Cerca nel blog

martedì 25 giugno 2024

Gli spettri dei soldati Romani in Inghilterra.

 


Gli spettri dei soldati Romani in Inghilterra.

 


  Vi è una città nella Gran Bretagna meridionale, nella contea del Sussex dell’ovest, situata in un’ansa del fiume Lavant. È Chichester, che i Romani chiamavano Noviomagus come afferma Tolomeo nel Libro II, Capitolo II della sua Geografia; l’insediamento fu inizialmente fondato come forte invernale per la Seconda Legione Augusta sotto il futuro imperatore Vespasiano poco dopo l’invasione romana del 43 d.C. Il campo si trovava nel territorio della tribù amichevole degli Atrebati, come riferisce la wiki britannica.


Questa foto che mi ricorda potentemente i fumetti di Robin hood, è un tratto di Stane Street;  il nome moderno dell’antica strada romana lunga 55 miglia nel sud dell’Inghilterra che collega Londra a Chichester. Da https://www.exploringgb.co.uk/blog/stane-street-ancient-roman-road


 

 

«L’odierno impianto urbanistico coincide con il medievale, che a sua volta ricalcava quello dell'epoca romana: le quattro vie principali corrispondono agli antichi assi costituiti dal cardine e dal decumano. La città conserva inoltre per intero la cerchia delle mura, erette nel sec. 14°, che seguono lo sviluppo della cinta romana del sec. 3°, della quale sopravvivono anche alcuni tratti inglobati nell’opera successiva

[https://www.treccani.it/enciclopedia/chichester_(Enciclopedia-dell’-Arte-Medievale)/]

Al numero 38 di Wood street, davanti ad una rotonda troviamo un pub che sembra uscito da un episodio di Agente Speciale; è il “Chichester Inn” che esisterebbe dal 1780.



Su gogole mappe ci sono arrivato “percorrendo” le vecchie mura della città – un pochino più vecchie di Robin Hood, infatti dovrebbero risalire al tempo della conquista de re Guglielmo il Bastardo – che ricalcavano le mura romane.

 



   L’autore del sito 

http://theantonineitineraries.blogspot.com/2021/01/roman-ghosts.html 

ha letto il libro di Judy Middleton Luoghi stregati del Sussex [Haunted Places of Sussex] del 2005 e ha trovato questa notizia alle pagine 13 e 14… 

«Si sostiene da tempo che il fantasma di un centurione romano pattuglia ancora le antiche mura e che il suo passaggio lo porti direttamente attraverso il pub. Se il fantasma risale all’epoca romana sembra più probabile che fosse un legionario, poiché un centurione era un soldato anziano, un comandante - ma la gente lo ha sempre chiamato centurione e quindi è inutile cavillare. Lo spettro di pattuglia è stato visto da molte persone mentre altri lo hanno sentito sfiorare. Non è visibile l’intera figura, solo la metà superiore. Ciò potrebbe essere spiegato dai diversi livelli del suolo sin dall’epoca romana.»

 


All’isola di Mersea


   Degli spettri romani a York – ai confini della Scozia – ne avevo già parlato che dovrebbero essere della famigerata nona legione. Ma vedendo (coi sottotitoli e sennò chi c’è capiva niente) un video sulla cantina della Casa dei tesorieri, [https://www.youtube.com/watch?v=yen13KjapwQ] mi ha fatto conoscere un’isola chiamata Mersea, sempre nell’Essex e in antico inglese era “meresig” che significa "isola dello stagno", (credo non il metallo ma una palude); sia la wiki britannica che quella italiana dicono che «Un grande tumulo rotondo romano-britannico vicino allo Strood conteneva i resti di un adulto cremato in un’urna di vetro, all’interno di una bara di piombo, ora custodita nel museo locale […]

 


Si ritiene che West Mersea fosse una meta di vacanza per i Romani che abitavano a Camulodunum [il nome deriva dal celtico "Camulodunon", che significa "la Rocca di Camulos" (dove Camulos rappresentava il corrispettivo celtico del dio romano della guerra, Marte).] oggi Colchester.»

 

La sfinge romana di Colchester

Mi piace ricordare che uno studioso di quella città, l’assimilò a Camelot e che un suo generale romano chiamato Arturius fu re Artù.

 

 

In quel video si parla di quell’isola dove venivano viste apparizioni di antichi romani. Mi ha molto colpito quella della signora Valerie che è particolarmente toccante.


Lei e il marito ritornavano alla loro casa a mezzanotte (la classica ora dei fantasmi) sotto la luna piena e per farlo dovevano passare accanto allo Strood, una strada rialzata che si  inonda con l’arrivo dell’alta marea. E infatti a quell’ora c’era l’alta marea, comunque la signora vide qualcuno camminare; era il soldato romano diretto quasi sicuramente al tumulo! Il marito la prese per una sciocca, però rallentò e poi lo videro tutte e due.


    Il Legionario era robusto, camminava eretto, e teneva suo figlio in braccio mentre nell’altro portava due lance (forse due pilum)…

forse padre e figlio andavano a salutare insieme il luogo del riposo eterno di colei che non c’era più.

 


   In un altro video, [https://www.youtube.com/watch?v=l3auJWh-aPo] un ricercatore su fenomeni paranormali Chris Halton, scavalcando il recito che delimita il tumulo romano-celtico, si è avvicinato all’entrata e avrebbe registrato qualcosa di simile a due voci, una veloce ed arrabbiata maschile e un’altra più dolce, indefinibile, ma sicuramente femminile.

Certo, forse sono solo suggestioni provocate dal vicino passaggio di automobili sulla strada, già forse…

 

   Infine l’Inghilterra, non certo la Scozia, è piena di legionari Romani fantasmi… una per tutte «Ho avuto un incontro con un gruppo di soldati romani al Pozzo di Sant’Antonio nella foresta di Dean. Ho trascorso la notte con un’amica per un falò e una cerimonia privata femminile, siamo andati al nostro posto bendati guidati dal suo compagno in modo da non sapere dove eravamo esattamente. Abbiamo spento il fuoco e ci siamo seduti in silenzio a meditare dopo aver svolto il nostro compito. Dopo circa 15 minuti molto sintonizzati con il bosco, entrambi abbiamo sentito una legione di soldati e cavalli romani piuttosto rumorosi! Si fermarono e abbeverarono i cavalli. Al mattino ci siamo resi conto che eravamo a circa 20 metri dal pozzo! Sembrava molto reale", ha detto l'astrologa Janetta Morton» è stato narrato in https://wildhunt.org/2022/09/flowers-barrow-and-spectral-legions.html 

    Ma i soldati romani si vedono solo lassù? Nel mio prossimo scritto parlerò dei fantasmi locali e una storia riguarderebbe proprio i legionari Romani.

 

Marco Pugacioff

[Disegnatore di fumetti dilettante

e Ricercatore storico dilettante, ma non blogger

(Questo è un sito!)]

Macerata Granne

(da Apollo Granno)

S.P.Q.M.

(Sempre Preti Qua Magneranno)

25/06/’24

 articoli

 Fumetti

sabato 8 giugno 2024

Vitaliy Valentinovich Bianki favolista russo

 

Vitaliy Valentinovich Bianki

Favolista russo


Vitaly Valentinovich Bianchi ha aperto il magico mondo della natura ai bambini sovietici, sulle pagine dei suoi libri la vita degli animali è piena di incredibili avventure. Lo scrittore è definito un mago che era in grado di vedere i miracoli nelle cose semplici. Aveva un linguaggio leggero e colorato, supportato dalla conoscenza di un biologo e naturalista, risveglia la fantasia di ogni bambino. 

"Veniamo tutti dall’infanzia": questa espressione si adatta al meglio allo scrittore Vitaly come nessun’altra. 

 Il ragazzo nacque il 30 gennaio (11 febbraio) 1894 a San Pietroburgo ed è cresciuto in un ambiente straordinario. Suo padre Valentin Lvovich Bianchi, capo del dipartimento ornitologico del Museo Zoologico dell’Accademia delle Scienze, aveva allestito un vero e proprio zoo in casa. Le stanze erano piene di gabbie con uccelli, adiacenti ad un acquario e un terrario con lucertole, serpenti e tartarughe. La famiglia, portandosi dietro gli animali, si recò per l’estate nel villaggio di Lebyazhye. Una volta un piccolo alce, raccolto dalle guardie forestali, si stabilì addirittura nel cortile della loro dacia, ma in autunno l’animale fu portato nello zoo.

 


















   Nel mondo di Madre Natura si apre  un paese così affascinante, che Bianchi Senior aveva fretta di far conoscere ai bambini. I suoi figli vagavano con lui per le foreste, annotavano osservazioni, imparavano a cacciare e pescare. L’interesse per la natura e la scienza ha determinato le professioni degli eredi. Il maggiore dedicò la sua vita allentomologia, quello di mezzo divenne meteorologo. E il più giovane, Vitaly, impressionato dai viaggi a Lebyazhye, dove si trovava la rotta marittima degli uccelli migratori, si considerava un ornitologo. L’amore per gli animali non era l’unica passione di Vitaly Bianchi. Da bambino, il ragazzo scriveva poesie, amava la musica e cantava bene. Dopo essersi diplomato al liceo, il futuro autore entrò all’Università di San Pietroburgo nel dipartimento di scienze naturali, ma allo scoppio della prima guerra mondiale lo studente fu mobilitato. Il ragazzo era interessato alla politica in gioventù, si unì ai socialisti rivoluzionari e camminò sotto la bandiera di Alexander Kolchak. Il figlio dello scienziato in seguito pagò le sue attività. Fu perseguitato dalle autorità sovietiche, arrestato perché sospettato di attività controrivoluzionarie e una volta addirittura deportato a Uralsk. Dopo la Rivoluzione dOttobre, Vitaly visse per diversi anni ad Altai, nella città di Biysk.

Qui Bianki tenne delle lezioni di ornitologia, lavorò nel museo di storia locale, introdusse gli scolari alle basi della biologia e organizzò spedizioni scientifiche e ha scritto storie per bambini. 

I libri che Vitaly Bianchi ha scritto donano osservazioni sulla vita dei fratellini della foresta: questi appunti sono diventati la base delle opere sulla natura. La bibliografia dell’autore contiene più di 300 fiabe, racconti e articoli e sono stati pubblicati oltre un centinaio di libri. Lo scrittore una volta ha ammesso in un discorso ai lettori: “Ho cercato di scrivere in modo tale che le fiabe interessassero anche agli adulti. Ma ora ho capito che lo stavo creando per quelli adulti che tenevano un bambino nella loro anima”. Il talento letterario di Bianchi sbocciò dopo il ritorno da Altai nella sua città natale nel 1922. A Pietrogrado, Vitaly entrò nella cerchia degli scrittori per bambini Samuil Marshak e si tuffò a capofitto nella creazione di un mondo intrecciato dal cinguettio degli uccelli, dal verde dell’erba e dalle avventure degli animali.

 

Il primo lavoro di Vitaly Bianchi, "Il viaggio del passero dai capelli rossi", pubblicato sulla rivista «Воробей» [potremo tradurla e adattarla come “il passerotto”], fu molto apprezzato dai giovani lettori. Più di una generazione ha letto le storie umoristiche "Come una formica si affrettò a tornare a casa", "La prima caccia", "L’orsacchiotto", "Teremok", "Il gufo" e altre ancora.

I giovani genitori riempiono la biblioteca di casa con la fiaba «Синичкин календарь» “Il calendario di Zinka”, che sotto forma di gioco fa conoscere ai più piccoli il cambio delle stagioni e dei mesi. Esplorare e conoscere il mondo con Zinka la cinciallegra, è un piacere. In queste pagine: risposte alle domande sul perché i fiumi ghiacciano, quando gli uccelli volano e volano dentro e molti altri fatti interessanti sul mondo degli animali e sul loro ambiente.

Quindi Vitaly Valentinovich presentò al pubblico un’altra creazione letteraria chiamata «Оранжевое горлышко» ["Collo arancione"]. L’idea di Bianki, che racconta la storia dei viaggi della pernice Collo Arancione e del suo compagno, il galletto Podkovkina, è stata girata a metà degli anni '50 dai registi Alexandra Snezhko-Blotskaya e Vladimir Polkovnikov.

Il libro «Лесная газета» [la gazzetta della foresta] è stato un lavoro straordinario. Vitaly Bianchi iniziò questo lavoro nel 1924, fino al 1958 furono pubblicate 10 edizioni, che furono costantemente integrate e cambiate nell’aspetto. Unenciclopedia, un calendario, un gioco: tutto questo riguarda il “Giornale della foresta”, composto da 12 capitoli, ciascuno dedicato a un mese dell’anno. Il lavoro venne accolto calorosamente anche da bambini di altri paesi: infatti fu tradotto in diverse altre lingue.

Infine venne «Опознаватель птиц на воле» ["Identificare gli uccelli nella natura"] che mise fine alla vena creativa del maestro della penna, infatti rimase incompiuta.

Bianki morì nella sua città natale, a Leningrado, il 10 giugno del ’59.

Vita privata

   L’autore di libri per bambini non si dedicò subito alla sua vita personale. Il matrimonio con la sua prima moglie Zinaida Zakharevich, figlia di un consigliere titolare, fu stipulato nel 1916. Alcune fonti, in particolare la pubblicazione online Gorky, hanno affermato che al momento dell’unione la donna era incinta di un altro. purtroppo, il neonato morì all’ospedale di maternità.

Dopo la tragedia, nel 1918, Zinaida gli diede il loro primo figlio, Mikhail. Dopo 2 anni, la coppia chiese il divorzio. Lo stesso Vitaly non riuscì in seguito a costruire un rapporto affettuoso con l’erede. Bianchi lo considerava un opportunista e lo paragonava a Uriah Heep, personaggio negativo del “David Copperfield” di Charles Dickens.

 


 


   Lo scrittore incontrò la sua seconda moglie nella regione dell’Altai. Vera Klyuzheva, un’insegnante di lingua francese, ha dato alla luce una bambina, Elena, e due ragazzi, Vitaly e Valentin. Grazie al padre, gli eredi acquisirono anche un interesse per la natura circostante. In una delle sue interviste, il figlio Vitaly Vitalievich ha detto che il babbo, seguendo l’esempio dei suoi genitori, ogni estate portava i bambini al villaggio. E nell’appartamento di città vivevano con canarini, cani e una volta perfino con un pipistrello.

Lo scrittore amava giocare con i ragazzi, erano i primi critici dei suoi nuovi lavori.

Negli ultimi anni della sua vita Vitaly Bianki fu tormentato dalla malattia. Mentre lo scrittore poteva ancora camminare, spesso ritornava ad immergersi nel reame di Madre Natura; nella regione di Novgorod, a volte affittava metà di una casa privata e camminava attraverso la sua foresta preferita. Tuttavia, il diabete e le malattie vascolari presto privarono lo scrittore della capacità di muoversi. Ai disturbi si aggiungessero anche un infarto e due ictus.

Suo nipote Alexander Bianchi, che oggi conserva con cura le foto di famiglia in un archivio, ha ricordato che negli ultimi 20 anni suo nonno si era costantemente preparato alla sua morte affermando: "Come vorrei vivere e scrivere qualcos’altro."

 






Библиография

1926 — «Охотник на взморье»

1928 — «Лесная газета на каждый день»

1932 — «Лесные были и небылицы»

1936 — «Где раки зимуют»

1947 — «Нечаянные встречи»

1949 — «Прятки. Рассказы старого охотника»

1951 — «Лесные домишки»

1952 — «Рассказы об охоте»

1953 — «Кувырк и другие рассказы»

1954 — «Оранжевое горлышко»

1954 — «Первая охота»

1955 — «Лесные разведчики»

1955 — «По следам»

1956 — «Повести и рассказы»

 

Bibliografia

1926 – “Cacciatore in riva al mare”

1928 - “Giornale della foresta per tutti i giorni”

1932 - “C'erano storie della foresta e storie fantastiche”

1936 — “Dove i gamberi svernano”

1947 — “Incontri inaspettati”

1949 — “Nascondino. Racconti di un vecchio cacciatore"

1951 — “Case nella foresta”

1952 - “Racconti di caccia”

1953 – “Salto mortale e altre storie”

1954 - “Collo d'arancia”

1954 - “Prima Caccia”

1955 – “Esploratori forestali”

1955 — “Seguendo le orme”

1956 — “Racconti e storie”

 

La storia della famiglia di Vitaly Bianki, 

il suo vero nome

La lingua russa era la lingua madre di Vitaly Valentinovich Bianki, e si considerava un russo e soprattutto uno scrittore russo.

La famiglia Bianki è arrivata in Russia solo all’inizio del XIX secolo. Il nonno del futuro scrittore dalla parte materna era svizzero (dalla nascita della madre di Vitaly Valentinovich era Clara Emma Matilda Blanc). Il nome di famiglia della famiglia per il padre era tedesco - Weiss (in traduzione - "bianco").

La famiglia aveva una leggenda su come Weiss divenne Bianki. Il nonno del nonno dello scrittore era un famoso cantante d’opera. In preparazione per il tour in Italia, l’agente lo convinse a cambiare il suo cognome tedesco nella sua versione italiana - Bianchi. Questo cambiamento, radicato nei documenti, passò poi ai discendenti come Bianki.

 


 

Vitaly Valentinovich ha ricevuto un ulteriore riconoscimento dal suo programma radiofonico "Notizie dalla foresta", amato dai giovani ascoltatori negli anni '50. Spiegò che il programma educativo venne concepito come un dono per i bambini sopravvissuti alla guerra, “in modo che i bambini non si annoino, ma che siano felici”.

Le strade di città come Velikij Novgorod, Rostov sul Don, Borovichi e altre prendono il nome dal maestro della penna. Nella sua giovinezza, Bianchi ha mostrato buoni risultati nel calcio. Vitaly ha giocato nelle squadre di San Pietroburgo, tra cui "Petrovsky", "Neva" e "Unitas". Uno dei premi significativi nella carriera sportiva del giovane fu la Coppa di Primavera di San Pietroburgo, che vinse nel 1913.

Fonti:

- https://24smi.org/celebrity/18525-vitalii-bianki.html

- https://dzen.ru/a/Y5COxk-qGwyiRYB9

e la wiki russa

 Marco Pugacioff

[Disegnatore di fumetti dilettante

e Ricercatore storico dilettante, ma non blogger

(Questo è un sito!)]

Macerata Granne

(da Apollo Granno)

S.P.Q.M.

(Sempre Preti Qua Magneranno)

08/06/’24

 articoli

 Fumetti