Enrico Ceccarelli – il
Mandrake italiano
Grazie all’acquisto di vecchie annate del Giornale dei Misteri, sono
venuto alla conoscenza di un stupefacente personaggio che, nel 1975, il
ricercatore Dido Buldrini nel suo articolo Ipnosi: arte e scienza[1],
ha chiamato per ben 4 volte Mandrake!
Al
contrario di un suo antenato definito nel 1922, un ciarlatano[2],
il dottor Enrico Ceccarelli di Siena, definito anche «il più famoso
ipnotizzatore del mondo» aveva nel ’75
cinquant’anni di attività in cui ha strabiliato ogni genere di pubblico sulle
più famose ribalte teatrali, dal Giappone, al Canada, all’Australia, in quel
campo chiamato Ipnotismo, o Ipnosi (dal greco “sonno”).
dove è scritto che è un manifesto della raccolta di Charles Cabot, un agente teatrale e pubblicitario per i circhi, pantomime e
spettacoli di varietà, che aveva raccolto centinaia di manifesti di
circhi, di maghi, di spettacoli di musica popolare e altro ancora, dagli
anni Venti agli anni Settanta.
E
proprio un anno dopo del libro del dottor Corsini, citato alla nota due, Ceccarelli
partecipò a (ritengo) una partita a carte con tre suoi amici, uno dei quali di
nome Sorbelli, d’improvviso si addormentò, vinto da una strana stanchezza.
Impressionati da quello che tutto sembrava
meno che uno scherzo, fu chiamato il medico Giovanni Soldatini. Il dottore
appena arrivato, vista l’immobilità, quasi catalettica di Sorbelli, riverso
sullo schienale della sedia, notò subito la rivoluzione dei globi oculari e diagnosticò
lo “stato di sonno ipnotico”.
L’articolo 728 del Codice Penale, a meno che
non si tratti di esperimenti scientifici o terapeutici, impone l’arresto da uno
a sei mesi, o una ammenda relativa per chi pone un individuo in stato di
narcosi o di ipnotismo che ne sopprima la coscienza e la volontà. E il dottor
Soldatini con rabbia esclamò: - «Dov’è? Chi è l’ipnotizzatore?». Ma lo sguardo
sincero dei tre amici fece capire al medico dell’azione incosciente di uno di
loro. Perciò chiese ai tre ragazzi di schiaffeggiare bonariamente – uno per uno
– Sorbelli. Al tocco palmare di Ceccarelli, Sorbelli si risvegliò. «Ecco
l’ipnotizzatore!» esclamò il medico, tra l’imbarazzante stupore generale.
Ci
sono persone che hanno dei “doni”, che li rendono diversi dagli altri, come la
civitanovese Pasqualina Pezzola, della cui particolare dote di poter vedere il
male dentro gli altri, si serviva un chirurgo camerinese prima di operare. E
Ceccarelli fu uno di questi e all’inizio non credeva a questa sua dote, al
fatto che le sue mani e la sua persona emanavano un fluido particolare, il
famoso e misterioso “magnetismo”. Eppure il suo fluido straordinario c’era e
colpiva a scuola, in strada arrivando – purtroppo per lui – a colpire una
vecchietta che ruzzolò fragorosamente sotto a un banco in stato ipnotico ed
anche sclerotico. Risultato: questura! E stavolta si beccò solo una lavata di
testa, niente arresto o multa, lavata passata anche in famiglia, perciò sotto
con gli studi.
Uno dei primi albi di Mandrake in
Italia
Laureatosi in Economia e commercio presso
l’università di Firenze, frequentò anche un corso di Psicologia presso
l’università di Roma e la sua fama esplose nel ’38, quando a Radio Lugano
sperimentò l’ipnosi-collettiva e cinque radioascoltatori rimasero bloccati. Fu
da lì che venne definito il «Mandrake italiano», visto lo straordinario
successo in Italia del personaggio creato da Lee Falk e Phil Davis.
Durante il passaggio del fronte a Siena, uno degli ufficiali del
Commando Alleato affetto da una insopportabile nevrosi dentaria – sapendo della
sua fama – ricorse con disperazione alla sua facoltà. Di fronte a una cerchia
di militari curiosi, Ceccarelli sfiorò col palmo della mano la guancia
indolenzita dell’ufficiale britannico e miracolosamente il soldato fu liberato
dal suo disturbo. Il “mago” fu ingaggiato dal Comando come ipnoterapeuta. Per
due anni e mezzo operò con la supervisione di medici inglesi, curando
particolarmente i soldati affetti da nevrosi per cause di guerra, arrivando al
recupero del 40 % dei malati con la ipnoanalisi.
Finita la guerra la sua fama era già all’apice, e i successi maggiori
vennero sui palcoscenici del Giappone, dove incontrò anche il cantante Claudio
Villa e poi alla televisione nipponica. Qui nel ’72, con un esperimento unico
al mondo riuscì ad ipnotizzare soggetti nipponici tramite l’interprete,
dimostrando che per l’ipnosi non esiste alcun ostacolo, nemmeno quello
glottologico.
Un’esibizione straordinaria di
Mandrake, opera di Galep.
Non
basta, ipnotizzò perfino una leonessa nel 1957 a Marsiglia durante lo
spettacolo in un circo. E nel ’69 si recò in Indonesia invitato da una impresa
locale per una serie di dimostrazioni pubbliche sull’ipnosi. Dapprima
nell’università della capitale di fronte a studenti, professori ed a varie
autorità. Qualche giorno dopo nel teatro Lokasari, dove alcuni stregoni di Balì
(isola in cui si dice si pratica la magia nera) si introdussero all’ingresso
per esibirsi contro di lui. Allora il Mandrake italiano rispose il 13 luglio
alle 10 di sera, con un esperimento collettivo di ipnosi sulla città
attraverso la televisione e centinaia di persona rimasero bloccate di fronte al
video nelle loro case. Il giorno dopo il quotidiano di Giakarta, il “Djakarta
Minggu” scriveva che Ceccarelli aveva battuto gli stregoni di Balì che dal
giorno prima non si facevano più vedere[3].
Mandrake e Lotar di Fredericks
Il
Mandrake italiano ebbe anche Arturo Toscanini come direttore d’orchestra
durante uno sei suoi spettacoli, ma sottolinea Buldrini ha come partner (non
certo il gigantesco Lotar), la classica musica di Beethoven, Wagner e Schubert.
Buldrini,
nel terminare il suo articolo – scritto dopo aver incontrato Ceccarelli nella
sua casa di Siena – scrisse A presto,
Mandrake!
Purtroppo
il “mago”, ho scoperto tramite una pagina di Facebook[4],
scomparve pochi anni dopo, nel 1980 a ottantuno anni.
In realtà la scomparsa del "Mandrake italiano" sarebbe avvenuta già nel '77. Infatti Giulio Cogni in un piccolo articolo a pag. 35 del Giornale dei Misteri n. 76, uscito a Luglio del '77 scriveva «La morte e il funerale sono stati annunciati dalla stampa e dalla radio soltanto a cose fatte. Se ne è voluto andare silenziosamente, quasi sdegnosamente, nel silenzio nel quale si era chiuso negli ultimi anni, durante i quali, se mai, si era dedicato soltanto ad esperimenti curativi per sollevare con l'ipnosi le pene altrui.»
In realtà la scomparsa del "Mandrake italiano" sarebbe avvenuta già nel '77. Infatti Giulio Cogni in un piccolo articolo a pag. 35 del Giornale dei Misteri n. 76, uscito a Luglio del '77 scriveva «La morte e il funerale sono stati annunciati dalla stampa e dalla radio soltanto a cose fatte. Se ne è voluto andare silenziosamente, quasi sdegnosamente, nel silenzio nel quale si era chiuso negli ultimi anni, durante i quali, se mai, si era dedicato soltanto ad esperimenti curativi per sollevare con l'ipnosi le pene altrui.»
[2] «Il
fatto di aver esso profetizzato [Tommaso Giannolti o Gianmozzi da Ravenna, che
assunse poi anche il cognome di Rangone,] ad ogni Papa una vita arcilunga
richiama alla mente un altro medico della stessa epoca che da prima
semplicemente ciarlatano finì per divenire addirittura falsario, e lasciò per
questo la vita sul patibolo, Alfonso Ceccarelli. Fu uomo indubbiamente dotto
che lasciò molte opere, delle quali alcune di argomento medico; ma come prestar
fede ad esse? Tra l'altro sembra proprio che a lui si debbano quelle profezie
che egli avrebbe attribuito a San Malachia e che ad ogni morte di pontefice
tornano ancora fuori sui giornali politici [La nota recita: Corsini A.: Le profezie di S. Malachia ed un
medico falsario. («Illustrazione Medica Italiana», anno IV, n. 3, marzo 1922),
un articolo che non sono riuscito a trovare Puga].»
Andrea Corsini,
MEDICI CIARLATANI E CIARLATANI MEDICI,
Bologna, Nicola Zanichelli Editore 1922, pag.77.
[3] Secondo l’articolo di Buldrini, la vicenda è narrata
nella Cronaca di Siena del 17 luglio 1969.
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Marco Pugacioff
va agli
Anche sul numero 76 del GdM (luglio 77) vi è un articolo si Enrico Ceccarelli, in occasione della sua dipartita. Se le interessa posso inviarglielo. Giovanni
RispondiEliminaLo poi letto anch'io l'articolo sul n. 76. Perdoni il ritardo nella risposta, ma questo meccanismo non mi avverte mai se ci sono nuovi commenti. Puga
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