I contenuti del romanzo breve di Baculo,
cavaliere delle terre calde di Marco Graziosi, in arte Marco Pugacioff
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Dalle cronache perdute
di Napoli
Negli
anni in cui nacque Giulio Cesare, un religioso del lontano Oriente dovette
fuggire dal suo paese, colpito da una condanna a morte del suo imperatore.
Nella sua lunga fuga oltrepassò l’India e la Persia e arrivò in Egitto. Qui
divenne amico di un soldato Romano chiamato Publio Sestio Baculo che lo portò
con sé in Italia, non certo da schiavo, ma da uomo libero. Morto Baculo, il
cinese si occupò di suo figlio e di un altro trovatello, Virgilio. I due
ragazzini crebbero come fratelli, allevati da questo monaco anziano, che
riversò in essi tutto il suo sapere: quello colto in Virgilio, quello marziale
in Baculo. Il giovane Baculo, nella sua ansia di conoscenza entrò giovane nell'esercito
e seguì Cesare nella campagna di Gallia, in pochi anni raggiunse il massimo
titolo che un non nobile potesse raggiungere: centurione primipilo, colui che
dirige le fasi della battaglia. Poco prima della conclusione della campagna
gallica Baculo, conduce dei reduci in Italia e ritorna a trovare il fratello
che in quegli anni si è addentrato sempre di più nello studio della Magia.
Baculo, cavaliere
delle terre calde
Baculo bacia con avidità le labbra di Luna, una ragazza mediterranea dai
capelli corvini, con stupendi occhi castano chiari in cui il centurione di
Giulio Cesare non riuscirebbe mai a staccarsi. Luna era divenuta schiava per i
debiti di gioco del padre e oggi, nonostante l’età avanzata, ha ancora un corpo
stupendo e meravigliosamente caldo. Si erano conosciuti durante la campagna di
conquista della Gallia; lei era una
delle ragazze dell’onesto Fulvio che facevano divertire i soldati
all’accampamento militare di Aduatucam. Un giorno, tornando da una missione di
esplorazione, il centurione aveva spostato in silenzio il suo cavallo bianco a
lato del sentiero e aveva fatto passare il carro che portava a destinazione le
nuove donne. Se le altre ragazze avevano reagito lodando il giovane militare,
Luna era rimasta tristemente muta nel suo angolo, poi aveva alzato i suoi occhi
e si incontrarono con quelli di lui. La sera stessa Baculo era da lei e gli
fece sempre visita regolarmente, finché, dopo l’incursione dei cavalieri
germani, in cui rimase ferito non la rivide più, visto che la sua ultima
missione era di riportare dei reduci come lui in Italia, a Napoli.
Ma a
volte il destino gioca strani scherzi. Nemmeno tre mesi prima, un cambio di
ragazze che l’onesto Fulvio aveva fatto con un suo cugino di Napoli, garantì a Luna il viaggio di ritorno in
Italia e Baculo la rivide nella taverna vicina alla sua guarnigione, sempre
fissa nel suo vecchio mestiere di ragazza di vita. Il padrone della locanda
vedendoli insieme in un attimo capì subito di aver perso una delle giumente della sua scuderia, ma con un
tipo così pericoloso come il centurione inghiottì amaramente il rospo.
Mentre dalla camera vicina ben tre ragazze urlano sboccate le loro
risate, per far divertire il suo amico Wido, il decurione, un’altra voce si fa
sentire dietro l’entrata della camera di Luna.
-
Centurione
Baculo, venga fuori ! ho degli ordini per lei e per quel zozzone del decurione
Wido !
-
Per
gli dei, Fulvio ! – urlò Wido dalla rabbia – siamo fuori servizio, ci volete
lasciare in pace !
Gli
occhi di Luna si serrano dalla paura, abbraccia forte il viso del centurione e
gli mormora sottovoce:
-
Non
rispondere, ti prego ! Resta qui !
Ma
Baculo, gli stringe i polsi e delicatamente allontana le mani dal suo volto e
la bacia, si alza dal letto e si lega un asciugamano intorno alla vita. Aspetta
che Luna ricopra con un lenzuolo il suo corpo e poi solleva la tenda !
-
Salve
mio buon Fulvio, passami gli ordini ! – fa Baculo mostrando la sua mano destra
aperta.
-
Eccoli
signore ! Mi dispiace disturbarvi, ma siete reclamati con una certa urgenza. Il
corriere ha sfiancato sei cavalli per arrivare fino a Napoli !
Baculo apre il messaggio e dopo averlo letto fa:
-
Wido
! Siamo richiamati in Gallia da Cesare stesso ! Dobbiamo partire il prima
possibile. Cicerone ci aspetta !
-
Per
gli Inferi, Baculo ! E dovrei lasciare queste belle gallinelle proprio adesso
?!
-
Diciamo
che ci possiamo trovare in caserma fra un’ora, ti và ?!
-
Perché
no ?! Avanti ragazze salutiamoci un’ultima volta !
Gli
schiamazzi nella camera vicina partono ancora più furiosi. Baculo saluta il
decurione e richiude la tenda. E incontra gli occhi di Luna fissi su di lui,
velati dalla amarezza.
-
Vieni Luna ! – la prende per mano e la solleva dal letto e la mette vicino al
secchio dell’acqua - Lava il tuo corpo ! Tu, qui, non ci resti !
Dieci
minuti dopo, Baculo con il suo medaglione al collo, coperto solo dal suo
mantello rosso e un corto gonnellino e i sandali ai piedi, viene fuori dalla
stanza. Tiene la mano di Luna nella sua e iniziano a scendere le scale della
taverna, sotto gli occhi stupiti degli avventori e di quello del taverniere;
infatti Luna tiene una borsa, piena delle poche cose che le appartengono, sulla
spalla.
Il
taverniere trasuda rabbia e paura e tenta di borbottare qualcosa, ma Baculo lo
ferma subito. Dalla sua cintura dal passante a testa di leone, estrae due
rubini e li butta sul tavolo davanti all’oste.
-
Questi,
credo proprio che basteranno per riscattare la mia donna !
Gli
avventori e le stesse ragazze che servono ai tavoli si avvicinano
meravigliandosi alla vista di quelle pietre; la domanda che vola sulle loro
labbra è dove poteva aver trovato una simile fortuna un ufficiale dell’esercito
romano, ma prima che qualcuno possa dire qualcosa, il centurione esclama:
-
Ascolta
oste ! Da ora in poi Luna non ti appartiene più. Ma se credi di poter mettere
di nuovo le mani su di lei, fatti passare il pensiero. Io sto per andarmene, ma
mio fratello, il mago Virgilio, non avrà bisogno di farsi vedere… – e il
taverniere inizia a sbiancare dal terrore e gli altri clienti si allontanano
facendo gli scongiuri tipici di ogni buon napoletano – … ha molti potenti amici
in un mondo invisibile e sconosciuto a tutti noi !
Un
velo denso di terrore cala per tutta la taverna e la gente che vi è radunata,
abbandona i tavoli e si mette schiena al muro per far passare la coppia diretta
verso l’uscita, lasciando il taverniere praticamente istupidito dal terrore e
con due rubini che, più che probabilmente, non spenderà mai.
Ormai nella strada, Luna, riesce a parlare e con una voce
imbarazzata chiede al centurione:
-
Perché
hai fatto questo ?
-
Non
sei felice di esser fuori da quella taverna ?
-
Mi
hai comprato come una giumenta al mercato. – fa con gli occhi bassi sulla
strada – Per un attimo mi sono sentita come quando venni venduta al mercato
delle schiave. Ma so che non sei malvagio, e la differenza c’è, ma non ne
capisco il motivo.
Baculo si ferma un attimo, le alza il viso verso il suo e la osserva
perdendosi in quei occhi castani…
-
Ti
ho riscattata non comprata ! E poi
quello che provo per te non basta ?
-
Potresti
trovare una ragazza più giovane di me e perfino vergine con ciò che mi hai
pagato. Due pietre che chissà dove hai preso…
-
Non
sono un ladro. Quei rubini me li ha dati mio fratello Virgilio. Lui può squarciare
il velo del tempo e questa mattina mi ha detto che avrei dovuto partire e
sapeva anche quello che sapevo io e che non hai voluto dirmi…
-
Che…
che vuoi dire ?
-
Le
ragazze di Wido ti hanno osservato e sanno che da alcuni giorni ti alzi con
delle nausee e lui mi ha avvertito. Che cosa vi accadrebbe se io non fossi qui
? Non avrei mai chiesto niente a nessuno ma mio fratello ti vuole al sicuro a
casa sua.
-
Nella…
nella casa di un mago, di uno stregone ?!
-
Se
ti fidi di me, dei fidarti di lui e della sua compagna Filippa !
Luna
abbassa lo sguardo, e posa la testa
sopra la sua spalla, poi di nuovo mano nella mano si avviano verso la strada
dei Gioiellieri dei Cavalli.
…
Già
un’ora dopo Baculo e Wido erano a cavallo dei loro destrieri con altri due cavalli
di ricambio. Con tappe forzate e cambiando i cavalli alle varie tappe del
futuro Cursus
Publicus* che Augusto – in quei giorni era
solo un marmocchio – avrebbe sviluppato, riuscirono a coprire un’enorme distanza e già
la sera di due giorni dopo – superate le Alpi – erano in Settimania, nella casa
di Wido.
* Augusto organizzò il Cursus Publicus, cioè
il servizio postale che serviva ad amministrare e controllare l’impero, sempre
più vasto.
« Affinché si potesse facilmente e più
rapidamente annunciargli e portare a sua conoscenza ciò che succedeva in
ciascuna provincia, fece piazzare, di distanza in distanza, sulle strade
strategiche, dapprima dei giovani a piccoli intervalli, poi delle vetture. Il
secondo procedimento gli parve più pratico, perché lo stesso portatore del
dispaccio faceva tutto il tragitto e si poteva, inoltre, interrogarlo in caso
di bisogno.» (Svetonio)
Per facilitare il servizio di posta
furono istituiti dei luoghi di sosta dove era possibile ristorarsi e cambiare i
cavalli.
Le mansiones erano i luoghi dove i
viaggiatori potevano riposarsi
e rifocillarsi, generalmente erano poste a una giornata di
cammino l’una dall’altra. Nelle mansiones era possibile passare la notte,
insomma erano una sorta di motel dove i “corrieri” potevano trovare da dormire
e da mangiare.
Le mutationes invece servivano al cambio dei cavalli ed
erano più numerose: fra due mansiones si succedevano da 6 a 8 mutationes.
Wido
era già da generazioni un gallo-romano; non poteva certo sapere che la sua
gente più di sette secoli dopo avrebbe dovuto abbandonare la loro terra e
rifugiarsi al centro della penisola italiana, nel Piceno e che soprattutto i
suoi discendenti sarebbero saliti al soglio imperiale con una breve e intensa
dinastia: quella dei Vidoni.
Ma
questo era tutto già scritto nel libro del Fato e i due formidabili soldati di
Roma, ora devono solo compiere la loro missione e all’alba del giorno dopo sono
di nuovo in viaggio verso il nord. Già due sere dopo erano di fronte a Cicerone
che li accolse stupito nel suo comando di zona. Non sperava più di averli con
sé in tempo per il grande convegno dei capi della settimana entrante a Lutezia.
Baculo, grazie alle sue conoscenze sanitarie derivate dall’estremo
Oriente, ha una notorietà enorme in tutto il nord della Gallia. Durante la
conquista cesariana, si recava di frequente dietro richiesta dei druidi negli
stessi villaggi nemici per unire le sue nozioni di medicina orientale alle
competenze mediche dei sacerdoti Galli nel curare la popolazione, da solo e a
volte come scorta il solo Wido. E se capitava che si cercasse di corromperlo,
il centurione restava ben saldo nei suoi sentimenti facendo nascere nei suoi stessi
nemici una profonda aurea di rispetto sulla sua figura che arrivò ad
impressionare perfino gli alti gradi dell’esercito romano. Oramai era
conosciuto come “l’Incorruttibile”. Questa fu la ragione del richiamo al nord
dei due compagni, una decisione presa dallo stesso Cesare – che presto si
sarebbe scontrato con Pompeo – su consiglio di Cicerone.
…
I
due compagni potevano percorrere intere regioni preceduti dalla loro fama e un giorno di due mesi dopo
al limite di una foresta oscura, dopo aver percorso un sentiero appena segnato,
si trovano davanti a loro uno largo spazio verde al cui centro, vi è un
guerriero dai capelli bianchi e dal volto triste, che ha appena accesso un
fuoco.
Alla
vista dei due cavalieri romani, l’uomo si affretta a coprire con un po’ di
fogliame uno strano feticcio, ma la manovra non è sfuggita né a Baculo, né a
Wido. I due cavalieri si avvicinano e l’anziano riconosce il giovane centurione
che aveva già visto in precedenza. Una strana fiamma di speranza è nata nel suo
cuore, ma un visibile terrore gli fa abbassare lo sguardo e inizia a respirare
forte.
-
Salute
a te, vecchio guerriero ! – fa Baculo
-
Salute
a te, Incorrutibile e a te Wido !
-
Noi
ci siamo già visti, vero guerriero ? Un mese fa al convegno dei capi a Lutezia
! – interroga Baculo e cercando di capire il perché l’anziano fosse in quello
strano stato d’agitazione.
-
Sì,
ed è stato per me un raro onore incontrarvi…
-
Perdona
guerriero, se te lo domando, ma cosa hai celato sotto quelle foglie ?
A
quella domanda, il guerriero che si era imbiancato i capelli nei pericoli di
molte battaglie, reagisce con un urlo di terrore e disperazione insieme.
Baculo e Wido si guardano meravigliati l’un l’altro. Poi il giovane
centurione scende dal suo fedele cavallo e si avvicina al mucchietto di foglie,
pronto a spazzarlo via per scoprire ciò che vi è nascosto. Ma a questo punto il
guerriero si mette in ginocchio davanti a lui.
-
Non
farlo ! Non toccare quelle foglie, ragazzo ! lì sotto vi è la morte !
-
Che
cosa ?
-
Sì,
vi ho nascosto un feticcio, un orribile feticcio che rappresenta la morte
!
Poi,
spinto da quella fiammella di speranza che era nata nel suo cuore nel vedere
Baculo, gli butta le mani sulle sue braccia in segno di preghiera e con occhi
imploranti gli chiede…
-
Io
sono il padre di “coloro che non devono tornare” ! Ti prego come un solo un
padre disperato può fare, aiutami !
-
Ti
aiuterò ! – fa Baculo dopo un attimo di sorpresa di fronte a quella richiesta,
alza in piedi il guerriero incanutito, lo e scosta con gentilezza e pronuncia –
Ma ora devo vedere questo idolo malefico !
E dà
seguito a queste parole, con un calcio che sposta il fogliame e alla sua vista
e a quella di Wido compare una piccola freccia dipinta di nero a cui è
infilzata una vipera.
…
-
Ero
un uomo più giovane di te, incorruttibile, quando sentii parlare per la prima
volta di questa storia. - inizia il guerriero incanutito, dopo essersi calmato
un po’ – Vi sono dei druidi che una volta l’anno usano recarsi in una radura
situata molto più a est del bosco sacro detto dei Carniti, un popolo scomparso
da secoli… Nessuno per legge osa seguirli, per legge o più semplicemente per
paura; e nulla si sa cosa vadano a fare, ma quando essi ritornano, celebrano
sacrifici umani, generalmente schiavi o criminali e durante la guerra,
prigionieri romani. Poi in tutti i villaggi della nostra zona, quando il cielo
diventa rosso, tutti devono correre verso le loro capanne e restarvi fino al
sorgere del sole ! Quando possiamo uscire, al mattino, guardiamo davanti a quale
capanna è piantato il feticcio.
-
E
chi trova il feticcio cosa deve fare ?
-
Colui
che trova il segno – fa con una grande sofferenza l’anziano guerriero – deve
mandare uno dei suoi figli, in genere una femmina o sennò un maschio, in
direzione del bosco sacro, recando con sé il feticcio e viveri per un lungo
viaggio… – il guerriero sprofonda la testa nella sua mano – io ho un figlio e
una bambina, sono stato costretti a lasciarli andare non torneranno più ! in
quando al padre, il giorno dopo, potrà seguire le tracce del figlio, fino a
che, trovato il feticcio, lo brucerà e potrà tornare al villaggio dove godrà
del favore del druido !
-
E
tu due notti fa hai ricevuto il segno !
-
Sì,
Incorruttibile ! Ed ora il mio cuore è gonfio di tristezza per la perdita dei miei
figli !
-
Wido,
hai mai sentito niente di un simile rito ?
-
Forse
sì ! – risponde l’amico di Baculo – o meglio, sentii parlare di una storia
simile, da parte di un mercante proveniente dal Nord, molti anni fa. Ma parlava
anche di creature malvagie e semiumane provenienti da un altro mondo; devo dire
che dormii male quella notte, ma poi pensai che si fosse inventato tutto.
-
Mi
dispiace Wido, ma non credo che si sia inventato niente e oggi forse ne abbiamo
la prova.
I tre
si misero in viaggio verso il villaggio gallo dell’incanutito guerriero, che in
cuor suo si fa sempre più forte la speranza. E verso la prima mattinata del
giorno successivo si trovavano su di una collina, all’ombra di un grosso
albero, ad osservare il piccolo villaggio sotto di loro. Baculo se lo ricorda
bene. Una giovane sposa, arrivata da un villaggio vicino, aveva degli strani
sintomi che indicavano una brutta carie ai denti*. Informato della cosa da un
druido suo amico si fece dare due giorni di permesso da Cicerone e cercò di
curare la ragazza già al sesto mese di gravidanza mentre il druido del
villaggio gli lanciava contro tutte le
maledizioni possibili, ma insieme al suo amico riuscirono a farla tornare sulla
via della guarigione, facendo schiumare dalla rabbia il druido malefico. Baculo
infatti usando la pratica dell’agopuntura riuscì ad estrargli il dente malato e
in seguito gli realizzò un ponte fisso in oro secondo la protesi dentale
etrusca. La ragazza era la moglie di Olac il Nero, capo di quella comunità.
Olac, un mese dopo, dovette affrontare in battaglia proprio le truppe guidate
da Baculo.
* 166-201
D.C. – Gli
Etruschi praticano la protesi dentale
utilizzando corone e ponti fissi in oro. https://www.studiodentisticovenuti.it/2012/07/01/breve-storia-dellodontoiatria/
La
moglie di Olac sta ritornando a casa dopo aver lavato i suoi abiti nel fiume
vicino e accanto a sé, ha la sua bambina di quattro anni. Vede avvicinarsi dalla
collina tre cavalieri. Si mette una mano di fronte al viso e poi, sbalordita,
prende la sua bambina per mano e corre verso il marito che è sotto una quercia
a conferire con altri uomini.
-
Olac,
Olac !
-
Accidenti
a te, donna. Non vedi che stiamo parlando – fa Olac un po’ irritato, ma nel
contempo un po’ intimorito dall’agitazione della moglie.
Si
alza in piedi e va verso di lei. In effetti sua moglie è una donna tranquilla e
una strana inquietudine nasce in lui.
-
Ma
che sta succedendo che strattoni così la bambina?
-
Olac
! Blad dall’occhio di falco sta tornando ! E non è da solo…
-
Cosa
? Ma nessuno si accosterebbe a lui dopo aver ricevuto… Chi c’è con lui ?
-
Due
uomini che conosciamo bene ! L’Incorruttibile e Wido !
La
notizia mette in agitazione sia Olac, sia tutti gli uomini a loro prossimi che
si avvicino al loro capo e ascoltano con più attenzione ciò che riferisce la
donna.
-
Non
– non può essere ! Ti sarai sicuramente ingannata; la tua vista ti ha ingannato
questa volta !
-
Credi
che non sappia riconoscere da lontano un uomo dai capelli neri, vestito solo di
un gonnellino, con un mantello in groppa di un cavallo bianco e accompagnato da
un bestione dal cranio pelato e con la barba ? E del resto se tutti voi non mi
volete credere, guardate laggiù ! – e la donna posato il suo cesto dei vestiti
e preso in braccio sua figlia, indicò la porta del villaggio.
Proprio in quell’attimo, tre cavalieri oltrepassano l’arco d’ingresso al
villaggio e con tutta calma si dirigono verso il faggio dove si riuniscono gli
abitanti del borgo, seguiti dallo sguardo degli altri abitanti.
In
breve tempo i tre cavalieri si ritrovano attorniati dai paesani. Olac non perde
tempo, fa un passo avanti a sua moglie e saluta i nuovi venuti.
-
Salute
a te a te e al tuo compagno, Baculo. È un onore ricevere due grandi guerrieri
nel mio villaggio !
-
Salute
a te, Olac, e alla tua splendida moglie che ti ha donato una così meravigliosa
creatura !
Nel
dire questo il giovane ha da prima portato la sua mano sinistra verso il cuore,
sotto al suo medaglione intarsiato e poi la spinta in avanti, bene aperta, dove
al sole risplende il piccolo anello d’oro di Luna. È il suo particolare modo di
salutare. Con la sinistra fa un saluto pacifico mentre la destra è sempre
pronta a difendersi da chi lo vuole colpire.
…
Olac,
è tutto sommato felice di rivedere il giovane romano, ma sente che la sua
presenza porterà guai.
-
Ti
prego, scendi ! Per noi sei sempre un amico, ma temo che un vento maligno ti ha
condotto qui…
-
È
vero ! Sono qui per vedere il druido del tuo villaggio. – e nel dire queste
parole, il suo braccio si stende verso destra.
Il
druido del villaggio, tutto vestito di nero, è alla porta della sua capanna e
un onda di paura mista ad odio percorre il suo corpo. Baculo lo sta indicando
dall’alto del suo cavallo. In un attimo, torna all’interno della sua casa e
chiude frettolosamente la porta dietro di sé.
Baculo e Hord senza dire una parola, scendono da cavallo, e si dirigono
in silenzio verso la capanna, seguiti dallo sguardo di tutti gli abitanti del
villaggio; in particolare da quello ansioso di Blad, il vecchio guerriero.
I due
compagni arrivati all’entrata inseriscono con fatica le loro mani sulla parte
superiore della porta, Baculo sulla destra e Wido sulla sinistra vicino alle
ante, ai cardini della stessa. Poi, puntando ognuno una gamba sul muro,
iniziano a forzare con estrema potenza. I loro muscoli si gonfiano, i denti
stretti per lo sforzo e una serie di scricchioli vengono dalla porta finché la
parte superiore si schioda sul cardine superiore dal muro.
A
questo punto, i due afferrano la porta dal basso, spingendola in alto e la
porta viene estratta dalla sua sede; infine i due la buttano a terra.
Wido
si mette tranquillo uno stelo d’erba sul labbro e si appoggia al muro della
casa, mentre Baculo entra.
Lentamente i suoi occhi si abituano al buio. Il buio dove è rintanato il
druido come un ratto di fogna… il quale si fa avanti e, pronunciando parole
oscure, disegna con le sue mani il vano di una porta. Incredibilmente qualcosa
sembra formarsi di fronte a Baculo, una sorta di lastra di cristallo. E, il medaglione di Baculo, in cui è
ritratto un drago, inizia a lampeggiare.
Dall’esterno della capanna si ode un urlo di paura, che impaurisse tutti
gli uomini del villaggio, ma ciò che li spaventa davvero è il suono che viene
dopo. È il rumore di una lastra di cristallo che si infrange; è come il suono
di una coppa di cristallo che si infrange, moltiplicata per dieci.
Ma
subito dopo, si ode qualcosa di più terreno. Suoni di percorse e di calci uniti
a degli urli di dolore. Infine il corpo del druido vola letteralmente fuori
dalla porta.
Il
druido piomba terra davanti alla sua casa e la folla si riunisce davanti a quel
corpo svenuto dal volto gonfio e insanguinato. Baculo esce lentamente dalla
capanna tenendo per mano una brocca, si avvicina al druido e poi versa il suo
contenuto sul suo viso, risvegliandolo.
- C-che tu sia
maledetto ! – esclama con rabbia impotente il vecchio sacerdote.
- Voglio sapere che
fine fanno i ragazzi che ricevono il segno di morte dei druidi maledetti coma
te, parla ! – fa Baculo e il drudo lo osserva per un attimo e poi…
- Va bene, parlerò !
ma solo perché così avrò la mia vendetta, eh, eh, eh ! e ora ascolta, il nostro
capo è riuscito a trovare un varco che gli permette di arrivare in un terra
ignota, aldilà di questo mondo. Là ha intrecciato rapporti con una potentissima
dea che gli ha insegnato come travasare vite altrui nel suo corpo ! A questo
servono i giovani, a far sì che egli continui a vivere ! E ora giovane cane,
vai pure alla sua caccia, ah, ah, ha ! Troverai la morte di fronte a te! – Ma
la sinistra risata si spegne quasi subito. Blad pianta un coltello nel cuore
del druido.
…
Circa tre giorni dopo troviamo Baculo, Wido
e Blad nascosti da un cespuglio, che spiano una capanna sita in una oscura
radura tutta composta da olmi, albero già di per sé grande e ombroso; la radura
è sita molto più ad est del bosco dei Carniti e nell’entrarvi le anime
superstiziose di Wido e Blad ebbero lunghi brividi nella schiena.
Baculo, però è una potente calamita che
trascina letteralmente con sé chi segue le sue orme.
-
Baculo,
è là dentro che si trovano i miei figli, e gli altri ragazzi ?
-
Credo
di sì, e comunque per saperlo, dovremo andare a vedere… – stette un attimo in
silenzio e poi – Solo, questi luoghi mi ricordano la descrizione dell’entrata
agli inferi, narratami da mio fratello. Dovrete essere ben saldi nel vostro
coraggio se ne vogliamo uscire vivi !
Detto
questo il romano si avvia, spada in pugno, deciso verso la capanna badando a
non farsi notare dalle aperture a finestra della capanna.
-
Wido,
ma di cosa parlava ? Chi questo fratello che diceva ? E che cosa potremo
trovare in quella baracca ?
-
Mi
dispiace Blad, ma saprei cosa risponderti. So solo che suo fratello Virgilio è
uno studioso delle arti occulte e che lo stesso Baculo si è salvato da creature
infernali grazie proprio a suo fratello; ma se vuoi cercare di salvare tuo
figlio, dobbiamo andare ! – e finito di parlare Wido si avvia dietro Baculo.
Proprio in quel momento Baculo, arrivato alla porta della capanna, dà un
calcio che la abbatte e la porta piomba a terra. La scena che si presenta ai suoi occhi, e a
quelli di Wido e Blad subito accorsi, li lascia per un attimo ammutoliti.
Al
centro della capanna vi era un altare, su cui era svenuto un giovane gallo e ai
suoi piedi un altro ragazzo già morto. Sopra di lui un druido dal volto
stranamente giovane con in mano un coltello sacrificale. Ma la cosa la cosa più
spaventevole sono due esseri infernali, armati di lance, ai lati dell’altare.
…
Le
due creature si scagliarono urlando spaventosamente contro i tre compagni d’avventura. Ma Baculo, seppur impressionato,
reagisce immediatamente dando il via a Wido. Sfruttando la stessa carica del suo
avversario, Baculo ne afferra la lancia e lo solleva sopra le sue spalle e poi
lo lascia piombare a terra pesantemente. Un sinistro rumore di ossa rotte si
ode mentre Wido, evitato la lancia del secondo essere, gli pianta la spada nel
suo ventre e Blad, usando la sua lama, gli spicca la testa dal busto. Baculo si piega e recupera la sua daga
da terra che aveva lasciato cadere per afferrare la lancia del suo attaccante.
La scena si è svolta in pochi, serrati attimi.
-
State
bene ?
-
Certo
Baculo ! Ma… – fa Wido asciugandosi la fronte da cui cola una piccola goccia di
sudore – Flavio diceva che ti avrebbe seguito fin sui cancelli degli Inferi e…
– e urlando – oggi, oggi lo abbiamo fatto noi ! chi sono questi mostri ?
-
Quando
Enea entrò nel regno dell’Oltretomba trovò ad aspettarlo un essere spaventoso…
Dite o l’Orco*. Ed anche mio fratello Virgilio !
* Perque domos Ditis
vacuas, et inania regna.
Ed è così chiamato dal suo re, il quale da’ poeti è
chiamato Dite, cioè ricco e abbondante; perciocchè in questo luogo grandissima
moltitudine d’anime discendono sempre. Nominalo similmente Orco nel libro
spesse volte allegato, dove scrive:
Vestibulum ante ipsum,
primisque in faucibus Orci.
Ed è chiamato Orco, cioè oscuro, perciocchè è oscurissimo,
come nel processo apparirà. Boccaccio - Il
comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente
corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831. pag. 21
E
detto questo punta la sua spada verso il druido che era rimasto letteralmente
impressionato dall’abilità di Baculo e dei suoi compagni.
-
Ma
ora tocca a lui, sta lontano da quel ragazzo !
Blad,
riconosciuto il figlio, accorre arma in pugno verso l’altare e il druido
malefico si sposta verso l’angolo più oscuro della capanna.
-
Mi
fu profetizzato – esclama il sacerdote con una voce profonda e malvagia – che
avrei avuto vita lunga; che sarei stato potente e temuto ma che mi sarei dovuto
guardarmi da un potente cavaliere delle terre calde, dai capelli neri come la
notte e gli occhi del colore del legno delle querce… credo che quel momento sia
giunto, se devo credere ai miei occhi… - poi con un sorriso sinistro – perciò
non abbiatene a male se vi lascio da soli !
Detto questo il malefico individuo afferra
uno strano oggetto che meglio non si poteva definire che un libro, poi da una
porta nascosta dall’oscurità, cerca di scappar via, Baculo tenta di fermalo
lanciandogli la sua spada, ma l’unica cosa che riesce a colpire è una parte del
libro che apertosi, resta piantato nella parete.
Baculo, tenta di abbattere la porta, ma si
dimostra più solida della prima. Il druido ha infilato un palo dietro la soglia
e il tempo che gli occorre per buttarla giù, è sufficiente perché il druido
scompaia a cavallo in una nube nera.
Blad sta cercando di risvegliare il figlio,
ma non ci riesce. Vedendo Baculo venire verso di lui gli chiede aiuto.
-
Incorruttibile, che cosa ha mio figlio?
-
Calmati
Blad, adesso vedo. – solo esaminandogli gli occhi, Baculo capisce che era stato
drogato.
Allora
si mette a cercare cosa poteva aver bevuto il ragazzo e infatti vicino
all’altare trova un calice. Preso in mano la coppa, se lo porta vicino al
naso; ciò che sente lo rassicura e butta
il suo liquido a terra.
-
Tranquillizzati
Blad ! Devono averlo fatto bere da questa coppa. Sento odor di vino speziato
frammisto a qualche erba soporifera. Si risveglierà entro breve tempo !
Baculo ritorna alla porta segreta e – mentre Wido provvede a seppellire
l’altro ragazzo – stacca dal muro ciò che rimaneva del libro e inizia a
sfogliare con attenzione quei fogli.
Il
ragazzo, mezz’ora dopo, si sveglia con grande felicità del padre. Baculo allora
si rivolge al vecchio guerriero.
-
Blad
! È bene che tu e tuo figlio ritorniate indietro, cercheremo noi la tua bambina
– e rivolto a al compagno – Wido, abbiamo una preda da stanare !
-
Con
molto piacere ! Quella bestia è da fermare !
…
In un
altro luogo, una vasta sala oscura adorna di colonne, alienate come in un
tempio, una sorta di regina dai lunghi cappelli biondi chiarissimi che fanno
risaltare la sua pelle bianca come il
latte, è seduta su una grossa poltrona di pietra e si diverte ad accarezzare la
sua “gattina” umana, una ragazza seduta ai suoi piedi. Sta aspettando l’arrivo
di un “carico” molto speciale; infatti dall’altro lato della sala si aprono due
porte di metallo e un gruppo di ragazze vengono spinte all’interno seguite da
un gruppo di orchi.
Sorridendo, si alza dal suo “trono” facendo delineare la sua figura
asciutta tutta rivestita di un lungo abito nero, aperto all’altezza del suo
petto molto generoso e con una sontuosa cintura che le cinge la vita. Sembra
dimostrare solo un paio d’anni in più della povera schiava ai suoi piedi.
-
Finalmente
! Ci avete messo molto tempo questa volta; perché non è con voi il druido ?
Un orco gli risponde
con una serie di suoni gutturali che la regina comprende bene.
-
Dici
che si è fermato a sacrificare due ragazzi ? Sciocco ! Ancora legato ai suoi
stupidi sacrifici, quando sono patetici gli umani. Va bene, quei ragazzi
faranno da pasto per le sue guardie – e poi avvicinandosi alle ragazze –
Vediamo, ah ! questa sembra particolarmente carina !
Subito
dalla porta sbuca il druido malefico, tutto sudato che si inginocchia di fronte
alla donna, la quale ha già scelto come sostituire la sua “gattina”; e la
ragazza ancora seduta vicino al trono incomincia ad avere paura…
-
Mia
Dea ! Sono riuscito a tornare solo per pura fortuna !
-
Strano
! In genere riesci a salvarti grazie all’aurea di terrore che spandi attorno a
te. Questa ragazzina è particolarmente attraente…
-
Mia
Dea ! Ho perso le mie fidate guardie e…
-
COSA
?! – la Dea per la sorpresa stringe i capelli della ragazza, facendola urlare
per il dolore.
-
Sì
! È venuto un uomo, un soldato di quel
generale romano che ha conquistato la mia terra. Era accompagnato da altri due
uomini, e uno è il padre di questa ragazza.
-
Mio
padre… ! – ma uno schiaffo sonoro gli tappa la bocca che la fa crollare a
terra.
-
Fai
silenzio ! Nessuno ti ha detto di parlare !
-
Mia
Dea ti ho detto che un giorno avrei avuto a che fare con un cavaliere delle
terre calde… ebbene, sono sicuro che si tratti di lui ! Ha i capelli neri e gli
occhi color della quercia e una forza eccezionale. Ha staccato dal suolo uno
dei miei orchi e poi lo ha buttato a terra spezzandogli il collo !
-
L’Incorruttibile
! – fa la figlia di Blad ancora inginocchiata a terra
E la sua parola ha l’incanto di smuovere
l’apatia delle altre ragazze che iniziano a ripetere con un filo di speranza
l’appellativo di Baculo.
-
Idiota
! Sta zitta ! – fa la Dea dando un
calcio nel ventre della figlia di Blad – E zitte tutte voi !
Poi
dà una serie di ordini gutturali agli altri orchi e le ragazze vengono spinte
fuori dalla sala.
-
E
idiota tu stesso ! Quando ti chiamai dal mio mondo ormai senza più prede, era
perché ti ritenevo tanto malvagio da affrontare di tutto per darmi piacere e
soprattutto fornirmi molti giovani a cui succhiare la loro forza vitale.
-
Eppure
lo sai, mia Dea – dice il druido mettendosi in ginocchio e toccandogli
bramosamente il suo corpo – per te farei di tutto…
-
Smettila
! – urla dandogli una ginocchiata al mento – Non capisci che quando è stato
pronunciato il nome di quell’uomo, ho sentito qualcosa di estremamente funesto
su di noi ! – e gli occhi azzurri della Dea lampeggiano di paura.
…
Alcuni giorni più tardi, i due compagni sono ancora sulle tracce del
druido malefico, ma il paesaggio che si presenta loro è straordinariamente
mutato.
-
Non
si può dire che questo sia un posto allegro, Baculo: freddo, umidità, una foschia
perenne e tutte queste povere piante ischeletrite !
-
Hai
ragione, Wido ! tutto ciò è molto strano. Siamo già stati da queste parti e non
c’era niente del genere; una nebbia bassa, malefica e non un suono, non un
grido di animale !
Un
raggio di sole d’improvviso squarcia quella strana nebbia e i due cavalieri si
ritrovano ai piedi di una collina di pietra, davanti a un fiume oltre il quale
si intravedano dei pascoli. Baculo scende da cavallo e si mise a esaminare le
orme davanti al guado.
-
Dove
ci troviamo, Baculo ?!
-
Wido,
ricordi cosa disse il druido del villaggio di Olac il Nero; parlò di una terra
ignota, aldilà del nostro mondo ! Comunque, siamo sulla pista buona. In mezzo a
tutte queste orme c’è anche quella che seguiamo; un cavallo col ferro anteriore
destro dalla punta rotta !
-
È lui ! E sicuramente porta altri ragazzi con
sé.
-
Quel
ragazzino che hanno fatto fuori nella capanna deve essere servito per aprire il
varco agli orchi con i ragazzi… è strano però. Non dovevano averne bisogno.
-
Che
vuoi dire ?
-
Incomincio
ad avere un sospetto orribile: dopo aver succhiato la giovinezza dai ragazzi…
bè, questi servono da pasto per queste creature orribili !
-
Ma
per gli dei ! che dici ? dobbiamo trovarli al più presto !
Baculo rimontò a cavallo e seguito da Wido, passano il guado. I cavalli
marciano attraverso alta erba verde, lungo file di larghe querce e di alti
olmi.
Verso il tramonto si fermano presso le rovine di una casa, segno
evidente che una volta quei luoghi erano abitati, e si preparano a un bivacco;
poi Wido vede Baculo allontanarsi verso una zona elevata al di sopra del loro
accampamento. Lo vede avvicinarsi verso una solenne quercia, avvicinarsi di
fronte ad essa e infine appoggiare la sua mano sulla corteccia.
È una
sua impressione oppure il vento incomincia a soffiare più forte… si guarda
intorno e vede le fronde degli alberi agitarsi, mentre un sudore freddo gli
scorre nella schiena perché gli sembra di udire delle parole nell’aria. Cerca
di dominare i suoi nervi, eppure il suo sguardo si posa di nuovo sul suo amico
e – ora ne è certo – sta comunicando con qualcuno usando l’antica quercia.
Poi
Baculo si separa dalla pianta e lentamente ritorna al piccolo fuoco dove Wido
lo aspetta. Quando si siede, l’oscurità è ormai calata nel bosco.
-
Baculo,
quanto c’è ne andiamo via? Questi luoghi non mi piacciono, sono tetri e oscuri
anche di giorno… - ma non finisce nemmeno la frase, alla luce del fuoco vede il
volto del suo amico e ormai lo conosce bene e lui gli parla.
-
So
che hai paura… del resto siamo in un nuovo mondo, in una… nuova terra. E non
nel nord della Gallia, come t’avevo detto questa mattina.
-
Un…
altro mondo ? Che cavolo vuoi dire?
-
Cercherò
di spiegarti questo concetto… questa cosa con un esempio. Figurati casa tua nel
Rossiglione. È il tuo mondo, una bella casa di stile romano in pietra. Senza
che tu lo sappia dietro a uno dei muri senza finestra vi è un’altra casa con
altre stanze, con un altro giardino e soprattutto con altri abitanti. Un giorno
si apre una breccia in quel muro e se tu getti uno sguardo in quella breccia ti
troveresti davanti ad un’altra casa, un’altra realtà… un nuovo mondo, con altri
uomini, di cui prima non potevi sospettare l’esistenza.
-
Sì,
arrivo a seguirti anche se con difficoltà…
-
Figurati
anche di attraversare quella breccia per esplorare questo nuova casa, questo
nuovo mondo. Ma i suoi abitanti chiudono quella breccia prima che tu possa
ritornare indietro.
-
In…
in quel caso non potrei tornare a casa, per gli Inferi !
-
Bravo.
Allora ora figurati che per comunicare con quella casa e con i suoi abitanti,
tu faccia costruire un porta nel muro con un grande cancello oppure due grosse
porte in metallo. Se aldilà di questa porta ci fossero delle belle ragazze come
le tue amiche di Napoli, come faresti ad andarle a trovare.
-
Ma
certo ! Avrei bisogno di una chiave, se avessi la benedizione di Giano… credo
di aver compreso ! Ma se noi siamo qui come ci siamo arrivati ? Con quale
chiave ?
Baculo apre la sua sacca da viaggio e ne
estrae un piccola quantità di carte con un taglio in mezzo… Wido ne rimane
sorpreso.
-
Il…
il libro, o meglio ciò che ne rimane del libro di quel druido malefico !
-
È
questa la chiave ! ma il problema non finisce qui. Oltre a una scrittura che
non comprendo, vi sono anche delle illustrazioni. E queste illustrazioni
raffigurano questo mondo.
-
Vuoi
dire che sapevi cosa avremo trovato ?
-
Non
ne sono stato sicuro, fino a questa mattina e quel che peggio è che qui vi è
raffigurata vicino a un fiume, una città rozzamente fortificata con una
piramide nel mezzo.
-
Aspetta,
è per quello che hai chiesto a Blad di portare un messaggio alla guarnigione,
perché vuoi affrontare questa ipotetica città ?
-
Se
è la sede di queste spaventose creature, dobbiamo toglierle di mezzo, loro e i
loro padroni che succhiano la vita ai giovani del nostro mondo. Sono esseri
infernali che ci rendono schiavi… - improvvisamente gli occhi di Baculo si
serrano e le sue narici si dilatano. Un odore selvatico è a loro arrivato.
-
Baculo,
che c’è ? – Ma Wido sente anche lui l’odore selvatico e si alza lentamente lama
in pugno, insieme a Baculo.
L’attacco è bestiale, spaventoso. Sei esseri infernali sbucano dai
cespugli urlando come bestie selvagge. Il piccolo fuoco dell’accampamento
illumina male i loro corpi, ma Baculo e Wido combattono più d’istinto come i
guerrieri addestrati che sono. Per ognuno di loro hanno tre bestiali avversari,
e Baculo con un armonia nel combattimento, degna di un ballerino, schiva i loro
colpi e poi affonda la lama nei loro corpi. Wido invece respinge i loro colpi e
attacca con violenza. Due riesce ad abbatterli ma il terzo riesce con una botta
della sua lama ad atterrarlo. Già vede la morte davanti a sé, quando la spada
di Baculo vola letteralmente nel buio per piantarsi nel collo del loro ultimo
avversario.
Wido
respirando affannosamente si rialza da terra e si mette a fianco di Baculo, che
intanto ha estratto dal collo dell’orco la sua lama.
-
Sembra
che non ce ne sia nessun’altro, che ne pensi Baculo ?
-
Sembra
proprio così ! la città non deve essere lontana se ci hanno attaccato !
-
Va
bene, questa notte faremo la guardia a turno. Ma, ti sembrerà strano, Baculo.
Prima della lotta mi chiedevo: se noi abbiamo la chiave per passare dal nostro
mondo a questo, allora come faranno i nostri compagni ?
-
Un
contatto c’è sempre e ho parlato con mio fratello, grazie alla vecchia quercia.
Provvederà lui ad aprire un varco per loro !
-
Hai
parlato con Virgilio…? Ma come… va bene ! Per stasera ne ho abbastanza di
stregonerie varie – e sempre guardandosi intorno finisce – faccio il primo
turno di guardia !
…
Luna
si stringe forte a Filippa. Sono nel piccolo giardino dietro la piccola
abitazione nella casa della strada dei gioiellieri a Napoli. Hanno visto
Virgilio “parlare” con il loro albero e subito dopo chiedere loro di restare
nel giardino, dicendo che doveva fare un rito particolare per aiutare suo
fratello.
Nel
pavimento del suo studio Virgilio ha tracciato tre cerchi, con all’interno
strane scritte, intorno a un braciere. Si denuda il suo braccio e si pratica
una profonda ferita. Contemporaneamente la piccola campana con un drago sopra
inciso, portata dal’Oriente dal loro Maestro, inizia a battere in un angolo del
suo sancta
sanctorum.
Delle dolce parole escono dalle labbra del mago.
Al di
fuori le due donne vedono con spavento una nube apparire ed espandersi fino ad
inghiottire il sole. Un forte vento spazza via le foglie dal giardino, il loro
gattino nascondendosi sotto la panchina dove Luna e Filippa sono sedute, urla
dalla paura, ma poi tutto lentamente finisce e ritorna la calma. Una voce rotta
dalla fatica le fa voltare. Virgilio con il braccio ben medicato e il viso un
po’ sofferente, si è presentato loro.
-
Ora il varco è aperto, e gli uomini possono passare. – e poi sorridendo a Luna
– Mio fratello adesso ha più speranze di tornare a vedere nascere il vostro
bambino !
E dal
giardino di Napoli si alza distinto il pianto allegro di Luna.
In un altro luogo, una stanza enorme dove vi
è un letto in cui dorme la Dea e la sua schiava, e di rado anche il druido
malefico. Ma la Dea quella notte non ha dormito, e ora si è alzata per vedere
sorgere il sole.
- Non
sono tornati ! Non sono tornati ! – ripete con astio la Dea, mentre il druido
entra in quella dolce alcova che quella notte gli è stata negata.
- Mia
Dea… - ma non riesce a dire altro. Lo spettacolo del corpo nudo della creatura
desiderata lo fa impazzire…
- Che
vuoi ? Se sei venuto per sfogarti, allora accontentati della mia schiava. – e
dal letto la “gattina” ha un brivido di paura. – Sciocco umano ! Non capisci
non è più il tempo per il piacere !
- non
ti capisco, mia Dea, io…
- hai
lasciato metà del tuo libro in mani indegne e ora due uomini hanno passato il
varco. È stato sufficiente il meccanismo di riserva della sua copertura
interiore per passare !
-
L’uomo delle terre calde ! – fa il druido con un lieve brivido di paura -
Allora bisogna inviare…
-
Idiota ! – la rabbia mista a paura alterava il viso della Dea, ma per il druido
era ancora più affascinante – Lercio individuo voglioso solo del mio corpo, ho
già provveduto io. Avevo mandato le mie guardie fidate…
- E…
-
Questa mattina non sono tornate ! Fa radunare i guerrieri. Dovranno uscire a
dare la caccia ai due uomini !
I due
compagni, passata la notte vegliando a turno, recuperano i loro cavalli e si
mettono in viaggio, ma non passa molto tempo che si trovano davanti il profilo
della città.
-
Eccola, Wido ! È proprio come è illustrata nel libro; una cittadella rozzamente
fortificata con una sorta di piramide in mezzo. Lì sono sicuramente prigionieri
i ragazzi.
-
Ahò, ma mi sembra che… Baculo, stanno uscendo dalla città.
- Sì,
maledizione ! E sembrano molti; almeno un centinaio di individui.
- E
quei mostri si dirigono verso di noi… andiamocene Baculo !
I due
cavalieri stanno per girare i loro destrieri, ma si avvedono di qualcosa di
strano.
- Baculo, guarda si sono fermati ! ma che
cosa…
- Hanno visto qualcosa dietro di noi…
Baculo si guarda alle spalle e lo stesso fa
Wido e hanno una delle sorprese più belle della loro vita.
A meno di due miglia di distanza da loro,
una massa nereggiante è sbucata all’orizzonte e inneggiando a Baculo, avanza
rapida come un’onda di un fiume che abbia spezzato una diga.
- Baculo, ah, ah, ah ! sono i nostri
compagni della guarnigione, ma non sono soli ! Chi si sono portati dietro ?
- Allegro Wido ! Lo sapremo presto !
E i due cavalcano verso di loro. I soldati si erano portati una
balista e una catapulta spinte da ben quattro coppie di cavalli ognuna, ma
insieme a loro vi erano una moltitudine di guerrieri galli, che cavalcano
fianco a fianco con i loro vecchi nemici di guerra.
Blad non solo aveva avvertito i soldati
romani, ma era passato ad avvertire Olac e con lui altri capi di tutti i
villaggi vicini, i quali quando seppero che l’Incorruttibile e Wido stavano
lottando da soli contro dei demoni che si cibavano delle vite dei loro giovani,
non esitarono a far armare i loro guerrieri e ad unirsi ai romani per correr in
loro aiuto.
Arrivato da loro, Baculo, trova Flavio e al
suo fianco Olac e Blad e ad altri capi.
-
Amici
miei, siamo felici di vedervi. Vedo anche Cicerone ha fatto le cose in grande,
ben due macchine da guerra avete dietro.
-
Per
te Baculo niente è troppo ! – dice Flavio lisciandosi i lunghi baffi alla
“mongola” del suo viso – E del resto altri tuoi amici non si sono voluti tirare
indietro !
-
Tutti
noi siamo accorsi quanto abbiamo saputo che Baculo e Wido stavano affrontando
da soli l’orrore che da anni miete vittime tra i nostri giovani – pronuncia Olac.
-
E
l’orrore è ciò che dovremo affrontare tutti. Ascoltate ! – e Baculo alzò la
voce in modo che tutta la moltitudine potesse sentirlo. – Non sappiamo ancora
quali cose orribili verranno dalla terra, dall’acqua e dall’aria ! Ma non
fatevi vincere dal terrore e forse i vostri figli avranno un futuro. – un urlo
unico s’alzo dalla massa di guerrieri e soldati…
-
Siamo
tutti con te, Incorruttibile ! – e Baculo non può far altro che pronunciare:
-
Andiamo
!
La massa si diresse verso la città.
All’interno la dea si scaglia contro il druido malefico:
-
Maledetto
! Li hai portarti qui tu !
-
No
! Io ti amo, non potrei…
-
Fa
silenzio ! c’è un'unica cosa per fermarli, visto che il dragone potrebbe non
bastare… attivare gli antichi meccanismi. Ma è pericoloso !
Baculo intanto fa piazzare la catapulta
davanti alle porte della città, mentre gli urli spaventosi degli orchi si
innalzino dai bastioni.
- Maledizione ! C’è qualcosa che non va. –
fa Baculo – Aspettano qualcosa !
…
Baculo non sbaglia. Dalla parte estrema dei guerrieri situati vicino al
fiume si innalzano grida di avvertimento, una massa nera si intravede nelle
onde.
Dall’alto nuvole nere si addensano sopra la città rendendo tenebrosa e
oscura e poi dalla massa d’acqua esce un
orribile rettile lungo quasi 40 metri, che innalzandosi in aria diede
l’impressione che potesse volare.
I
guerrieri galli, nonostante la loro anima superstiziosa, memori delle parole
dell’Incorruttibile, lo affrontano con grande coraggio, ma già l’alito che il
drago manda, stordisce i loro corpi.
Una
grande tempesta si va scatenando in cielo, ormai è quasi buio, e il gigantesco serpente
attacca e trangugia guerrieri galli e militi romani, mentre le oscene risate
degli orchi risuonano dalla città.
Ma Baculo attacca, armato di lancia, il serpente. La sola presenza è da
sprone a tutti gli uomini, ma la pelle del serpente è talmente dura che
stritola e schiaccia molti guerrieri e legionari. Finché Baculo a cavallo
con la sua lancia colpisce il rettile, ferendolo alla testa, allora un grido di
giubilo esce dai guerrieri.
Dietro di lui, Wido, lo colpisce ancora, prima che si cibi del bianco
cavallo del formidabile centurione e dopo di lui altri guerrieri colpiscono
ancora il capo del serpente.
In quell’attimo Baculo urla un ordine e un grosso macigno scagliato da
una balista spacca definitivamente la testa del dragone. Il centurione aveva
ripetuto – in un’altra terra – l’impresa che più di un secolo prima preso
l’attuale Tunisi, aveva compiuto Attilio Regolo.
Il druido infernale vede il giovane corpo di Baculo completamente
bagnato dalla pioggia torrenziale che cade dal cielo e lo maledice con forza.
Ma non è ancora finita. Baculo fa correre il suo destriero verso la
catapulta che aveva fatto sistemare davanti alle porte della città. E mentre dà
ordine di scagliare i suoi proiettili verso l’ingresso delle mura, chiede a
Olac e agli altri capi galli di concentrare l’attacco dei loro arcieri contro
gli orchi sui bastioni della città.
Il druido infernale vede cedere le porte e da
quel varco entrare per primo proprio Baculo, subito seguito da guerrieri e
militi, che abbatte gli orchi che si
trova davanti.
E in quel momento, una grande esplosione avviene all’interno della
piramide spaccando la sua cima.
- Mia Dea, no !
Il druido con il suo corpo ancor giovane, ma vecchio di secoli, come un
pazzo corre verso “la casa della vita” (come veniva chiamata in Egitto la prima
grande piramide in cui i primi faraoni succhiavano la vita di altri giovani per
rigenerarsi), la loro piramide dove prima la sua “Dea”, e poi lui stesso
rigenerarono i loro corpi.
Non sapendo dove cercare la sua “Dea”, percorre dapprima il corridoio
che porta alla stanza della rigenerazione, ma arrivato lì, trova il cilindro –
simile a un sarcofago egiziano – vuoto e nella stanza nessuno.
E
allora il druido pensa, pensa immensamente dove poteva essere la stanza degli
antichi meccanismi.
Intanto gli uomini entrati nella città incontrano una ragazza che li
chiama disperata con la loro lingua. È la “gattina”, la schiava della “Dea”!
-
Da
questa parte. Sò dove sono le prigioniere.
Subito
Blad si fa avanti e gli dice:
-
Portarci
là !
E
passando attraverso la sala del trono, la ragazza li fa passare in corridoio
dove da una porta sbarrata giungono delle grida. Da un’inferriata della porta
si intravedono delle ragazze.
-
State indietro ! – si grida loro.
Gli
uomini accorsi, non avendo la chiave della cella, si mettono a tempestare la
porta colpi d’ascia… e dopo poco la soglia cede. Blad può abbracciare la
figlia. Baculo intanto parla con la ”gattina”.
-
ragazza,
perché non sei con loro ?
-
io…
- il viso della ragazza si vela di un rosso candito – io sono qui da due anni e
servivo a scaldare il letto della “Dea” ! E avevo preso il posto di un’altra
come me.
-
Che
fine facevano le altre ragazze ?
-
Venivano
usate per il rito della rigenerazione, così come alcuni ragazzi e dopo… - la
ragazza non regge più e scoppia in pianto dirotto – servivano da pasto per gli
orchi ! – Baculo la fa sfogare un po’ sul suo petto e poi…
-
Dove
trovo questa “Dea” ? – la ragazza indica un corridoio subito dopo la porta
della cella.
-
Wido
! Portate queste ragazze fuori della città – gli dice porgendogli la “gattina”.
-
E
tu dove vai ?
-
A
caccia ! – e detto questo si infila nel corridoio.
…
Ora
era all’interno della piramide. Arrivato a quella che era la sala della
rigenerazione la trova vuota e allora decide di seguire ciò che arrivava alle
sue narici.
C’era
stata un’esplosione e l’odore del fumo lo poteva guidare bene. Baculo trova la
sua pista e alla fine di un corridoio, l’entrata di una stanza illumina una
scena. Baculo vide il druido che pregava inginocchiato su un corpo dal viso
insanguinato. Un corpo bello e florido ma ormai senza vita.
-
Creerò
una religione su di te. E il sangue scorreva a fiumi nel tuo ricordo ! - poi
alzando gli occhi su Baculo…
-
E
il primo sangue sarà il tuo !
Il
druido malefico scattò in avanti armato del suo coltello, ma Baculo lo evita e
con la sua lama gli apre il ventre.
Il
druido piomba in ginocchio mentre dalla sua bocca esce un getto di sangue.
-
Il
primo sacrificio è il tuo… - e alzando la sua lama in alto – ed anche l’ultimo.
– e l’attimo dopo gli mozza il capo.
Una
settimana dopo Wido e Baculo riscaldavano i loro corpi nel focolare della
residenza di Wido, in attesa di ripartire il giorno dopo per Napoli.
Baculo apre la sua sacca da viaggio e butta nel fuoco delle carte nel
fuoco; al contatto le fiamme si alzano
sinistre davanti a loro.
-
Ahò,
ma che cosa era ?
-
Niente
Wido. Solo una… chiave.
Wido
capisce subito e non dice niente.
Fine.
Genesi iniziale del romanzo breve.
Giuliano Gemma in veste di ufficiale dell'esercito
Romano
Nel 1995, Iginio
Straffi per amicizia, mi portò con lui alla casa editrice E.L.I. a Recanati
(patria della famiglia materna di Michele Iocca). In un edificio dislocato nella campagna tra
Recanati e Loreto iniziamo un lavoro in collaborazione con il Belgio, che fu il
prologo di quel che poi sarebbe diventato un famoso studio d’animazione in
Italia.
Ci rimasi
nemmeno due anni, perché a dire la verità non sono una cima nel disegno animato
(nonostante gli insegnamenti del professor Sergio Minuti all’Accademia di Belle
Arti); e nemmeno nel fumetto visto che sono più di vent’anni che mi considerano
solo un “bravissimo dilettante” e niente più.
Ma in quel
periodo trascorso a Recanati, buttai giù l’inizio di questo romanzetto avendo
come spunto lo Zeus dei fumetti, (come lo chiamo personalmente e come si
merita) cioè Gianluigi Bonelli.
Ripresi lo
scritto su richiesta di Erik Anzi, e colpito dalle suggestive – e terrificanti
– ricerche del dottor Corrado Malanga, l’ho portato a termine.
Marco Pugacioff
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
se vuoi puoi andare
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