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mercoledì 9 gennaio 2019

Uno strano barometro di Galileo ferraresi


Uno strano barometro

Era la fine d’ottobre del 1836 e il trentunenne Robert FitzRoy, quarto erede al trono d’Inghilterra e comandante del brigantino di Sua Maestà Britanica Beagle, teneva la sua relazione all’Ammiragliato Britannico sul giro del mondo appena terminato.
Fervente anglicano e accanito sostenitore dei dettami biblici FitzRoy durante il viaggio si era più volte scontrato con uno dei giovani naturalisti imbarcati, un certo Charles Darwin, che si chiedeva come mai esistessero specie così differenti e se queste specie animali fossero sempre state così o fossero il frutto di una mutazione dovuta a differenti situazioni ambientali. Le discussioni solitamente terminavano con un urlo del comandante che brandendo la Bibbia sopra alla testa di Darwin come fosse stata una spada pronta a tagliargli la testa, urlava che ogni cosa era già scritta in quel libro e ogni ricerca che andasse contro la sacra scrittura era sacrilega e inutile. Erano scontri di bordo, parole che si dicevano in alto mare e che ora non era il caso di ricordare all’Ammiragliato. Ora per FitzRoy era il momento della gloria. Come James Cook con i suoi viaggi aveva dimostrato l’importanza e l’affidabilità del cronometro meccanico per la navigazione astronomica ora FitzRoy stava dimostrando l’importanza e l’affidabilità dello Storm Glass per le previsioni meteorologiche in mare e concludeva la sua relazione con le parole .. finché avremo a bordo uno Storm Glass sapremo in ogni momento se il tempo si manterrà stabilmente bello, piovoso o burrascoso, se il vento aumenterà o se nevicherà. Ma cos’era lo Storm Glass?
Una delle descrizioni più vicine a noi ci viene da uno dei primi numeri della rivista italiana Sistema Pratico[1] dove, tra insegnamenti su come costruire un’asse per stirare o una radio a galena, troviamo che per costruirsi uno Storm Glass si devono prendere tre piccoli recipienti, nel primo si sciolgono due grammi di salnitro in tre cucchiaini di acquavite, nel secondo due grammi di canfora in tre cucchiaini di acquavite e nell’ultimo due grammi di sale ammoniaco sempre in tre cucchiaini d’acquavite. Quando le tre soluzioni sono completamente sciolte si mescolano tra di loro e si mettono in una provetta. Si agita il tutto fino ad ottenere un liquido omogeneo e poi si tappa la provetta con un sughero e si sigilla il tutto con la ceralacca. A questo punto si espone la provetta verso nord e quando si vuole una previsione meteo si osserva il contenuto della provetta.
Come si legge lo Storm Glass:
·       se il liquido è limpido il tempo permane bello
·       se il liquido è torbido si prevede nuvolo e forse pioggia
·       Piccoli puntini nel liquido sono segno di umidità o nebbia
·       Piccoli cristalli in estate preludono a temporali
·       Cristalli sul fondo indicano gelo
·       In zone temperate la presenza di grandi cristalli indica nuvolosità in arrivo
·       In inverno a latitudini medie dei punti bianchi indicano freddo e neve
·       Parti filamentose bianche in alto indicano vento forte in arrivo.
FitzRoy è considerato il fondatore della meteorologia sinottica. A lui si deve la nascita dell’Ufficio Meteorologico inglese di cui fu nel 1854 il primo direttore. A lui dobbiamo l’emissione dei bollettini meteo realizzati utilizzando lo Storm Glass, la pubblicazione delle previsioni meteo sui quotidiani e l’invio di decine di Storm Glass ai villaggi costieri delle isole britanniche in modo che i pescatori potessero consultare lo strumento prima di lasciare il porto.

Come funziona lo Storm Glass
Chiamato impropriamente anche Barometro di FitzRoy lo Storm Glass non è un vero barometro perché essendo tappato ermeticamente il contenuto della provetta non può risentire delle variazioni di pressione, e quindi le sue variazioni sono dovute ad altri fattori, e qui inizia il problema. Le variazioni di temperatura possono provocare variazioni nella cristallizzazione del contenuto ma non sono sufficienti a spiegare la formazione di cristalli differenti filamenti o punti in zone diverse della provetta. Alcuni ipotizzano che il liquido risenta di variazioni magnetiche e, o,  elettromagnetiche, che risenta di variazioni del campo terrestre, che le variazioni siano dovute all’effetto Tunnel della meccanica quantistica e c’è chi si appella al Principio d’indeterminazione di Heisenberg. In pratica al momento non si sa quale sia il suo principio di funzionamento, l’unico dato certo è che non tutti gli Storm Glass hanno la stessa composizione e che alcuni, costruiti oltre un secolo fa, erano in grado di prevedere anche i terremoti[2].

© Galileo Ferraresi, Maggio 2018




Bibliografia sullo Storm Glass:

Charles Darwin
Journal and Remarks
1839
È il diario di Darwin durante la navigazione sul Beagle. Esistono anche traduzioni italiane con vari titoli

Tanaka, Yasuko et al.
Pattern formation of crystals in storm glass
Journal of Crystal Growth 310 (2008): 2668–2672




[1]  Sistema Pratico, Anno 1, n°2, Ottobre 1953, pag 3
[2] In proposito si veda: Galileo Ferraresi, Considerazioni sui terremoti, in Nexus New Times, Nr. 125, Vol.6, dicembre 2016-gennaio 2017, edizione italiana pag 76-80. 

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