Hereford &
Aquisgrana

Stavo leggendo un Glossario che realizzai per il quarto volume del
professor Carnevale e la mia attenzione si concentra su: «Hereford = località
inglese, la cui cappella ( 1079 – 1085 ) fu fatta anch’essa prendendo a modello
la Cappella palatina di Aquisgrana.»
In
rete trovo il libro HEREFORD,
CATHEDRAL AND CITY: AHANDBOOK FOR THE PUBLIC
BUILDINGS, ANTIQUITIES, ecc. del 1858 in cui è scritto che a Hereford [pag.
34] arrivò perfino san Paolo e «Sebbene il druidismo
fosse senza dubbio la "chiesa stabilita" dei Silures, come
un cromlech o tempio dell'ordine di Stonehenge sulla collina di Re Artù, a
circa 13 miglia a ovest della città, testimonia sufficientemente, i romani,
durante l'ultimo secolo della loro permanenza in Gran Bretagna, in ogni caso,
professavano il cristianesimo;» anche una collina di Re Artù, però,
magica questa località…
Ma il
libro A Handbook Hereford Cathedral,
di F. J. King, stampato a Londra nel 1864 con illustrazioni a dir poco
splendide, come erano di moda allora è molto più allettante.
Ho
tradotto alla buona tutto lo scritto dove ho trovato molti dati stimolanti,
anche se naturalmente oggi, credo proprio superati, ma non mi importa. Ho
trovato interessante la Sala Archivio e
Biblioteca Capitolare, di cui questo King scrive [Pagg. 41-44] che la «Biblioteca contiene circa 2.000
volumi, molti di grande rarità e interesse. Quasi tutti sono incatenati agli
scaffali; e l'aspetto generale dei tesori accuratamente custoditi è
sufficientemente curioso.
Tra i libri stampati più notevoli [naturalmente sono dati
dell’800, Puga] ci sono: Una serie di
Bibbie che vanno dal 1480 al 1690; Polychronicon
di Higden, impresso da Caxton, 1495; una Legenda
Aurea sempre impresso da Caxton, nel 1483; e Lyndewode Super Constitutiones Provinciales, del 1475. Dei MSS [i
manoscritti], di gran lunga il più interessante è un antico Antiphonarium contenente il vecchio
"Hereford Use". Questo
"espone non solo i servizi nei giorni particolari, i canti da usare e le letture
da leggere, ma contiene un trattato di musica e un ampio calendario, in cui
sono annotate i necrologi dei benefattori e dei vescovi della chiesa; e grazie
alla quale, con l'aiuto della lettera domenicana, siamo autorizzati ad assegnare
al volume la data del 1265". Fu acquistato in un chiosco di libri a
Drury-lane intorno all'anno 1820; e riscattato dal Decano e dal Capitolo, che
lo riportarono al suo luogo di riposo originale e legittimo. Qui è anche
conservata, accuratamente protetto da lastre di vetro, la notevole Mappa del mondo
[Mappa mundi];

È una delle reliquie più preziose della geografia
medievale. Fu opera di un certo Riccardo [Richard] di Haldingham e di Lafford,
(Holdingham e
Sleaford nel Lincolnshire,) che si è
commemorato nei seguenti versi:
Tuz ki cest estorie ont
Ou oyront, ou luront, ou veront,
Prient à Jhesu en deyté
De Richard de Haldingham e de Lafford
eyt pité
Ki l'at fet e compassé
Ke joie en cel li seit doné.
L'ultima parte del XIII secolo è la data che di solito gli
è stata assegnata; ma M. D'Avezac, Presidente della Società Geografica di
Parigi, che ha recentemente esaminato la mappa con molta cura, giunge, da
testimonianze interne, alla conclusione che sia stata disegnata all'inizio
dell'anno 1314 [in nota aggiunge: Una
traduzione del documento di M. D'Avezac sarà trovata nel Gentleman's Magazine
di maggio 1863. La divisione della Francia dalle Fiandre, e
"un'iscrizione, molto significativa, posta attraverso la Saona e il
Rodano, che segna, tra Lione e Vienne, la separazione della Francia dalla
Borgogna", sarebbero le indicazioni su cui si basa M. D'Avezac per la sua
data.]. La mappa stessa
(disegnata su una spessa pergamena e incollata a una struttura di quercia) è
fondata sulla convinzione medievale che tutta la conoscenza geografica
derivasse dalle osservazioni di tre filosofi (qui chiamati Nichodoxus,
Theodotus e Policlitus) che furono inviati da Cesare Augusto ad esaminare le
tre divisioni del mondo, quando stava per venire tassato alla nascita di nostro
Signore. L'imperatore è quindi immaginato nel dare i suoi ordini ai filosofi.
Il mondo è rappresentato come rotondo e circondato dall'oceano. Nella parte
superiore della mappa, che rappresenta l'est, c'è il Paradiso, con l'Albero della Vita e Adamo ed Eva. Sopra
è il Giudizio Universale, con la Vergine che intercede per l'umanità.
Gerusalemme appare al centro della mappa; e vicino ad esso, il crocifisso è
piantato sul "Monte Calvario". Babilonia ha la sua famosa torre; Roma
reca l'iscrizione, "Roma caput mundi tenet orbis frena rotundi"; e
Troia è descritta come "Troja civitas bellicosissima". (Queste
quattro città erano considerate le più importanti del mondo: Troia, nel
dodicesimo e tredicesimo secolo, era un soggetto preferito del romanticismo.)
Le isole britanniche occupano uno spazio considerevole; e Hereford, con la sua
cattedrale, non è affatto in una posizione oscura. Gran parte della mappa è
piena di iscrizioni prese da Solino, Isidoro di Siviglia e altri; e con disegni
di animali e popoli mostruosi che la cosmografia medievale supponeva esistono
in diverse parti del mondo. La scimmia è assegnata alla Norvegia; lo scorpione
alle rive del Reno; e l ‘"oroc" (uro) alla Provenza. La moglie di
Lot, il labirinto di Creta, le colonne di Ercole e Scilla e Cariddi, si dovrebbe
far ben notare. "Il ritratto di Abramo si vede in Caldea e quello di Mosè
sul monte Sinai. Tra i deserti dell'Etiopia si riconosce Sant'Antonio, con i
suoi satiri e fauni. Sant'Agostino nel suo abito pontificio segna la situazione
con il suo Ippopotamo." La storia di questa carta geografica veramente
notevole, è incerta. Fu scoperta,
probabilmente circa un secolo fa, sotto il pavimento della cappella del vescovo
Bishop; e Dean Merewether ha suggerito (ma apparentemente senza la minima
autorità) che avrebbe potuto servire originariamente come pala d'altare! [in
nota viene citato che «Una delle prime mappe medioevali
accompagna il testo della Periegesis
di Priscian, un manoscritto anglosassone della fine del X secolo, (Cott. Lib.)
in cui è scritto “Una mappa del mondo, in un manoscritto del tredicesimo secolo
al Museo Britannico, contiene una nota curiosa, in cui l'autore fa riferimento
a quattro mappe che erano poi considerate in Inghilterra come di massima
autorità. Queste erano la mappa di Robert de Melkeleia, quella dell'Abbazia di Waltham,
quella nella Camera del Re [King’s Chamber] a Westminster e quella di Matthew
Paris ». - Wright.]»
Passiamo ai personaggi celebri, prima di arrivare a ciò
che mi interessa.
Nella navata orientale in linea col pilone centrale si trova [pagg.
23-26] l’urna di Cantilupe [Cantilupe
Shrine], vescovo dal 1275 al 1282.
Secondo il profilo pubblicato alle pag. 61-62, Thomas Cantilupe,
era il figlio di William Lord Cantilupe e sua moglie Millicent, contessa di
Evreux. Il futuro vescovo e santo fu educato a Oxford e a Parigi [ma che
notiziola interessante, la Lutetia di
Asterix? È probabile, visto che la conquista normanna era avvenuta quasi due
secoli prima], e dopo essere stato nominato Cancelliere delle precedenti
Università, divenne Cancelliere d'Inghilterra sotto Enrico III, nel 1265. Era,
inoltre, un clericale pluralista del primo ordine, essendo allo stesso tempo
canonico e cantore di York, arcidiacono e canonico di Lichfield e Coventry,
canonico di Londra, canonico di Hereford e arcidiacono di Stafford. Nel 1275
divenne vescovo di Hereford. Il suo vescovado non fu tranquillo. Tenne
saldamente i diritti della sua sede contro Gilbert de Clare, conte [Earl] di
Gloucester, e John Peckham, vescovo di Canterbury, che insistete sulla visita
della diocesi di Mons. Cantilupe, come suo metropolita; un diritto che gli
arcivescovi stavano allora perseguendo energicamente. Dopo una lunga disputa,
Peckham scomunicò solennemente il refrattario vescovo di Hereford, che subito
si recò a Roma, per presentare il suo caso davanti al papa Martino IV. Ma il
vecchio vescovo ormai vecchio e stanco spirò, durante il viaggio, a Civitavecchia
[nella viki inglese trovo invece Ferento], il 25 agosto 1282.
Richard Swinfield, suo successore nella sede di Hereford
che tenne fino al 1317, aveva accompagnato il vescovo Cantilupe in Italia,
procedette, dietro probabilmente a una sua ultima richiesta, a separare la
carne del suo corpo dalle ossa mediante ebollizione. Il corpo venne sepolto
nella chiesa di Santo Severo, vicino a Orvieto; il cuore venne trasferito alla
chiesa monastica di Ashridge nel Buckinghamshire; mentre le ossa furono portate
nella sua cattedrale di Hereford, e deposte nella Cappella dedicata alla
Madonna, la Lady-Chapel. Mentre venivano trasportate nella chiesa, dice il
compilatore della Vita del vescovo [Life and Gests], Gilbert conte di
Gloucester si avvicinò e toccò la bara che li conteneva, dopo di che
"sanguinarono di fresco." Il conte fu colpito da rimorso e restituì
alla Chiesa la piena restituzione di tutte le terre che il vescovo Cantilupe
gli aveva rivendicato. Fu il primo dei molteplici (ho trovato scritto ben quattrocentoventicinque)
miracoli segnalati sulla sua tomba. Nel 1289, sempre Swinfield, ormai vescovo e
che aveva portato le ossa di Cantilupe dall'Italia, scrisse al Papa chiedendone
la canonizzazione.
Tuttavia fu solo nel maggio del 1320 che la bolla di
canonizzazione fu emessa ad Avignone da Papa Giovanni XXII. È possibile che la
scomunica di Cantilupe, e il suo legame con i Cavalieri Templari, di cui era
Gran Maestro provinciale in Inghilterra, furono tra le cause del ritardo. I
Templari furono arrestati in tutta l'Inghilterra nel 1307; condannati nel 1310;
e nel 1312 l'Ordine fu finalmente sciolto nel Concilio di Vienne.
I numerosi miracoli avvenuti presso la sua tomba, fece
divenire la cattedrale uno dei luoghi di pellegrinaggio più frequentati
nell'ovest dell'Inghilterra; e nel 1286 (6 aprile) i suoi resti vennero
traslati in un luogo di riposo più maestoso in questo transetto, che
probabilmente era stato ricostruito in suo onore. Il re, Edoardo II, era
presente alla traslazione.

Come già detto Cantilupe era Gran Maestro provinciale dei
Cavalieri Templari in Inghilterra; e intorno alla divisione inferiore del
piedistallo ci sono quindici figure di Templari in vari atteggiamenti,
collocate nelle cavità di un porticato a foglia. Tutti sono completamente
armati, in cotta di maglia, con soprabito, scudo e spada. Tutti seduti, e calpestano vari mostri, tra cui
draghi e maiali con la museruola. I pennacchi in questa arcata, e i pennacchi
tra gli archi nella divisione superiore, sono pieni di foglie del carattere più
bello e vario. Nei pennacchi inferiori sono disposte a ramoscello; nella parte
superiore sono spesso disposti in filari di foglie, tra le quali ricorrono la
quercia, l'acero e il trifoglio.

Quasi al suo fianco, dietro delle colonnine gotiche come
vediamo nell’illustrazione sopra, ha la sua bella tomba Peter D’Acquablanca [Pierre d'Aigueblanche]. Scrive King [pagg. 59-60] che Pierre era
uno degli intrusi o "stranieri"
dai quali fu oppressa l'Inghilterra durante il lungo regno di Enrico III, e le
cui esazioni e tirannia furono tra le cause principali della rivolta dei baroni
sotto Simon de Montfort. Come il contemporaneo arcivescovo di Canterbury,
Bonifacio, Pierre era originario della Savoia ed era venuto in Inghilterra al
seguito di Guglielmo di Valenza, vescovo di Valence; scortava infatti la di lui
nipote Eleonora di Provenza [Éléonore de Provence], che sposò Enrico III d'Inghilterra.
Ottenne la sede di Hereford nel 1240 in opposizione a un
canonico di Lichfield, - "vir per omnia commendabilis", dice Matthew
Paris [monaco
benedettino e cronista inglese 1200-1259] che era stato eletto dai canonici; ma il re
non aveva interesse altro che per gli stranieri. Nel 1250 Pierre promise
di andare in crociata, e si recò, sotto
lo stendardo del Re di Francia, in Terra Santa. Tornò nel 1258, riportando con
sé delle lettere – che si vociferava siano state contraffatte –professate
essere quelle del papa, Innocenzo IV. In esse si ordinava a tutte le case
religiose di concedere un decimo della loro proprietà per la crociata [queste
vicende ricordano proprio l’epopea di Robin Hood]. Durante la sua assenza (nel
1257) Pierre spese ingenti somme cercando di procurarsi la sede di Bordeaux,
quando venne annunciata la morte dell'arcivescovo. Ma dopo che i soldi furono
spesi, l'arcivescovo di Bordeaux si dimostrò ancora vivo e lo sfortunato
vescovo Peter divenne, dice il velenoso Paris, oggetto di infiniti scherzi. Nel
1263, con altri "stranieri", fu espulso dall'Inghilterra; ma ne rientrò nell'anno successivo – anche se non
nella sua diocesi – quando Enrico III lo rimprovera per lettera, dicendo che
"essendo venuto a Hereford per prendere ordine per la disposizione delle
guarnigioni nelle marce del Galles, non ho trovato nella chiesa di Hereford né
vescovo, decano, vicario o altro ufficiale per svolgere le funzioni spirituali,
e che la chiesa e l'istituzione ecclesiastica erano in uno stato di rovina e
degrado". Il vescovo arrivò subito dopo a Hereford, dove venne arrestato
da Simon de Montfort, che sequestrò tutte le sue ricchezze, e imprigionò Pierre
nel castello di "Ordelay" (Urdley).

Particolare
del sepolcro
Morì nel 1268, senza lasciare una buona reputazione, infatti leggo nella viki
inglese che Matthew Paris disse che Pierre aveva "un'astuzia da
volpe" e che il suo "ricordo emana un fetore di zolfo”(ma chi era
Gerberto d’Aurillac?), però dalle date Pierre sopravisse al velenoso Paris
quasi dieci anni d più.
Nonostante questo
Pierre aveva acquistato il maniero di Holme Lacy per la cattedrale e aveva
lasciato i soldi per la distribuzione annuale di molto grano al clero della sua
chiesa e ai poveri. Fondò un monastero nella sua città natale, Aigueblanche, in Savoia,
dove il suo il cuore fu portato per la sepoltura, e dove rimane un monumento
con un'iscrizione, il suo corpo fu sepolto nella sua stessa cattedrale.. E a
pag. 28 è scritto che la tomba del
vescovo d'Acquablanca era originariamente riccamente colorata.
Sul pavimento nelle vicinanze c'è una lastra con l'effigie
di GIOVANNI D'ACQUABLANCA, decano di Hereford, (morto nel 1320). Era il nipote
del vescovo d'Acquablanca.
Passiamo ora al personaggio che mi interessa,
[Pagg. 54-55] preceduto da
WALTER OF LORRAINE, (Valter di Lorena) che governò
HEREFORD DAL 1061 AL 1079 fu cappellano
della regina Edith, e venne consacrato a Roma (già, ma quale Roma? Il sospetto
è più che lecito) da papa Nicola II. Valter aveva accompagnato il vescovo
Ealdred di Worcester a Roma, durante la sua elevazione alla sede di York. Era
un prelato di discutibile santità, se la storia raccontata di lui da Guglielmo
di Malmesbury non è un'invenzione dei suoi nemici. Ma ROBERT DE LOSING, Roberto
il lotaringio [il quale governò a Herefild dal 1079 al 1095], come il suo
predecessore
era originario della Lorena, si dice che
sia stato uno dei più dotti dei vescovi consacrati da Lanfranco di Pavia (il
pavese Lanfranc era divenuto arcivescovo di Canterbury all'indomani
della battaglia di Hasting e la tenne fino al 1089). Non per niente Guglielmo di Malmesbury
[Willelmi Malmesbiriensis Monachi. Nato fra il 1090 e il 1096, fu
educato nell'abbazia di Malmesbury nel Wiltshire, dove divenne bibliotecario.
Morì probabilmente nel 1143], scrive di Roberto
nel paragrafo 164 del Lib. IV del suo De
gestis pontificum anglorum che «Omnium liberalium artium
peritissimus, abacum præcipue et lunarem compotum et cælestium cursus astrorum
rimatus.»… come mi ricorda
potentemente Gerberto.
Il vescovo Robert trovò la sua cattedrale in rovina.
Apparentemente non era stata curata nei tempi difficili della conquista, ed era
già stata in parte bruciata, dai gallesi sotto il conte (Earl) Ælfgar. Il
vescovo la ricostruì, prendendo come modello la chiesa di Aquisgrana, Aix la
Chapelle, fondata da Carlo Magno. Il coro esistente è stato considerato parte
dell'opera del vescovo Robert.
Sempre Guglielmo di Malmesbury «Non multo post accepit
sedem illam Rotbertus Lotharingus, qui ibi ecclesiam tereti edificavit scemate,
Aquensem basilicam pro modo imitatus suo.» [Vedi pag. 300 dell’edizione di Hamilton, stampata a
Londra nel 1870] King naturalmente scrive Aachen, e in nota a pag. 2 «Nessun
lavoro di questo primo periodo rimane ora ad Aix.» ma la città teutonica
nemmeno esisteva in quegli anni, visto che sarà edificata almeno un secolo
dopo.
Intanto anche Remigius di Lincoln, che aveva anche
ricostruito la sua cattedrale, aveva fissato il giorno per la sua consacrazione
e aveva invitato Roberto ad essere presente. Ma Roberto si rifiutò di intraprendere
il viaggio, dicendo – secondo Guglielmo di Malmesbury – che le stelle gli
assicurarono che la dedica non avrebbe avuto luogo durante la vita di Remigius;
in effetti Remigius morì il giorno prima di quello stabilito. Malmesbury afferma
che Roberto avesse ricevuto un preavviso della sua morte da Wulfstan, vescovo
di Worcester (che in seguito fu santificato), con il quale aveva vissuto in
stretta amicizia.
Quando nel gennaio del 1095 Wulfstan era sul letto di
morte, Robert era assente presso il re. Il suo amico, dice il Cronista, gli
apparve in sogno e gli disse di affrettarsi da lui se avesse voluto vederlo ancora una volta.
Roberto partì subito, ma mentre riposava a Cricklade ricevette di nuovo la
visita di Wulfstan, il quale disse: «Hai fatto ciò che era possibile, ma
invano, perché ora me ne sono andato. Tuttavia, non rimarrai qui a lungo; e
come segno che dico il vero, domani riceverai un regalo da me». E, il priore di
Worcester, dove Robert arrivò il giorno successivo, gli regalò un piviale
foderato di pelli di agnello, che San Wulfstan aveva l'abitudine di indossare
durante i suoi viaggi. Il vescovo riconobbe il segno e, tornato a Hereford, vi
morì nel giugno successivo.
Pianta della cattedrale dal libro di
King
Ritorniamo alla storia della cattedrale così
come riferita da King.
[da pag. 3] Il vescovo sassone ETHELSTAN (1012-1056)
costruì la chiesa dalle fondamenta; che poco dopo l'ascesa del suo successore,
LEOFGAR, (1056) fu bruciata insieme alla maggior parte della città dal re gallese
Gryffyth. Il primo vescovo normanno, ROBERT DE LOSINGA, (1079-1096) che trovò
la sua cattedrale in rovina, iniziò a ricostruirla, prendendo come modello la
chiesa di Aquisgrana, o Aix la Chapelle, opera di Carlo Magno. Questo edificio
fu così completato da essere consacrato nei nomi della Beata Vergine e di
Ethelbert Re dell'East Anglia, nel 1110, durante l'episcopato di REINHELM,
(1107-1115). Porzioni normanne della cattedrale esistente (i pilastri della
navata, il coro alto quanto il lucernario e il transetto sud) appartengono alla
cattedrale del vescovo Robert.

[dalle pagg. 3-4] Le porzioni normanne sono curiose e
importanti. La prima cappella inglese dedicata alla Madonna ne è un eccellente
esempio; ma la parte più notevole dell'edificio è senza dubbio il transetto
nord. Il vescovo Cantilupe, morto nel 1282 (e canonizzato nel 1320), fu in
origine sepolto nella cappella della Madonna, che fu la prima aggiunta alla
chiesa normanna.
[da pag. 5] La cattedrale normanna, costruita, come si è
detto, a imitazione di quella di Aquisgrana, terminava ad est con una tripla
abside [triple apse]. L'abside centrale fu distrutta, con ogni probabilità, dalla
costruzione della cappella della Madonna [Lady-Chapel]; e le absidi laterali,
in un periodo alquanto successivo, furono convertite nel transetto orientale [eastern
transept], come appare ora.
Come
si legge si parla di tre absidi, con cui si chiudeva la navata (o meglio le
navate) nell’edificio voluto da Roberto il lotaringio. Saranno dati
ottocenteschi ma danno da pensare.
Per dimostrare che l’edificio potesse davvero
ricollegarsi con la duecentesca Aachen si è scritto che «è possibile che questo
edificio sia da identificare con la curiosa struttura a pianta centrale che in passato
sorgeva sul lato sud del chiostro del vescovo e distrutto dal vescovo Egerton
nel 1737.» ['Hereford', in An Inventory of the Historical Monuments
in Herefordshire, Volume 1, South west (London, 1931), pp. 90-144. British
History Online.
https://www.british-history.ac.uk/rchme/heref/vol1/pp90-144] Se lo dite voi…
Certo che quando i conti non tornano, sarebbe meglio chiamare i marchesi;
magari quelli di Camerino come lo fu Guido del Piceno.
Mi sembra proprio che la cosiddetta cappella
palatina di Aachen centri come i cavoli a
merenda. Forse è come per Germiny des prés, in cui qualcuno scrisse creata
ad immagine e somiglianza della cappella palatina di Aquisgrana, e per gli
storici tedeschi e i loro tirapiedi francesi e italiani avrebbe scritto una
bugia, una gran bufala.
Personalmente sono più che certo che la grossa
bufala sia la stessa cattedrale di Aachen, voluta dal Barbarossa e da lui
stesso fatta costruire.
Ma sì,
le mie sono solo Assurdità! Un cumulo di assurdità…
Marco
Pugacioff
Macerata
Granne
(da Apollo
Granno)
S.P.Q.M.
(Sempre
Preti Qua Magneranno)
03/12/'20
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