L’Operazione “Grande balzo” HIGHJUMP
Articolo
rivisto e corretto da Galileo Ferraresi
Tra la fine del ’46 e l’inizio del ’47 partì la
più grande spedizione degli Usa per l’Antartide. L’operazione era denominata High
Jump ovvero Grande Balzo e iniziò a muovere dalle basi americane in Nuova
Zelanda e Australia dirette al Mare di Ross (al sud della Nuova Zelanda). La
spedizione era composta da ben 13 navi, tra rompighiaccio, corazzate,
incrociatori, petroliere, un sommergibile e una portaerei, in tutto più di
4.000 uomini al comando fittizio dell’esploratore artico, nonché ammiraglio
Richard Evelyn Byrd, Jr. [nativo della Virginia, la cui famiglia asseriva
essere discendente della principessa Pocahontas] – anche se chi comandò l’intera operazione fu
Richard Harold Cruzen – L’intera spedizione era destinata a durare dai 6 ai 8
mesi.
Oltre al Mar di Ross, una delle
destinazione prescelte era la zona antartica il cui nome è Terra della Regina Maud, a sud del Sud Africa, già
esplorata e colonizzata dai nazisti circa dieci anni prima e da questi ribattezzata
Nuova Svevia. Una testa di ponte fu impiantata il 27 gennaio del ’47, a ovest
della base nazista 211, anche chiamata Nuova Berlino.
All’epoca era già iniziata la guerra fredda tra
sovietici e americani, eppure a rinforzare la spedizione scientifica, oltre a
navi canadesi ed inglesi, arrivarono anche navi militari sovietiche partite
sicuramente da Leningrado. Non poteva essere certo una spedizione scientifica
ma solo una gigantesca spedizione militare contro il loro principale nemico: il
terzo Reich. A quel tempo Stalin era sicuro che Hitler fosse vivo mentre l’ammiraglio tedesco Dönitz aveva firmato solo un
armistizio, non una resa. In tal proposito è interessante notare che, carte
alla mano, la Germania non firmò mai la pace con gli alleati; nel maggio ’45 Doenitz
firmò un armistizio, la Germania fu occupata da Russia, Usa, GB e Francia e poi
divisa in due. Nel 1992, alla riunificazione delle due Germanie, nessuno si
pose il problema di firmare una pace e… qualcuno potrebbe dire che ancor oggi
la Germania è in guerra contro il resto del mondo(come direbbe Totò: non so se
ci siamo capiti…).
Ma torniamo in
Antartide: nel dicembre del 1943, sempre l’ammiraglio Karl Dönitz,
avrebbe dichiarato in un telegramma «La flotta germanica è orgogliosa di aver
costruito per il führer, in un’altra parte del mondo, una Shangri-La, una
fortezza inespugnabile.» Una fortezza… in Antartide?
Perché no?!
Byrd un anno prima di morire durante la
spedizione Deep Freeze
Durante
quella operazione – secondo alcune testimonianze – furono usate dagli americani
delle bombe atomiche che causarono l’attuale buco dell’ozono sopra l’Antartide.
Cosa sia successo realmente non si sa, se non che la gigantesca spedizione
scientifica dopo appena sei settimane ritornò in tutta fretta a casa.
Alla fine dell’operazione Byrd, da bordo
dell’incrociatore Olimpus, dichiarò in una intervista poi pubblicata sul
quotidiano cileno “El Mercurio” di Santiago del Chile il 5 marzo del ’47 «Non
intendo impaurire nessuno, ma l’amara verità è che, in caso di una nuova
guerra, gli Usa saranno attaccati da aerei ostili provenienti dalle regioni
polari.» Osservò anche che si poteva compiere una nuova spedizione con meno di
quattromila giovani americani ma solo con l’aiuto esclusivo di un pugno di
esploratori sperimentati [Non per niente, un anno prima di morire effettuò una
seconda spedizione polare molto più piccola denominata Deep Freeze]. Dichiarò
anche la necessità «di uno stato d’allerta e di vigilanza lungo le frontiere
del cielo che costituiscono le ultime torri di difesa contro un’invasione.»
Al suo ritorno il
più grande aviatore dell’Antartide, l’eroe dei cieli polari, l’ammiraglio Bird,
fu chiuso in un ospedale e non incontrò più la stampa per il resto della vita.
James Vincent Forrestal,
segretario della difesa, che aveva nominato Byrd responsabile dell’operazione
Grande Balzo, andò a visitare l’ammiraglio in ospedale e poi fu ricoverato
anche lui ufficialmente per una grave depressione e finì… suicida.
Ufficialmente durante
l’Operazione High Jump perirono appena quattro persone a causa di incidenti, ma
il numero reale è ancora coperto dal segreto di Stato.
Visto che in Antartide vivono solo pinguini,
tutta la vicenda ebbe un appellativo umoristicamente angosciante: “la guerra
dei pinguini”.
Marco
Pugacioff
va agli
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.