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domenica 11 agosto 2019

Il quadro di Leonardo che cambia forma


Il quadro di Leonardo che cambia forma


   Anno 1974. Da pochi anni è nato il mitico  “Giornale dei Misteri” grazie all’impegno di ricercatore di Sergio Conti, (e tanti altri), il cui fisico ricorda da vicino Mario Castellani (1906-1978) la popolare spalla comica di Totò; è un indagatore come si vede ancora oggi, dai suoi suggestivi articoli o meglio ricerche su quei fenomeni che sfuggono alla realtà. Naturalmente chi è seguace del famigerato cicap [che definisco i ciarlatani del reale] non potrà che dire che la suddetta rivista è poco seria, cosa del resto che mi scrisse uno sceneggiatore di fumetti e di cui gli lascio la piena responsabilità dell’affermazione.



   Sergio Conti (1921-2001[1]) si trovò nel ’54 come spettatore alla famosa partita di calcio che fu interrotta dal’apparizione di numerosi oggetti volanti nel cielo[2]. La sua testimonianza è bellissima «Io non mi stimo uno squilibrato eppure nel 1954 allo Stadio Comunale di Firenze vidi, insieme ad altre migliaia di persone, fermasi improvvisamente ad altissima quota tre oggetti tondi e lucenti, durante la partita amichevole Fiorentina-Pistoiese. Partita che fu sospesa proprio a causa di quell’episodio. Vidi anche cadere da quegli strani oggetti una non meno strana “nevicata” di bianchissimi fiocchi. I tre oggetti dopo essere stati fermi alcun tempo, si mossero improvvisamente, sfrecciando via velocissimi e sparendo in pochi secondi. Raccolsi anch’io qualcuno di quei misteriosi “fiocchi”, formati da una sostanza morbida e leggermente appiccicosa e la portai, con altri studenti, a farla analizzare dal professor Canneri, allora docente all’Università di Firenze. L’analisi non dette risultati molto chiari.» interessante la sua conclusione «Francamente dopo quell’esperienza vissuta tanti anni fa credo che sia legittimo un senso di curiosità e di attesa per saperne di più, ripeto, non per questo mi considero squilibrato, neanche lievemente.»



   Così forse nacque quel’ansia di indagare che lo portava spesso in giro per il nostro (ormai non più) belpaese. E anche aldilà (non di certo dello spazio come direbbero i denigratori) del territorio nazionale, in Francia e in Spagna; proprio in Spagna negli ultimi anni di vita del dittatore cattolico Franco a Belmez de Moraleida (Jaen) un paese di poco più di 2300 persone annidato tra i monti a sei chilometri da Ubasa e a sei ore di automobile da Madrid accade un eccezionale fenomeno di “Teleplastia”, un neologismo – scrive Conti – che sta ad indicare una facoltà paranormale che rientra nei fenomeni telecinetici il quale permetterebbe di intervenire a distanza sulla materia, trasformandola sulla forma e nell’aspetto. La vicenda è nota: sul piano del focolare della cucina della signora Maria Pereira – che era insieme a suo figlio di pochi anni – comparve nell’agosto del ’71 una strana macchia avente l’aspetto di un volto umano. Il pezzo del piano del focolare  con l’impronta grafica viene rimosso e protetto da una lastra di vetro (non dimentichiamoci che Conti scriveva “quasi” in diretta).
Scavando sotto il focolare vengono trovate a sei metri di profondità, delle ossa umane, ma lì un tempo c’era un cimitero annesso alla chiesa vicina alla vivienda encantada [abitazione stregata] sita al numero 5 della calle Rodríguez Acosta.


Immagine tratta dal libro di Jiménez

Una gettata di cemento e il vuoto dello scavo viene riempito e fine del mistero, o meglio del trucco come sottolineò la stampa spagnola. Invece proprio sul cemento compaiono altre facce. A quel punto come detto nei programmi televisivi del dottor Jimenez Del Oso, la gente del posto mormorò che la signora Pereira fosse una strega. A volte le facce si formano quasi istantaneamente per poi scomparire in pochi minuti; addirittura a due giornalisti, Rafael Alcalá e Pedro Sagrario, comparve un volto diabolico[3] a cui scattano delle impressionanti fotografie.


Se da un lato tutti questi fatti procurarono grossi guai all’alcade del paesino, che una sera dell’agosto del ’72 fu visto montare in un auto nera nella piazza centrale per essere portato davanti al ministro dell’interno, quegli stessi accadimenti fecero arrivare a Belmez il professor German De Argumosa, filosofo e parapsicologo dell’Universitad Autonoma di Madrid; certo come scrive Jimenez su invito del gobernador civil di Jaén, ma anche perché aveva già saputo di un fenomeno simile avvenuto in una villa di Siviglia di cui però non poté veder niente in quanto che la villa fu demolita. 
   Il professor De Argumosa (con altri studiosi) constatò l’autenticità del fenomeno ma non poteva aspettarsi di venire contattato per un altro fenomeno di Teleplastia nelle Marche, in Italia.

Ho censurato il volto del commerciante, ma ho lasciato la perizia
   A Montelupone, sulle colline di quel Piceno, dove scorrazzava [non per i saccenti universitari] Carlo Magno, sempre in quei primi anni ’70 un commerciante di formaggi (slurp! Ho voglia di un panino al formaggio…magari di pecorino che tanto piaceva al suddetto Carlo) rimodernava la propria casa. Mentre frugava in soffitta per liberarla di tante cose vecchie ammucchiate «in anni di trascuratezza» si trova davanti a una tela di 73 per 50 che raffigura un Cristo redentore con corona di spine.
Il dipinto è talmente incantevole che il commerciante intuisce di aver in mano qualcosa veramente di non comune, solo gli sembra che, a seconda di come lo guarda, i colori mutano. E così nei giorni successivi, infatti l’immagine stessa cambia di colore; forse un gioco di riflessi sulla patina del colore oppure l’autore aveva usato una tecnica che dava la possibilità di tali cambiamenti nei riflessi.
Non c’era altro da fare e il commerciante decise di sottoporre il quadro a una perizia. In quei giorni lavora per il tribunale di Roma il professor Mario Panepucci e a lui il signore di Montelupone si rivolge e… pochi mesi dopo viene dato un verdetto traumatico: l’opera è da attribuire a Leonardo da Vinci! Vera o falsa che sia l’attribuzione è di un perito di tribunale non certo di un ciarlatano rivenditore di dipinti.
  Ma le sorprese non finiscono qui, difatti il fortunato possessore avendolo ora sott’occhio più spesso, vede che in effetti gli strani cambiamenti di colore ancora avvengono e per di più non dovuti a una diversa angolazione della luce. Di più, a volte il quadro sembra sbiadirsi e il colore si proiettia sulla parete e sugli oggetti vicini che sembrano impregnati dai riflessi. Doveva essere un effetto ottico e per sincerarsene niente di meglio che scattar fotografie. Bella intuizione e successiva rivelazione: le foto documentavano ciò che vede l’occhio di quella “osmosi” di colore dal dipinto alla parete, ma rivela anche altre cose che l’occhio non vede; come figure e volti inseriti nel contesto coloristico che sono invisibili all’occhio umano e non basta. Le foto scattate da poco non presentano le stesse figure inserite, ma queste cambiano di volta in volta.
Di questi fatti viene informata una studiosa di fenomeni paranormali e metafisici di Macerata, la quale si dedica con profondo interesse allo studio del dipinto, scattando numerose foto della misteriosa opera d’arte. La studiosa ha in mano un copioso materiale che prova l’autenticità del fenomeno; dove oltre a figure e volti affioranti dai colori che possono scomparire o trasformarsi, si notano altre strani manifestazioni. Il dipinto si sdoppia e sembra moltiplicarsi oppure si nota un primo piano dell’opera d’arte che assume una trasparenza attraverso la quale si intravede sul fondo la proiezione ridotta del dipinto stesso. Altro: a volte la tela appare completamente oscurata e al fianco l’immagine del dipinto, ma rovesciata, come un riflesso in uno specchio.  



Devo dire che fosse vero che l'opera è di Leonardo… mi vien in mente la Gioconda? No. La Sindone, che in effetti potrebbe esser del pittore fiorentino… ma questa non è una questione di arte oppure di scienza, ma di fede, perciò... inutile parlarne.
Torniamo alla studiosa. La signora si reca in Spagna e sottopone tutta la documentazione al professor De Argumosa e lui, non può che dire, e senza esitazione, che è un caso di “Teleplastia”, come nei volti di Belmez. Ma al contrario del fenomeno della vivienda encantada, il fenomeno (da come scrisse Conti) è assolutamente spontaneo perché non vi è la presenza di sensitivi dotati di facoltà paranormali, ma si manifesta con chiunque; e il fenomeno non è legato nemmeno all’ambiente… ma in fondo del dipinto non si è più parlato, quindi o è stato venduto a qualche riccone yankee oppure… è ritornato in soffitta. Và a sapere.
Un’ultimissima cosa: non ho messo il numero del giornale dei Misteri dove ho preso queste notizie (tanto non è una rivista seria, vero?) visto che ci sono i nomi del commerciante e della studiosa. Vedete, qua a Macerata – la Civitas Mariæ dove si taglia una figliola per metterla in valigia e poi si spara per le strade – siamo quasi quattro gatti, tanto che si può dire che di vista ci conosciamo tutti ma non mi sono sentito di andar  ad importunare la signora, chiunque essa sia. Fatelo anche voi.
Marco Pugacioff
  



[1] Vedi UFOTEL n. 328 - 4 ottobre 2001: http://www.ufocui.it/cui/cui/ufotel/ufote328.htm 
[2] Vedi pag. 6 del n. 35 del Giornale dei misteri.
[3] Vedi Iker Jimènez, Enigmas sin resolver, capitolo “Las caras de Belmez y la «Operaciòn Tridente» EDAF Madrid 1999

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