Egitto e i Principi di Babilonia e Mesopotamia. Per quanto riguarda
i Greci si hanno poche testimonianze della loro organizzazione postale, non
così per i Romani dei quali sappiamo come un Servizio Postale, chiamato «
Cursus Publicus » sia stato perfezionato dall'Imperatore Augusto che vi mise a
capo lo stesso Prefetto del Pretorio il quale, coadiuvato dai vari magistrati,
era responsabile dell'efficienza e della celerità del servizio. Il « Cursus
Publicus » era organizzato da messi a piedi e a cavallo disposti a varie
distanze sulle strade di comunicazione, presso uffici appositamente costruiti e
si svolgeva similmente al gioco sportivo della staffetta.
MEDIOEVO ED ETÀ' MODERNA
Nel
medioevo, il « corriere del re » cavalcava velocemente sulle
strade assolate o nelle brughiere ed aveva diritto alla precedenza.
In Europa, dopo il mille, crollato l’Impero Romano e cessate le
invasioni barbariche, si affermò, nel campo della posta, l'iniziativa privata.
Aveva bensì Carlo Magno tentato di ridar vita al « Cursus Publicus » dei
Romani, ma senza riuscirvi; così, ad iniziativa della Chiesa, delle Università
e delle Associazioni del Commercio e della Mercanzia, nacque un'organizzazione
postale detta « Servizio Corrieri » e potenziata da privati. Proprio ad una
famiglia di imprenditori privati è legata da allora la storia di questo
Servizio: i TASSO. Costoro, oriundi di Bergamo, si specializzarono nella
creazione di vari sistemi per lo scambio della corrispondenza acquistando
sempre maggior fama e notorietà sino ad ottenere la fiducia dell'Imperatore
d'Austria. Massimiliano I. (1459-1519)
il quale accordò loro la privativa del Servizio nei suoi vastissimi domini.
Nello stretto di Magellano, luogo sinistro e
inospitale, dove passavano le navi prima che
fosse tagliato lo stretto di Panama, si installò un servizio
postale in questo modo: venne legata una botte a un
solido palo. Ogni nave che passava staccava una scialuppa per
consegnare alla botte le lettere e ritirare eventualmente quelle depositate da
altre navi.
Un discendente dei Tasso, Francesco, si unì poi ai Torriani, altra
famiglia di imprenditori postali, formando così la casata Torre-Tasso che
dominò, con la sua organizzazione capillare, la posta dell'intera Europa. Pure
ai Torre-Tasso è dovuta l'iniziativa di un regolare Servizio tra Vienna e
Bruxelles che stabilì le basi della posta moderna, non solo al servizio delle
autorità militari, politiche e culturali, ma di tutti. Oltre il trasporto della
corrispondenza, i Torre-Tasso iniziarono la spedizione dei valori; sostituirono
i postiglioni ai corrieri e introdussero l’uso della diligenza.
Purtroppo, con l'avvento delle ferrovie e delle navi a vapore
questa grande organizzazione si spezzettò e tutti i paesi, seguendo l'esempio
di altri, richiamarono all'autorità dello Stato il controllo e l'iniziativa
delle Poste.
In Africa, le popolazioni locali, per comunicare tra di loro o
trasmettersi segnali di guerra e di caccia, usano il «tamtam», che battono
ritmicamente con le mani. Nel profondo silenzio della foresta, il «
tam-tam » ha un suono sinistro e suggestivo.
IL FRANCOBOLLO
Sin da quando era stato introdotto il Servizio Postale a
disposizione dei privati, il pagamento della tassa per il trasporto e il
recapito della corrispondenza era calcolato in modo diverso che variava in
rapporto alla distanza, alla dimensione e alla forma del plico e persino ai
numero dei fogli spediti. Queste diversità davano luogo a moltissimi
inconvenienti e, sin dal 1608, la « Compagnia dei Corrieri della Signoria
», che aveva in concessione il servizio sulla linea Venezia-Roma e
Venezia-Milano, istituì fogli postali bollati che possono definirsi i
precursori del francobollo. L'esempio fu seguito, ben duecento anni dopo, dal
piccolo Regno di Sardegna e da quello delle due Sicilie, pochi anni prima che
l'inglese Row-land Hill inventasse il vero francobollo, del tutto simile a
quello in uso ora.
In quell'epoca, in Inghilterra, vigeva il sistema del pagamento
della tassa postale da parte del destinatario, e si narra che Rowland Hill,
passando in un sobborgo, vedesse una ragazza rinunciare alla missiva inviatale
dal fratello protestando la sua impossibilità a pagarne la relativa tassa. Hill
si offrì di pagare egli stesso, ma la ragazza lo trasse in disparte e gli
confidò che non aveva interesse a ritirare la lettera poiché lei e il fratello
corrispondevano mediante segni prestabiliti sulle buste che essi sapevano
decifrare con una sola occhiata. L'inglese studiò il problema nei minimi
particolari; ebbe così l'idea che, facendo applicare sulle buste, dal mittente,
dei rettangolini di carta corrispondenti alla tassa dovuta, si sarebbero
eliminati
questo ed altri inconvenienti. Approfondito
l'argomento, lo espose in un opuscolo stampato a sue spese nel 1837.
Naturalmente non mancarono contrasti e polemiche,
ma la riforma, soprattutto per la
tenacia dimostrata dal suo
ideatore, due anni dopo, cioè nel 1839,
fu approvata e il 6 maggio
dell'anno successivo furono
ufficialmente messi in vendita i primi francobolli.
Nel giro di pochi anni l'innovazione
fu adottata in quasi tutti i paesi del
mondo.
viaggiatori polari, in mezzo ai deserti ghiacciati della Lapponia
e della Groenlandia, lasciano la corrispondenza sotto un mucchio di pietre
sormontate da un segnale. Queste lettere, certamente, verranno lette dopo
molti mesi.
CORRIERI, POSTIGLIONI, POSTINI
Dopo aver parlato degli sviluppi del Servizio Postale dai tempi
antichissimi sino all'invenzione del francobollo, è doveroso accennare a coloro
che questo Servizio mantennero in efficienza; quanti atti di eroismo, quanti
sacrifici di anonimi si potrebbero enumerare: dal povero soldato di Maratona
che tanto corse per annunciare agli Ateniesi la loro vittoria da cadere morto
alle porte della città, ai postiglioni delle sconfinate praterie del Nuovo
Mondo in perenne lotta con ribelli, crudeli tribù indiane e masnadieri di ogni
risma.
La « divisa » degli antichi postini cinesi, chiamati « uomini
forti », era costituita da una lanterna e da un ombrello adorno di
sonagli.
In Cina, racconta Marco Polo nel suo celebre libro « Milione », in
grande onore e considerazione erano tenuti i messi ai quali lo stesso
Imperatore accordava il privilegio della precedenza. Ma non sempre ai corrieri
erano accordati privilegi e onori; da un documento del 1403 apprendiamo,
infatti, come in Francia i corrieri non potessero dormire lungo la strada e
fossero costretti a percorrere almeno cinque miglia all'ora d'estate e quattro
d'inverno; mentre quelli a piedi avevano l'obbligo di percorrere
rispettivamente quattro e tre miglia. Per ogni miglio percorso in meno
ricevevano un colpo di bastone! Altri postini erano veri e propri uffici
ambulanti, costretti a portare sulle spalle cassette per l'impostazione o ceste
o grandi borse; qualcuno doveva passare anche i fiumi a guado e a questa
occorrenza, oltre la borsa dei plichi portava sulle spalle grosse vesciche
piene d'aria per non correre il rischio di affondare...
Oggi, la posta viene distribuita regolarmente, anche nei più
remoti paesetti di montagna, da postini che a volte percorrono
numerosi chilometri a piedi, sotto il sole cocente o tra le nevi.
L'aereo è, oggi, indubbiamente il mezzo più veloce con cui la
posta viaggia da un continente all'altro. Una lettera, spedita dall'Italia
all'America del Nord, impiega per arrivare da 3 a 5 giorni.
Fortunatamente i postini di oggi non sono costretti a superare
tante difficoltà benché qualcuno di essi arrivi a percorrere in un giorno 25-30
chilometri. Il progresso del Servizio Postale fu improntato alla velocità: una
lettera che cinquant’anni fa impiegava, poniamo, sei giorni per essere
recapitata, oggi lo è nel giro di poche ore. Speciali francobolli dimostrano
l'urgenza e queste lettere non vengono recapitate dai soliti postini appiedati,
ma da fattorini in bicicletta o anche motorizzati. Sin dal 1858 fu inaugurato a
Londra il primo impianto per la Posta Pneumatica, basato su un sistema di tubi
che collegano gli uffici postali della città. Questo sistema venne adottato
negli altri Stati Europei più di mezzo secolo dopo.
Gli impianti urbani per la posta pneumatica,
introdotta in Italia nel 1910, sono costituiti da una rete sotterranea di tubi,
nei quali, per mezzo di una corrente ad aria compressa, viene aspirata la
corrispondenza chiusa in appositi astucci di forma cilindrica. Da
sinistra a destra: la cassetta delle lettere, introduzione della
lettera nel tubo, arrivo della lettera nell'ufficio
timbratura.
Alcuni francobolli, di vari stati, scelti tra i più vivaci e
curiosi. 1, Repubblica di San Marino - 2, Cina - 3, Ungheria - 4, Svizzera - 5,
Grecia - 6, Madagascar - 7, Nuova Zelanda - 8, Stato d'Israele - 9, Congo
Belga.
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