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mercoledì 24 luglio 2024

Su Sforza Costa[nza] di Macerata Indagine con la Professoressa Patrizia Licini

 

Su Sforza Costa[nza] di Macerata

Indagine con il gran aiuto della

 Professoressa Patrizia Licini

Sforza Costa sotto i Sibillini, dalla vetrata sporca della mia vecchia pandina

   Stavo provando a tradurre con il traduttore di gogole, lo straordinario articolone, praticamente un vero e proprio libro di Storia della professoressa Patrizia Licini de Romagnoli:

Count Freducci's Nautical Charts, Papal

Cartography, and Transmission: A Reply to Articleby Chet Van Duzer (2017).

 

    Mamma che fatica che è l’ostrogot…, cioè l’inglese. Nemmeno traducendo il serbo-croato per le storie del veliki Blek oppure quelle di Tarzan, o il russo dei libri delle loro tradizioni storiche e leggendarie, erano così pesante.  E dire che provai a tradurre pure gli albi yankee di Tarzan, eppure, niente! Ho un rifiuto totale di questa lingua. Temo che sarebbe così perfino per le storie di Robin Hood!

   Ma questo articolone lo consiglio caldamente perché, ripeto, è pieno di storia!

 

Casa nativa Filelfo foto scovata in rete su:

https://www.giampierocalcaterra.net/casa-natale-francesco-filelfo-tolentino

Pensante parla pure dell’erudito tolentinate Francesco Filelfo e della sua stirpe che fu…


“Franciscum
Philelphum Anconitanum Marchie ex vetusto Tollentini oppido
natum” 

(Gian Mario Filelfo è semplicemente indicato come figlio di Fran-
cesco)

 

Franciscum Philelphum Anconitanum Marchie ex vetusto Tollentini oppido natum (1483)

Franciscum Philelphum Anconitanum ex vetusto Tollentini oppido natum (1485)

Franciscum Philelphum ex vetusto Tolentini oppido natum (1486)

Franciscus Philelphus Anchonitanus, ex vetusto insignique oppido Tollentini oriundus (1503)

Da pag. 141 de Rocco Borgognoni.

FRANCESCO FILELFO ANCONITANUS 

(CON UNA LETTERA DI BENEDETTO SILVIO 

A GIACOMO FILIPPO FORESTI)

 

   Ma andando avanti, ho trovato altre cose che mi hanno scatenato molte domande e una, ha fatto scatenare tutta l’erudizione della Signora!

   Vi allego qui le lettere elettroniche che ci siamo scambiati…

18 lug 2024, alle ore 09:17

     uff... diventa sempre più difficile provare a tradurre dall’ostrogoto il tuo articolone. Però al leggere a p. 60

«E poi arriviamo ad una parte poco conosciuta della storia. Del Podestà e del Signori Priori Governatori della Città di Fermo, Francesco Sforza ricevette il mandato papale di della Marca di Ancona, dal 1433 al 14, fu nominato Conte di Fermo, dal 3 gennaio 1434 al 20 febbraio 1446. Come vicario pontificio di Ad Ancona, lo Sforza fu nominato al comando delle Città (rigo 1381[…]

[<<i conti di Fermo esistevano, eccome [la professoressa risponde a una mia domanda sul mio libro sui Vidoni a p. 113]! Il titolo viene da Firmanus Comitatus costituito da Carlo Magno, come leggiamo nelle capitolazioni di Carlo Magno e di Ludovico, Re dei Franchi (cfr. Étienne Baluze / Spephanus Balutius, Capitularia regum Francorum. Additae sunt Marculfi Monachi & aliorum Formulae veteres, et Notas doctissimorum Virorum; Tomus Secundus, Parisiis, Ex Typis Benedicti Morin, 1780, Firmanus Comitatus, col. 1548; Lupus Comes Firmanus, col. 1538; Tomas Primus, 1677, coll. 755 e 1188). >> stralcio dalla Lettera elettronica  della professoressa del 10/07/2024, 18:47

mi è venuto in mente che subito uscito dal paese, da macerata, per andare a Tolentino c’è una fazione di Macerata (quasi attaccata a Cassette Verdini, frazione di Pollenza) che si chiama così... per festeggiare le nozze di uno Sforza con una Costa. Ma è una voce e non saprei se centra con la storia del '300.

   Proverò ad andare avanti.

Ciao Marco,

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19, 07, ’24  - 12, 29

   La professoressa mi risponde che aveva fatto il suo articolone, praticamente un vero e proprio libro per rispondere alle imprecisioni di un altro ricercatore e… 

«Francesco Sforza ricevette da papa Eugenio IV Condulmer il titolo di Gonfaloniere della Chiesa Romana e il titolo di vicario pontificio della Marca di Ancona dal 1433, fino al 1447. E poi i Priori di Fermo investirono Francesco Sforza del titolo di conte di Fermo dal 3 gennaio 1434, fino al 20 febbraio 1446. 

Frattanto otto anni dopo essere stato investito del vicariato pontificio della Marca di Ancona, Francesco Sforza sposò Bianca Maria Visconti. Francesco Sforza, vicario pontificio della Marca di Ancona, conte di Fermo, è lo Sforza che, sposando Bianca Maria Visconti, l’ultima discendente superstite della casa dei duchi Visconti di Milano, portò al marito il diritto a succedere a suo padre Filippo Maria Visconti il III duca di Milano al titolo di duca di Milano, come infatti avvenne nel marzo 1450. 

 

Per riassumere: Francesco Sforza il vicario pontificio della Marca di Ancona fino al 1447, il conte di Fermo fino al 1446, fu il IV duca di Milano dal 1450, fino alla morte nel marzo 1466. Nato dal matrimonio di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti, Il figlio primogenito ed erede al titolo, Galeazzo Maria Sforza Visconti, nacque il 14 o il 24 gennaio 1444 a Fermo, nel Girfalco, dove sua madre Bianca, la signora del luogo, essendo prossima al parto era arrivata da Corridonia. Galeazzo Maria Sforza Visconti fu tenuto a battesimo da Giovanni Freducci conte di Falerone nel Comitato Firmano. Antonio di Niccolò, autore della cronaca fermana, attesta che, per festeggiare il battesimo di Galeazzo Maria, furono invitati molti guerrieri alle giostre nella spianata del Girfalco a Fermo: "Fuit iostratum in Girifalco per multo Armigeros” (Gaetano de Minicis, a cura di, Cronache della città di Fermo, Firenze, 1870, "Annotazioni e giunte alle Cronache Fermane", p. 163 nota 206).

Non credo quindi che le nozze di uno Sforza con una Costa a Cassette Verdini, frazione di Pollenza, possano riguardare Francesco Sforza. Però Francesco Sforza era il fratello di Alessandro Sforza, signore di Pesaro e di Gradara, il quale fu invece l’autore della linea pesarese dalla quale discese suo figlio Costanzo I e il figlio di questo, Giovanni Sforza, nato dal matrimonio di Costanzo I e Camilla Marzano d’Aragona. Giovanni Sforza, signore di Pesaro e Gradara, fu il primo marito di Lucrezia Borgia le cui nozze furono poi annullate. E poiché era venuta a mancare la casa Sforza della linea milanese e pesarese il 5 agosto 1512 per la morte del bambino Costanzo II, solo erede legittimo di Giovanni Sforza suo padre, la città di Pesaro col suo contado era decaduta alla Chiesa Romana; di conseguenza il 16 agosto Giulio II aveva mandato il Vescovo di Monopoli a prendere possesso di Pesaro in nome della Chiesa. Col consenso e sottoscrizione di tutto il Collegio dei Cardinali di consegnare al IV duca di Urbino con pubblica, ed autentica investitura, la città di Pesaro con il suo comitato, Papa Giulio II conferì la Signoria di Pesaro in Vicariato a Francesco Maria della Rovere Montefeltro IV duca di Urbino suo nipote con Bolla di investitura X. Kalendas Martii, cioè il 20 febbraio 1513, giorno, nella notte seguente al quale, Papa Giulio morì.

Non centra niente, la mia piccola Luna, ma c’è la metto lo stesso.

 

  Un saluto alla micetta. Loro sanno difendersi dal caldo molto meglio di noi.»

 

Buona giornata.

Patrizia                   

 

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Alessandro Sforza ebbe 2 mogli   19/07/2024, 12:37

 

 

«Aggiungo che Alessandro Sforza, signore di Pesaro a Grandara, sposò prima Costanza da Varano e poi Sveva da Montefeltro (questo fu un matrimonio disastroso, tanto che Sveva fu costretta a farsi monaca e morì a Pesaro in odore di santità. Infatti è Sveva con il nome da monaca, Serafina, la santa co-protettrice di Pesaro insieme a San Terenzio.

  Questa è la sua storia:

Per più di dieci anni consecutivi, Sveva di Montefeltro, Contessa Sforza, sorella di Oddantonio di Montefeltro il I Duca di Urbino, aveva governato la Signoria di Pesaro in assenza del marito Alessandro Sforza il Signore di Pesaro sempre impegnato in imprese militari, fino al 1459 quando, tra le molte crudeltà usate alla sua consorte innocente, Alessandro la costrinse a rinchiudersi in un monastero. I genitori di Sveva furono Guidantonio di Montefeltro Conte di Urbino, e Caterina Colonna figlia di Lorenzo Conte di Alba e gran Camerlengo del Regno di Napoli il fratello di Papa Martino V. Nel 1461, vestito l'abito da religiosa, Sveva maritata Sforza di Pesaro assunse il nome di suor Serafina e scelse il Monastero del Corpus Domini il più povero della città di Pesaro dove morì in concetto di santa. Fin dal tempo della morte in data 8 settembre 1478, il pubblico culto reso dai Pesaresi alla beata Serafina la quale dal 1475 era stata eletta Abbadessa del Monastero, e la qualità che ha sempre goduto di comprotettrice di Pesaro, come dimostra il decreto del Consiglio Generale in occasione di prescrivere un triduo da farsi «in onore de' Santi Protettori Terenzio, Michelina, e Serafina» nel settembre 1741 a Pesaro dove ancora era la sua tomba, furono ampliamente provati negli atti originali del processo di beatificazione in Vaticano. Introdotta dal Duca Filippo Sforza Cesarini nel 1748, la causa di beatificazione della sua antenata Sveva, poi beata Serafina, terminò il 13 luglio 1754 con felice esito dal quale il 17 dello stesso mese uscì il solenne decreto di beatificazione.»

 

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19/07/2024, 13:48

 

«bellissima la tua micia! E non ti preoccupare per l’accento marchigiano [la Signora ha sentito la mia vociaccia in una registrazione telefonica, Puga], sono un po’ marchigiana anch’io, e poi per 6 anni mi sono abituata ai miei fantastici studenti tra Macerata e Fermo, tutti bravissimi e alcuni addirittura eccellenti. 

L’entrata a Sforza Costa venendo da Macerata da gogole mappe

 

Sugli Sforza e i Costa, ho pensato quanto segue. 

Primo: vox populi, vox Dei, voce di popolo, voce di Dio. Io credo molto nelle tradizioni popolari sui luoghi, perché trasmettono sempre qualcosa di vero.

Secondo: vicino a Pollenza, la frazione di Sforzacosta non è attribuibile né alla famiglia Sforza, né alla famiglia Costa, che non sono mai state attestate in questa zona, però… il nome di luogo (potrei dire meglio “toponimo” ma lo uso poco perché non mi piace) potrebbe alludere al matrimonio tra Alessandro Sforza e Costa - nza da Varano… 

Terzo: Sforzacosta potrebbe essere quindi l’esito moderno in italiani di un nome di luogo completo che col tempo ha perso un pezzo: Sforzacostanza. A Pesaro c’è Roccacostanza fondata da Costanzo II Sforza.

 

Vedi: https://www.comune.pesaro.pu.it/novita-in-comune/dettaglio/news/pesaro-la-rinascita-di-rocca-costanza-sede-dellarchivio-di-stato-e-del-museo-della-fondazione-dari/?tx_news_pi1%5Bcontroller%5D=News&tx_news_pi1%5Baction%5D=detail&cHash=915789fe0e35dc42dbb7dd0f360c6ed4

Ciao a te e miao alla micia Luna. 

Patrizia»  

 

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Puga: ancora su Sforza-Costa... 20/07/2024, 10:24

 

    ti voglio segnalare qualcosa che avrai già letto sulla Reggia Picena e che dà forza (anche se dovrebbe esistere una famiglia Costa in zona) alla tua idea del matrimonio Sforza con Costa-nza...

Documenti dei secoli 11. e 12. per la storia di Macerata; ... - Pagina 92

books.google.it › books

 

Raffaele Foglietti · 1879

<<XXXI.

1. Su questa carta non è altro a notare senonchè la menzione che in essa si fa di quella contrada Torricella di cui già facemmo cenno a nota 4 Carta XXIII Questa contrada della Torricella o Castellaretta nel catasto del secolo scorso conservava ancora questo nome e conserva ancora nell' uso quello di Castelletta - Confinava da una parte con la strada Carrareccia, che tutti sanno come vada, a poca distanza dal Chienti, da Sforza Costa al trivio Macerata Pausola Civitanova, e da un altra parte con il fosso Valteglia, il cui corso è segnato nella carta topografica del territorio esistente nell'ufficio tecnico Municipale. Il luogo dove proprio rimane il piccolo castello chiamato con i diversi nomi sopra indicati è a poca distanza dallo sbocco, nella strada della Carrareccia, della gabba la quale principia appena finita la scesa della strada Valteglia o di Corneto, e che era la continuazione di detta strada (Carta topografica sopra indicata). Detto luogo è posseduto ora dal Conte Tommaso Lauri. Proprio accanto alla casa del contadino si eleva un colle di pochi metri, che presenta alla sommità uno spianato, lungo un centinaio di metri e largo metà, tutto seminato di sassi e brecce Dalla parte di tramontana e da quella di ponente ed anche da quella di levante il colle è ancora formato (forse lo fu artificialmente) a scarpata nella parte più elevata, e la scarpata è intatta dalla parte di tramontana e ponente tantochè presenta l’aspetto di una grossa trincea in terra Poco tempo addietro vi si rinvenne una gran conca di marmo. Questa contrada e questo colle hanno ancora un importanza storica pel fatto che Francesco Sforza vi si accampò per più giorni con l’esercito nell’Agosto del 1444 prima di dare al Piccinino la terribile sconfitta che tutti sanno nella battaglia sotto Pausola Veggasi su ciò il Compagnoni (Reggia Picena pag. 362) il quale afferma che al tempo suo ancora si vedevano le tracce delle fortificazioni del campo>>

Buon fine settimana Marco

 

Da MURAT

ET

LA QUESTION DE L'UNITÉ ITALIENNE EN 1815

(Suite et fin).

SECONDE PARTIE.

Pagg. 318-319

Le 1er mai, il exécute une seconde reconnaissance sur tout le front des lignes ennemies qui s'étendent du Castello della Rancia et du Chienti jusque vers les hauteurs de Maestà, en avant de Tolentino. Livron les refoule brillamment et le roi découvre le champ de bataille où va se décider sa fortune (1).

Une plaine large de 1500 pas et longue de trois lieues et demie, dominée par deux éminences, celle de Cantagallo [cote 292] et celle de la Rancia [cote 176"] s'étend sur la rive gauche du Chienti entre Macerata et Tolentino; elle est traversée par la grand'route qui relie ces deux villes et coupée en son milieu par le petit ruisseau du Rotondo qui se jette dans le Chienti, perpendiculairement à la route, au pied de la Rancia; tout autour le terrain s'élève en pente douce vers la vallée du Potenza par Monte Milone (1) et Rambona, vers Macerata par Sforzacosta et Trebbio et vers la vallée du Fiastra (au sud du Chienti) par S. Angelo et Maestà. C'est là qu'en 1377 le comte Lu zzo et Rodolphe Varana de Camerino ont vidé leur querelle; là que se sont également battus, en 1443, Niccolò Pacassino et Francesco Sforza; là enfin que Bianchi s'est posté pour attendre Frimont et Neyperg et prendre Murat à revers. Celui-ci a bientôt arrêté son plan. Tandisque Carascosa, avec la première division, tiendra Neyperg en respect, il attaquera luimême les troupes de Bianchi et les tournera par leur gauche leur droite étant fortement appuyée au Chienti et aux hauteurs qui le dominent il les jettera dans la vallée encaissée de ce fleuve; puis, se réunissant à Carascosa, il écrasera Neyperg desormais sans soutien.

(1 Pollenza)

 

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fine ricerca...  20/07/2024, 11:21

  Poi trovo questa notizia…


Insediamenti e fortificazioni nella Marca medievale: atti del XXIV
Convegno di studi maceratesi, Macerata, 19-20 novembre 1988

Pagina 446
Centro di studi storici maceratesi, 1991 - 623 pagine
652 -
SFORZACOSTA
Il toponimo deriva dal fattoche, intorno alla metà del  secolo XVII, Sforza Antonio Costa, allora appaltatore delle poste provinciali, costruì - all'incirca fra la Carrareccia e l'attuale strada statale n. 77 -  un'«Hostaria››

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21/07/2024, 15:35

 

«Ciao Marco,

 

che faticaccia! Ecco quello che posso dire su Sforzacosta.

 

Ciao, e buona lettura estiva.

Patrizia

 

1.

Dobbiamo seguire la cronaca fermana di Antonio di Niccolò. Federico da Montefeltro, a quel tempo conte di Urbino, amico di Alessandro Sforza, "sapendo i suoi amori con Costanza Varano figlia di Gentile e d’Isabella da Montefeltro" andò a Fermo per trattare del matrimonio col conte Francesco fratello di Alessandro. Appianate alcune differenze, specialmente quella che Alessandro non aveva un principato (che poi egli ottenne col possesso della città di Pesaro) il cronista, notaio pubblico, compilò e stipulò l’atto notarile di matrimonio. Gentile è registrato come Gentile da Varano cittadino camerte. Alessandro Sforza era il luogotenente del fratello Francesco  Sforza a Fermo nel Girfalco.

 

Poiché Alessandro Sforza non aveva alcun principato, e per questo Isabella da Montefeltro, madre di Costanza, non voleva dare sua figlia in sposa al detto Alessandro, allora Federico conte di Urbino propose a Galeazzo Malatesta signore di Pesaro di vendere allo Sforza la città di Pesaro per ventimila fiorini d’oro. Conclusa e stipulata la vendita il 15 gennaio della suddetta città di Pesaro, i due fidanzati il 16 marzo dello stesso anno si sposarono in Camerino. Annibale Olivieri degli Abbati nelle sue Memorie di Alessandro Sforza dice che il matrimonio fu celebrato l’8 dicembre 1444 e che nel maggio 1445 Alessandro Sforza fu fatto signore di Pesaro. Questo connubio durò poco, poiché la bella Costanza morì appena ventenne

 

(Gaetano de MINICIS, a cura di, Cronache della città di Fermo, Firenze, 1870, "Annotazioni e giunte alla Cronaca Fermano di Antonio di Niccolò", p. 164, note 209 e 212).

 

2.

In realtà da una lettera autografa che ha raggiunto i nostri giorni, datata Macerata, 16 dicembre 1729, ed indirizzata al cardinale Annibale Albani, la firma autografa dell’autore Sforza Antonio Costa è Sforz’Antonio Costa. Quindi il suo cognome è Costa. La scansione del documento è al sito 

https://unire.uniurb.it/handle/123456789/24161  


La copia di una lettera attribuita ad Annibal Caro, nativo di Civitanova, proviene dall’archivio di Antonio Lazzarini ed è finita nella raccolta di lettere familiari di Annibal Caro (1531-1544) ad opera di Giulio Bernardino Tomitano. Dal 1969 la copia della lettera è stata conservata presso la Biblioteca Comunale di Macerata (ms 1092). La copie della lettera, attribuita al commendator Annibale Caro, è datata Roma, 8 maggio 1563, e fu inviata a Niccolò Fasiano.

Tuttavia in una nota aggiuntiva di altra mano rispetto alla copia 1563, Sforza Antonio Costa da Macerata nel secolo XVIII dichiara in latino di avere posto fine ai suoi studi, grazie a Dio. Solo questa nota fa supporre che sia esistita la nobile famiglia dei Costa a Macerata (cfr. Dante CECCHI, "Una lettera autografa di Annibal Caro nella Biblioteca comunale di Macerata”, in Civiltà del Rinascimento del Maceratese (Recanati, 30 novembre 1969). Atti del V convegno del Centro di studi storici maceratesi, Macerata, ‘Studi storici maceratesi / 5’, 1971, pp. 161-164. 

Con tutta probabilità, fu nel secolo XVIII, e non nel secolo XVII come Dante Cecchi sostiene, che uno Sforza Antonio Costa terminò i suoi studi al Collegio dei Gesuiti in Macerata. Il Collegio dei Gesuiti in Macerata era stato fondato due secoli prima, nel 1563 appunto, lo stesso anno della copia di lettera attribuita al commendator Caro.

 

Tuttavia l’attribuzione della nota aggiuntiva al secolo XVIII è in assonanza con alcuni documenti autentici secondo il criterio della verità legale. Il 13 dicembre 1735 la Camera Apostolica effettuò la descrizione delle saline di Ostia in occasione della loro consegna a Sforza Antonio Costa l’appaltatore, sotto il dominio di papa Clemente XIII (Giuseppe TOMASETTI, Luisa CHIUMENTI, Fernando BILANCIa, a cura di, La campagna romana antica, medioevale e moderna: Via Laurentina-Ostiense, Firenze, Olschki, 1979, p. 367). L’appalto durò 20 anni.


Con uno speciale Rescritto pontificio datato 31 gennaio 1738, il sig. Sforza Antonio Costa riceve licenza di cavare il sale bianco e a tale scopo di riattivare i fornelli, come segue: 

a Torre di Mezza Via fra Roma vecchia e la Posticciola (ad effetto di far riattare li Fornelli della Salara à Marmorata, che servono per la fabrica del sale bianco)

(in Rodolfo Amedeo LANCIANI, Storia degli scavi di Roma e notizie intorno le collezioni romane di antichità, , Ed. Quasar, 1989, p. 92). Salara è oggi la via Salaria.

 

3. 

Libero PACI, “Castra, Podia, Montes ed altri toponimi del territorio maceratese”, in Insediamenti e fortificazioni nella Marca medievale. Atti del XXIV Convegno di Studi Maceratesi, Macerata, 19-20 novembre 1988, Macerata, Centro Studi Storici Maceratesi, ‘Studi storici maceratesi / 24, 1991, pp. 293-460: p. 446, n. 652 - SFORZACOSTA: 

“Il toponimo deriva dal fatto che, intorno alla metà del secolo XVII, Sforza Antonio Costa, allora appaltatore delle poste provinciali, costruì – all’incrocio fra la Carrareccia e l'attuale strada statale n.77 – un’«Hostaria» che, da allora, si chiamò «Hostaria di Sforza Costa» (1526). Nel 1831 il toponimo ha l’aggiunta «o Passo del Bidollo» (1527); ved. anche ivi p. 384, n. 339 - FOSSO DEL BIDOLLO: Nel 1884 era detto anche Gagliano (788) (v. GABBIANO e SFORZACOSTA ed anche PASSO DEL BIDOLLO).

Gli anni si riferiscono al catasto del 1526 ed a quello del 1527.

Osservo che Libero Paci assegna Sforza Antonio Costa al secolo XVII senza il supporto di fonti primarie. Allora ritengo che Paci abbia tratto la notizia da una fonte secondaria, l’osservazione arbitraria di Dante Cecchi 1971 (ved. sopra) il quale colloca la vita di Sforza Antonio Costa nel secolo XVII senza conoscere i documenti autentici nella Camera Apostolica a Roma del secolo successivo circa le saline di Ostia di cui Sforza Antonio Costa è stato l’appaltatore dal 1735.

Paci localizza Sforzacosta dal nome di un’osteria nel catasto del 1526 che è a circa 1 km di distanza dal Passo del Bidollo nel catasto del 1527. I due siti sono così lungo la strada per passare il fiume Chienti attraverso il Passo del Bidollo. Osservando la carta topografica moderna delle Marche, vediamo che il Passo del Bidollo dista 29 km ad ovest del punto di scarico del fiume Ete Morto nel fiume Chienti. Poiché Francesco Sforza era il conte di Fermo e suo fratello Alessandro Sforza era il suo luogotenente a Fermo il cui Firmanus Comitatus estendeva la giurisdizione nel territorio tra il fiume Ete Vivo al sud, ed Ete Morto al nord fino alla confluenza nel fiume Chienti, la mia conclusione è che Sforzacosta è un toponimo compatibile con il tempo della storia in cui Alessandro Sforza dalla contea di Fermo prima di assumere il titolo di signore di Pesaro andò a sposarsi con Costanza da Varano a Camerino.  [Ovviamente il neretto sottolineato, è cosa fatta da me. Puga]

 

4.

Per riuscire a localizzare Carrareccia dove è l’incrocio della stata statale n. 77, forse sarebbe utile richiedere all’Istituto Geografico Militare di Firenze (IGM) la scansione di una carta topografica di Macerata e Camerino realizzata negli anni successivi alla unità d’Italia, come è la “Carta dell’Italia Meridionale” pubblicata nel 1875 che però arriva a coprire l’Abruzzo e non le Marche.»

  [Alla fine avevo provato a vedere una cartina in rete da gogole mappe, dove è indicata la Carrareccia e Passo del Mid… cioè Bidollo… oltre il fiume Chienti! L’osteria è fuori zona!!!]

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Puga 21/07/2024, 16:03

sono d’accordittissimo su Alessandro e Costanza!!!!!!!!! Le belle storie d'amore, come Guido e Ageltrude o... Tex e Lilith (e non mi ritengo blasfemo) sono eterne.

  

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21/07/2024, 21:09

«La storia mi ha coinvolto e sono anch’io dell’idea che quella di Alessandro Sforza il signore di Pesaro e Costanza da Varano la signora di Pesaro fu una bellissima storia d’amore purtroppo finita presto x la morte prematura di lei a soli vent’anni e così, secondo me, Alessandro si accaní poi contro Sveva da Montefeltro la 2a moglie forse x il dolore di avere perduto la sua 1a amatissima moglie Costanza il cui posto era preso da Sveva.

Che storia appassionante è venuta fuori! Altro che osteria. E anche molto meglio della storia di Francesca da Rimini e Paolo Malatesta.  

Buona serata 

Patrizia»

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24 lug 2024, alle ore 09:16

Tutte le notizie che mi hai dato per Sforza Costa sono davvero approfondite e mi piacerebbe pubblicarle, ma... non vorrei che facessero parte di un tuo studio più approfondito che deve ancora veder la luce come quello su Vespucci.

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24/07/2024 11:18

 

«Puoi usare liberamente tutto il materiale che io ti ho mandato su Sforza Costa-nza. Mi fa molto piacere se lo puoi usare, e non fa parte del mio lavoro su Vespucci. Conosco le cronache di Fermo perché le ho usate per anni per contestualizzare le carte nautiche manoscritte firmate dai conti Freducci e così mi ricordavo di avere letto i fatti di Francesco e Alessandro Sforza tra Ancona, Iesi, Fermo e Camerino.»

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Queste si che son ricerche!!!

Naturalmente parlo di quelle della professoressa!

 

Marco Pugacioff

[Disegnatore di fumetti dilettante

e Ricercatore storico dilettante, ma non blogger

(Questo è un sito!)]

Macerata Granne

(da Apollo Granno)

S.P.Q.M.

(Sempre Preti Qua Magneranno)

24/07/’24

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