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giovedì 1 settembre 2016

Quando Rebuffi vegliava sulla mia infanzia



Quando Rebuffi vegliava sulla mia infanzia

di Jean-Yves Guerre.


   Una sera, ritornando a casa dal lavoro, accessi come tutte le sere, il mio calcolatore elettronico per entrare in rete e vedere la mia posta. Una delle lettere attirò subito la mia attenzione perché era dell’amico Tamagnini. Mi chiedeva se avessi voluto scrivere qualcosa su Giorgio Rebuffi e la sua attività francese. Mi fermai un attimo lasciando correre i ricordi, i quali mi riportarono alla mia infanzia.  Giorgio Rebuffi.  Subito un’enormità di personaggi mi invade la mente. Subito pensai al giornalino PIPO, la cui testata era composta da grandi lettere quadrate arrotondate agli angoli, una caratteristica di questo giornalino. Subito mi rivedo in pantaloncini corti, circondato da un sacco di fumetti, appena comprati, che venivano scambiati cogli amici. Mi rivedo con lo sguardo attirato dalle scene proposte da quelle copertine scintillanti di colore, tra la profusione di tascabili che invadevano le vetrine delle edicole. Mi rivedo con gli occhi passare febbrilmente da una all’altra, ma non potevo purtroppo comprarle tutte. Con mio gran dispiacere. Con la moltitudine di titoli pubblicati ogni mese c’era l’imbarazzo della scelta, provocando una grande ammirazione tra i ragazzi del quartiere.
  E uno di questi era PIPO.




  Ah Pipo! Il primo tascabile umoristico francese. Uscì nel ’52 e venne immediatamente affiancato da altri titoli concorrenti che hanno dovuto mettersi al passo dietro di lui. Mi rivedo seguire periodicamente le avventure di Pipo e del suo amico Concombre in un numero incredibili di peripezie. Seduto più che sovente per terra, coi fumetti disposti attorno a me, che ammiro a lungo le copertine prima di lanciarmi nella lettura delle pagine in bicromia rossa così attraenti. Questo fu il mio primo contatto con Giorgio perché divorando quei vecchi albi, di quando in quando, decifravo la sua firma caratteristica. Da quel piccolo francese che ero, all’epoca non potevo sapere che queste storie venissero dall’Italia, pensavo che questa firma fosse dovuta all’esotismo di qualche particolare disegnatore che, per estro, usava quel nome e cognome. E in più questo disegnatore, a volte appariva nelle sue storie, mettendosi in scena. Io naturalmente l’immaginavo come nella caricatura: con un buffo cappello da pittore, un grande grembiule, una tavolozza di colori e un pennello in mano.
  Per me Giorgio, era così e così ci rimase a lungo.
  Ora più che tutti gli altri, Rebuffi, aveva la magia dei personaggi in mano e con essa una grande facoltà a trasportarci in un immaginario che sapeva sollecitare e creare. Così, ben presto, ha circondato questi due eroi di ben altri protagonisti, che abbellirono  ancor di più la serie. Certo c’era già Bombarde, il cattivo di turno, che si trovava là dove c’era un colpo da fare. Ma non era sufficiente. 





   Nel n.4 della rivista, Giorgio aggiunse una comparsa ai nostri due amici. Crea Elastoc (1) che avrà un gran bel avvenire. Noi piccoli lettori, ora potevamo stare tranquilli, perché con questo nuovo venuto, Pipo e Concombre non erano più in gran pericolo. Elastoc sarebbe stato sempre là per salvarli da una brutta  situazione, oppure sovente, anche per mettere confusione. Noi avevamo una vera venerazione per questo ometto elastico che prendeva la forma voluta e che attorcigliava i suoi nemici per immobilizzarli e catturarli. Talvolta ci faceva ridere, però io e miei amici non avevamo più reali timori per Pipo e Concombre. Ora potevamo contare su Elastoc. Era in grado di uscire da tutte le situazioni divenendo molto grande e grosso o ancora piccolissimo per infilarsi per esempio nel buco di una serratura. Prendeva la forma di una palla, di un tubo per annaffiare, di non importa quale oggetto possibile purchè ci potesse sbalordire.



   Qualche tempo dopo, Rebuffi ci regalò un altro personaggio, sosia di Pipo, ma fece  la sua apparizione su un registro differente. Si trattava di Jonas, suo cugino un omettino tutto di nero con occhiali in montatura anch’essa nera, una buffa bombetta nera, scarpe lucide nere e che portava una sfortuna incredibile. Ci metteva una gioia tale vedere le reazioni e gli eventi che si scatenavano al suo passaggio che avevano per fine quello di provocare infami catastrofi oppure fosche punizioni. Oltre il personaggio filiforme e quello menagramo di Jonas, vi era un altro che aveva tutta la nostra ammirazione e apprezzamento. Sto parlando dello straordinario Fantasmak (1). Una specie di Fantomas sempre mascherato, dai lunghi baffi a spirale e dalla lunga cappa, sempre inafferrabile, la sua acconciatura lo distingueva particolarmente dagli altri protagonisti della serie. Prendendo le fattezze di chiunque volesse, giocava ripetutamente Pipo e Concombre, ci suggestionava il mistero di come era capace di truccarsi e di come riusciva sempre a fuggire dai loro inseguimenti e di quelli della polizia. Avevamo forse per questo dentro di noi il seme del banditismo? Non credo, era solo che Fantasmak aveva tutta la nostra preferenza. Tanto più Bombarde finiva in prigione, tanto più Fantasmak era in libertà.  








  Per anni abbiamo vissuto con loro, con l’amato Elastoc, con l’infame Bombarde, con il sinistro Jonas, con il misterioso Fantasmak. Ma tutto questo non era sufficiente all’amico Rebuffi che stima necessario espandere la famiglia di Pipo, aggiungendo una cugina a Concombre. Per noi francesi, fu Concombrette (2), l’insopportabile Concombrette, la quale non arrivo sola ma accompagnata da Koko, un canguro addomesticato che si esprimeva con l’aiuto di cartelli. Lei pure era un’idea azzeccata e ci divertiva follemente.




   Dopo un po’ arrivò Ivan Roublaski (2), un cosacchino collerico e nervoso che a volte rendeva, a sua volta, nervoso Pipo e Concombre. Ivan e il suo fiero cavallo Spoutnikoff. Ivan che aveva sovente lampi e nuvole nere sopra la testa, per mostrare la sua terribile collera, sbracciando le sue manine per aria. Un regalo.



   E fu questo bravo piccoletto che introdusse Pugatchoff, il lupo della Steppa, all’inizio da temere per la paura che faceva. Quest’ultimo fece il suo cammino, lento ma sicuro, fino ad eclissare tutti gli altri personaggi di Giorgio, fino ad arrivare nel corso degli ad una trasformazione radicale. In partenza la maniera di parlare del lupo e del cosacchino  ci influenzò a tal punto da utilizzare un linguaggio simile, in cui le frasi finivano per “off” o per “ski”, tanto da avere in seguito delle lamentele da parte dei professori di scuola. Seppur la sua entrata fu timida, il lupo divenne ben presto inarrestabile per la sua insistenza a volersi mangiare Bombarde. Tutte le occasioni erano buone per incrociare la sua strada e portare a termine il suo disegno. Già non amavamo il cattivone Bombarde ma il vedere Pugatchoff sempre in caccia, sempre a correr dietro a qualche piano machiavellico per mangiarselo, a poco a poco, ci divenne sempre di più simpatico e gradito. La raffinatezza nell’inseguimento del suo “pasto” arrivava fino al punto da guarnire il piatto su cui degustare la sua vittima, poiché voleva gustarla “allo spiedo, con salsa di cipolline, il tutto innaffiato dalla vodka”.
   Nel corso degli anni, così come noi crescevamo, questi personaggi si trasformarono. Uscì la cugina Concombrette. Il lupo si ritagliò una parte da leone e divenne sempre più presente. Come Pipo e il suo entourage, subisce nel corso del tempo, numerose mutazioni nel disegno, ma con, ancor di più, l’idea fissa di mangiarsi Bombarde, tanto che quest’ultimo deve trovarsi un difensore di peso:il pescecane da guardia Gérald che vive in una piscina.
  Ah, Pougatchoff, si è sempre scritto molto su di lui, ma resterà unico nella storia del fumetto. Nessun “eroe” ha acquistato tanta popolarità in così poco tempo e influenzato così tanto i nostri scherzi e i nostri giochi di parole di bambini. Ciò che a noi piaceva particolarmente era quando sognava la sua vittima preferita con un corpo da pollo e lui stesso che usciva con enorme padella e con tovagliolo al collo, forchetta e coltello tra le mani.
  Uscendo bruscamente dai miei ricordi, mi son detto che a quell’epoca, non avrei mai immaginato che un giorno avrei incontrato l’autore di questi personaggi e ancor meno che avrei scritto qualcosa su di lui. E’ vero la vita è proprio curiosa a volte. Nondimeno queste figurine di carta mi hanno accompagnato per anni. Mi hanno seguito, bambino. Mi circondano costantemente. Popolano i miei sogni. Mi consolavano quand’ero triste o afflitto e mai mi tradirono. Erano sempre là, presenti. Con me. E abitavano nel mio universo di bambino.
  



 Ritornai coi piedi per terra, e consultai le mie note, mancherei ai miei obblighi se non dicessi che questa rivista PIPO, conteneva anche un’altra serie di Rebuffi, sempre piacevole malgrado una cornice e dei personaggi più statici e prigionieri del loro mondo.
 Sto parlando di Fox le shériff, notevolmente antropomorfo, questo fumetto che restava accantonato in uno scenario western, faceva vedere  il corvo fox e il suo assistente Lapinos, un leprotto pauroso e spaccone, in un’universo di canidi dove il nemico ricorrente era il bandito Baffos. Non prive di umorismo, queste storie presentavano però sempre gli stessi personaggi ma la mano di Rebuffi dava loro uno charme, un’incanto tutto particolare. Ben presto il personaggio principale divenne quel leprotto pauroso che non saprà che fare per far parlare di lui e  acquistare gloria e onori, ma che anche fuggirà puntualmente al minimo pericolo come un codardo. E’ forse questo che c’è l’ha reso simpatico, questo scialbo leprotto dalle lunghe orecchie e dai grandi denti in fuori.
  Questa serie fu presente per anni in un gran numero di PIPO.
  E la rivista PIPO?
  Uscì nel Settembre del ’52, ed era pubblicata dalle edizioni Lug nella città di Lione, la culla dei piccoli formati francesi.
  Edizioni create da Marcell Navarro e Auguste Vistel nel 1950. I due uomini avevano messo piede in altre case editrici e quindi avevano già esperienza nel campo. Infatti Navarro s’era associato nel ’45 con Pierre Mouchot per creare Fantax nel ’48, a cui si aggiungeranno il Vistel e Bernadette Ratier per fondare la casa Aventures et Voyages, per cederla poi a quest’ultima nel ’55.
 Navarro parlava italiano e nel ’50 ritornò dall’Italia con materiale della Alpe e di Bonelli ( all’epoca Audace), e qui inizia l’epopea Lug. I due uomini crearono una marea di testate che ebbero per la maggior parte un grande successo, utilizzando molto del materiale d’oltralpe, ma usando talvolta direttamente i disegnatori italiani. Parallelamente la Lug utilizzerà un proprio staff che sarà però influenzato dal fumetto italiano.




  Si deve a questa casa editrice la creazione di titoli prestigiosi come RODEO o KIWI dove venivano stampate le avventure di Tex Willer ,Miki le ranger o Blek Le Roc, ma anche delle perle inedite in Italia come le PETIT DUC ( il piccolo duca ), oppure L’AIGLE DE CLERMONT ( l’aquila di Clermont ).
  Per ritornare al nostro discorso, Navarro era un gran amico di Giuseppe Caregaro della casa editrice Alpe e aveva avuto l’idea di creare una delle prime riviste umoristiche francesi in piccolo formato in Francia utilizzando il materiale del suo amico.
  Nacque così PIPO con le storie del suo equivalente italiano CUCCIOLO e fu anche l’inizio di una relazione che durerà fino alla scomparsa di Caregaro e che continuerà poi con Leonello Martini.
  PIPO uscirà per nove anni, fino al Novembre del ’61, qui il talento di Giorgio sfornerà tante storie e anche la metà delle copertine della rivista. Ma lavorerà anche in altre testate della Lug come PIM-PAM-POUM e SPECIAL PIPO.
  Poi PIPO si fuse con PIM-PAM-POUM e SPECIAL PIPO per divenire il mensile PIM-PAM-POUM-PIPO e durare dodici lunghi anni dal ’61 al ’72 dove Rebuffi disegnerà nuove avventure di Pipo & Concombre e Pougatchoff.
  Visto il successo, ci sarà pure un SPECIAL PIM-PAM-POUM-PIPO, trimestrale, dal ’62 al ’73 dove Giorgio ci regalerà altre storie di Pipo, Cocombre e Pougatchoff.
  Saranno create anche le testate MINIPIPO (‘68/’73) e MAXIPIPO (‘73/’74) ristampe di storie di Pipo e poi FIESTA (‘74/’78) con delle continuazioni di Pipo e Pougatchoff. 




   E proprio grazie a questa casa editrice che noi abbiamo potuto conoscere e apprezzare Giorgio Rebuffi che resta uno dei pochi maestri del fumetto umoristico di questa epoca.
  Con la scomparsa di PIPO, Fox le sheriff sarà pubblicato in una rivista concorrente che stampava, vedi la coincidenza, le opere di Luciano Bottaro, fraterno amico di Giorgio. Si tratta di PEPITO della Sageditions dove Fox mostrerà le sue avventure per una dozzina di numeri prima d’esser stampato in altri numeri di una nuova serie di Pepito.






  Ma diversi personaggi di Rebuffi ebbero l’onore di una pubblicazione francese in diverse riviste di cui una avrà pure il titolo nel ’54 ovvero BIMBO. Si tratta della traduzione del titolo italiano TROTTOLINO. Apparve alle edizioni Sfpi di Jean Chapelle, questa pubblicazione ci fece conoscere anche Ajax le fantome, Luky Loris e Tom & Artur. Ritroveremo quest’ultimi in TARTINE sempre dello stesso editore.

   Bingo Bongo sarà pubblicato in PEPITO della Sagèditions dal ’54.
   Son Chat chez soi apparve nel grande formato WHISKY & GOGO della Sagetions nel ’70.





  Ancora, il titolo italiano RE DI PICCHE ebbe il suo equivalente francese con ROI DE PIQUE ( Sfpi ’70 ), in cui scoprimmo Pacome toulmonde e M. Latire.

  Qualche anno dopo, dal ’89, Giorgio animerà Pif le chien e Placid & Muzo in PIF PARADE.
  Come abbiamo visto il lavoro di Rebuffi in Francia è stato bello lungo e ha permesso di conoscere questo grande disegnatore dall’altra parte delle Alpi. Con passione e grande professionalità, usando un tratto semplice e rotondo che diverrà in seguito dinamico e estremamente moderno, Giorgio Rebuffi ha realizzato e realizza un fumetto senza pretese, destinato a una gran fetta di pubblico dove l’umorismo sarà costantemente presente e vivo. In PIPO per esempio, non esitò a mettere in scena  la sua caricatura, dove i suoi personaggi a volte discutevano con lui, o peggio lo molestavano.



   Per noi bambini era una maniera per essere in contatto diretto con lui e per spartire un po’ le difficoltà che aveva con gli altri personaggi o col direttore. Ahimè, malgrado tutta l’opera svolta, per molti critici la sua arte resta sconosciuta in Francia, tuttavia è sempre un signore e un grande del fumetto. D’altronde non figura forse nel Dictionnaire mondial de la bande dessinee edita in Francia da Larousse?



   In tutti i casi, io ho avuto la fortuna di incontrare Giorgio Rebuffi qualche anno fa. E’ un uomo semplice, cortese, accogliente, affabile e di una grande gentilezza con cui sono rimasto a parlare a lungo di fumetti e ad evocare ricordi e annedoti. E in queste poche linee, io vorrei approfittare per rendergli un grande omaggio e ringraziarlo infinitamente, e a nome mio tanti di quei ragazzini che ha fatto ridere, che ha fatto sognare, che ci ha distratti in tutti questi anni, con tutto il brio con cui lo abbiamo conosciuto.
  Tutti noi che abbiamo amato Pipo e i suoi amici.
  Tutti noi che riconoscevamo immediatamente, per la grafica, le storie di Giorgio, che trovavamo più inventive, più magiche e anche più poetiche.
  Di quell’epoca mi rimane una tenera nostalgia, un gaio regalo e un infanzia gioiosa popolata da un universo di eroi di carta di cui Giorgio è in prima posizione
   Grazie Monsieur Rebuffi. Grazie infinite.
                        
                               Jean-Yves Guerre, 8 mars 2004   

(1)             creato con Roberto Renzi
(2)             creato con Attilio Mozzanti


p.s. il Pipo francese è il Cucciolo italiano
Concombre è Beppe
Concombrette è Beppa
Elastoc è Tiramolla
Jonas è Giona
Ivan Roublaski è Ivan Ilia
Spoutnikoff è Steppa
Lapinos è Conny
Ajax è Aiace
Tom & Arthur è Tom Porcello e Artemidoro
Son chat chez soi è Vita con il gatto (l’Ottag)
Pacome Toulmonde è Torre Scoccia
M.Latire è Romeo Lancia
Tartine è Nonna Abelarda
Miki le ranger è Capitan Miki
Blek Le Roc è Blek Macigno

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