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sabato 19 giugno 2021

Roberto il lotaringio

 

Roberto il lotaringio

 

    Dopo aver concluso la storia a fumetti sulla nascita della Francia picena – il Romano della libertà – non pensavo di certo di tornare sull’argomento.

    Tanto i miei voli di fantasia, sono tali sia per coloro che credono che Aquisgrana sia italiana e non germanica, sia per i dotti ignoranti delle università.

    Però la ricerchina che feci per Hereford, mi fece conoscere un altro personaggio: Robert le Lotharingien, vescovo di quella città. Purtroppo per me, la mia mente cerca sempre di elaborare ciò che si trova davanti. La Lorena o Lotaringia venne divisa in due nel 959 dall’arcivescovo di colonia Bruno, fratello de Ottone I. Il bello è che la divise in Alta e Bassa; nominando poi vicario per la Bassa Lorena, il conte Federico.

Come mi fece notare il professore Carnevale, quella Bassa non poteva che essere la Francia delle origini.

    Allora se era così, se Roberto fosse non venuto da Liegi, ma dalla Bassa Lorena si spiegherebbe perché ricostruì la cattedrale a lui assegnata, sul modello di Aquisgrana, in una cappella a due livelli come è l’odierna San Claudio.

   Nella mia sfrenata fantasia identifico l’antica università di Camerino come l’Universitate Parisius, un università i cui professori erano dei monaci Parisii. Non è qui il caso di spiegare questa mia convizione, che coinvolge anche un distrutto monastero a San Ginesio; ripeto, tanto...

   Un uomo dotto come Roberto, competente in tutte le scienze, particolarmente nell’uso dell’abaco e padrone nello scrutare il corso delle stelle (un vero emulo di Gerberto, una sua reincarnazione?), non poteva che essere un professore di quella università, chiamato poi a Liegi.

   Bà, non è certo così, ma può bastare per imbastire una storia a fumetti. Perciò sono partito da Camerino, da quel foro tipicamente romano che ancora si conserva in parte sotto il Teatro Filippo Marchetti e prosegue nella piazza davanti ad esso. Delle colonne troncate che ebbi la fortuna di vedere con i miei occhi alcuni anni fa, grazie alla gentilezza di un impiegato del comune.

Ma come raffigurare la città? Sempre al centro di Camerino si vedeva al di sotto del pavimento stradale ancora la strada romana… forse l’antica città fondata sulla roccia era ancora romana quando vissero i primi anni del loro matrimonio Guido e Ageltrude, lo era quando Ottone provò inutilmente ad assediarla… Perché no? Allora ho disegnato la città come romana.

   E per ultimo ho inserito la triste vicenda della nipote di Roberto, per parlare della fine dell’Urbe dorata in comitato Camerino, la nuova Roma.

   Una semplice opera di fantasia, su un ipotesi storica che non è stata accettata da nessuno e che è, ormai, solo argomento di facezie, magari ai caffè dell’università; e che, per mia disgrazia ho dedicato più di dieci anni della mia vita. 

   Vabbé, dedichiamoci a Cucciolo & Beppe, è meglio, no?

 




















Marco Pugacioff

Macerata Granne

(da Apollo Granno)

S.P.Q.M.

(Sempre Preti Qua Magneranno)

19/06/'21

 

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