CACCIA AL LADRO D’AUTORE
I magnifici sette
episodi del
Capitano Maffei.
Gemma nei panni del
Capitano Maffei
“Caccia
al ladro d’autore” è una serie di telefilm il cui episodio pilota fu presentato
alla biennale di Venezia del ’83. Il tema di queste pellicole erano le
inchieste di un investigatore italiano impegnato a impedire la piaga dei furti
d’arte che affliggono la nostra Patria.
Sembra
che tutto nacque nel ’68, quando Alfredo Castelli, giornalista e scrittore,
venne affidata la realizzazione di una sceneggiatura di un pilota televisivo da
Bruno Paolinelli (che produsse il disegno animato “Putiferio va alla guerra”).
Moretti il primo a destra e a sinistra Ubaldo Lay
L’attore
che doveva impersonare il futuro Capitano Maffei era Sandro Moretti che all’epoca
interpretava la spalla del famoso “Tenente Sheridan”. Castelli battezzò questo
personaggio Franco Ferretti, facente parte di un corpo speciale collegato ai
Beni Culturali; il che ci riporta alla mente il personaggio dell’archeologa
Sandra (l’attrice Luciana Negrini, già vista sullo splendido “Il segno del
Comando”) nello sceneggiato “Ritratto di donna velata”.
Il numero 4 di Mystère
uscito nel ’82, dove Castelli ripropose l’episodio
scritto originariamente
per la televisione italiana.
Il
soggetto era ambientato – come il succitato sceneggiato – in Toscana (la fonte
di queste note è lo speciale Anaf su Martin Mystère & Allan Quatterman
degli anni ’90) e aveva attinenza con gli antichi Etruschi, e lo scrittore lo riutilizzò
per la sua creatura a fumetti Martin Mystère – di cui si proclama suo umile
biografo – ma questa è un’altra storia. Negli anni ’80, l’idea di questa serie
passò al geniale Duccio Tessari, uno dei padri degli spaghetti-Western, che
chiamò Giuliano Gemma, lo stesso attore con cui girò la pellicola di TexWiller.
Gemma si calò bene nei panni di questo ufficiale dei carabinieri. Il personaggio
ha, in questa serie, un passato da campione di declamo ai Giochi Mediterranei,
avendovi gareggiato come componente dell’Arma; con l’ufficio dalla cui finestra
si vede la scenografica Piazza di S. Ignazio a Roma, sede del Nucleo Tutela
Patrimonio Artistico.
Plenizio
Come superiore,
Maffei ha il Colonnello Raimondi (l’attore Luciano Stella, anche lui con
passato nei Western e polizieschi italiani) che non manca mai di affidargli le
peggiori patate bollenti, e un giovane assistente, il Brigadiere Federico
Plenizio (l’attore Vanni Corbellini) a
cui – nonostante lo tiranneggi un po’ – è molto legato. Prova ne sono le
amichevoli schermaglie tra i due che sono di casa in ogni episodio.
Ma la
cosa più importante è la famiglia a cui è strettamente legato, non la “sua”,
essendo scapolo, ma quella della sorella restauratrice d’arte sposata con un
avvocato. La sorella e l’avvocato hanno una figlia (Fiorenza Tessari, figlia
del regista e della moglie Lorella De
Luca), una graziosa nipotina che assilla lo zio con le barzellette sui
carabinieri, oppure chiedendogli di usare la sua agile mente per risolvere i
giochi della “Settimana Enigmistica”.
Maffei e la nipotina
Questa
famiglia è un rifugio sicuro a cui approdare ogni volta che riesce a sfuggire
al Servizio (con la S maiuscola come la pronunciava Turri Ferro sui “Raccontidel Maresciallo”). Un Servizio pericoloso, come sottolinea il cognato che lo
vorrebbe nel suo studio, in cui più volte – alla Tex – rischia la vita e che lo
mette nei guai con la sua fidanzata Laura (l’attrice Assumpta Serna)
giornalista, che nel primo episodio “Il ratto di Proserpina” non compare mai,
ma se ne avverte la presenza, e che si vedrà solo nell’episodio del calice di
Murano.
Purtroppo
la RAI decide di cambiare le carte in tavola (come è regola fissa in casa rai)
e affidò la serie ad altri sceneggiatori che fecero sparire la famiglia, puntando
solo sul fatto che il capitano Maffei, insieme al fido Plenizio, siano un asso
nella manica per il Nucleo Tutela Patrimonio Artistico, i quali si ritroveranno,
coinvolti in un vero e proprio giro d’Italia. Infatti la serie si svolge in
varie città d’arte d’Italia: Firenze, Pompei, Venezia… come a sottolineare che
i furti d’arte non hanno sede, non per niente ci si vantava di avere ben il 70
per cento (in realtà il 40) del Patrimonio Artistico Mondiale.
Oggi,
comunque, dopo che la Rai ha voluto terminare la serie a soli sette episodi
(Gemma disse “… per me se ne potrebbero fare CENTO…”) essa va ricordata come un
piccolo gioiello in cui erano miscelati assieme avventura e divertimento con
Storia dell’Arte, Cultura e Turismo.
ooooooo
I titoli
IL RATTO
DI PROSERPINA
di Duccio Tessari
il
primo e il più bello. La famosa statua di Gian
Lorenzo Bernini da lui realizzata nel 1622, viene rubata dalla Galleria
Borghese. Maffei la ritrova in fondo al mare.
Maffei recupera la statua grazie all’elicottero
dei carabinieri
LA
FORESTA CHE VOLA
di Tonino Valerii
Antiche donazioni di famiglie nobili veneziane ormai estinte – tra cui
preziose ceramiche della settecentesca Rosalba
Carrieri – vengono vendute all’estero
grazie a un hostess inglese.
ADDIO RAFFAELLO
di Alberto Martino
Un
pazzo spara sulla tela che Raffaello
Sanzio dipinse nel 1519,
raffigurante il papa Leone X, in modo che sia trafugata dopo il restauro.
In questo
episodio è presente una bella restauratrice interpretata da Isabell Russinova,
già principessa Tulac in Tex.
LA
STATUA DI FIDIA
di Alberto Martino
Dei
tombaroli pompeiani ritrovano una statuetta della dea ATHENA realizzata dal celebre scultore greco Fidia (nato tra il 490 e il 485 a.c. e scomparso nel 430) e Maffei impedisce
che un facoltoso italo-americano la espatri.
Nell’episodio
non è detto, ma probabilmente la statua – alta una trentina di centimetri – era
una copia di quella gigantesca del Partenone, se non forse il suo modellino.
UN
GALEONE PIENO DI SUONI
di Alberto Martino
Durante
un concerto all’Arena di Verona viene rubato un prezioso violino del ‘700, uno Stradivari.
In questo
episodio, Maffei – nei pochi minuti in cui guida una Giulietta – gareggia in
abilità col personaggio di Marco Palma
di POLIZIOTTO SPRINT, celebre film di Stelvio Massi con Maurizio Merli, e a cui
le scene dell’inseguimento e della corsa su di una scalinata sono un piccolo
omaggio.
IL
CALICE DI MURANO
di Tonino Valerii
Attraverso
una cartina desunta da antichi archivi ecclesiastici si scopre che in un antico
eremo senese (detto della Buona Morte), sotto una “crosta” del’400, si cela un’opera
sconosciuta di Giotto.
CARTOGRAFIA SACRA
di Tonino Valerii
Attraverso una cartina desunta da antichi archivi ecclesiastici
si scopre che su un antico eremo senese (detto della Buona
Morte) sotto una crosta del 400 si cela un GIOTTO sconosciuto.
L'episodio è stato girato a Rocca Calascio, presso la chiesa a pianta ottagonale detta della Madonna della Pietà.
Marco Pugacioff
va agli
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