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sabato 1 luglio 2017

Pier Luigi Ighina di Galileo Ferraresi


Pier Luigi Ighina
Uno scienziato fuori dal coro



Si chiamava Pier Luigi Ighina ed era nato a Milano nel 1908. Aveva studiato elettronica, radioelettronica e sistemi radiotelevisivi e lavorato alla Magneti Marelli, alla CGE e all’Ansaldo Lorenz. Nel 1926 è volontario nella Marina Militare come telegrafista. Successivamente entra in contatto con Guglielmo Marconi, di cui dice di essere diventato un collaboratore, e nel 1937 quando Marconi muore, Ighina va ad abitare ad Imola presso il cognato.
In quella casa in viale Romeo Galli 4 Ighina fonda il Centro Internazionale di Studi Magnetici dove continua i suoi studi sul magnetismo che, per certi aspetti, combaciano con le teorie di Wilhelm Reich sull'orgone.

Nell’orto della casa Ighina aveva costruito un marchingegno costituito da un’elica da elicottero ruotante su un asse verticale. Nel terreno circostante erano sistemati dei tubi caricati con polvere d’alluminio. Quando l’elica con funzioni di ventilatore ruotava in un senso gli ioni caricati dall’energia solare nei tubi si allontanavano dalla terra e salivano verso le nubi allontanandole, quando l’elica ruotava in senso inverso attirava le nubi e provocava la pioggia.



La “macchina della pioggia” costituì per anni l’attrazione delle scolaresche di Imola che andavano in gita all’orto di Ighina per vederla in funzione: se c’era il sole faceva piovere, se pioveva nel giro di dieci minuti si apriva uno spiraglio di cielo sopra all’orto dove cessava la pioggia. Anche le telecamere di Bernardo Iovene registrarono l’effetto della macchina della pioggia che fu trasmesso da Rai 3 (Report 5 novembre 1998). Nonostante l’apparizione di Ighina in varie trasmissioni televisioni la macchina non fu mai accettata dalla scienza “ufficiale” che considerò sempre bislacche le sue teorie. Chi invece prese molto seriamente Ighina furono i gestori dell’Autodromo di Imola che tutti gli anni andavano a chiedere, supplicare, minacciare Ighina in occasione del Gran Premio. La casa di Ighina era una delle poche abitazioni all’interno del circuito automobilistico e, siccome ad Ighina non piacevano le rumorose corse automobilistiche, quando c’era il Gran Premio di Formula Uno di Imola… faceva piovere.

Il 2 gennaio 1996 un terremoto scosse Faenza e Modena saltando Imola che, pur essendo ugualmente sismica, si trovava nel mezzo. Alcuni imputarono l’anomalia sismica ad Ighina che aveva da tempo piantato nel suo orto una valvola antisismica per tener lontani i terremoti che, secondo lui, erano causati da variazioni magnetiche del sottosuolo. A Reggio Calabria esiste un’associazione che, partendo dai disegni di Ighina, ha costruito una grossa valvola antisismica del costo di 3.000 euro, per tener lontani i terremoti da quella zona già duramente colpita dai sismi.

Nel 2004 moriva Pier Luigi Ighina e a lui è dedicato un circolo culturale a Montegrotto Terme (PD). Ighina, l’uomo che propose in Africa la sua macchina della pioggia che fu rifiutata perché i governanti ci guadagnavano di più sfruttando gli aiuti internazionali che arrivavano per combattere le carestie. Ighina, l’uomo che non brevettò mai nulla delle sue invenzioni perché “il sapere è una cosa comune ed è giusto che venga usato gratuitamente da tutti”.
Non sappiamo ancora se fu un grande scienziato, di certo non fu un uomo comune.

© maggio 2014 Galileo Ferraresi

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