Cronaca dell’insolito 23
I racconti – della paura – del maresciallo
Non molti mesi fa, in una avventura di Yannick le Roc, conosciuto dal popolo rosso come Blek, l’avevo fatta partire dai monti stregati, che chiamai anche (influenzato da Gianluigi Bonelli) monti della superstizione.
Yannick aveva detto a tutti che erano luoghi da evitare (in questa storia) perché popolati da creature “aliene”; dovrei fare delle tavole per far vedere queste creature, vabbè, vedrò.
Tutto potevo pensare che qualcosa – e sottolineo “qualcosa” – potesse esistere nella realtà e che coinvolgesse un maresciallo dei carabinieri!
Ovvio, se “cose” del genere non esistono è tutto falso, però…
L’Arma dei Carabinieri, fa parte dell’immagine dell’Italia, e nonostante le visite che hanno effettuato all’alba in casa di mio babbo (eh! Brutti problemi in famiglia…) l‘attore Turi Ferro mi ha lasciato l’immagine più bella come quella di un uomo ligio al Servizio nell’Arma, e che si indignava perché una lettera anonima lo ammoniva di fare il suo mestiere (era siciliano), sennò avrebbe provato di essere un possibile mafioso.
Ma perché scrivo questo? Iniziamo dal luogo… in provincia di Sondrio vi è una valle, la ValMalenco, che «è una valle laterale della Valtellina [dice la famigerata wiki]» dove vi è un mistero straordinario e “più” facile da svelare.
Quando tutto iniziò? Negli anni ’40 del nostro [o meglio “mio”] 900. secondo una ricerca del ricercatore ufologico Massimo Angelucci, intervistato circa tre mesi fa da TVCITY, Oltre la storia, il 15 settembre 2024, egli avrebbe detto che legato alla ricca presenza di elementi in zona, come minerali come il quarzo e il silicio «durante la Seconda Guerra Mondiale un colonnello tedesco era venuto in Valmalenco col suo staff e a prelevare materiale dal sottosuolo. Ora risulterebbe da quello che io ho potuto verificare quest’anno addirittura da una fonte storica che viveva in quell’epoca. E tale ufficiale fosse collegato alle ricerche segrete speciali sui velivoli sperimentali In Germania; questo è mi è stato confermato e probabilmente perché il quarzo in particolare dove che è preponderante in Valmalenco veniva spedito in quantitativi enormi in Germania e probabilmente aveva una particolare funzione».
Ancora, su BASE TERRA - speciale UFOVALMALENCO - con MARCO DELLA LUNA, TOM BOSCO e NICOLA BIZZI del 2023, l’avvocato Della Luna riferì di un fatto allucinate, cioè della storia della strage del Bernina… «Nel 1946 un ricognitore statunitense della nato osservò sorvolando il ghiacciaio del Bernina degli esseri di forma umana che camminavano uscendo dal ghiaccio, da buchi nel ghiaccio, camminavano sul ghiacciaio e richiese al comando dell’esercito italiano di mandare un gruppo di militari a investigare.
Era aprile fu mandata una compagnia di Alpini, mi pare 153, così mi hanno raccontato. In aprile non si mandano mai i militari sui ghiacciai perché è il momento del disgelo, pericolosissimo. Però evidentemente ci fu una imposizione della NATO, come anche oggi la nato fa fare le sue Brave imposizioni ai governi italiani.
Una tavola dall’albo a fumetti UFO n. 08 - Gli ibernati (Edifumetto 1974-01-17)
che può richiamare la tragica vicenda.
Di 153, ne ritornò uno che era rimasto indietro mi pare per la rottura dello scarpone e che riferisce che gli altri 152 erano tutti rimasti uccisi da esseri che uscivano dai buchi, da caverne del ghiaccio e che sparavano. La cosa fu silenziata. Così mi hanno riferito, ma da allora vi sono stati numerosi altri avvistamenti di oggetti volanti non identificati e non solo, anche di alieni sulla terra che camminavano e alcuni, anzi volavano, essendo dotati di ali come da fotografie.»
…
In quei stessi luoghi un giornalista in escursione con la moglie fotografò un disco volante e… fu sbugiardato di brutto.
Chi la raccontò bene fu Luciano Gianfranceschi, una delle colonne del celebre e (per coloro che CiCap_iscono tutto) “famigerato” Giornale dei misteri, che la narrò nel suo libro “Ufo. Cronache del mistero”, nel capitolo Verità e bugie, in particolare alle pag. 120-121. Ne riprendo gran parte delle righe…
«In Italia […] gli ufologi nostrani non sono riusciti a ricostruire con esattezza, [cosa] è successo il 31 luglio 1952. Protagonisti Giampiero Monguzzi e sua moglie Pinuccia Radaelli, abitanti a Vedano al Lambro, nei pressi di Milano, quel giorno in gita sul ghiacciaio Scerscen, appartenente al gruppo del Bernina (Sondrio). [Come si vede, un strana zona, proprio come i Monti stregati del mio Yannick le Roc….]
I due, dopo alcune ore di escursione mattutina, giunti a circa tremila metri di altezza, si riposarono in un anfratto, e dopo un po' l'uomo si accingeva a scattare alla moglie delle foto-ricordo... allorché vide, a circa duecento metri di distanza, un disco volante. Ebbe un grido di stupore, cosicché anche la donna si voltò e pure lei ebbe modo di osservarlo: misurava circa dieci-quindici metri di diametro, era alto un paio di metri, e la torretta superiore era munita di un’antenna. Successivamente apparve anche uno strano essere, rivestito da una specie di scafandro argenteo, che fece un giro intorno al disco. Fu allora che il Monguzzi si ricordò di avere tra le mani la macchina fotografica, e cominciò a scattare. Il fatto durò per circa cinque minuti, poi il disco si alzò in volo e scomparve.
Questo, in sintesi, il fatto che Giampiero Monguzzi raccontò il 22 ottobre - a quasi tre mesi di distanza – alla redazione milanese di Radio Sera, mostrando alcune fotografie in cui il disco e il suo occupante si vedevano chiaramente. (Una delle immagini è pubblicata in copertina di questo volume.) La notizia data dalla radio, e le foto pubblicate nei giorni successivi dai quotidiani, crearono un alone di curiosità intorno ai due coniugi. Tutta pubblicità... negativa [Come era da aspettarci, no?], tanto è vero che l’uomo - segnato a dito come visionario - perse prima il posto di lavoro e poi la pace familiare, in quanto la sua casa era sempre piena di gente che voleva sapere altri particolari.
Le foto spettacolari e… [???] false, riprese da
https://www.italiador.com/ufo-lo-straordinario-caso-monguzzi/
Un giornalista di Epoca prese allora ad indagare sulla faccenda, e ai primi di novembre il settimanale uscì con l’esclusiva della storia: Monguzzi ha confessato, le foto sono false!
Una guida alpina aveva preparato un plastico della zona del Bernina, mentre due cugini del fotografo, Mario e Alfredo Gaiani, avevano costruito i modellini del disco volante e dell’extraterrestre, che poi il Monguzzi avrebbe fotografato... In più, quando il settimanale pubblicò in esclusiva la notizia, la confessione era completa: l’uomo aveva inventato il tutto per farsi pubblicità perché voleva diventare giornalista. E, quale prova, si era fatto fotografare accanto ai modellini serviti per il clamoroso falso. Tutto a posto, dunque?
Così come sono scettici nel credere, gli ufologi sono attenti anche in senso opposto: e notarono subito che il modellino è simile ma non uguale al disco volante! E che nessuno era riuscito a smascherare le foto, i cui negativi avevano escluso la possibilità di un fotomontaggio! E la confessione, data attraverso la stampa, era anche troppo clamorosa.
Sorse cosi il dubbio che il Monguzzi fosse stato indotto a ritrattare: non certo dal giornalista, quanto per liberarsi di una fama che stava diventando scocciante. Forse è lo stesso motivo che aveva trattenuto l’uomo dal rivelare subito la sua avventura? Il caso resta dubbio…»
…
Ma cosa accade in quella valle (o vogliamo dir nei monti stregati)? Sempre Angelucci (ho ritoccato un po’ il testo, come ho fatto in seguito), riferì – tra le tante che riuscì ad avere – di un caso di…
«una seconda testimonianza […] è micidiale perché in questa persona io ho potuto veramente vedere, mentre me la raccontava, tutta la sua diciamo così emozione. Soprattutto la paura che ha provato in quel momento! Racconta che era con il marito e salivamo con la motoslitta che essendo carica è andata avanti con mio marito; (si parla di una motoslitta che va su verso in alto per portare i viveri quello che serve per poter andare in alto le persone che abitano ovviamente in quei luoghi, in certi posti molto in altezza, devono ogni tanto fare rifornimento).
Così io sono scesa sono andata a piedi erano le 11:30 di notte mi sono avviata col faretto. Non c’era luna piena, il faretto si è spento. Il faretto che aveva sopra la testa […] insomma la strada si vedeva lo stesso, il cielo era stellato. Salendo due tornanti, nel bosco a sinistra, c’è una roccia con dei pini.
Cerco il cellulare di mio marito per la sua torcia per poter inquadrare… a un certo punto mi sono sentita una cresta sulla spina dorsale, come se mi venisse una cosa che non ho mai provato. Al che alzo gli occhi e su questo masso c’è questa cosa enorme nera! Mi sono detta è la suggestione e mi veniva questa cosa qua dietro, [una] sensazione che partiva dalle gambe, al che alzo gli occhi e non c’è più. È sulla strada! Adesso però io ho continuato a cercare la torcia (perché lei non aveva più niente). Si era spenta quella con cui era partita prima che vedessi. Non era suggestione, era sulla strada ma io non ho avuto il coraggio di alzare gli occhi. Io tenevo gli occhi bassi, però, giustamente vedevo con la coda degli occhi e lui veniva avanti. Io vedevo i piedi che bene non si vedevano… velluto. (Cioè intendeva dire che camminava, in modo tale che non si ravveda diciamo così non si sentiva come dire il rumore del camminamento) io vedevo questa cosa nera che scivolava quindi avvertiva come se scivolasse. Era a 50 metri se mi vuole fare male io sono qui… Mi si è accesa la torcia e io l’ho puntata sulla strada e non è sparito tutto. Questa cosa nera sembrava silicone una cosa molliccia è scivolata dietro il sasso. Ho aspettato di respirare, ho accelerato… ho illuminato il sasso e non c’era niente. Poi ho raggiunto la motoslitta di mio marito e io ho detto “Portami via”. Una cosa molto strana sui rumori del Bosco: non si sentiva nessun rumore e quando sono arrivata alla fine del bosco è ricominciato, intendendo il rumore. Non lo ripeterò a nessun altro. Per tirar via questa testimonianza è stata dura, perché non ne voleva proprio parlare. Noi sapevamo che aveva visto qualcosa, ma non voleva proprio [parlare] ma veramente! Quindi pensate se poteva mentire una persona che… Sono delle testimonianze reali, si è percepito proprio la verità di una persona che ha vissuto quella quell’esperienza. […] Questa donna ha avuto anche un’altra; una terza esperienza. Tra l’altro col marito in pieno giorno e c’è una terza esperienza del solo marito da solo in piena notte e quindi c’è ne sono tante…».
…
Questi fatti, di notte, sotto le stelle c’è ne saranno un sacco pieno come quello di Nonno Gelo (sarebbe il babbo natale russosky, da…), però a me, mi ha fatto tornare in mente questo in particolare che ho letto nel libro Una porta sull’ignoto, del professor Antonio Chiumiento del 2015.
Il professor Chiumiento e il suo libro
L’incontro ravvicinato è narrato da pag. 88 a pag. 143, dove si narra di Carlo, un giovane istruttore di arti marziali e dell’allora ragazza Jennifer (italo-americana) che la sera del 22 luglio del ’96, si erano sdraiati a veder le stelle nella località detta Gogna a Vicenza…
«Si tratta di una parte dei colli Berici che può essere raggiunta, partendo dal centro di Vicenza, in pressappoco 10 - 15 minuti; e un area collinare dove, fra l’altro, c’è una scuola di roccia. Siamo andati là in bicicletta […] siamo arrivati in un campo rialzato, in collina, tutto aperto e circondato da alberi, per la precisione, da un boschetto semicircolare. […] Poi, verso le ore 22:00, Jennifer ha avuto una sensazione di disagio. […] Jennifer dice “Sentivo una sensazione di disagio; saranno state le ore 22:00 circa. Da quando eravamo arrivati in quel posto c’era una situazione negativa, non ci sentivamo a nostro agio ed è proprio verso le ore 22:30 che ho avvertito ancora una certa presenza; inoltre, ho sentito che qualcuno mi stava guardando” […] C'é stata una cosa, però, che ci ha messo in tensione, cioè un fuggifuggi di animali (del tipo lepri) e di uccelli dal boschetto […] Ad un certo momento, dopo che gli animali e gli uccelli erano fuggiti, c’è stato un grande silenzio; quindi, abbiamo sentito “un gracchiare” prolungato di “botta e risposta”, un po' metallico.” […]. Immediatamente dopo aver visto che Jennifer guardava in un certo modo sia a destra che a sinistra, le ho chiesto: “ma c’è qualcosa che non va?”.
Essa mi rispose: “mi sento osservata!”. Subito dopo aver sentito quel gracchiare e considerato ciò che mi aveva detto Jennifer, ho sentito tutta la pelle che si e tirata sul corpo. Inoltre, i peli si sono alzati tutti, in tutto il corpo; ho iniziato a guardarmi intorno e sentivo quei rumori. Non avevo paura; si è trattato di una reazione contraria. Potrebbe sembrare strano, ma, sebbene avessi la pelle tirata e i peli alzati, io cercavo di individuare “qualcosa”. Ad un certo momento, siccome ho iniziato a sentire tensione e ho visto Jennifer strana, le ho detto: “Raccogli il “plaid” perché è meglio che andiamo via”. Pronunciate queste parole, ho visto “come un'ombra” venire giù dalla collina, dietro di lei; essa era alta circa un metro e molto larga. Sembrava un grande mantellone molto fluido che si muoveva molto velocemente; Jennifer si stava chinando per prendere il “plaid” quando ho osservato, grazie anche al chiaro della notte stellata, “questa ombra buia” vicino a lei. C’era una “sagoma” […] proprio vicino a Jennifer, a pressappoco 50-60 centimetri di distanza dalla sua schiena (quindi, dietro di lei). Il terreno è in pendenza; dapprima ho visto quell’ombra venire giù. Essa poteva avere un’altezza come ho già detto, di pressappoco un metro. Una volta arrivata dietro a Jennifer, essa la sovrastava. lo sono alto un metro e ottanta centimetri ed essa era alta come me. Questa “sagoma buia” (faccio presente che non vedevo più le piante dietro ad essa) aveva due enormi occhi circolari e rossi.»
I due ragazzi scappano via verso le biciclette…
«Per me, il tutto è durato all’incirca 5 minuti; in realtà, la vicenda ha avuto una durata di pressappoco 30 - 35 minuti!»
Tralascio le successive fasi dell’inchiesta, ma bisogna notare alcune ricorrenze, anche quella de “la mancanza del tempo” che la signora della Valmalenco non cita, ma il silenzio del bosco, l’avvicinarsi della creatura quasi a passi felpati che si potrebbe giustificare con l’eccesiva paura… salvo un particolare. La (all’epoca) ragazza è figlia di un militare usa e questo potrebbe portare a uno sviluppo ancor più sinistro della vicenda.
Tavola finale tratta da una mia storia di Yannick le Roc in cui ho raffigurato la creatura apparsa sulla grande rotonda di Mortegliano; c’è una particolarità che mi ha da subito colpito. Questa zona è distante circa una ventina di chilometri dalla… base militare di Aviano. Non vado oltre, ma forse si capisce l’accanimento contro il professore!
Il professore Chiumiento, ottimo e straordinario investigatore delle presenze ignote nella nostra realtà, è stato fin da subito, per la sua voglia di indagare su una creatura “estranea” (l’umanoide avvistato a Mortegliano), gettato nella “peste” più nera da una malefica organizzazione, di cui fece parte: guarda caso, la stessa cosa è poi avvenuta in maniera minore per Angelucci, durante le sue indagini sul caso ValMalenco… è meglio, molto meglio evitare l’oscuro personaggio che creò quell’organizzazione!
…
Torniamo ai carabinieri di ValMalenco e ai fatti strani a cui si sono trovati davanti. Il maresciallo in pensione è stato intervistato a UFO -SPETTACOLARE VALMALENCO CON ALESSANDRO DI ROIO, circa un anno fa…
Un giorno arrivò (o meglio ritornò) alla stazione di Chiesa ValMalenco, Alessandro Di Roio. L’avvocato Della Luna dice – a Base Terra – del suo cliente… «Nativo di Caracas, figlio di genitori italiani emigrati, è rientrato ancora bambino in Italia e ha fatto una carriera, diciamo vocazionale nei Carabinieri. Cioè una carriera bellissima, onoratissima, restando più volte ferito per servizio, addirittura riportando lesioni dolorosissime. E negli ultimi anni di servizio, le lesioni che erano in buona parte traumi cranici, si manifestavano con effetti sul suo umore; ed c’era una diagnosi di depressione Maggiore. Era in cura dalla psichiatria militare, e gli avevano tolto la pistola per timore del suicidio.»
Il maresciallo in pensione alla trasmissione in rete
Devo dire che – essendo molto legato alla figura di Gesù, ed è normale essendo un italiano – la sua figura mi ha ricordato il cugino di mia mamma (taccio il nome del mio parente, già “figlio d’arte”), anch’egli maresciallo dei carabinieri, molto religioso e ferito in servizio; che per sua fortuna non ha avuto vicende così sinistre…
Al maresciallo, però, incominciarono ad arrivare varie voci sinistre, finché furono fatte delle vere e proprie denuncie davvero da spavento. Come suo dovere, inoltrò il tutto ai superiori, ma… Insomma ad un certo, erano davvero troppe e “qualcuno” gli intimò di smettere con le sue indagini. Da lì iniziò il suo calvario, che continua tutt’oggi, con due processi vinti (Al Tribunale Penale militare di Verona e al Tribunale Penale di Sondrio) e un terzo ancora in corso.
Di che tipo potevano essere queste voci?
Appena entrato nella Legione, e fatta la scuola sottufficiali viene mandato sui.. Monti stregati (per dirla come l’esseGesse), e racconta che al «[…] trasferimento mi sono trovato prima a Brescia e poi a Chiesa in Valmalenco. Non sapevo nemmeno dov’era non c’era Google Map ho preso una cartina della Michelin e in qualche modo […] sono riuscito a arrivare a Chiesa Valmalenco e devo dire che ero disperato, perché io venivo dal Friuli da Pordenone e mi sono trovato in un paesello in mezzo alle Alpi e [la situazione, non il paesino] non era tanto bello.» continua il maresciallo in pensione «Ho conosciuto il maresciallo che c’era, il comandante di quel tempo. Io arrivavo come vicecomandante quindi mi sono messo a rapporto da lui e […] mi disse queste parole che, al momento non ho capito. Poi dopo tanti anni ho messo insieme i pezzi… lui mi disse allora se devi fare qualcosa chiama a me e così ti posso consigliare e se vedi cose strane dimmelo prima a me prima di fare verbali o altre cose. [… Di Rojo risponde] Se io vedo qualcosa di strano faccio rapporto. Pensavo ai reati di droga… [il suo comandante continua] No no no, io ti sto dicendo se vedi qualcosa di strano ma proprio strano devi darti una botta dove ti fa più male vedrai che è la cosa migliore! […] Era nell’86, poi vabbè sono stato trasferito diverse volte.»
Il maresciallo dopo le sue vicende in Servizio, chiese di tornare a Chiesa di Valmalenco «Come comandante ero già sposato, quindi mi hanno dato l’alloggio di servizio e mi sono trovato bene, Quindi dal ‘96 al 2010 tutto è andato regolarmente con un Servizio normale.» La gente del posto incomincia ad avere fiducia nel nuovo comandante e… Ricordate Peter sui disegni animati di Heidi, che porta le caprette in montagna? Bon, vengono da lui, i diciamo i pastori della zona e «”Maresciallo io devo fare una denuncia che mi portano via il latte.” Erano due tre persone di questi ha detto e “ma sapete chi è che va su lì a portarvi via il latte” Eh il problema è “sono gli gnomi”! […] “Arrivano, si attaccano alle mamelle delle mucche, delle capre… noi ogni tanto gli tiriamo i bastoni, le scarpe, i sassi, però questi tornano. E se non ci crede, venga, venga, venga su a fare i controlli».
Il maresciallo resta stupito e pensa che costoro avranno bevuto un po’ troppa grappa, ma purtroppo per lui… «Son salito su con dei colleghi e abbiamo fatto diversi, diciamo non giorni, mesi a controllare questi fatti.
Ho detto Ci sarà qualcuno che va lì a rubarglielo sicuramente, finché una sera effettivamente abbiam visto! Sembravano dei bambini che si aggiravano tra le Mandrie. E appunto andavano sotto le mammelle e andavano a bere il latte. Non siamo riusciti a fare le fotografie perché non eravamo preparati pronti. Comunque li abbiamo visti non erano bambini erano… Vabbè dopo, li chiamavano i Grigi! […] Le leggende della Valmalenco li chiamano invece i fumin. I fumin nel senso, perché questi qui a un certo punto quando devono scappare, diventano come del fumo, vapore e spariscono… evanescenti.»
Quasi come i gattini che sembra che stiano accanto a noi, poi all’improvviso sembrano svanire, tanto che nel medioevo li consideravano creature demoniache; anzi in un paese sudamericano – forse il Perù, mi sembra – gli taglierebbero per questo le orecchiette. Alla fine, per sdrammatizzare un po’, ricordano le nuvolette di fumo che lascia Speedy Gonzales davanti a gatto Silvestro…
Di questi esserini o folletti dice ancora «Ci sono state delle signore anziane che mi dicevano che a volte entravano in casa questi tesserini e li chiamavano “Vieni, vieni, vieni.” ma loro erano molto schivi. Però una signora anziana mi ha detto che una volta gli ha lasciato una ciambella, qualcosa [del genere], è riuscito ad avvicinarlo e gli ha dato una carezza, poi è andato via. Era come un bambino, ha detto. Aveva questi occhioni neri, più grossi dei nostri.»
Chissà perché questo racconto mi ha riportato alla mente lo strano incontro che ebbe la signora Rosa, (non Rossa, come la chiamava il ricercatore ufologico spagnolo José Antonio Caravaca in una trasmissione radiofonica) Rosa Lotti Dainelli, che in sentiero in mezzo al bosco, mentre andava a messa si trova davanti a due esserini buffi che gli portano via lo sciale e i fiori e poi se ne vanno con un loro “mezzo” volante a due coni contrapposti, come nella bella copertina di Molino…
Ovvio ai piani alti del Comando della Legione gli ridono dietro, ma un giorno avviene «Una grande manifestazione che organizzano con il vescovo di Como […] una santa messa all’altezza del Pizzo Scalino proprio in cima che c’è una croce grande c'è abbastanza spazio e poi c’è il ghiacciaio dietro e lì c’erano circa 200-250 persone. […] siamo a 3000 [metri di altezza] e lì sono arrivato con l’elicottero mi hanno portato sennò a piedi non ci arrivavo. […]
Sono col vescovo, il parroco e il servizio di soccorso alpino, varie guide e […] verso le 11:00 doveva esserci la messa a un certo punto noi eravamo proprio in cima dove c’è la croce ho notato che le persone si stavano non all'armando erano emozionate cominciano a salutare, gridare, parlare […] vedo tre – al momento non capivo neanch’io se fossero stati UFO – vedevo tre oggetti che volavano. […] non era ancora i tempi dei droni […] però perché questi giravano anche abbastanza larghi prima poi con vari giri concentrici si sono avvicinati più alla vetta e quindi si cominciavano a vedere. Le persone salutavano, chi faceva le fotografie e [poi] nelle foto uscivano questi oggetti. […] alcuni si erano lì impietriti a capire cosa poteva essere […] e il vescovo mi guardava e rideva…»
Comunque da lì, iniziano veramente i guai. Davvero un po’ troppi i suoi rapporti ai superiori, su questi fatti anomali nel corso degli anni. Dice l’ex Comandante… «Come previsto la segnalazione che viene prevista è con i sistemi di riservatezza. Quindi le pratiche riservate che vengono trasmesse al comando ufficiale di Sondrio. Sondrio a sua volta li trasmette alla Ministero della Difesa e l’aeronautica in modo riservato, segreto, quindi non divulgabile.
Ho fatto circa 2627 segnalazioni, tutto sembrava tranquillo, [fin] quando c’è un stato un cambio del comando ufficiale. […] Era uscito un libro UFO dossier italiani dove praticamente avevano riportato tutti i miei verbali segreti riservati che avevo fatto. […] Che era uscito l’ho saputo quando mi hanno chiamato a rapporto al comando di Sondrio davanti al comandante provinciale; avevo alle spalle due ufficiali quindi mi stavo già dicendo “qui mi devono far fuori perché non è una cosa normale” e infatti mi fa il comandante dice “io la devo denunciare perché c'è stata [una fuoriuscita] dei documenti segreti e hanno fatto un libro.” Io ho detto “Guardi, Comandante io non so niente del libro. Mi può far vedere questo libro?”. Lui aveva una copia mi fa vedere la copia. Effettivamente c’era proprio la fotocopia dei miei verbali e gli dico “Ma io non c’entro niente. Non sono stato io!”. Poi leggendo la copertina vedo dietro, che erano tutti verbali rilasciati dal Ministero della Difesa e Desegretati e quindi di utilizzo pubblico e hanno fatto un libro su questo. Un gelo un imbarazzo da entrambe le parti.»
Naturalmente la cosa non gli fu perdonata comunque! Infatti hanno cominciato a controllarlo strettamente (sul tipo del Commissario Maigret sotto inchiesta) e per un cavillo stupido «han fatto risultare come se io avessi preso € 80 di straordinario in 3 mesi. […] Sono stato denunciato per truffa ai danni dello stato, grave truffa amministrativa, falso in atti, firme apocrife cioè
mettevo firme false su tutti gli ordini di servizi, nonché ho offeso gli ufficiali, grave offesa agli ufficiali.» ed è iniziato quello che egli, da buon cristiano, chiama il suo calvario. Infatti «Mi hanno punito togliendomi due mesi di servizio. Cioè, non mi hanno fatto lavorare per due mesi e senza stipendio. Lamento che ho una famiglia con nove figli, quindi due mesi senza stipendio… Io non so c'è stato lo Spirito Santo che mi ha mandato avanti, certo abbiamo mangiato pane e acqua!».
Ed ora arriviamo alla parte più strana, inquietante, ma anche affascinante… l’incontro del carabiniere con uno di questi esseri; tralasciando la questione se son buoni oppure cattivi come il creatore di quell’organizzazione di cui parlavo più sopra!
«Siamo arrivati al 2018 dove ero stremato e ogni tanto andavo nel parco di vassalini, e mi mettevo lì nel parco e stavo tranquillo, per pensare ai miei problemi. Quando… Eh! Quando una mattina ero lì proprio per a pensare ai miei problemi e vedo che dal torrente si avvicina uno con un casco. La prima cosa che ho pensato è: “Chi è quel quello che viaggia col casco in testa da motociclista?”. Veniva verso di me, poi tra lui e me [c’è] un masso abbastanza
grande e quando si avvicinava si alzava come… [mi son] detto: “Ma mi stanno facendo uno scherzo!” Non riuscivo a capire, finché poi proprio [è] sbucato fuori dal masso e a quel punto mi sono alzato e lui è venuto verso di me ancora, mettendo davanti le mani come [a] dire “No, non scappare!”. Ma io non stavo scappando, mi sono alzato e l’ho anche fotografato. Perché qui vediamo la foto. Praticamente arriva con dove inizia e dove finisce il sasso. Lui […] quindi si avvicina e quel particolare, lì, io ho sentito…
È una cosa strana. Praticamente era la mia voce che… parlavo con me. Se non ci fossero le foto, direi che non stavo bene. Però ho sentito proprio nitidamente che questo essere si è presentato dicendo un nome [tipo] Zodian la finale la h… sembrava h. Sì! Non emetteva voce. Era dentro di me, era dentro, sì, sì, sì! [è evidente ancora la grande emozione in Alessandro, nel sentire il suo racconto] Dice “Io sono il tuo nuovo guardiano. Guardiano di te della tua famiglia!” Da quello che mi ricordo “Non ti preoccupare (Questo era 2018) del futuro, perché ci siamo noi. Tu sappi soltanto che il seme deve morire per dare frutto!” Io a quel punto ho detto “Ma che cazzo sta dicendo questo! Io mica voglio morire!” E mentre sto dicendo così sparisce tutto. Non c’è più niente. Sì siccome ero molto particolarmente preso da ‘sta cosa, torno a casa e gliel’ho detto a mia moglie. Insomma, lei poverina dice “Devi andare dal dottore! Probabilmente non stai bene!” Però gli ho fatto vedere le foto e lì ha cominciato anche lei ad impaurirsi un attimino, però dice “Vabbè, stiamo a vedere!”»
Vedendo le foto e sguendo il racconto, mi è tornando in mente lo sceneggiato Robin di Sherwood (per la rai, più semplicemente Robin Hood), quando compare a Robin di Loxley, Herne il cacciatore, con le musiche dei Clannad come colonna sonora. Ma l’aspetto? Eccolo, che ricorda gli uomini ormai robot della pellicola Disney “il buco nero”, o l’essere demoniaco contro cui lotta il Vidocq cinematografico, come si vede dalle foto…
«Era con questo giubbotto, che sembrava un giubbotto d’avviatore, però aveva la visiera abbassata. Mentre si avvicinava a me si è alzata, non in automatico, la visiera si è alzata e si vedeva questo volto [che] era con la pelle bluastra [ahò! Come gli alieni contro cui lotta disperatamente il comandante Straker nella serie televisiva inglese Ufo; pelle bluastra dovuta a un particolare liquido che li aiuta a respirare nei loro viaggi astrali… Ma dove le prendevano queste idee gli sceneggiatori?] occhi molto grandi. Forse erano occhiali [e perché no?], ma sembravano occhi e la testa molto più lunga della nostra, un po' più ovalizzata. E questo alto all’incirca sui 2 metri.
No, mi pare che poteva [essere] 3 metri, perché quando si è avvicinato, ho fatto la foto, era praticamente: io ero basso e lui era in alto.»
Bien, ragazzi! Personalmente, mi fermerei qua (senza qui e quo, Tip e Tap, Emi, eli, ecc. ecc.) tanto si sa son tutte storie. Ed infatti questo è il segreto, pensare che siano solo storie de paura, da leggere come si legge l’americano Poe, oppur Shelley e via dicendo.
Fermo restando una cosa: la mia piena solidarietà al maresciallo in pensione!
Vittima del dovere… e del potere.
Marco Pugacioff
[Disegnatore di fumetti dilettante
e Ricercatore storico dilettante,
Macerata Granne
(da Apollo Granno)
S.P.Q.M.
(Sempre Preti Qua Magneranno)
29/01/’24
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