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giovedì 2 febbraio 2017

L’Operazione “Grande balzo” HIGHJUMP


L’Operazione “Grande balzo” HIGHJUMP
Articolo rivisto e corretto da Galileo Ferraresi

   Tra la fine del ’46 e l’inizio del ’47 partì la più grande spedizione degli Usa per l’Antartide. L’operazione era denominata High Jump ovvero Grande Balzo e iniziò a muovere dalle basi americane in Nuova Zelanda e Australia dirette al Mare di Ross (al sud della Nuova Zelanda). La spedizione era composta da ben 13 navi, tra rompighiaccio, corazzate, incrociatori, petroliere, un sommergibile e una portaerei, in tutto più di 4.000 uomini al comando fittizio dell’esploratore artico, nonché ammiraglio Richard Evelyn Byrd, Jr. [nativo della Virginia, la cui famiglia asseriva essere discendente della principessa Pocahontas] – anche se chi comandò l’intera operazione fu Richard Harold Cruzen – L’intera spedizione era destinata a durare dai 6 ai 8 mesi. 


    Oltre al Mar di Ross, una delle destinazione prescelte era la zona antartica il cui nome è Terra della Regina Maud, a sud del Sud Africa, già esplorata e colonizzata dai nazisti circa dieci anni prima e da questi ribattezzata Nuova Svevia. Una testa di ponte fu impiantata il 27 gennaio del ’47, a ovest della base nazista 211, anche chiamata Nuova Berlino.
   All’epoca era già iniziata la guerra fredda tra sovietici e americani, eppure a rinforzare la spedizione scientifica, oltre a navi canadesi ed inglesi, arrivarono anche navi militari sovietiche partite sicuramente da Leningrado. Non poteva essere certo una spedizione scientifica ma solo una gigantesca spedizione militare contro il loro principale nemico: il terzo Reich. A quel tempo Stalin era sicuro che Hitler fosse  vivo mentre l’ammiraglio tedesco Dönitz aveva firmato solo un armistizio, non una resa. In tal proposito è interessante notare che, carte alla mano, la Germania non firmò mai la pace con gli alleati; nel maggio ’45 Doenitz firmò un armistizio, la Germania fu occupata da Russia, Usa, GB e Francia e poi divisa in due. Nel 1992, alla riunificazione delle due Germanie, nessuno si pose il problema di firmare una pace e… qualcuno potrebbe dire che ancor oggi la Germania è in guerra contro il resto del mondo(come direbbe Totò: non so se ci siamo capiti…).
   Ma torniamo in Antartide: nel dicembre del 1943, sempre l’ammiraglio Karl Dönitz, avrebbe dichiarato in un telegramma «La flotta germanica è orgogliosa di aver costruito per il führer, in un’altra parte del mondo, una Shangri-La, una fortezza inespugnabile.» Una fortezza… in Antartide? Perché no?!


Byrd un anno prima di morire durante la spedizione Deep Freeze

    Durante quella operazione – secondo alcune testimonianze – furono usate dagli americani delle bombe atomiche che causarono l’attuale buco dell’ozono sopra l’Antartide. Cosa sia successo realmente non si sa, se non che la gigantesca spedizione scientifica dopo appena sei settimane ritornò in tutta fretta a casa.
   Alla fine dell’operazione Byrd, da bordo dell’incrociatore Olimpus, dichiarò in una intervista poi pubblicata sul quotidiano cileno “El Mercurio” di Santiago del Chile il 5 marzo del ’47 «Non intendo impaurire nessuno, ma l’amara verità è che, in caso di una nuova guerra, gli Usa saranno attaccati da aerei ostili provenienti dalle regioni polari.» Osservò anche che si poteva compiere una nuova spedizione con meno di quattromila giovani americani ma solo con l’aiuto esclusivo di un pugno di esploratori sperimentati [Non per niente, un anno prima di morire effettuò una seconda spedizione polare molto più piccola denominata Deep Freeze]. Dichiarò anche la necessità «di uno stato d’allerta e di vigilanza lungo le frontiere del cielo che costituiscono le ultime torri di difesa contro un’invasione.»


   Al suo ritorno il più grande aviatore dell’Antartide, l’eroe dei cieli polari, l’ammiraglio Bird, fu chiuso in un ospedale e non incontrò più la stampa per il resto della vita. James Vincent Forrestal, segretario della difesa, che aveva nominato Byrd responsabile dell’operazione Grande Balzo, andò a visitare l’ammiraglio in ospedale e poi fu ricoverato anche lui ufficialmente per una grave depressione e finì… suicida.
   Ufficialmente durante l’Operazione High Jump perirono appena quattro persone a causa di incidenti, ma il numero reale è ancora coperto dal segreto di Stato.
   Visto che in Antartide vivono solo pinguini, tutta la vicenda ebbe un appellativo umoristicamente angosciante: “la guerra dei pinguini”. 




Marco Pugacioff


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