Jacovitti a Macerata
Jacovitti
non ha mai riscontrato le mie simpatie, anzi! Tutto il contrario. Rispetto ai
teneri personaggini di Luciano e di Giorgio, Pepito e Pugacioff o a ciò che
disegnava Michele Iocca su Orsetto o Bambola, oppure ancora al Chiodino di Berti, i
suoi personaggi con tutta quella schiera di salami che uscivano da terra (indizio
di una gran fame, poi sfogata) non mi hanno mai attirato.
Foto tratta da
Notiziario Economico n. 2 del dicembre del ‘97. Si vede come
l'autore era molto smilzo in quegli anni.
Eppure
vivendo in un paesotto come Macerata[1],
non potevo muovermi un po’, senza che – conoscendo la mia passione per il mondo
del fumetto – non mi si parlasse fino allo sfinimento di questo umorista.
Il
compianto Bucalà Gerardo, eccellente artista maceratese di opere in legno e restauratore
mi narrò di quando assistete all’esame di Jacovitti per entrare all’ora Istituto
d’Arte che, credo, si chiamava scuola di tirocino. Qualcuno della commissione
(forse Diamantini, chissà, non ricordo chi mi disse Gerardo) gli chiese di disegnare alla lavagna
con un gessetto due pugili e lui, in quattro e quattro otto, fece due
pupazzetti (s)vestiti appunto da pugili, e uno dei due assestava al’altro un
cazzotto sul muso. Naturalmente sempre partendo dai piedi.
L’unica
opera che mi piace davvero di Jacovitti è la sua versione a fumetti, (ma narrata
a didascalie) di Pinocchio. È realmente qualcosa di meraviglioso, un’opera che
poi, anni più tardi e con meno fascino, rifece a colori.
Se non vado errato la creò quando era ai
Salesiani di Macerata, oppure forse no, comunque mi è stato riferito che proprio ai Salesiani
fece… un fumetto erotico! Il risultato di questa opera (in fondo innocente) fu
che, appena scoperta dai preti, il povero Jacovitti si ritrovò in ginocchio su dei ceci in mezzo al
cortile dei Salesiani, circondato dai compagni di scuola mentre uno dei suoi
professori gli bruciava i suoi disegni. Se ne sarà salvata qualche tavola? Forse,
ma non credo che vedrà mai la luce, troppo tempo è passato.
Poi il
padre di Jacovitti, un ferroviere, fu trasferito e il futuro disegnatore andò a
Roma.
[1] La Macerata sopracitata (detta
Granne da Apollo-Granno) è quella più a sud nelle Marche, l’altra è Macerata
Feltria.
Marco Pugacioff
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