Alcuni spettri delle Marche
Il frate della biblioteca
Nella città di Macerata, un piccolo capoluogo delle Marche, vi è la biblioteca comunale Mozzi-Borgetti, che è da anni in un palazzo all’interno delle mura comunali.
Pochi anni fa, mi fu riferito da una bibliotecaria (che purtroppo oggi non c’è più) era stato avvistato un paio di volte l’ombra di un frate. Era stato visto al secondo piano, dove si entrava alla sede originale di lettura, carica di libri e di fascino; oggi è totalmente trasformata, e con pochi libri. La modernità distrugge tutto…
Niente di che, visto il palazzo su cui «fin dal 1561, era presente ed attiva una scuola gesuitica» era stato fondato su di un antico convento. Dicono ancora in rete: «La Biblioteca è situata nell’ex collegio dei gesuiti, un complesso eretto nell’area precedentemente occupata dall’ospizio dei cavalieri di Gerusalemme e sottoposto a rimaneggiamenti architettonici ed ampliamenti a partire dal 1681.» Quindi come ogni luogo che ha un po’ di secoli sulle spalle, perché non dovrebbe avere un fantasma…
Il soldato di Re Gioacchino
Di un altro fantasma a Macerata Granne si parlò non molti anni addietro, quello di un soldato del Re di Napoli Murat. Il fantasma del Re, nato stalliere e figlio di un bottegaio, sembra invece sia ancora legata al luogo della sua fucilazione, ovvero nel castello di Pizzo Calabro che Dumas scrive «di sanguinosa memoria», fucilazione eseguita su suo comando dai suoi stessi soldati tornati al re borbonico.
Il suo soldatino si chiamerebbe François (come il mio amico Hue), e dovrebbe esser un ufficiale che si è fatto scorgere nel novembre del 2012, nella sua divisa rossa sotto al municipio nella piazza principale; chi lo vide, pensando ad una carnevalata, lo apostrofò con il termine di Generale. Poi fu visto altre volte nei giorni successivi finché François (se questo è effettivamente il suo nome) domandò a tre ragazze la strada per Tolentino, in quanto lì vi era l’accampamento dei suoi compagni d’arme e che doveva raggiungere secondo gli ordini avuti… il bello è che le ragazze lo videro poi svanire nell’aria.
Un soldatino che forse non partecipò alla famosa battaglia di Cantagallo, nella piana tra Macerata e Tolentino «dove finì Re Gioacchino», tra il Chienti e il Potenza «dove fini l’indipendenza» e dove il Re cercò più volte la morte; il cui quartiere generale muratiano era a Casa Sileoni a Pollenza, tanto che un suo discendente, Fabio, mi fece vedere delle carte dell’epoca… Mi piace pensare che questo ragazzo sia stato distratto da una fanciulla locale e che per questo salvò la vita, ma che gli rimase in petto di non aver compiuto il suo dovere, per questo è riapparso, ma è solo una mia romantica idea.
La bimba fantasma di Monte San Vito
Il grande ricercatore Gabriele Petromilli (scomparso nel 2016, se ben ricordo), ha lasciato sulla sua pagina facebok una testimonianza di cui “rubo” alcune righe: «Monte San Vito è un paese popoloso della Bassa Vallesina distante circa trenta chilometri dal capoluogo marchigiano.
[…]
L’episodio è iniziato nella abitazione di un ex sindaco del paese: scorrendo l'album fotografico dei famiglia, la nipote chiese chi fosse la bambina accanto ad una cappella cimiteriale fatta erigere da poco tempo.
Era una figura che lì non doveva essere, giacché al momento dello scatto, eseguito dallo stesso sindaco, l'edificio era deserto. L’istantanea, infatti, era stata eseguita soltanto per documentare a certi parenti lontani l’avvenuta edificazione del sepolcro di famiglia.
[…]
Il mistero si accrebbe ancora di più quando si accorse che i due fotogrammi scattati in successione in cui compariva il tempietto, soltanto in uno compariva l'immagine della ragazzina.
[…]
constatato che l’accaduto non aveva attinenza con le dicerie sulla presenza nel cimitero di uno spettro femminile con le zampe equine, fu appurato che in tempi passati sarebbe stata usanza della gente del posto seppellire i morti in giovane età con gli abiti della prima comunione: lo stesso abbigliamento in cui la misteriosa giovinetta aveva voluto manifestarsi nel fotogramma.
Ma sarebbe emerso ancora di più. Lo spettro avrebbe anche un nome: Teresa Maria Benignani, defunta a nemmeno dodici anni, sul finire del diciannovesimo secolo, per una infezione di tifo.
E' questa l’identità più verosimile, giacché compare su una vecchia lapide nella parte antica del camposanto, in vicinanza del punto in cui è stata edificata la cappella di famiglia del sindaco.»
Scrivo questo sperando che il signor Gabriele non si arrabbi e venga a trovarmi…
Era un gran ricercatore e un suo ultimo libro a stampa digitale scrisse di molte apparizioni come quelle di S. Maria della Piazza ad Ancona, che sembra avvenga al Venerdì Santo una... sfilata di frati cistercensi (V. pagg. 18-19).
Alle cascatelle di Cingoli
A Cingoli in località Valcarecce sulla strada per Apiro, presso la Cascatelle, ci sarebbe una curva pericolosa dove sono avvenuti degli incidenti mortali.
Mi è stato riferito che però, a volte, apparirebbero due persone che fermano gli automobilisti, appena in tempo, prima di un pericoloso scontro.
Forse sono le anime, i fantasmi (considerate anche angeli da alcuni) di chi è perito lì che vogliono aiutare chi può essere in pericolo.
La stele romana di Montelupone
Come promesso nel mio scritto precedente, parlo ora dei fantasmi dei legionari non lontano da dove abito…
Poco al di sopra della località Montanari presso Montelupone, in aperta campagna (la biforcazione sinistra della Strada delle Cervare, tra i confini di Montelupone, Macerata e Morrovalle) sorge una antica stele romana, alta più di sei metri. Secondo quel che scrive la famigerata wiki, sarebbe «parte di un monumento funerario»; nella stessa zona si ipotizza vi fosse un tempio dedicato al dio Apollo.
da notare è nella zona di San Claudio... ricordate cosa diceva il professor Carnevale?
Vi sarebbe una tradizione locale raccolta dal professor Giovanni Carnevale che di notte, vicino alla stele sotto le stelle, i contadini dicevano di sentire i rumori di una battaglia. E si scatena la Paura, che Gabriele Petromilli [a pag. 25 del suo Spettri: dove, come, quando, perché nelle Marche, un volumetto in stampa digitale del 2014] chiama Paòra. Un sentimento di terrore che l’artista Michele Arcangelo Iocca (1925-2023) mi attestava essere chiamato così, ovviamente nel dialetto locale, anche a Calascio in Abruzzo.
Montelupone è per tradizione chiamata Rometta.
Il fantasma della Cascina Buonafede a Monte San Giusto
Nella cascina buonafede o Coriolana di Monte San Giusto, eretta nel secolo XIV, viveva il vescovo Nicolò Buonafede di Chiusi.
In quella cascina, secondo vox populi il vescovo ci passava l’estate, ed aveva come cameriera una giovane contadina di cui si era invaghito. Ma lei rifiutò le sue offerte d’amore e lui allora la fece fuori.
Non molti anni fa, il suo fantasma disturbava i muratori che stavano ristrutturando la casa, ritardandone i lavori e si dice che ancora oggi l’anima senza pace della ragazza si agirebbe al suo interno.
E con questa piccola escursione mi fermo qui.
Ciao a Tutti
Marco Pugacioff
[Disegnatore di fumetti dilettante
e Ricercatore storico dilettante, ma non blogger
(Questo è un sito!)]
Macerata Granne
(da Apollo Granno)
S.P.Q.M.
(Sempre Preti Qua Magneranno)
13/07/’24
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