DIFFERENZE
E CENSURE IN TEX
di
Nazzareno Giorgini
Tex nasce con un intento “provocatorio”:
forte aggressività, sangue, violenza, insieme a donne disegnate da Galep spesso
in modo provocante e attraente. A suo tempo (nelle ristampe dei primi anni ’60)
è stata infatti necessaria un’autocensura da parte dell’editore che ha permesso
al nostro ranger di continuare a uscire nelle edicole (lo stesso Sergio Bonelli
ne ha trattato sulla posta del TuttoTex n.4 del marzo 1986 dove parla del
marchio “Garanzia Morale”, e rimandiamo a quell’intervento per approfondire le
ragioni sociali che erano alla base di questa condanna del fumetto). Occorre
comunque dire che la differenza tra il Tex originale e quello censurato è
senz’altro notevole: vengono eliminate in buona parte quelle espressioni,
imprecazioni ed esclamazioni che rappresentano l’elemento “pittoresco” del
linguaggio bonelliano; alcune sequenze delle storie vengono modificate; resta
tuttavia intatta quell’atmosfera di forte aggressività che pervade il “primo” Tex;
gravi danni ha subito anche il disegno di Galep: tutte quelle donnine piacevoli
e attraenti sono state abbigliate in modo molto più castigato.
In “Fumo di China” n.5/32 del
1988 (nel Dossier Tex pubblicato in occasione dei quarant’anni del personaggio)
gli autori, dopo aver riproposto l’intervento di Sergio Bonelli sulla posta del
TuttoTex n.4, affermano che le censure furono di due tipi: cambiamenti di tipo
“morale” e “razionale”. Il primo tipo riguarda la “moralizzazione” a cui è
stato sottoposto il personaggio con modifiche riguardanti il testo e il disegno
rese necessarie sia dall’intento “provocatorio” del linguaggio bonelliano sia
dal clima sociale e politico degli anni ’50 fortemente critico verso il medium
fumetto. Le censure “razionali” furono invece dettate da esigenze pratiche: ad
esempio la correzione di eventuali sviste grammaticali o la riscrittura di
alcune strisce in modo da correggere degli errori nella psicologia del
personaggio. In realtà, secondo il nostro parere, le modifiche di tipo “morale”
e “razionale” si intrecciano tra di loro, in quanto possiamo assistere nel
“primo” Tex ad un curioso fenomeno che, in ambito storico e artistico, si
chiamerebbe “retrodatazione”: al personaggio vengono attribuite (nelle edizioni
censurate dei primi anni ’60) parole, pensieri ed azioni che risultano coerenti
con il suo successivo sviluppo, ma alle quali in realtà l’autore non pensava
nel momento in cui scriveva (nei primi anni ’50). Quando Tex nasce nel 1948,
non è il personaggio su cui la Casa Editrice “Audace” punta in modo
particolare, poiché sappiamo che gli autori (G.L. Bonelli e A. Galleppini)
curavano e speravano molto di più in “Occhio Cupo”, personaggio ambientato
durante la guerra franco-inglese in Canada nel 1700. Quindi non abbiamo nessuna
certezza che Bonelli pensasse ad un futuro esito di Tex come ranger, quando ce
lo presenta in veste di fuorilegge nel n.1 (“La Mano Rossa”), ricercato dagli
sceriffi del Texas (ricordiamo che in quegli anni di fervida creatività gli
eroi di carta nascevano e perivano con estrema facilità).
Citiamo alcuni passi di un articolo di
Ermanno Detti e Daniela Parolai, “Tex prima e dopo”, apparso su “LG Argomenti”
– Rivista Centro Studi Letteratura Giovanile – n.4 del 10-12-1981 e riproposto
da “La Striscia” – periodico di cultura ed attualità del fumetto – n.18 del
gennaio/febbraio 1984 (Speciale Tex): “Nell’edizione del 1948 Tex è un
fuorilegge che spara per uccidere anche quando non sarebbe del tutto
necessario; ed il governo americano, dopo aver messo molte taglie sulla sua
testa, lo integrerà nei ranghi dei rangers sfruttando le sue abilità contro
altri fuorilegge. Nelle edizioni successive, modificando dialoghi e didascalie,
si cerca qua e là di attenuare questo concetto di fuorilegge (all’espressione
“fuorilegge” si sostituisce, almeno in un caso, quella di “giustiziere”), di
presentarci un Tex più mite ed umano. Altrove i dialoghi sono profondamente
modificati, mentre la parte grafica resta integra perfino nelle espressioni del
volto. A differenza della prima, nelle nuove edizioni Tex non minaccia più di
uccidere i suoi nemici, ma si limita ad intimare loro di seguirli alla
prigione; scompaiono battute sadiche e non si ammette più che si spari per
uccidere. Ma quello che è più interessante è la concezione della legge e dei
suoi rappresentanti. Nell’edizione del 1948 la legge poteva essere violata,
spesso gli sceriffi comparivano come degli incapaci. Nelle nuove edizioni i
dialoghi che esprimevano questa concezione sono radicalmente modificati in modo
da evitare ogni riferimento alla violazione della legge e ogni derisione per i
tutori dell’ordine”.
Detti e Parolai concludono
nel citato articolo in questo modo: “Quindi al di là dell’opportunità (che può
variare a seconda del punto di vista), quelle modifiche, che sacrificavano
addirittura grafica e struttura narrativa, non possono essere giudicate
positivamente… Risulta comunque sempre più certo – e quanto qui esposto lo
conferma – che il fumetto è un “media” sensibilissimo al contesto, al clima in
cui viene prodotto ed è capace di adeguamenti attraverso piccole operazioni che
sfuggono se non si cerca di entrarci dentro ed esaminarle con pazienza”.
Si diceva che molti
interventi della censura riguardano i personaggi femminili, più frequenti nelle
prime storie di Tex rispetto a quanto lo siano oggi, modificando addirittura
parti della trama. A questo proposito vogliamo presentare due classici esempi:
il primo riguarda Marie-Gold, una splendida bionda gerente del “Jolly Bar” per
conto di Bud Lowett, che salva Tex sparando (nell’edizione originale) ad un
delinquente che lo stava per colpire a tradimento (Tex n.2, “Uno contro venti”,
pag.1); il secondo ha come protagonista la famosa Eugenia Moore, fuorilegge per
amore, sedotta dal capo della banda Dalton, che, ben lungi dall’essere incapace
di uccidere un essere umano (come la ragazza afferma nell’edizione censurata),
“scarica rabbiosamente la pistola” colpendo Tex ad una spalla; fortunatamente i
proiettili finiscono prima che ella aggiusti il tiro (Tex n.9, “L’ultima
battaglia”, pag.51).
L’argomento delle “censure” in Tex è
estremamente complicato e difficile da seguire, se non impossibile,
considerando la lunga vita editoriale del personaggio. Solo possedendo le
strisce originali si può essere sicuri della mancanza di interventi successivi;
infatti fin dalla prima riproposta delle strisce nel formato “albo d’oro”, che
ha dato origine alla famosa ristampa gigante dei Tex 1-29 (circa metà anni
’50), forse troviamo le prime lievi modifiche, che poi diventeranno molto più
frequenti nella seconda ristampa gigante (quella tuttora in edicola con le
storie inedite), alla fine degli anni ’50 e a partire dal n.15 (“La montagna
misteriosa”). Infine con la terza ristampa gigante (quella chiamata “Tre
Stelle” e conclusasi con il n.636 del 26 gennaio 2017) abbiamo ormai le
modifiche definitive a partire dal n.1 (“La Mano Rossa”) del marzo 1964. La
situazione si è ulteriormente complicata con la ristampa di TuttoTex partita
nel dicembre del 1985, a cui ha fatto seguito il Tex Nuova Ristampa del
febbraio 1996. La scelta dell’editore Sergio Bonelli per quanto riguarda
TuttoTex (in Tex Nuova Ristampa altre modifiche sono quasi assenti, ma
l’editore sente nuovamente il bisogno di trattare l’argomento sulla posta del
n.2) è stata quella (detto in modo semplificato) di rimettere i disegni
originali, mantenendo il testo censurato. In conclusione si è creata una
situazione molto variegata, quando si parla di modifiche e censure nel “primo”
Tex, che possiamo esemplificare nelle strisce qui sotto rappresentate e tratte
dal Tex n.5 (“Satania!”), pag.50 e Tex n.6 (“Doppio gioco”), pag.153.
In TuttoTex e Tex Nuova Ristampa il lavoro
di correzione, aggiornamento e reinserimento di testi e disegni è stato
veramente notevole, ma non sempre ci ha lasciato soddisfatti. Si comprende
benissimo che non è stato facile per i redattori e correttori della S.B.E.
mantenersi nel giusto limite. La domanda è questa: fino a che punto è lecito
migliorare un testo, rispettando il messaggio originale dell’autore? Le
risposte possono essere molte e soggettive e allora può capitare che chi cerca
di “migliorare” un testo, trovi poi la giustificazione per superare
quell’incerto confine tra rispetto dell’originale e manipolazione di esso.
Dobbiamo chiarire comunque che questo discorso, secondo il nostro parere,
riguarda soprattutto gli albi successivi a quelli pubblicati dopo il n.50,
mentre per i primi cinquanta albi di Tex preferiamo senz’altro leggere la Nuova
Ristampa piuttosto che quelli censurati, visto che la ricerca degli originali
non è alla portata di tutti, sia dal punto di vista economico sia da quello
dell’interesse personale.
Vogliamo ora fare un esempio
di modifica effettuata in Tex Nuova Ristampa, che troviamo nell’albo n.38,
“Sabbie mobili”, a pag.102, striscia 10. Nell’edizione originale Kit viene
lanciato da Tex e Carson sul tetto della casa vicina (distante tre metri) a
quella che sta andando a fuoco, mentre in quella modificata è lo stesso Kit che
spicca un salto verso l’altra casa (distante questa volta quattro metri). Qual
è, secondo voi, l’azione più verosimile? Secondo noi nell’edizione originale
Kit viene utilizzato in quanto un “piccolo” ranger (considerata l’età) e quindi
può essere sollevato e lanciato dai suoi pard più maturi e muscolosi;
nell’edizione modificata Kit ruba la scena a Tex in modo poco verosimile,
poiché la forza muscolare per fare un salto dovrebbe essere superiore nel
padre.
Vogliamo concludere questa analisi delle censure
e modifiche riproponendo la prima striscia del nostro eroe nella quale già
troviamo un termine (“scagnozzi”) che fu poi sostituito da un altro (“uomini”),
perché ci sembra emblematica del destino “editoriale” e “umano” del
personaggio, così strettamente legati tra di loro, da far sì che il caso di Tex
sia forse unico nel panorama del fumetto mondiale. Un eroe che, non
dimentichiamolo, originariamente doveva chiamarsi Killer e non Willer e quindi
la sostituzione “scagnozzi/uomini” contiene in sé tutta la problematica del
dibattuto e travagliato rapporto di Tex con la legge ufficiale. “Altro che Tex reazionario o law and order, come a volte, ancora oggi, si sente dire in giro.
Tex era ed è eversivo, e i custodi del buoncostume e dell’ideologia lo avvertirono
da subito, fin dalla messa sul mercato delle sue prime avventure” (Gianni
Canova, da “Memorie di un texiano non pentito”, in “L’Audace Bonelli –
l’avventura del fumetto italiano”, La Repubblica-L’Espresso). Ma al di là delle
censure e modifiche rese necessarie dal clima sociale dell’epoca e dalla lunga
vita editoriale, non dobbiamo infine dimenticare che ci troviamo di fronte ad
un personaggio con grandi valori e ideali di fondo che sopravvivono a tutto.
Il
personaggio di Tex è © Sergio Bonelli Editore, mentre le illustrazioni sono
degli aventi diritto.
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Ottimo lavoro di Nazzareno e ottima l'impaginazione di Marco; un lavoro meritorio e indispensabile su Tex.
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