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martedì 7 aprile 2020

Baculo il centurione – il romanzo breve


Baculo il centurione – il romanzo breve

I contenuti del romanzo breve di Baculo, cavaliere delle terre calde di Marco Graziosi, in arte Marco Pugacioff pubblicato su questo blog non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti perché appartenenti all'autore, che ne detiene tutti i diritti.
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Dalle cronache perdute di Napoli

   Negli anni in cui nacque Giulio Cesare, un religioso del lontano Oriente dovette fuggire dal suo paese, colpito da una condanna a morte del suo imperatore. Nella sua lunga fuga oltrepassò l’India e la Persia e arrivò in Egitto. Qui divenne amico di un soldato Romano chiamato Publio Sestio Baculo che lo portò con sé in Italia, non certo da schiavo, ma da uomo libero. Morto Baculo, il cinese si occupò di suo figlio e di un altro trovatello, Virgilio. I due ragazzini crebbero come fratelli, allevati da questo monaco anziano, che riversò in essi tutto il suo sapere: quello colto in Virgilio, quello marziale in Baculo. Il giovane Baculo, nella sua ansia di conoscenza entrò giovane nell'esercito e seguì Cesare nella campagna di Gallia, in pochi anni raggiunse il massimo titolo che un non nobile potesse raggiungere: centurione primipilo, colui che dirige le fasi della battaglia. Poco prima della conclusione della campagna gallica Baculo, conduce dei reduci in Italia e ritorna a trovare il fratello che in quegli anni si è addentrato sempre di più nello studio della Magia.

Baculo, cavaliere delle terre calde


   Baculo bacia con avidità le labbra di Luna, una ragazza mediterranea dai capelli corvini, con stupendi occhi castano chiari in cui il centurione di Giulio Cesare non riuscirebbe mai a staccarsi. Luna era divenuta schiava per i debiti di gioco del padre e oggi, nonostante l’età avanzata, ha ancora un corpo stupendo e meravigliosamente caldo. Si erano conosciuti durante la campagna di conquista della Gallia; lei era una  delle ragazze dell’onesto Fulvio che facevano divertire i soldati all’accampamento militare di Aduatucam. Un giorno, tornando da una missione di esplorazione, il centurione aveva spostato in silenzio il suo cavallo bianco a lato del sentiero e aveva fatto passare il carro che portava a destinazione le nuove donne. Se le altre ragazze avevano reagito lodando il giovane militare, Luna era rimasta tristemente muta nel suo angolo, poi aveva alzato i suoi occhi e si incontrarono con quelli di lui. La sera stessa Baculo era da lei e gli fece sempre visita regolarmente, finché, dopo l’incursione dei cavalieri germani, in cui rimase ferito non la rivide più, visto che la sua ultima missione era di riportare dei reduci come lui in Italia, a Napoli.
    Ma a volte il destino gioca strani scherzi. Nemmeno tre mesi prima, un cambio di ragazze che l’onesto Fulvio aveva fatto con un suo cugino di Napoli,  garantì a Luna il viaggio di ritorno in Italia e Baculo la rivide nella taverna vicina alla sua guarnigione, sempre fissa nel suo vecchio mestiere di ragazza di vita. Il padrone della locanda vedendoli insieme in un attimo capì subito di aver perso una  delle giumente della sua scuderia, ma con un tipo così pericoloso come il centurione inghiottì amaramente il rospo.
    Mentre dalla camera vicina ben tre ragazze urlano sboccate le loro risate, per far divertire il suo amico Wido, il decurione, un’altra voce si fa sentire dietro l’entrata della camera di Luna.
-        Centurione Baculo, venga fuori ! ho degli ordini per lei e per quel zozzone del decurione Wido !
-        Per gli dei, Fulvio ! – urlò Wido dalla rabbia – siamo fuori servizio, ci volete lasciare in pace !
    Gli occhi di Luna si serrano dalla paura, abbraccia forte il viso del centurione e gli mormora sottovoce:
-        Non rispondere, ti prego ! Resta qui !
   Ma Baculo, gli stringe i polsi e delicatamente allontana le mani dal suo volto e la bacia, si alza dal letto e si lega un asciugamano intorno alla vita. Aspetta che Luna ricopra con un lenzuolo il suo corpo e poi solleva la tenda !
-        Salve mio buon Fulvio, passami gli ordini ! – fa Baculo mostrando la sua mano destra aperta.
-        Eccoli signore ! Mi dispiace disturbarvi, ma siete reclamati con una certa urgenza. Il corriere ha sfiancato sei cavalli per arrivare fino a Napoli !
   Baculo apre il messaggio e dopo averlo letto fa:
-        Wido ! Siamo richiamati in Gallia da Cesare stesso ! Dobbiamo partire il prima possibile. Cicerone ci aspetta !
-        Per gli Inferi, Baculo ! E dovrei lasciare queste belle gallinelle proprio adesso ?!
-        Diciamo che ci possiamo trovare in caserma fra un’ora, ti và ?!
-        Perché no ?! Avanti ragazze salutiamoci un’ultima volta !
   Gli schiamazzi nella camera vicina partono ancora più furiosi. Baculo saluta il decurione e richiude la tenda. E incontra gli occhi di Luna fissi su di lui, velati dalla amarezza.
    - Vieni Luna ! – la prende per mano e la solleva dal letto e la mette vicino al secchio dell’acqua - Lava il tuo corpo ! Tu, qui, non ci resti !
   Dieci minuti dopo, Baculo con il suo medaglione al collo, coperto solo dal suo mantello rosso e un corto gonnellino e i sandali ai piedi, viene fuori dalla stanza. Tiene la mano di Luna nella sua e iniziano a scendere le scale della taverna, sotto gli occhi stupiti degli avventori e di quello del taverniere; infatti Luna tiene una borsa, piena delle poche cose che le appartengono, sulla spalla.
   Il taverniere trasuda rabbia e paura e tenta di borbottare qualcosa, ma Baculo lo ferma subito. Dalla sua cintura dal passante a testa di leone, estrae due rubini e li butta sul tavolo davanti all’oste.
-        Questi, credo proprio che basteranno per riscattare la mia donna !
   Gli avventori e le stesse ragazze che servono ai tavoli si avvicinano meravigliandosi alla vista di quelle pietre; la domanda che vola sulle loro labbra è dove poteva aver trovato una simile fortuna un ufficiale dell’esercito romano, ma prima che qualcuno possa dire qualcosa, il centurione esclama:
-        Ascolta oste ! Da ora in poi Luna non ti appartiene più. Ma se credi di poter mettere di nuovo le mani su di lei, fatti passare il pensiero. Io sto per andarmene, ma mio fratello, il mago Virgilio, non avrà bisogno di farsi vedere… – e il taverniere inizia a sbiancare dal terrore e gli altri clienti si allontanano facendo gli scongiuri tipici di ogni buon napoletano – … ha molti potenti amici in un mondo invisibile e sconosciuto a tutti noi !
   Un velo denso di terrore cala per tutta la taverna e la gente che vi è radunata, abbandona i tavoli e si mette schiena al muro per far passare la coppia diretta verso l’uscita, lasciando il taverniere praticamente istupidito dal terrore e con due rubini che, più che probabilmente, non spenderà mai.
    Ormai nella strada, Luna, riesce a parlare e con una voce imbarazzata  chiede al centurione:
-        Perché hai fatto questo ?
-        Non sei felice di esser fuori da quella taverna ?
-        Mi hai comprato come una giumenta al mercato. – fa con gli occhi bassi sulla strada – Per un attimo mi sono sentita come quando venni venduta al mercato delle schiave. Ma so che non sei malvagio, e la differenza c’è, ma non ne capisco il motivo.
   Baculo si ferma un attimo, le alza il viso verso il suo e la osserva perdendosi in quei occhi castani…
-        Ti ho riscattata non comprata ! E  poi quello che provo per te non basta ?
-        Potresti trovare una ragazza più giovane di me e perfino vergine con ciò che mi hai pagato. Due pietre che chissà dove hai preso…
-        Non sono un ladro. Quei rubini me li ha dati mio fratello Virgilio. Lui può squarciare il velo del tempo e questa mattina mi ha detto che avrei dovuto partire e sapeva anche quello che sapevo io e che non hai voluto dirmi…
-        Che… che vuoi dire ?
-        Le ragazze di Wido ti hanno osservato e sanno che da alcuni giorni ti alzi con delle nausee e lui mi ha avvertito. Che cosa vi accadrebbe se io non fossi qui ? Non avrei mai chiesto niente a nessuno ma mio fratello ti vuole al sicuro a casa sua.
-        Nella… nella casa di un mago, di uno stregone ?!
-        Se ti fidi di me, dei fidarti di lui e della sua compagna Filippa !
   Luna abbassa lo sguardo,  e posa la testa sopra la sua spalla, poi di nuovo mano nella mano si avviano verso la strada dei Gioiellieri dei Cavalli.


   Già un’ora dopo Baculo e Wido erano a cavallo dei loro destrieri con altri due cavalli di ricambio. Con tappe forzate e cambiando i cavalli alle varie tappe del futuro Cursus Publicus* che Augusto – in quei giorni era solo un marmocchio – avrebbe sviluppato,  riuscirono a coprire un’enorme distanza e già la sera di due giorni dopo – superate le Alpi – erano in Settimania, nella casa di Wido.

* Augusto organizzò il Cursus Publicus, cioè il servizio postale che serviva ad amministrare e controllare l’impero, sempre più vasto. 
« Affinché si potesse facilmente e più rapidamente annunciargli e portare a sua conoscenza ciò che succedeva in ciascuna provincia, fece piazzare, di distanza in distanza, sulle strade strategiche, dapprima dei giovani a piccoli intervalli, poi delle vetture. Il secondo procedimento gli parve più pratico, perché lo stesso portatore del dispaccio faceva tutto il tragitto e si poteva, inoltre, interrogarlo in caso di bisogno.» (Svetonio
Per facilitare il servizio di posta furono istituiti dei luoghi di sosta dove era possibile ristorarsi e cambiare i cavalli. 
Le mansiones erano i luoghi dove i viaggiatori potevano riposarsi e rifocillarsi, generalmente erano poste a una giornata di cammino l’una dall’altra. Nelle mansiones era possibile passare la notte, insomma erano una sorta di motel dove i “corrieri” potevano trovare da dormire e da mangiare. 
Le mutationes invece servivano al cambio dei cavalli ed erano più numerose: fra due mansiones si succedevano da 6 a 8 mutationes.


   Wido era già da generazioni un gallo-romano; non poteva certo sapere che la sua gente più di sette secoli dopo avrebbe dovuto abbandonare la loro terra e rifugiarsi al centro della penisola italiana, nel Piceno e che soprattutto i suoi discendenti sarebbero saliti al soglio imperiale con una breve e intensa dinastia: quella dei Vidoni.
   Ma questo era tutto già scritto nel libro del Fato e i due formidabili soldati di Roma, ora devono solo compiere la loro missione e all’alba del giorno dopo sono di nuovo in viaggio verso il nord. Già due sere dopo erano di fronte a Cicerone che li accolse stupito nel suo comando di zona. Non sperava più di averli con sé in tempo per il grande convegno dei capi della settimana entrante a Lutezia.
   Baculo, grazie alle sue conoscenze sanitarie derivate dall’estremo Oriente, ha una notorietà enorme in tutto il nord della Gallia. Durante la conquista cesariana, si recava di frequente dietro richiesta dei druidi negli stessi villaggi nemici per unire le sue nozioni di medicina orientale alle competenze mediche dei sacerdoti Galli nel curare la popolazione, da solo e a volte come scorta il solo Wido. E se capitava che si cercasse di corromperlo, il centurione restava ben saldo nei suoi sentimenti facendo nascere nei suoi stessi nemici una profonda aurea di rispetto sulla sua figura che arrivò ad impressionare perfino gli alti gradi dell’esercito romano. Oramai era conosciuto come “l’Incorruttibile”. Questa fu la ragione del richiamo al nord dei due compagni, una decisione presa dallo stesso Cesare – che presto si sarebbe scontrato con Pompeo – su consiglio di Cicerone.


    I due compagni potevano percorrere intere regioni preceduti  dalla loro fama e un giorno di due mesi dopo al limite di una foresta oscura, dopo aver percorso un sentiero appena segnato, si trovano davanti a loro uno largo spazio verde al cui centro, vi è un guerriero dai capelli bianchi e dal volto triste, che ha appena accesso un fuoco.
   Alla vista dei due cavalieri romani, l’uomo si affretta a coprire con un po’ di fogliame uno strano feticcio, ma la manovra non è sfuggita né a Baculo, né a Wido. I due cavalieri si avvicinano e l’anziano riconosce il giovane centurione che aveva già visto in precedenza. Una strana fiamma di speranza è nata nel suo cuore, ma un visibile terrore gli fa abbassare lo sguardo e inizia a respirare forte.
-        Salute a te, vecchio guerriero ! – fa Baculo
-        Salute a te, Incorrutibile e a te Wido !
-        Noi ci siamo già visti, vero guerriero ? Un mese fa al convegno dei capi a Lutezia ! – interroga Baculo e cercando di capire il perché l’anziano fosse in quello strano stato d’agitazione.
-        Sì, ed è stato per me un raro onore incontrarvi…
-        Perdona guerriero, se te lo domando, ma cosa hai celato sotto quelle foglie ?
   A quella domanda, il guerriero che si era imbiancato i capelli nei pericoli di molte battaglie, reagisce con un urlo di terrore e disperazione insieme.
   Baculo e Wido si guardano meravigliati l’un l’altro. Poi il giovane centurione scende dal suo fedele cavallo e si avvicina al mucchietto di foglie, pronto a spazzarlo via per scoprire ciò che vi è nascosto. Ma a questo punto il guerriero si mette in ginocchio davanti a lui.
-        Non farlo ! Non toccare quelle foglie, ragazzo ! lì sotto vi è la morte !
-        Che cosa ?
-        Sì, vi ho nascosto un feticcio, un orribile feticcio che rappresenta la morte !          
   Poi, spinto da quella fiammella di speranza che era nata nel suo cuore nel vedere Baculo, gli butta le mani sulle sue braccia in segno di preghiera e con occhi imploranti gli chiede…
-        Io sono il padre di “coloro che non devono tornare” ! Ti prego come un solo un padre disperato può fare, aiutami !
-        Ti aiuterò ! – fa Baculo dopo un attimo di sorpresa di fronte a quella richiesta, alza in piedi il guerriero incanutito, lo e scosta con gentilezza e pronuncia – Ma ora devo vedere questo idolo malefico !
   E dà seguito a queste parole, con un calcio che sposta il fogliame e alla sua vista e a quella di Wido compare una piccola freccia dipinta di nero a cui è infilzata una vipera.

-        Ero un uomo più giovane di te, incorruttibile, quando sentii parlare per la prima volta di questa storia. - inizia il guerriero incanutito, dopo essersi calmato un po’ – Vi sono dei druidi che una volta l’anno usano recarsi in una radura situata molto più a est del bosco sacro detto dei Carniti, un popolo scomparso da secoli… Nessuno per legge osa seguirli, per legge o più semplicemente per paura; e nulla si sa cosa vadano a fare, ma quando essi ritornano, celebrano sacrifici umani, generalmente schiavi o criminali e durante la guerra, prigionieri romani. Poi in tutti i villaggi della nostra zona, quando il cielo diventa rosso, tutti devono correre verso le loro capanne e restarvi fino al sorgere del sole ! Quando possiamo uscire, al mattino, guardiamo davanti a quale capanna è piantato il feticcio.
-        E chi trova il feticcio cosa deve fare ?
-        Colui che trova il segno – fa con una grande sofferenza l’anziano guerriero – deve mandare uno dei suoi figli, in genere una femmina o sennò un maschio, in direzione del bosco sacro, recando con sé il feticcio e viveri per un lungo viaggio… – il guerriero sprofonda la testa nella sua mano – io ho un figlio e una bambina, sono stato costretti a lasciarli andare non torneranno più ! in quando al padre, il giorno dopo, potrà seguire le tracce del figlio, fino a che, trovato il feticcio, lo brucerà e potrà tornare al villaggio dove godrà del favore del druido !
-        E tu due notti fa hai ricevuto il segno !
-        Sì, Incorruttibile ! Ed ora il mio cuore è gonfio di tristezza per la perdita dei miei figli !
-        Wido, hai mai sentito niente di un simile rito ?
-        Forse sì ! – risponde l’amico di Baculo – o meglio, sentii parlare di una storia simile, da parte di un mercante proveniente dal Nord, molti anni fa. Ma parlava anche di creature malvagie e semiumane provenienti da un altro mondo; devo dire che dormii male quella notte, ma poi pensai che si fosse inventato tutto.
-        Mi dispiace Wido, ma non credo che si sia inventato niente e oggi forse ne abbiamo la prova.

   I tre si misero in viaggio verso il villaggio gallo dell’incanutito guerriero, che in cuor suo si fa sempre più forte la speranza. E verso la prima mattinata del giorno successivo si trovavano su di una collina, all’ombra di un grosso albero, ad osservare il piccolo villaggio sotto di loro. Baculo se lo ricorda bene. Una giovane sposa, arrivata da un villaggio vicino, aveva degli strani sintomi che indicavano una brutta carie ai denti*. Informato della cosa da un druido suo amico si fece dare due giorni di permesso da Cicerone e cercò di curare la ragazza già al sesto mese di gravidanza mentre il druido del villaggio  gli lanciava contro tutte le maledizioni possibili, ma insieme al suo amico riuscirono a farla tornare sulla via della guarigione, facendo schiumare dalla rabbia il druido malefico. Baculo infatti usando la pratica dell’agopuntura riuscì ad estrargli il dente malato e in seguito gli realizzò un ponte fisso in oro secondo la protesi dentale etrusca. La ragazza era la moglie di Olac il Nero, capo di quella comunità. Olac, un mese dopo, dovette affrontare in battaglia proprio le truppe guidate da Baculo.

* 166-201 D.C.Gli Etruschi praticano la protesi dentale utilizzando corone e ponti fissi in oro. https://www.studiodentisticovenuti.it/2012/07/01/breve-storia-dellodontoiatria/

   La moglie di Olac sta ritornando a casa dopo aver lavato i suoi abiti nel fiume vicino e accanto a sé, ha la sua bambina di quattro anni. Vede avvicinarsi dalla collina tre cavalieri. Si mette una mano di fronte al viso e poi, sbalordita, prende la sua bambina per mano e corre verso il marito che è sotto una quercia a conferire con altri uomini.
-        Olac, Olac !
-        Accidenti a te, donna. Non vedi che stiamo parlando – fa Olac un po’ irritato, ma nel contempo un po’ intimorito dall’agitazione della moglie.
   Si alza in piedi e va verso di lei. In effetti sua moglie è una donna tranquilla e una strana inquietudine nasce in lui.
-        Ma che sta succedendo che strattoni così la bambina?
-        Olac ! Blad dall’occhio di falco sta tornando ! E non è da solo…
-        Cosa ? Ma nessuno si accosterebbe a lui dopo aver ricevuto… Chi c’è con lui ?
-        Due uomini che conosciamo bene ! L’Incorruttibile e Wido !
   La notizia mette in agitazione sia Olac, sia tutti gli uomini a loro prossimi che si avvicino al loro capo e ascoltano con più attenzione ciò che riferisce la donna.
-        Non – non può essere ! Ti sarai sicuramente ingannata; la tua vista ti ha ingannato questa volta !
-        Credi che non sappia riconoscere da lontano un uomo dai capelli neri, vestito solo di un gonnellino, con un mantello in groppa di un cavallo bianco e accompagnato da un bestione dal cranio pelato e con la barba ? E del resto se tutti voi non mi volete credere, guardate laggiù ! – e la donna posato il suo cesto dei vestiti e preso in braccio sua figlia, indicò la porta del villaggio.
   Proprio in quell’attimo, tre cavalieri oltrepassano l’arco d’ingresso al villaggio e con tutta calma si dirigono verso il faggio dove si riuniscono gli abitanti del borgo, seguiti dallo sguardo degli altri abitanti. 
    In breve tempo i tre cavalieri si ritrovano attorniati dai paesani. Olac non perde tempo, fa un passo avanti a sua moglie e saluta i nuovi venuti.
-        Salute a te a te e al tuo compagno, Baculo. È un onore ricevere due grandi guerrieri nel mio villaggio !
-        Salute a te, Olac, e alla tua splendida moglie che ti ha donato una così meravigliosa creatura !
    Nel dire questo il giovane ha da prima portato la sua mano sinistra verso il cuore, sotto al suo medaglione intarsiato e poi la spinta in avanti, bene aperta, dove al sole risplende il piccolo anello d’oro di Luna. È il suo particolare modo di salutare. Con la sinistra fa un saluto pacifico mentre la destra è sempre pronta a difendersi da chi lo vuole colpire.


   Olac, è tutto sommato felice di rivedere il giovane romano, ma sente che la sua presenza porterà guai.
-        Ti prego, scendi ! Per noi sei sempre un amico, ma temo che un vento maligno ti ha condotto qui…
-        È vero ! Sono qui per vedere il druido del tuo villaggio. – e nel dire queste parole, il suo braccio si stende verso destra.
   Il druido del villaggio, tutto vestito di nero, è alla porta della sua capanna e un onda di paura mista ad odio percorre il suo corpo. Baculo lo sta indicando dall’alto del suo cavallo. In un attimo, torna all’interno della sua casa e chiude frettolosamente la porta dietro di sé. 
   Baculo e Hord senza dire una parola, scendono da cavallo, e si dirigono in silenzio verso la capanna, seguiti dallo sguardo di tutti gli abitanti del villaggio; in particolare da quello ansioso di Blad, il vecchio guerriero.
  I due compagni arrivati all’entrata inseriscono con fatica le loro mani sulla parte superiore della porta, Baculo sulla destra e Wido sulla sinistra vicino alle ante, ai cardini della stessa. Poi, puntando ognuno una gamba sul muro, iniziano a forzare con estrema potenza. I loro muscoli si gonfiano, i denti stretti per lo sforzo e una serie di scricchioli vengono dalla porta finché la parte superiore si schioda sul cardine superiore dal muro.
   A questo punto, i due afferrano la porta dal basso, spingendola in alto e la porta viene estratta dalla sua sede; infine i due la buttano a terra.
  Wido si mette tranquillo uno stelo d’erba sul labbro e si appoggia al muro della casa, mentre Baculo entra.
    Lentamente i suoi occhi si abituano al buio. Il buio dove è rintanato il druido come un ratto di fogna… il quale si fa avanti e, pronunciando parole oscure, disegna con le sue mani il vano di una porta. Incredibilmente qualcosa sembra formarsi di fronte a Baculo, una sorta di lastra di cristallo.     E, il medaglione di Baculo, in cui è ritratto un drago, inizia a lampeggiare.
   Dall’esterno della capanna si ode un urlo di paura, che impaurisse tutti gli uomini del villaggio, ma ciò che li spaventa davvero è il suono che viene dopo. È il rumore di una lastra di cristallo che si infrange; è come il suono di una coppa di cristallo che si infrange, moltiplicata per dieci.
   Ma subito dopo, si ode qualcosa di più terreno. Suoni di percorse e di calci uniti a degli urli di dolore. Infine il corpo del druido vola letteralmente fuori dalla porta.
   Il druido piomba terra davanti alla sua casa e la folla si riunisce davanti a quel corpo svenuto dal volto gonfio e insanguinato. Baculo esce lentamente dalla capanna tenendo per mano una brocca, si avvicina al druido e poi versa il suo contenuto sul suo viso, risvegliandolo.
- C-che tu sia maledetto ! – esclama con rabbia impotente il vecchio sacerdote.
- Voglio sapere che fine fanno i ragazzi che ricevono il segno di morte dei druidi maledetti coma te, parla ! – fa Baculo e il drudo lo osserva per un attimo e poi…
- Va bene, parlerò ! ma solo perché così avrò la mia vendetta, eh, eh, eh ! e ora ascolta, il nostro capo è riuscito a trovare un varco che gli permette di arrivare in un terra ignota, aldilà di questo mondo. Là ha intrecciato rapporti con una potentissima dea che gli ha insegnato come travasare vite altrui nel suo corpo ! A questo servono i giovani, a far sì che egli continui a vivere ! E ora giovane cane, vai pure alla sua caccia, ah, ah, ha ! Troverai la morte di fronte a te! – Ma la sinistra risata si spegne quasi subito. Blad pianta un coltello nel cuore del druido.


   Circa tre giorni dopo troviamo Baculo, Wido e Blad nascosti da un cespuglio, che spiano una capanna sita in una oscura radura tutta composta da olmi, albero già di per sé grande e ombroso; la radura è sita molto più ad est del bosco dei Carniti e nell’entrarvi le anime superstiziose di Wido e Blad ebbero lunghi brividi nella schiena.
   Baculo, però è una potente calamita che trascina letteralmente con sé chi segue le sue orme.
-        Baculo, è là dentro che si trovano i miei figli, e gli altri ragazzi ?
-        Credo di sì, e comunque per saperlo, dovremo andare a vedere… – stette un attimo in silenzio e poi – Solo, questi luoghi mi ricordano la descrizione dell’entrata agli inferi, narratami da mio fratello. Dovrete essere ben saldi nel vostro coraggio se ne vogliamo uscire vivi !
   Detto questo il romano si avvia, spada in pugno, deciso verso la capanna badando a non farsi notare dalle aperture a finestra della capanna.
-        Wido, ma di cosa parlava ? Chi questo fratello che diceva ? E che cosa potremo trovare in quella baracca ?
-        Mi dispiace Blad, ma saprei cosa risponderti. So solo che suo fratello Virgilio è uno studioso delle arti occulte e che lo stesso Baculo si è salvato da creature infernali grazie proprio a suo fratello; ma se vuoi cercare di salvare tuo figlio, dobbiamo andare ! – e finito di parlare Wido si avvia dietro Baculo.
   Proprio in quel momento Baculo, arrivato alla porta della capanna, dà un calcio che la abbatte e la porta piomba a terra.  La scena che si presenta ai suoi occhi, e a quelli di Wido e Blad subito accorsi, li lascia per un attimo ammutoliti.
   Al centro della capanna vi era un altare, su cui era svenuto un giovane gallo e ai suoi piedi un altro ragazzo già morto. Sopra di lui un druido dal volto stranamente giovane con in mano un coltello sacrificale. Ma la cosa la cosa più spaventevole sono due esseri infernali, armati di lance, ai lati dell’altare.


   Le due creature si scagliarono urlando spaventosamente contro i tre compagni  d’avventura. Ma Baculo, seppur impressionato, reagisce immediatamente dando il via a Wido.  Sfruttando la stessa carica del suo avversario, Baculo ne afferra la lancia e lo solleva sopra le sue spalle e poi lo lascia piombare a terra pesantemente. Un sinistro rumore di ossa rotte si ode mentre Wido, evitato la lancia del secondo essere, gli pianta la spada nel suo ventre e Blad, usando la sua lama, gli spicca la testa dal  busto. Baculo si piega e recupera la sua daga da terra che aveva lasciato cadere per afferrare la lancia del suo attaccante. La scena si è svolta in pochi, serrati attimi.
-        State bene ?
-        Certo Baculo ! Ma… – fa Wido asciugandosi la fronte da cui cola una piccola goccia di sudore – Flavio diceva che ti avrebbe seguito fin sui cancelli degli Inferi e… – e urlando – oggi, oggi lo abbiamo fatto noi ! chi sono questi mostri ?
-        Quando Enea entrò nel regno dell’Oltretomba trovò ad aspettarlo un essere spaventoso… Dite o l’Orco*. Ed anche mio fratello Virgilio !

* Perque domos Ditis vacuas, et inania regna.
Ed è così chiamato dal suo re, il quale da’ poeti è chiamato Dite, cioè ricco e abbondante; perciocchè in questo luogo grandissima moltitudine d’anime discendono sempre. Nominalo similmente Orco nel libro spesse volte allegato, dove scrive:
Vestibulum ante ipsum, primisque in faucibus Orci.
Ed è chiamato Orco, cioè oscuro, perciocchè è oscurissimo, come nel processo apparirà. Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831. pag. 21

   E detto questo punta la sua spada verso il druido che era rimasto letteralmente impressionato dall’abilità di Baculo e dei suoi compagni.
-        Ma ora tocca a lui, sta lontano da quel ragazzo !
  Blad, riconosciuto il figlio, accorre arma in pugno verso l’altare e il druido malefico si sposta verso l’angolo più oscuro della capanna.
-        Mi fu profetizzato – esclama il sacerdote con una voce profonda e malvagia – che avrei avuto vita lunga; che sarei stato potente e temuto ma che mi sarei dovuto guardarmi da un potente cavaliere delle terre calde, dai capelli neri come la notte e gli occhi del colore del legno delle querce… credo che quel momento sia giunto, se devo credere ai miei occhi… - poi con un sorriso sinistro – perciò non abbiatene a male se vi lascio da soli !
  Detto questo il malefico individuo afferra uno strano oggetto che meglio non si poteva definire che un libro, poi da una porta nascosta dall’oscurità, cerca di scappar via, Baculo tenta di fermalo lanciandogli la sua spada, ma l’unica cosa che riesce a colpire è una parte del libro che apertosi, resta piantato nella parete.
   Baculo, tenta di abbattere la porta, ma si dimostra più solida della prima. Il druido ha infilato un palo dietro la soglia e il tempo che gli occorre per buttarla giù, è sufficiente perché il druido scompaia a cavallo in una nube nera.
  Blad sta cercando di risvegliare il figlio, ma non ci riesce. Vedendo Baculo venire verso di lui gli chiede aiuto.
-        Incorruttibile,  che cosa ha mio figlio?
-        Calmati Blad, adesso vedo. – solo esaminandogli gli occhi, Baculo capisce che era stato drogato.
  Allora si mette a cercare cosa poteva aver bevuto il ragazzo e infatti vicino all’altare trova un calice. Preso in mano la coppa, se lo porta vicino al naso;  ciò che sente lo rassicura e butta il suo liquido a terra.
-        Tranquillizzati Blad ! Devono averlo fatto bere da questa coppa. Sento odor di vino speziato frammisto a qualche erba soporifera. Si risveglierà entro breve tempo !
   Baculo ritorna alla porta segreta e – mentre Wido provvede a seppellire l’altro ragazzo – stacca dal muro ciò che rimaneva del libro e inizia a sfogliare con attenzione quei fogli.
   Il ragazzo, mezz’ora dopo, si sveglia con grande felicità del padre. Baculo allora si rivolge al vecchio guerriero.
-        Blad ! È bene che tu e tuo figlio ritorniate indietro, cercheremo noi la tua bambina – e rivolto a al compagno – Wido, abbiamo una preda da stanare !
-        Con molto piacere ! Quella bestia è da fermare !


   In un altro luogo, una vasta sala oscura adorna di colonne, alienate come in un tempio, una sorta di regina dai lunghi cappelli biondi chiarissimi che fanno risaltare  la sua pelle bianca come il latte, è seduta su una grossa poltrona di pietra e si diverte ad accarezzare la sua “gattina” umana, una ragazza seduta ai suoi piedi. Sta aspettando l’arrivo di un “carico” molto speciale; infatti dall’altro lato della sala si aprono due porte di metallo e un gruppo di ragazze vengono spinte all’interno seguite da un gruppo di orchi.
   Sorridendo, si alza dal suo “trono” facendo delineare la sua figura asciutta tutta rivestita di un lungo abito nero, aperto all’altezza del suo petto molto generoso e con una sontuosa cintura che le cinge la vita. Sembra dimostrare solo un paio d’anni in più della povera schiava ai suoi piedi.
-        Finalmente ! Ci avete messo molto tempo questa volta; perché non è con voi il druido ?
Un orco gli risponde con una serie di suoni gutturali che la regina comprende bene.
-        Dici che si è fermato a sacrificare due ragazzi ? Sciocco ! Ancora legato ai suoi stupidi sacrifici, quando sono patetici gli umani. Va bene, quei ragazzi faranno da pasto per le sue guardie – e poi avvicinandosi alle ragazze – Vediamo, ah ! questa sembra particolarmente carina !
  Subito dalla porta sbuca il druido malefico, tutto sudato che si inginocchia di fronte alla donna, la quale ha già scelto come sostituire la sua “gattina”; e la ragazza ancora seduta vicino al trono incomincia ad avere paura…
-        Mia Dea ! Sono riuscito a tornare solo per pura fortuna !
-        Strano ! In genere riesci a salvarti grazie all’aurea di terrore che spandi attorno a te. Questa ragazzina è particolarmente attraente…
-        Mia Dea ! Ho perso le mie fidate guardie e…
-        COSA ?! – la Dea per la sorpresa stringe i capelli della ragazza, facendola urlare per il dolore.
-        Sì ! È  venuto un uomo, un soldato di quel generale romano che ha conquistato la mia terra. Era accompagnato da altri due uomini, e uno è il padre di questa ragazza.
-        Mio padre… ! – ma uno schiaffo sonoro gli tappa la bocca che la fa crollare a terra.
-        Fai silenzio ! Nessuno ti ha detto di parlare ! 
-        Mia Dea ti ho detto che un giorno avrei avuto a che fare con un cavaliere delle terre calde… ebbene, sono sicuro che si tratti di lui ! Ha i capelli neri e gli occhi color della quercia e una forza eccezionale. Ha staccato dal suolo uno dei miei orchi e poi lo ha buttato a terra spezzandogli il collo !
-        L’Incorruttibile ! – fa la figlia di Blad ancora inginocchiata a terra
   E la sua parola ha l’incanto di smuovere l’apatia delle altre ragazze che iniziano a ripetere con un filo di speranza l’appellativo di Baculo. 
-        Idiota !  Sta zitta ! – fa la Dea dando un calcio nel ventre della figlia di Blad – E zitte tutte voi !
   Poi dà una serie di ordini gutturali agli altri orchi e le ragazze vengono spinte fuori dalla sala.
-        E idiota tu stesso ! Quando ti chiamai dal mio mondo ormai senza più prede, era perché ti ritenevo tanto malvagio da affrontare di tutto per darmi piacere e soprattutto fornirmi molti giovani a cui succhiare la loro forza vitale.
-        Eppure lo sai, mia Dea – dice il druido mettendosi in ginocchio e toccandogli bramosamente il suo corpo – per te farei di tutto…
-        Smettila ! – urla dandogli una ginocchiata al mento – Non capisci che quando è stato pronunciato il nome di quell’uomo, ho sentito qualcosa di estremamente funesto su di noi ! – e gli occhi azzurri della Dea lampeggiano di paura.


   Alcuni giorni più tardi, i due compagni sono ancora sulle tracce del druido malefico, ma il paesaggio che si presenta loro è straordinariamente mutato.
-        Non si può dire che questo sia un posto allegro, Baculo: freddo, umidità, una foschia perenne e tutte queste povere piante ischeletrite !
-        Hai ragione, Wido ! tutto ciò è molto strano. Siamo già stati da queste parti e non c’era niente del genere; una nebbia bassa, malefica e non un suono, non un grido di animale !
  Un raggio di sole d’improvviso squarcia quella strana nebbia e i due cavalieri si ritrovano ai piedi di una collina di pietra, davanti a un fiume oltre il quale si intravedano dei pascoli. Baculo scende da cavallo e si mise a esaminare le orme davanti al guado.
-        Dove ci troviamo, Baculo ?!
-        Wido, ricordi cosa disse il druido del villaggio di Olac il Nero; parlò di una terra ignota, aldilà del nostro mondo ! Comunque, siamo sulla pista buona. In mezzo a tutte queste orme c’è anche quella che seguiamo; un cavallo col ferro anteriore destro dalla punta rotta !
-         È lui ! E sicuramente porta altri ragazzi con sé.
-        Quel ragazzino che hanno fatto fuori nella capanna deve essere servito per aprire il varco agli orchi con i ragazzi… è strano però. Non dovevano averne bisogno.
-        Che vuoi dire ?
-        Incomincio ad avere un sospetto orribile: dopo aver succhiato la giovinezza dai ragazzi… bè, questi servono da pasto per queste creature orribili !
-        Ma per gli dei ! che dici ? dobbiamo trovarli al più presto !
   Baculo rimontò a cavallo e seguito da Wido, passano il guado. I cavalli marciano attraverso alta erba verde, lungo file di larghe querce e di alti olmi.
    Verso il tramonto si fermano presso le rovine di una casa, segno evidente che una volta quei luoghi erano abitati, e si preparano a un bivacco; poi Wido vede Baculo allontanarsi verso una zona elevata al di sopra del loro accampamento. Lo vede avvicinarsi verso una solenne quercia, avvicinarsi di fronte ad essa e infine appoggiare la sua mano sulla corteccia.
   È una sua impressione oppure il vento incomincia a soffiare più forte… si guarda intorno e vede le fronde degli alberi agitarsi, mentre un sudore freddo gli scorre nella schiena perché gli sembra di udire delle parole nell’aria. Cerca di dominare i suoi nervi, eppure il suo sguardo si posa di nuovo sul suo amico e – ora ne è certo – sta comunicando con qualcuno usando l’antica quercia.
   Poi Baculo si separa dalla pianta e lentamente ritorna al piccolo fuoco dove Wido lo aspetta. Quando si siede, l’oscurità è ormai calata nel bosco.
-        Baculo, quanto c’è ne andiamo via? Questi luoghi non mi piacciono, sono tetri e oscuri anche di giorno… - ma non finisce nemmeno la frase, alla luce del fuoco vede il volto del suo amico e ormai lo conosce bene e lui gli parla.
-        So che hai paura… del resto siamo in un nuovo mondo, in una… nuova terra. E non nel nord della Gallia, come t’avevo detto questa mattina.
-        Un… altro mondo ? Che cavolo vuoi dire?
-        Cercherò di spiegarti questo concetto… questa cosa con un esempio. Figurati casa tua nel Rossiglione. È il tuo mondo, una bella casa di stile romano in pietra. Senza che tu lo sappia dietro a uno dei muri senza finestra vi è un’altra casa con altre stanze, con un altro giardino e soprattutto con altri abitanti. Un giorno si apre una breccia in quel muro e se tu getti uno sguardo in quella breccia ti troveresti davanti ad un’altra casa, un’altra realtà… un nuovo mondo, con altri uomini, di cui prima non potevi sospettare l’esistenza.
-        Sì, arrivo a seguirti anche se con difficoltà…
-        Figurati anche di attraversare quella breccia per esplorare questo nuova casa, questo nuovo mondo. Ma i suoi abitanti chiudono quella breccia prima che tu possa ritornare indietro.
-        In… in quel caso non potrei tornare a casa, per gli Inferi !
-        Bravo. Allora ora figurati che per comunicare con quella casa e con i suoi abitanti, tu faccia costruire un porta nel muro con un grande cancello oppure due grosse porte in metallo. Se aldilà di questa porta ci fossero delle belle ragazze come le tue amiche di Napoli, come faresti ad andarle a trovare.
-        Ma certo ! Avrei bisogno di una chiave, se avessi la benedizione di Giano… credo di aver compreso ! Ma se noi siamo qui come ci siamo arrivati ? Con quale chiave ?
  Baculo apre la sua sacca da viaggio e ne estrae un piccola quantità di carte con un taglio in mezzo… Wido ne rimane sorpreso.
-        Il… il libro, o meglio ciò che ne rimane del libro di quel druido malefico !
-        È questa la chiave ! ma il problema non finisce qui. Oltre a una scrittura che non comprendo, vi sono anche delle illustrazioni. E queste illustrazioni raffigurano questo mondo.
-        Vuoi dire che sapevi cosa avremo trovato ?
-        Non ne sono stato sicuro, fino a questa mattina e quel che peggio è che qui vi è raffigurata vicino a un fiume, una città rozzamente fortificata con una piramide nel mezzo.
-        Aspetta, è per quello che hai chiesto a Blad di portare un messaggio alla guarnigione, perché vuoi affrontare questa ipotetica città ?
-        Se è la sede di queste spaventose creature, dobbiamo toglierle di mezzo, loro e i loro padroni che succhiano la vita ai giovani del nostro mondo. Sono esseri infernali che ci rendono schiavi… - improvvisamente gli occhi di Baculo si serrano e le sue narici si dilatano. Un odore selvatico è a loro arrivato.
-        Baculo, che c’è ? – Ma Wido sente anche lui l’odore selvatico e si alza lentamente lama in pugno, insieme a Baculo.
  L’attacco è bestiale, spaventoso. Sei esseri infernali sbucano dai cespugli urlando come bestie selvagge. Il piccolo fuoco dell’accampamento illumina male i loro corpi, ma Baculo e Wido combattono più d’istinto come i guerrieri addestrati che sono. Per ognuno di loro hanno tre bestiali avversari, e Baculo con un armonia nel combattimento, degna di un ballerino, schiva i loro colpi e poi affonda la lama nei loro corpi. Wido invece respinge i loro colpi e attacca con violenza. Due riesce ad abbatterli ma il terzo riesce con una botta della sua lama ad atterrarlo. Già vede la morte davanti a sé, quando la spada di Baculo vola letteralmente nel buio per piantarsi nel collo del loro ultimo avversario.
  Wido respirando affannosamente si rialza da terra e si mette a fianco di Baculo, che intanto ha estratto dal collo dell’orco la sua lama.
-        Sembra che non ce ne sia nessun’altro, che ne pensi Baculo ?
-        Sembra proprio così ! la città non deve essere lontana se ci hanno attaccato !
-        Va bene, questa notte faremo la guardia a turno. Ma, ti sembrerà strano, Baculo. Prima della lotta mi chiedevo: se noi abbiamo la chiave per passare dal nostro mondo a questo, allora come faranno i nostri compagni ?
-        Un contatto c’è sempre e ho parlato con mio fratello, grazie alla vecchia quercia. Provvederà lui ad aprire un varco per loro !
-        Hai parlato con Virgilio…? Ma come… va bene ! Per stasera ne ho abbastanza di stregonerie varie – e sempre guardandosi intorno finisce – faccio il primo turno di guardia !


  Luna si stringe forte a Filippa. Sono nel piccolo giardino dietro la piccola abitazione nella casa della strada dei gioiellieri a Napoli. Hanno visto Virgilio “parlare” con il loro albero e subito dopo chiedere loro di restare nel giardino, dicendo che doveva fare un rito particolare per aiutare suo fratello.
  Nel pavimento del suo studio Virgilio ha tracciato tre cerchi, con all’interno strane scritte, intorno a un braciere. Si denuda il suo braccio e si pratica una profonda ferita. Contemporaneamente la piccola campana con un drago sopra inciso, portata dal’Oriente dal loro Maestro, inizia a battere in un angolo del suo sancta sanctorum. Delle dolce parole escono dalle labbra del mago.
   Al di fuori le due donne vedono con spavento una nube apparire ed espandersi fino ad inghiottire il sole. Un forte vento spazza via le foglie dal giardino, il loro gattino nascondendosi sotto la panchina dove Luna e Filippa sono sedute, urla dalla paura, ma poi tutto lentamente finisce e ritorna la calma. Una voce rotta dalla fatica le fa voltare. Virgilio con il braccio ben medicato e il viso un po’ sofferente, si è presentato loro. 
    - Ora il varco è aperto, e gli uomini possono passare. – e poi sorridendo a Luna – Mio fratello adesso ha più speranze di tornare a vedere nascere il vostro bambino ! 
  E dal giardino di Napoli si alza distinto il pianto allegro di Luna.  

  In un altro luogo, una stanza enorme dove vi è un letto in cui dorme la Dea e la sua schiava, e di rado anche il druido malefico. Ma la Dea quella notte non ha dormito, e ora si è alzata per vedere sorgere il sole.
  - Non sono tornati ! Non sono tornati ! – ripete con astio la Dea, mentre il druido entra in quella dolce alcova che quella notte gli è stata negata.
  - Mia Dea… - ma non riesce a dire altro. Lo spettacolo del corpo nudo della creatura desiderata lo fa impazzire…
  - Che vuoi ? Se sei venuto per sfogarti, allora accontentati della mia schiava. – e dal letto la “gattina” ha un brivido di paura. – Sciocco umano ! Non capisci non è più il tempo per il piacere !
  - non ti capisco, mia Dea, io…
  - hai lasciato metà del tuo libro in mani indegne e ora due uomini hanno passato il varco. È stato sufficiente il meccanismo di riserva della sua copertura interiore per passare !
  - L’uomo delle terre calde ! – fa il druido con un lieve brivido di paura - Allora bisogna inviare…
  - Idiota ! – la rabbia mista a paura alterava il viso della Dea, ma per il druido era ancora più affascinante – Lercio individuo voglioso solo del mio corpo, ho già provveduto io. Avevo mandato le mie guardie fidate…
  - E…
  - Questa mattina non sono tornate ! Fa radunare i guerrieri. Dovranno uscire a dare la caccia ai due uomini !

  I due compagni, passata la notte vegliando a turno, recuperano i loro cavalli e si mettono in viaggio, ma non passa molto tempo che si trovano davanti il profilo della città.
    - Eccola, Wido ! È proprio come è illustrata nel libro; una cittadella rozzamente fortificata con una sorta di piramide in mezzo. Lì sono sicuramente prigionieri i ragazzi.
    - Ahò, ma mi sembra che… Baculo, stanno uscendo dalla città.
   - Sì, maledizione ! E sembrano molti; almeno un centinaio di individui.
   - E quei mostri si dirigono verso di noi… andiamocene Baculo !
  I due cavalieri stanno per girare i loro destrieri, ma si avvedono di qualcosa di strano.
  - Baculo, guarda si sono fermati ! ma che cosa…
  - Hanno visto qualcosa dietro di noi…
  Baculo si guarda alle spalle e lo stesso fa Wido e hanno una delle sorprese più belle della loro vita.
   A meno di due miglia di distanza da loro, una massa nereggiante è sbucata all’orizzonte e inneggiando a Baculo, avanza rapida come un’onda di un fiume che abbia spezzato una diga.
   - Baculo, ah, ah, ah ! sono i nostri compagni della guarnigione, ma non sono soli ! Chi si sono portati dietro ?
   - Allegro Wido ! Lo sapremo presto !
   E i due cavalcano  verso di loro. I soldati si erano portati una balista e una catapulta spinte da ben quattro coppie di cavalli ognuna, ma insieme a loro vi erano una moltitudine di guerrieri galli, che cavalcano fianco a fianco con i loro vecchi nemici di guerra.
   Blad non solo aveva avvertito i soldati romani, ma era passato ad avvertire Olac e con lui altri capi di tutti i villaggi vicini, i quali quando seppero che l’Incorruttibile e Wido stavano lottando da soli contro dei demoni che si cibavano delle vite dei loro giovani, non esitarono a far armare i loro guerrieri e ad unirsi ai romani per correr in loro aiuto. 
   Arrivato da loro, Baculo, trova Flavio e al suo fianco Olac e Blad e ad altri capi. 
-        Amici miei, siamo felici di vedervi. Vedo anche Cicerone ha fatto le cose in grande, ben due macchine da guerra avete dietro.
-        Per te Baculo niente è troppo ! – dice Flavio lisciandosi i lunghi baffi alla “mongola” del suo viso – E del resto altri tuoi amici non si sono voluti tirare indietro !
-        Tutti noi siamo accorsi quanto abbiamo saputo che Baculo e Wido stavano affrontando da soli l’orrore che da anni miete vittime tra i nostri giovani – pronuncia Olac.
-        E l’orrore è ciò che dovremo affrontare tutti. Ascoltate ! – e Baculo alzò la voce in modo che tutta la moltitudine potesse sentirlo. – Non sappiamo ancora quali cose orribili verranno dalla terra, dall’acqua e dall’aria ! Ma non fatevi vincere dal terrore e forse i vostri figli avranno un futuro. – un urlo unico s’alzo dalla massa di guerrieri e soldati…
-        Siamo tutti con te, Incorruttibile ! – e Baculo non può far altro che pronunciare:
-        Andiamo !
    La massa si diresse verso la città. All’interno la dea si scaglia contro il druido malefico:
-        Maledetto ! Li hai portarti qui tu !
-        No ! Io ti amo, non potrei…
-        Fa silenzio ! c’è un'unica cosa per fermarli, visto che il dragone potrebbe non bastare… attivare gli antichi meccanismi. Ma è pericoloso !
  Baculo intanto fa piazzare la catapulta davanti alle porte della città, mentre gli urli spaventosi degli orchi si innalzino dai bastioni.
   - Maledizione ! C’è qualcosa che non va. – fa Baculo – Aspettano qualcosa !

 
    Baculo non sbaglia. Dalla parte estrema dei guerrieri situati vicino al fiume si innalzano grida di avvertimento, una massa nera si intravede nelle onde.
   Dall’alto nuvole nere si addensano sopra la città rendendo tenebrosa e oscura e poi dalla massa d’acqua esce  un orribile rettile lungo quasi 40 metri, che innalzandosi in aria diede l’impressione che potesse volare.
   I guerrieri galli, nonostante la loro anima superstiziosa, memori delle parole dell’Incorruttibile, lo affrontano con grande coraggio, ma già l’alito che il drago manda, stordisce i loro corpi. 
   Una grande tempesta si va scatenando in cielo, ormai è quasi buio, e il gigantesco serpente attacca e trangugia guerrieri galli e militi romani, mentre le oscene risate degli orchi risuonano dalla città.
   Ma Baculo attacca, armato di lancia, il serpente. La sola presenza è da sprone a tutti gli uomini, ma la pelle del serpente è talmente dura che stritola e schiaccia molti guerrieri e legionari. Finché Baculo a cavallo con la sua lancia colpisce il rettile, ferendolo alla testa, allora un grido di giubilo esce dai guerrieri.
  Dietro di lui, Wido, lo colpisce ancora, prima che si cibi del bianco cavallo del formidabile centurione e dopo di lui altri guerrieri colpiscono ancora il capo del serpente.
   In quell’attimo Baculo urla un ordine e un grosso macigno scagliato da una balista spacca definitivamente la testa del dragone. Il centurione aveva ripetuto – in un’altra terra – l’impresa che più di un secolo prima preso l’attuale Tunisi, aveva compiuto Attilio Regolo.
    Il druido infernale vede il giovane corpo di Baculo completamente bagnato dalla pioggia torrenziale che cade dal cielo e lo maledice con forza.
   Ma non è ancora finita. Baculo fa correre il suo destriero verso la catapulta che aveva fatto sistemare davanti alle porte della città. E mentre dà ordine di scagliare i suoi proiettili verso l’ingresso delle mura, chiede a Olac e agli altri capi galli di concentrare l’attacco dei loro arcieri contro gli orchi sui bastioni della città.
 Il druido infernale vede cedere le porte e da quel varco entrare per primo proprio Baculo, subito seguito da guerrieri e militi,  che abbatte gli orchi che si trova davanti.
   E in quel momento, una grande esplosione avviene all’interno della piramide spaccando la sua cima.
  - Mia Dea, no !
  Il druido con il suo corpo ancor giovane, ma vecchio di secoli, come un pazzo corre verso “la casa della vita” (come veniva chiamata in Egitto la prima grande piramide in cui i primi faraoni succhiavano la vita di altri giovani per rigenerarsi), la loro piramide dove prima la sua “Dea”, e poi lui stesso rigenerarono i loro corpi.
   Non sapendo dove cercare la sua “Dea”, percorre dapprima il corridoio che porta alla stanza della rigenerazione, ma arrivato lì, trova il cilindro – simile a un sarcofago egiziano – vuoto e nella stanza nessuno.
   E allora il druido pensa, pensa immensamente dove poteva essere la stanza degli antichi meccanismi.
   Intanto gli uomini entrati nella città incontrano una ragazza che li chiama disperata con la loro lingua. È la “gattina”, la schiava della “Dea”!
-        Da questa parte. Sò dove sono le prigioniere.
  Subito Blad si fa avanti e gli dice:
-        Portarci là !
   E passando attraverso la sala del trono, la ragazza li fa passare in corridoio dove da una porta sbarrata giungono delle grida. Da un’inferriata della porta si intravedono delle ragazze.
   - State indietro ! – si grida loro.
   Gli uomini accorsi, non avendo la chiave della cella, si mettono a tempestare la porta colpi d’ascia… e dopo poco la soglia cede. Blad può abbracciare la figlia. Baculo intanto parla con la ”gattina”.
-        ragazza, perché non sei con loro ?
-        io… - il viso della ragazza si vela di un rosso candito – io sono qui da due anni e servivo a scaldare il letto della “Dea” ! E avevo preso il posto di un’altra come me.
-        Che fine facevano le altre ragazze ?
-        Venivano usate per il rito della rigenerazione, così come alcuni ragazzi e dopo… - la ragazza non regge più e scoppia in pianto dirotto – servivano da pasto per gli orchi ! – Baculo la fa sfogare un po’ sul suo petto e poi…
-        Dove trovo questa “Dea” ? – la ragazza indica un corridoio subito dopo la porta della cella. 
-        Wido ! Portate queste ragazze fuori della città – gli dice porgendogli la “gattina”.
-        E tu dove vai ?
-        A caccia ! – e detto questo si infila nel corridoio.


   Ora era all’interno della piramide. Arrivato a quella che era la sala della rigenerazione la trova vuota e allora decide di seguire ciò che arrivava alle sue narici.
   C’era stata un’esplosione e l’odore del fumo lo poteva guidare bene. Baculo trova la sua pista e alla fine di un corridoio, l’entrata di una stanza illumina una scena. Baculo vide il druido che pregava inginocchiato su un corpo dal viso insanguinato. Un corpo bello e florido ma ormai senza vita.
-        Creerò una religione su di te. E il sangue scorreva a fiumi nel tuo ricordo ! - poi alzando gli occhi su Baculo…
-        E il primo sangue sarà il tuo !
  Il druido malefico scattò in avanti armato del suo coltello, ma Baculo lo evita e con la sua lama gli apre il ventre.
   Il druido piomba in ginocchio mentre dalla sua bocca esce un getto di sangue.
-        Il primo sacrificio è il tuo… - e alzando la sua lama in alto – ed anche l’ultimo. – e l’attimo dopo gli mozza il capo.

   Una settimana dopo Wido e Baculo riscaldavano i loro corpi nel focolare della residenza di Wido, in attesa di ripartire il giorno dopo per Napoli.
   Baculo apre la sua sacca da viaggio e butta nel fuoco delle carte nel fuoco;  al contatto le fiamme si alzano sinistre davanti a loro.
-        Ahò, ma che cosa era ?
-        Niente Wido. Solo una… chiave.
    Wido capisce subito e non dice niente.

Fine.


Genesi iniziale del romanzo breve.

Giuliano Gemma in veste di ufficiale dell'esercito Romano

   Nel 1995, Iginio Straffi per amicizia, mi portò con lui alla casa editrice E.L.I. a Recanati (patria della famiglia materna di Michele Iocca).  In un edificio dislocato nella campagna tra Recanati e Loreto iniziamo un lavoro in collaborazione con il Belgio, che fu il prologo di quel che poi sarebbe diventato un famoso studio d’animazione in Italia.
    Ci rimasi nemmeno due anni, perché a dire la verità non sono una cima nel disegno animato (nonostante gli insegnamenti del professor Sergio Minuti all’Accademia di Belle Arti); e nemmeno nel fumetto visto che sono più di vent’anni che mi considerano solo un “bravissimo dilettante” e niente più.
   Ma in quel periodo trascorso a Recanati, buttai giù l’inizio di questo romanzetto avendo come spunto lo Zeus dei fumetti, (come lo chiamo personalmente e come si merita) cioè Gianluigi Bonelli.
   Ripresi lo scritto su richiesta di Erik Anzi, e colpito dalle suggestive – e terrificanti – ricerche del dottor Corrado Malanga, l’ho portato a termine.       


Marco Pugacioff
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