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giovedì 9 gennaio 2020

Il fumetto di Felippus - (anni '30 del 1500)


Il fumetto di Felippus 
(anni '30 del 1500)


 Siamo a Spilamberto nel 1500 o 16° secolo ci fu chi realizzò col suo sangue una storia fumetti – senza fumetti – ma con rime baciate, che sembra scaturire dai disegni di Vinicio Berti nel Pioniere.
Da Guida all’Italia leggendaria, vol. II, Oscar Mondadori 1971, pagg.186-187 ho la bella, intensa e tragica storia del primo disegnatore a fumetti italiano di più che probabile origina spagnola.



Una tragedia a fumetti
Un certo messer Felippus, navigatore e mercante spagnolo, verso l'anno 1500 capitò per i suoi traffici al castello di Spilamberto. Commerciava in stoffe preziose; ebbe contatti con la castellana, se ne innamorò. Come succede sempre in queste storie, la bella lo contraccambiò e il marito (un Rangoni) chiuse l'insidiatore in una cella del maniero.
A questo punto però messer Felippus fece qualcosa fuor dell'ordinario. Scrivendo e disegnando col proprio sangue, raccontò la sua storia sulle pareti della cella. Pochi anni fa, per certi lavori, fu abbattuta una parete prima dell'ultima rampa di scale della torre, e si scoprì la cella, che per secoli era rimasta murata. Misura due metri per due e un uomo non ci può star ritto. Le pareti sono coperte di disegni e di scritte, proprio come in un fumetto. Si vedono tra l'altro la nave su cui viaggiò il mercante Felippus, i vari personaggi della storia d'amore, compreso il figlio della colpa; gli strumenti di tortura con cui il castellano Rangoni strappò a Felippus la confessione e gli strumenti di morte con cui si riprometteva di giustiziarlo a giorni; si decifrano qua e là frasi come questa:

Un giorno singiori comincia la lacremievole storia io stava qui per li fatti miei e non dava a nessuno fastidio bisongia che ve lo dica.
Questa è una bella donna che mi ha fatto rompere la testa. Certamente io a nessuno mai male già feci.

Si legge anche un sonetto che Felippus dedicò alla bella, e comincia:

Le amorose fiamme il cor mi prese...

Alcuni simboli magici fanno pensare che Felippus sia stato accusato dal marito di avergli stregato la moglie. Della edizione di questo curiosissimo complesso polimaterico si sta interessando il direttore dell'Archivio di Stato di Modena, Filippo Valenti; ma intanto nelle notti d'estate si continua, come da secoli, a sentire il fantasma di messer Felippus che piange e si dispera. Le vecchie, quando passano davanti al torrione, si fanno  il  segno  della croce.



Se ne volete sapere di più vi consiglio di leggere:
 Marco Pugacioff
  
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giovedì 2 gennaio 2020

Sprechino di Darix, chi sei?


Sprechino di Darix, chi sei?


  Alla fine del 1980, sul numero 11 della collana Actarus – le vicende a fumetti del popolare Goldrake o Atlas Ufo Robot, coi disegni di Joaquin Chacopino[1] – apparve uno strano personaggio di fantascienza chiamato Darix, scritto e disegnato da un misterioso Sprechino.


   Darix – come si legge nella presentazione – è il figlio di James Dorn e di una abitante del pianeta Ardea, Livi. È un brillante ufficiale della confederazione galattica democratica, e gli vengono assegnate complesse e rischiose missioni.
   Il suo volto è distinto dal cranio pelato alla yul Brinner e questo mi richiama alla mente i manuali di disegno del corpo umano di Burne Hogart.


   il bello è che questo personaggio ebbe un’edizione francese, ma anch’essa rimane senza conclusione, traducendo il n. 14 “Il signore di Targos” (Le seigneur de Targos), in cui si conclude l'avventura e senza pubblicare il n. 15. In “Fuga dal settore cinque” – il n. 15 – Darix e il suo amico Quinci (il nome è scritto così) vengono catturati nel deserto del pianeta Dolex da robot detti “Droidi del grande cervello”, servi del Signore del male.
Unica consolazione, nell’edizione francese, i tre numeri usciti – a differenza dell’Italia a 68 pagine – a 100 pagine, avevano come ospite Brick Bradford, conosciuto in Francia come Luc Bradefer coi disegni del tanzaniano Paul Norris.



   Ma da trent’anni mi chiedo: chi è Sprechino? È un sopranome? Sprechino ha inoltre un certo gusto per la storia dell’arte, visto che sul suo personaggio ha ripreso parte di un affresco di Michelangiolo alla Sistina.



    Di lui non si sa niente. Personalmente ho una copertina di fumetti dedicati alla pirateria – ristampa di volumetti di Jean la Morte[2], disegnati dall’autore del Piccolo Sceriffo, Camillo Zuffi – in cui ho visto, in questo disegno di copertina, bene il suo stile.



   Un po’ poco, vero? Chi sei Sprechino ?




[2] V. http://www.guidafumettoitaliano.com/guida/testate/testata/3716 . Ma vengono dati come testi e disegni lo Staff di If (tra cui Wilson Viera) su http://museodelfumetto.info/sala-esposizione/  

Marco Pugacioff
  
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