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martedì 15 agosto 2017

DIFFERENZE E CENSURE IN TEX


DIFFERENZE E CENSURE IN TEX
di Nazzareno Giorgini

   Tex nasce con un intento “provocatorio”: forte aggressività, sangue, violenza, insieme a donne disegnate da Galep spesso in modo provocante e attraente. A suo tempo (nelle ristampe dei primi anni ’60) è stata infatti necessaria un’autocensura da parte dell’editore che ha permesso al nostro ranger di continuare a uscire nelle edicole (lo stesso Sergio Bonelli ne ha trattato sulla posta del TuttoTex n.4 del marzo 1986 dove parla del marchio “Garanzia Morale”, e rimandiamo a quell’intervento per approfondire le ragioni sociali che erano alla base di questa condanna del fumetto). Occorre comunque dire che la differenza tra il Tex originale e quello censurato è senz’altro notevole: vengono eliminate in buona parte quelle espressioni, imprecazioni ed esclamazioni che rappresentano l’elemento “pittoresco” del linguaggio bonelliano; alcune sequenze delle storie vengono modificate; resta tuttavia intatta quell’atmosfera di forte aggressività che pervade il “primo” Tex; gravi danni ha subito anche il disegno di Galep: tutte quelle donnine piacevoli e attraenti sono state abbigliate in modo molto più castigato.













In “Fumo di China” n.5/32 del 1988 (nel Dossier Tex pubblicato in occasione dei quarant’anni del personaggio) gli autori, dopo aver riproposto l’intervento di Sergio Bonelli sulla posta del TuttoTex n.4, affermano che le censure furono di due tipi: cambiamenti di tipo “morale” e “razionale”. Il primo tipo riguarda la “moralizzazione” a cui è stato sottoposto il personaggio con modifiche riguardanti il testo e il disegno rese necessarie sia dall’intento “provocatorio” del linguaggio bonelliano sia dal clima sociale e politico degli anni ’50 fortemente critico verso il medium fumetto. Le censure “razionali” furono invece dettate da esigenze pratiche: ad esempio la correzione di eventuali sviste grammaticali o la riscrittura di alcune strisce in modo da correggere degli errori nella psicologia del personaggio. In realtà, secondo il nostro parere, le modifiche di tipo “morale” e “razionale” si intrecciano tra di loro, in quanto possiamo assistere nel “primo” Tex ad un curioso fenomeno che, in ambito storico e artistico, si chiamerebbe “retrodatazione”: al personaggio vengono attribuite (nelle edizioni censurate dei primi anni ’60) parole, pensieri ed azioni che risultano coerenti con il suo successivo sviluppo, ma alle quali in realtà l’autore non pensava nel momento in cui scriveva (nei primi anni ’50). Quando Tex nasce nel 1948, non è il personaggio su cui la Casa Editrice “Audace” punta in modo particolare, poiché sappiamo che gli autori (G.L. Bonelli e A. Galleppini) curavano e speravano molto di più in “Occhio Cupo”, personaggio ambientato durante la guerra franco-inglese in Canada nel 1700. Quindi non abbiamo nessuna certezza che Bonelli pensasse ad un futuro esito di Tex come ranger, quando ce lo presenta in veste di fuorilegge nel n.1 (“La Mano Rossa”), ricercato dagli sceriffi del Texas (ricordiamo che in quegli anni di fervida creatività gli eroi di carta nascevano e perivano con estrema facilità).
   Citiamo alcuni passi di un articolo di Ermanno Detti e Daniela Parolai, “Tex prima e dopo”, apparso su “LG Argomenti” – Rivista Centro Studi Letteratura Giovanile – n.4 del 10-12-1981 e riproposto da “La Striscia” – periodico di cultura ed attualità del fumetto – n.18 del gennaio/febbraio 1984 (Speciale Tex): “Nell’edizione del 1948 Tex è un fuorilegge che spara per uccidere anche quando non sarebbe del tutto necessario; ed il governo americano, dopo aver messo molte taglie sulla sua testa, lo integrerà nei ranghi dei rangers sfruttando le sue abilità contro altri fuorilegge. Nelle edizioni successive, modificando dialoghi e didascalie, si cerca qua e là di attenuare questo concetto di fuorilegge (all’espressione “fuorilegge” si sostituisce, almeno in un caso, quella di “giustiziere”), di presentarci un Tex più mite ed umano. Altrove i dialoghi sono profondamente modificati, mentre la parte grafica resta integra perfino nelle espressioni del volto. A differenza della prima, nelle nuove edizioni Tex non minaccia più di uccidere i suoi nemici, ma si limita ad intimare loro di seguirli alla prigione; scompaiono battute sadiche e non si ammette più che si spari per uccidere. Ma quello che è più interessante è la concezione della legge e dei suoi rappresentanti. Nell’edizione del 1948 la legge poteva essere violata, spesso gli sceriffi comparivano come degli incapaci. Nelle nuove edizioni i dialoghi che esprimevano questa concezione sono radicalmente modificati in modo da evitare ogni riferimento alla violazione della legge e ogni derisione per i tutori dell’ordine”.







Detti e Parolai concludono nel citato articolo in questo modo: “Quindi al di là dell’opportunità (che può variare a seconda del punto di vista), quelle modifiche, che sacrificavano addirittura grafica e struttura narrativa, non possono essere giudicate positivamente… Risulta comunque sempre più certo – e quanto qui esposto lo conferma – che il fumetto è un “media” sensibilissimo al contesto, al clima in cui viene prodotto ed è capace di adeguamenti attraverso piccole operazioni che sfuggono se non si cerca di entrarci dentro ed esaminarle con pazienza”.
Si diceva che molti interventi della censura riguardano i personaggi femminili, più frequenti nelle prime storie di Tex rispetto a quanto lo siano oggi, modificando addirittura parti della trama. A questo proposito vogliamo presentare due classici esempi: il primo riguarda Marie-Gold, una splendida bionda gerente del “Jolly Bar” per conto di Bud Lowett, che salva Tex sparando (nell’edizione originale) ad un delinquente che lo stava per colpire a tradimento (Tex n.2, “Uno contro venti”, pag.1); il secondo ha come protagonista la famosa Eugenia Moore, fuorilegge per amore, sedotta dal capo della banda Dalton, che, ben lungi dall’essere incapace di uccidere un essere umano (come la ragazza afferma nell’edizione censurata), “scarica rabbiosamente la pistola” colpendo Tex ad una spalla; fortunatamente i proiettili finiscono prima che ella aggiusti il tiro (Tex n.9, “L’ultima battaglia”, pag.51).





   L’argomento delle “censure” in Tex è estremamente complicato e difficile da seguire, se non impossibile, considerando la lunga vita editoriale del personaggio. Solo possedendo le strisce originali si può essere sicuri della mancanza di interventi successivi; infatti fin dalla prima riproposta delle strisce nel formato “albo d’oro”, che ha dato origine alla famosa ristampa gigante dei Tex 1-29 (circa metà anni ’50), forse troviamo le prime lievi modifiche, che poi diventeranno molto più frequenti nella seconda ristampa gigante (quella tuttora in edicola con le storie inedite), alla fine degli anni ’50 e a partire dal n.15 (“La montagna misteriosa”). Infine con la terza ristampa gigante (quella chiamata “Tre Stelle” e conclusasi con il n.636 del 26 gennaio 2017) abbiamo ormai le modifiche definitive a partire dal n.1 (“La Mano Rossa”) del marzo 1964. La situazione si è ulteriormente complicata con la ristampa di TuttoTex partita nel dicembre del 1985, a cui ha fatto seguito il Tex Nuova Ristampa del febbraio 1996. La scelta dell’editore Sergio Bonelli per quanto riguarda TuttoTex (in Tex Nuova Ristampa altre modifiche sono quasi assenti, ma l’editore sente nuovamente il bisogno di trattare l’argomento sulla posta del n.2) è stata quella (detto in modo semplificato) di rimettere i disegni originali, mantenendo il testo censurato. In conclusione si è creata una situazione molto variegata, quando si parla di modifiche e censure nel “primo” Tex, che possiamo esemplificare nelle strisce qui sotto rappresentate e tratte dal Tex n.5 (“Satania!”), pag.50 e Tex n.6 (“Doppio gioco”), pag.153.









   In TuttoTex e Tex Nuova Ristampa il lavoro di correzione, aggiornamento e reinserimento di testi e disegni è stato veramente notevole, ma non sempre ci ha lasciato soddisfatti. Si comprende benissimo che non è stato facile per i redattori e correttori della S.B.E. mantenersi nel giusto limite. La domanda è questa: fino a che punto è lecito migliorare un testo, rispettando il messaggio originale dell’autore? Le risposte possono essere molte e soggettive e allora può capitare che chi cerca di “migliorare” un testo, trovi poi la giustificazione per superare quell’incerto confine tra rispetto dell’originale e manipolazione di esso. Dobbiamo chiarire comunque che questo discorso, secondo il nostro parere, riguarda soprattutto gli albi successivi a quelli pubblicati dopo il n.50, mentre per i primi cinquanta albi di Tex preferiamo senz’altro leggere la Nuova Ristampa piuttosto che quelli censurati, visto che la ricerca degli originali non è alla portata di tutti, sia dal punto di vista economico sia da quello dell’interesse personale.
Vogliamo ora fare un esempio di modifica effettuata in Tex Nuova Ristampa, che troviamo nell’albo n.38, “Sabbie mobili”, a pag.102, striscia 10. Nell’edizione originale Kit viene lanciato da Tex e Carson sul tetto della casa vicina (distante tre metri) a quella che sta andando a fuoco, mentre in quella modificata è lo stesso Kit che spicca un salto verso l’altra casa (distante questa volta quattro metri). Qual è, secondo voi, l’azione più verosimile? Secondo noi nell’edizione originale Kit viene utilizzato in quanto un “piccolo” ranger (considerata l’età) e quindi può essere sollevato e lanciato dai suoi pard più maturi e muscolosi; nell’edizione modificata Kit ruba la scena a Tex in modo poco verosimile, poiché la forza muscolare per fare un salto dovrebbe essere superiore nel padre.



   Vogliamo concludere questa analisi delle censure e modifiche riproponendo la prima striscia del nostro eroe nella quale già troviamo un termine (“scagnozzi”) che fu poi sostituito da un altro (“uomini”), perché ci sembra emblematica del destino “editoriale” e “umano” del personaggio, così strettamente legati tra di loro, da far sì che il caso di Tex sia forse unico nel panorama del fumetto mondiale. Un eroe che, non dimentichiamolo, originariamente doveva chiamarsi Killer e non Willer e quindi la sostituzione “scagnozzi/uomini” contiene in sé tutta la problematica del dibattuto e travagliato rapporto di Tex con la legge ufficiale. “Altro che Tex reazionario o law and order, come a volte, ancora oggi, si sente dire in giro. Tex era ed è eversivo, e i custodi del buoncostume e dell’ideologia lo avvertirono da subito, fin dalla messa sul mercato delle sue prime avventure” (Gianni Canova, da “Memorie di un texiano non pentito”, in “L’Audace Bonelli – l’avventura del fumetto italiano”, La Repubblica-L’Espresso). Ma al di là delle censure e modifiche rese necessarie dal clima sociale dell’epoca e dalla lunga vita editoriale, non dobbiamo infine dimenticare che ci troviamo di fronte ad un personaggio con grandi valori e ideali di fondo che sopravvivono a tutto.



Il personaggio di Tex è © Sergio Bonelli Editore, mentre le illustrazioni sono degli aventi diritto.

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1 commento:

  1. Ottimo lavoro di Nazzareno e ottima l'impaginazione di Marco; un lavoro meritorio e indispensabile su Tex.

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