La zona del silenzio – Messico
Prologo
Per ricollegarsi al mio articolo precedente sui treni fantasma, di cui parlo ne La nube da cui si attraversa il tempo e lospazio, vi narro di un allucinante disastro ferroviario in Messico.
C’era una grande festa di san Francesco di Assisi, dedicata agli animali a Puente Moreno in Messico. Era passata l’allegria ed era l’ora del regreso [ritorno]. in molti erano alla stazione per prendere il treno.
D’Improvviso, sorse la figura archetipica di un frate, identificato poi con lo stesso san Francesco che affermò davanti alla gente sui vagoni, che ci sarebbe stato un incidente molto grave in quello stesso giorno. E apparve anche un cavaliere dall’altra parte del treno che parlò anche lui dell’incidente e che sarebbe avvenuto in quella stessa via.
I controllori furono avvertiti, ma a controlli effettuati, sembrava tutto a posto e pensarono a uno scherzo… il vecchio treno partì e... deragliò in mezzo al paese. Durante il deragliamento, le automobili si scontrarono tra loro e molte iniziarono ad esplodere, provocando – tra treno e automobili - una grande massa di ferro contorto dove gli occupanti iniziavano a bruciare e rendevano impossibile aiutare le persone intrappolate quella grande massa di ferro fuso.
Delle 1.564 persone a bordo del convoglio, ben 234 perirono sul colpo. L’ospedale della città era strapieno e i feriti dovettero essere ricoverati anche in altre strutture, in città vicine.
Allucinante la storia di un'infermiera che ha prestato servizio per 12 ore di fila la quale ricorda che si arrivò al punto che le ferite dovevano essere chiuse senza anestesia, dovevano essere suturate e cotte, per poi poter continuare con il paziente successivo.
Non ci sono dati su quanti siano rimasti feriti e le cifre ufficiali dei morti non sono mai state attendibili. L’incidente ferroviario di Saltillo o meglio noto come Trenazo de Puente Moreno avvenne il 4 ottobre 1972, alle 23, 35 e resta comunque tuttora imprecisato il numero delle vittime. Di sicuro passano il migliaio. Sembra che quando scende la notte, si odono ancora lamenti e si vedono fantasmi.
Scandaloso il comportamento delle autorità, che imputò la colpa dell’incidente ai macchinisti e al personale ferroviario, e non invece al treno ormai vecchio (le 22 carrozze del treno erano veri "pezzi da museo" dichiarò un testimone) e alle condizioni disastrose dei binari che attraversarono il centro abitato. La solita storia che si ripete e che si ripeterà in ogni paese, che sia l’amerika, la russia sovietica o postsovietica o la stessa itaGlia.
È stato e continua ad essere uno degli incidenti ferroviari più gravi nella storia del Messico e il secondo più grande al mondo.
v. https://es.wikipedia.org/wiki/Accidente_ferroviario_de_Saltillo_de_1972
Tavola tratta da “Il giorno del giudizio”, nell’edizione italiana de “Ai limiti dell’incredibile”. Da un Mandrake (albi del vascello) dei primi anni ’70.
Immagine tratta da En busca del misterio
Il Messico [in lingua originale Mexico, anzi gli Stati Uniti Messicani, Estados Unidos Mexicanos] è un posto straordinario, che nasconde un bel po’ di misteri, oltre naturalmente a quelli di cronaca nera.
Uno di questi è l’inquietante zona del silencio. Ne sentii parlare per la prima volta dal grande divulgatore spagnolo, il Dottor Fernando Jiménez del Oso [1941-2005]. I suoi programmi televisivi si potevano scaricare grazie al Mulo, e lo spagnolo non è certo, così difficile da capire. Poi ne parlò pure nel 2011 – al solito sempre in ritardo – l’italiano Giacobbo, ma senza esserci stato.
La zona del silenzio è un deserto dove ogni anno cadono milioni di meteoriti che si disingrano a contatto con l’atmosfera e diventano delle micro meteoriti. Cosa li attrae, in questo luogo a circa mille e cinquecento chilometri da Città del Messico [Ciudad de México]?
E inoltre – per non farci mancar nulla – si dice che quel deserto attrae anche visitatori da altri mondi…
Molti milioni di anni fa qui vi era un mare il Mare di Tetys (o Thetys). Ma millennio dopo millennio il mare si ritirò convertendo questa terra in un immenso cimitero dove si trovano Fossili e conchiglie. Questa zona desolata della repubblica si trova tra gli stati di Durango, Coahuila e Chihuahua, dove «Vecchi vulcani spenti da mille o milioni di anni delimitano la frontiera tra il normale e lo straordinario.» diceva nel ’89, il Dottor Del Oso. Qua le bussole impazziscono forse a causa della pioggia costante delle micro meteoriti di ferro che deve aver trasformato il terreno e le pietre in rocce magnetiche. Qui vivono pochi uomini, pochi puma, ma abbondano coyotes, serpenti Cascabel, tarantole, scorpioni e delle tartarughe. Non solo.
L’ingegnere Harry de la Peña nel 1966 durante una esplorazione con alcuni colleghi, notò che i walkie talkie avevano smesso di funzionare nella zona e le radio portatili mostravano una capacità drasticamente ridotta, appena udibile anche a tutto volume. Si sarebbe poi scoperto che anche i segnali televisivi non riuscivano a penetrare nella zona, e tutt’oggi i televisori non funzionano (quasi, quasi, verrebbe voglia di andarci).
Oltre naturalmente ai piccoli sassi venuti da molto lontano dallo spazio, (come del resto in tutta la Terra, eppure la densità della caduta qua è infinitamente superiore a quella della maggior parte del pianeta), una volta catturò anche un sassolino di grosse proporzioni.
Juan José Benitez insieme a colui che ha dato il nome a questa zona dei misteri; alle loro spalle si delinea il Cerro San Ignacio.
Era il meteorite intelligente o ragionante [Meteorico razionante] detto anche di Allende. Anno 1969, la sonda sovietica Venus 5 diretta verso Venere – come narrato da Harry De La Peña al ricercatore J. J. Benitez – veniva seguita anche dall’osservatorio britannico Jodrel Bank. L’osservatorio si accorse che un oggetto era in rotta di collisione con la sonda e informò subito gli scienziati sovietici per farne deviare la rotta.
L’arrivo di un meteorite in un disegno di Guglielmo Letteri da Tex gigante n. 160
E fu allora che avvenne un fatto insolito, al di fuori di ogni logica umana. Deviata la rotta della sonda, in modo bizzarro anche il meteorite deviò [oppure qualcuno lassù fece deviare] la sua traiettoria in senso contrario per evitare la sonda terrestre e arrivò in forma tangenziale alla Terra ma non entrò direttamente sopra al pianeta ma descrisse un orbita completa di questa nostra pallina blu e infine fu catturato dalla forza attraente della zona del silenzio.
Una forza attraente che ha modificato perfino la vegetazione della zona. Qui il dottor Del Oso fece vedere un cumulo funerario degli antichi abitanti della zona. Come in Sardegna, gli antichi abitanti lì, nel loro riposo eterno, misuravano ben due metri e mezzo di statura, ma come nella più grande isola del Mediterraneo gli scheletri sono scomparsi.
Le immagini dal documentario. Il Dottor Del Oso sopra il cumulo
e una foto dello scheletro poi scomparso
Qua, i cavalli e il bestiame in genere, al sentir la fine della propria esistenza arrivano in questa parte del deserto per finire le loro pene. Gli stessi campesinos, i contadini, rispettano questa scelta. Solo che alcune immagini presentate nel documentario (e che preferisco non riprodurre) mi ha rammentato le immagini raccapriccianti del bestiame mutilato di cui si parla relativamente ai chupacabra…
Nel documentario vennero intervistati, in una notte molto fredda, due testimoni del luogo. Un maestro di scuola chiamato Santiago Garcia narrò di quanto, pochi anni prima, – il video è dell’89 – una coppia di sposi Ernesto e Josefina Diaz vennero in vacanza nel deserto in estate. Pioveva forte [quando si dice la sfiga…] e consapevoli del pericolo di inondazioni improvvise nella zona si diressero all’uscita de Las Lilas, il luogo dove raccoglievano dei fossili per dirigersi verso Cevallos. Ma il terreno era già inondato dall’acqua, tanto da arrivare a un sessanta centimetri di altezza, impedendo alla camionetta l’uscita. La signora Diaz si mise a pianger istericamente, finché circa dodici minuti dopo apparvero due esseri alti più di due metri. Avevano una voce parca, molto seria con sembianze rigide; i loro abiti sembravano una sorta di impermeabili, tanto lunghi che parevano delle sottane.
Se hanno difficoltà tre uomini – uno dei quali è il vigoroso Korak, figlio di Tarzan – e una ragazza, a spostare una camionetta, pensate che forza straordinaria avevano i misteriosi individui della zona del silencio. Vignetta di Warren Tufts.
I due afferrarono la camionetta come fosse una scatola di cartone e la portarono ad almeno 150 metri fuori dall’acqua. Il signor Diaz allora uscì dalla camionetta per ringraziar i signori alti che avevano quelli impermeabili di color giallo chiaro [amarillo claro] e sulla fronte un triangolo con un cerchio in mezzo. Ad esser sincero, non credo che fossero facchini e non credo proprio che il simbolo sulla fronte fosse il marchio d’identificazione della ditta di trasporti della zona del silenzio per cui lavorarono…; comunque il signor Diaz non poté ringraziare nessuno perché gli strani esseri erano scomparsi. Ci furono altre circostanze in cui apparvero questi “samaritani del deserto”, come li ha definiti Del Oso, con la differenza che il maestro racconta essere dei bambini o comunque che sembravano bambini.
La seconda testimone era Lidia Fussen, funzionaria delle Lineas Aereas che in un mese di ottobre di pochi anni prima, era con degli amici in una casa di campagna e vide degli esseri all’incirca poco meno di un metro di altezza, piccoli, grigi, con faccia larga gli occhi a metà sporgenti, la bocca era solo una linea sottile… erano a solo cinque oppure sei metri di distanza, infatti nonostante fosse notte, vide bene tutti questi particolari. Non molto tempo dopo visitò un museo dedicato alle visite extraterrestri e lì rivide – dei manichini di grigi, sicuramente – ciò che aveva visto nella realtà.
Sempre il maestro Garcia, diede un’altra testimonianza, di cui fu egli stesso protagonista insieme ad altre tre persone. Si trovarono in quella zona e ad determinato momento udirono un suono come quello prodotto da un apparecchio termoelettrico, si voltarono e notarono subito un oggetto posato come fosse due piatti riuniti l’uno sull’atro nelle sue parti concave che emetteva uno luminosità incredibile. Il maestro prese rapidamente la sua polaroid, ma prima di poter schiacciar il pulsante, l’oggetto partì in volo rapidamente con un rumore tremendo. Comunque dietro di lui, uno dei suoi compagni in questa avventura al di fuori della realtà, era riuscito invece a scattar una foto, che Del Oso e Benitez fecero vedere nel documentario.
Il risplendere del disco in mezzo alle rocce
I campesinos della zona narrano che un carro de banda circola nella zona di notte. Una luce misteriosa che si vede percorrere le colline e le pianure del deserto; la leggenda dice che è un generale che hanno ucciso e che lui vagabonda con la sua auto [chi lo ha fatto fuori Montales, l’amico rivoluzionario di Tex, governatore dello stato di Chiuaua?]. Ma si sono visti anche dei classici dischi volanti, come se i loro equipaggi volessero dar ragione al ex scienziato della Germania nazista e poi uomo di punta dell’organizzazione paramilitare Nasa, Wernher von Braun il quale disse che la zona del silenzio era il luogo appropriato per farli atterrare. «Se io fossi un extraterrestre non dubiterei a scegliere la zona del silenzio per atterrare sulla Terra senza correre il rischio di essere scoperto e catturato. In questo luogo né i radar, né qualsiasi apparecchio elettromagnetico sarebbero in grado di individuare la discesa di un navicella spaziale».
La cartina della zona studiata da Del Oso e Benitez
Il mistero che circonda questa zona attraeva perfino gli americani, tanto che fecero quasi sicuramente la figura degli stupidotti per poter arrivare in quel deserto a spese dei messicani.
Nel luglio 1970, l’anno seguente alla caduta del meteorite intelligente, un missile di prova Athena venne lanciato da una base militare usa vicino a Green River, nello Utah, però [ma guarda qui l’imprevisto… molto comodo, eh?] perdette il controllo e cadde in quest’area, presso il cerro san Ignacio. Il razzo trasportava due piccoli contenitori del mortale Cobalto. Immediatamente, una squadra di specialisti arrivò per cercare il missile. La ricerca per terra e per aria durò tre settimane. Quando il razzo venne infine localizzato, fu costruita una ferrovia provvisoria con ben 80 vagoni – riferisce Benitez – per trasportare i detriti, ma anche fossili, flora e una piccola quantità di terreno contaminato.
Naturalmente Von Braum era nella squadra di recupero del razzo yankee. Giacobbo, nel 2011, ha riferito un fatto narrato dallo scrittore Yohanan Diaz Vargas.
«È successo una notte. Un gruppo di messicani che erano lì per sorvegliare e controllare la spedizione americana, si riscaldavano con il loro fallò. Anche gli americani sedevano davanti al loro fallò. Si trovavano a una distanza di circa 500 metri. All’improvviso è apparso un oggetto strano, bianco, nella notte che emanava come un fischio [come il disco visto dal maestro Garcia…] ed era – appunto – completamente bianco. Pensate alla notte, tutto si è illuminato poi si è diretto dove erano gli americani. Si è fermato lì per alcuni istanti, e poi è scomparso. Quel gruppo di messicani che vigilava sugli americani immediatamente prende tutte le sue cose e si dirige verso la cittadina più vicina [Poveracci! Devono aver fatto concorrenza a Speedy Gonzales…]. Se ne sono andati via, terrorizzati, ma si racconta e questo è interessante che gli americani non abbaino battuto ciglio!»
I due protagonisti della bella
pellicola Zona del silencio. Paralelo 27 del
2004, mai tradotta in italiano come il precedente Zona del silencio del 1990. In questa scena i due amici osservano
la strana posizione del deserto, appunto sul parallelo 27, dove vi sono anche
il triangolo delle Bermude, la piramide di Giza, il Tibet e il Mare del diavolo
in Giappone. Vi consiglio di vederla.
In rete ho scovato altre strane storie su questo misterioso deserto; come queste…«Nel corso degli anni ci sono state diverse strane testimonianze di strane persone di passaggio. Una storia ricorrente è quella di un trio di sconosciuti dai capelli biondi che di tanto in tanto vengono visti vagare per il deserto. Presumibilmente, il trio è composto da due uomini e una donna vestiti con abiti inappropriati per l’ambiente desertico. Chi li ha conosciuti dice che sono fisicamente molto attraenti, estremamente educati e parlano uno spagnolo perfetto con un tocco quasi musicale. Si dice che gli estranei a volte chiedano acqua agli allevatori, ma mai cibo o altro. Alla domanda da dove vengono, la loro risposta è “dall’alto”.» ancora «Un'altra strana storia è stata raccontata da un certo Rubén López, che stava andando a trovare un parente a Ceballos quando il suo motore ha iniziato ad avere difficoltà e si è fermato. Poi ha notato cinque piccole figure, che non raggiungevano il metro di altezza sul lato della strada, che all’inizio aveva scambiato per bambini. A un esame più ravvicinato, poté vedere che le figure indossavano abiti d’argento ed elmi che si aprivano sul davanti, rivelando chiaramente i volti da adulti piuttosto che i lineamenti infantili come si aspettava. Le figure iniziarono ad avvicinarsi al veicolo di López, che fece girare il motore sempre più nervosamente fino a quando non prese vita abbastanza da lasciarsi alle spalle gli strani esseri. Non appena furono fuori vista, il camion iniziò a funzionare normalmente.»
Marco Pugacioff
[Disegnatore di fumetti dilettante
e Ricercatore storico dilettante, ma non blogger
(Questo è un sito!)]
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(Sempre Preti Qua Magneranno)
30/08/'22
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