LA NAVE SILENZIOSA
Traduzione e adattamento di
Galileo Ferraresi
Tra le tante storie di mare nessuna raggiunge i livelli di terrore toccati dall’equipaggio della baleniera inglese Hope.
Il 22 settembre 1860 la Hope, sotto il comando del Capitano Brighton, stava operando nel freddo oceano a sud dello Stretto di Drake. Era una regione desolata, piena di enormi iceberg grandi come isole.
Il Capitano Brighton era in piedi al ponte di poppa di fianco al timoniere. Improvvisamente una lontana parete di ghiaccio sulla dritta della nave si spaccò con un terribile rumore più forte di un tuono. Tutti gli occhi si volsero in quella direzione e … restarono spalancati dal terrore. Quello che apparve ai loro occhi è difficile da credere!
Una scoperta agghiacciante
Come il ghiaccio si spaccò una vecchia nave iniziò ad allontanarsi dal cuore dell’iceberg! Lo strano vascello era ricoperto di neve e ghiaccio, le sartie e le manovre distrutte o rotte, le vele gelate e la carena completamente coperta di ghiaccio, alghe e cirripedi.
Sembrava la nave dei morti!
Come la nave si avvicinò alla Hope, il suo silenzio tombale iniziò a innervosire i superstiziosi balenieri. Prima uno poi altri urlarono: “è la nave del diavolo! – è il Flying Dutchman..”. Il Flying Dutchman era il leggendario vascello condannato a navigare per i sette mari per l’eternità. Seguì un lungo silenzio poi, i terrorizzati balenieri ruppero i ranghi e si precipitarono sottocoperta. Solo il Capitano e il timoniere rimasero in coperta.
Quando ne avvistava uno il Capitano Brighton conosceva la differenza tra una nave fantasma e un relitto galleggiante. Richiamò l’equipaggio ma nessuno riemerse in coperta. Infine scese lui sottocoperta per tranquillizzare l’equipaggio che quello che avevano visto non era un fantasma. Solo allora l’equipaggio smise di nascondersi.
A bordo
Poco dopo il comandante decise di abbordare la nave misteriosa, scelse un gruppo di persone, vararono una lancia e si avvicinarono allo scafo alla deriva.
Appena salirono a bordo un’intensa sensazione di profondo gelo penetrò i loro corpi e le anime. Sembrava di camminare su una tomba! Nonostante il vascello sembrasse deserto il gruppo di uomini si muoveva in coperta con discrezione e attenzione. Attorno al relitto galleggiante c’era qualcosa di tenebroso. Il silenzio si poteva udire… sembrava che anche il tempo si fosse fermato.
Dolcemente, per timore di disturbare la quiete opprimente, gli uomini iniziarono a scendere sottocoperta. Il Capitano con un gesto aprì una porta e imprecò: “Per l’Inferno!” Quello che videro fece scorrere un tremore lungo tutta la schiena.
La ciurma morta della nave si era conservata perfettamente, tutti seduti in un ampio cerchio come statue congelate in varie posizioni. Gli alti uomini guardavano gli intrusi con gli occhi spalancati. Tutti erano vestiti con abiti di mezzo secolo prima. Anche il tempo si era fermato. Era una macabra scena piena di terrore.
Il Capitano fu il primo a riprendersi, la vista degli uomini congelati aveva bloccato in uno stato ipnotico il gruppo di balenieri. “Bene, andiamo nella cabina del capitano. Se troviamo il giornale di bordo, possiamo risolvere il mistero”.
Gli uomini non obiettarono e lo seguirono; erano grati di lasciare l’equipaggio congelato.
Trovarono il corpo congelato del Capitano; era seduto nella sua sedia, leggermente appoggiato all’indietro, come fosse in contemplazione, con una penna d’oca ancora stretta nella sua mano congelata e senza vita appoggiata sul Log Book aperto davanti a lui.
Dal Giornale di bordo identificarono la nave come la goletta inglese Jenny, ultimo porto toccato era stato Lima in Perù. Il Capitano aveva scritto che la nave era stata catturata dal ghiaccio il 17 gennaio 1810. La crociera della nave dei morti durava ormai 50 anni!
Nell’ultima riga era scritto: “4 maggio 1810… niente cibo da 71 giorni. Sono il solo ancora vivo a bordo”
Dopo aver raccolto alcuni documenti di bordo il gruppo di balenieri ritornò a bordo della propria nave lasciando Jenny, la nave fantasma, libera di andare alla deriva dove il destino e la sua ciurma di cadaveri avesse voluto.
Il Capitano Brighton, dopo aver rimosso il tragico Giornale di bordo, al ritorno in Inghilterra informò dell’avvenuto incontro l’Ammiragliato e consegnò il Giornale e gli altri documenti prelevati.
La Jenny non fu mai più vista e nessuno ne parlò più.
Racconto tratto dalla rivista britannica LION del 6 novembre del ‘65
ωωω
Marco Pugacioff
[Disegnatore di fumetti dilettante
e Ricercatore storico dilettante,
Macerata Granne
(da Apollo Granno)
S.P.Q.M.
(Sempre Preti Qua Magneranno)
31/05/’25
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