Louis Jacolliot
«Una
delle leggende più antiche dell’India, custodita nei templi dalla tradizione
orale e scritta, narra che molte centinaia di anni fa, esisteva nell’oceano
Pacifico un immenso continente che fu distrutto da uno sconvolgimento geologico,
e i cui frammenti si possono ritrovare in Madagascar, Ceylon, Sumatra, Java,
Borneo e nelle principali isole della Polinesia.
Gli
altopiani dell’Indostan e dell’Asia, seguendo questa ipotesi, non possono essere
stati rappresentati in quei tempi antichi che da quelle grandi isole dipendenti
dal continente centrale[1].»
Così
inizia
uno dei libri redatti dallo scrittore francese Louis Jacolliot,
precisamente
Histoire des
Vierges. Les Peuples et les continents disparus
del 1874 e in cui si ravvisa l’ombra di quel continente di cui parlò per primo (
proprio in quegli anni ) l'archeologo dilettante e
fotografo americano d’origine francese
Auguste Le Plongeon [2]
( 1826-1908 ), insieme al missionario francese Charles Étienne Brasseur,
detto Brasseur de Bourbourg[3]
nato nel 1814 e scomparso a Nizza nel 1874, e reso in seguito celebre da
James Churchward (1851 – 1936) nel ’26 con il libro
Mu, le
continent perdu.
Ma chi era Jacolliot? Lo scrittore nacque il 31 ottobre del 1837 nella città di
Charolles (
Saône-et-Loire ) e
passò poi molti anni al servizio dell’impero francese prima come avvocato e poi
come giudice sia a
Chandernagor
in India, sia a Tahiti tra il 1865 e il 1869. Visse anche altri paesi dell’Asia
così che poté scrivere numerosi articoli e libri sulla cultura indiana.
Come per
Rudyard Kipling,
il soggiorno di Jacolliot in India
fu l’occasione per conoscere la cultura e le popolazioni locali e di servirsene
come materia per le numerose opere da lui redatte nel corso della sua esistenza
( chissà come deve averlo invidiato Salgari… ).
Lo
scrittore raccolse dei miti che in seguito popolarizzò coi suoi numerosi libri;
tra l’altro affermò che gli scritti indù narravano, come avete letto più sopra,
la storia di una terra inghiottita dall’oceano indiano. Le tradizioni danno il
nome di Rutas ai popoli che avrebbero abitato questo immenso continente;
dalla loro lingua sarebbe nato il sanscrito.
Non solo, è nella sua opera
Les Fils de Dieu
del 1873 che comparirebbe per la prima volta il nome di Agharta[4].
Non per niente i francesi Louis Pauwels e Jacques Bergier, dicono che i suoi
libri sono stati per la maggior parte saccheggiati da occultisti [come
Helena Blavatsky
tra gli altri],
profeti e taumaturghi; e riferiscono anche che Jacolliot narrò delle moltitudini
di pellegrini, alcuni affetti dalle più spaventose e diverse malattie, che si
bagnano nelle acque del Gange senza danno per i sani. Le acque sacre purificano
tutto e questo a causa di un tempio segreto scavato sotto il letto de Gange[5].
Ancora,
in un suo libro del 1884, descrisse una levitazione alla quale Jacolliot avrebbe
assistito, e dove il fakiro sarebbe rimasto sospeso a diversi metri dal suolo
per più di venti minuti[6].
Comunque sia molti dei suoi testi
offrono aneddoti sui
costumi dei diversi paesi del
mondo.
Ma
il fatto che sia vissuto pochi anni in India, scriveva il linguista Julien
Vinson nel 1888, rendeva impossibile per lo scrittore aver appreso non solo il
sanscrito e il tamoul, ma anche la storia, la cultura e la mitologia indiana[7].
Quel che a noi però interessa, al contrario della sua produzione volta alla
divulgazione etnologica e scientifica, è l’uso che fece delle sue conoscenze nel
campo della letteratura avventurosa, o come diremo in Italia, di stampo
salgariano. Alcuni sono stati tradotti in italiano come I mangiatori di fuoco,
Il corridore delle jungle, e nel genere poliziesco
Il
delitto del Mulino d'usor.
Alcuni dei suoi romanzi furono pubblicati dopo la sua scomparsa come
Un
policier de génie
(1890), o Perdus dans l’océan (1893) tradotto in Italia come
Perduti sull'Oceano.
I suoi libri
furono pubblicati in Francia dalla Flammarion (collection « Auteurs célèbres »)
oppure presso Dentu (dans diverses collections). In Italia da G. Pavia oppure
dalla
Sonzogno, a cavallo tra l’ottocento e la prima metà del novecento.
Ma in ambedue le nazioni non è stato più rieditato da anni. Nella nostra nazione
le varie traduzioni sono disperse tra diverse biblioteche del nord Italia,
mentre per fortuna in Francia la Bibliothèque Nationale sembra che possieda la
totalità delle sue opere.
Illustrazione tratta da "Il corridore
delle Jungle".
Il curatore
del bel sito
http://www.roman-daventures.com/ prosegue poi con l’analisi di un romanzo
d’avventure di Jacolliot:
Il
corridore delle jungle,
in cui l’autore si presenta nel racconto soprattutto come
uno «historien
[storico]» piuttosto che come romanziere. In più cerca di far risaltare il
valore dell’impero francese e questo per uno scopo politico. Del resto Jacolliot
era stato un servitore del “Secondo Impero” in un paese dominato dai Britannici;
il primo capitolo inizia infatti così: « da dieci anni, egli percorreva L’India
in lungo e il largo, disgustato dalla rapacità britannica che pressava questo
bel paese con le molte forme di sfruttamento che erano stati inventati dai
commercianti della città.», esaltando poco più avanti il lavoro francese « i
ricordi lasciati dalla Francia nel cuore di tutti gli indù
all'estremità orientale [dell’Indostan] erano tali,
che, ad un segnale dato da Pondichéry, tutti si solleverebbero
come un sol uomo contro le giubbe rosse [per difendere la Francia] [8]».
In effetti,
il discorso risulta alla lunga un po’ ambiguo: perché si tratta di liberare gli
indiani dal dominio britannico, facendo diventare il romanzo un’opera di
emancipazione, ma sotto l’insegna del tricolore di Napoleone III, (tanto
tragicamente nefasto a Roma nel 1849), infatti il corridore delle jungle è un
francese al servizio del suo paese, la cui conquista coloniale in terra asiatica
non è lontana.
È
sufficiente confrontare
Il
corridore delle jungle
con il ciclo delle tigri di Emilio Salgari, dove la volontà emancipatrice,
personificata da personaggi come Sandokan o Kammamuri, rimane in mano ai nativi.
Louis Jacolliot scomparve il 30 ottobre del 1890 a
Saint-Thibault-des-Vignes
(Seine-et-Marne).
Marco Pugacioff
Opere
( elenco tratto
dalla Wikipedia francese, le opere tradotte in italiano sono state invece
ricavate dall’Opac nazionale )
·
La
Devadassi
(1868)
·
La
Bible dans l'Inde, ou la Vie de Iezeus Christna
(1869)
-
Le vere origini della Bibbia e Vita di Jezeus
Christna in occasione del Concilio ecumenico di Roma / Louis Jacolliot,
Milano : E. Politti,
1869 – OPPURE La Bibbia
nell'India : vita di Jezus Christna / traduzione di Antonio Garneri,
Saluzzo : Tip. Fratelli Lobetti-Bodoni, 1904
·
Les
Fils de Dieu
(1873)
·
Christna et le Christ
(1874)
·
Histoire des Vierges. Les Peuples et les continents disparus
(1874)
·
La
Genèse de l'Humanité. Fétichisme, polythéisme, monothéisme
(1875)[or (1879)?]
·
Le
Spiritisme dans le monde. L'initiation et les sciences occultes dans l'Inde et
chez tous les peuples de l'Antiquité
(1875)
·
Les
Traditions indo-asiatiques
(1876)
·
Les
Traditions indo-européennes et africaines
(1876)
·
Le
Pariah dans l'Humanité
(1876)
·
Les
Législateurs religieux : Manou, Moïse, Mahomet
(1876)
·
La
Femme dans l'Inde
(1877)
·
Rois, prêtres et castes
(1877)
·
L'Olympe
brahmanique. La mythologie de Manou
(1881)
·
Fakirs et bayadères
(1904)
·
Voyage au pays des Bayadères
(1873)
-
Viaggio al paese delle bajadere / di L. Jacolliot,
Milano : G.
Pavia e C., 1880
·
Voyage au pays des perles
I (1874)
·
Voyage au pays des éléphants
II (1876)
·
Second voyage au pays des éléphants
III (1877)
·
Voyage aux ruines de Golconde et à la cité des morts - Indoustan
I (1875)
-
Viaggio alla città dei morti ed alle rovine di
Golconda / di Luigi Jacolliot, Milano
: G. Pavia e C., [1881] - OPPURE
Viaggio alla città dei morti ed alle rovine di
Golconda,
Milano : G. Pavia, [19..]
·
Voyage au pays des brahmes
II (1878)
·
Voyage au pays du Hatschisch
III (1883)
·
Voyage au pays de la Liberté : la vie communale aux États-Unis
(1876)
·
Voyage aux rives du Niger, au Bénin et dans le Borgou
I (1879)
·
Voyage aux pays mystérieux. Du Bénin au pays des Yébous ; chez les Yébous -
Tchadé
II (1880)
·
Voyage au pays des singes
III (1883)
·
Voyage au pays des fakirs charmeurs
(1881)
·
Voyage au pays des palmiers
(1884)
·
Voyage humoristique au pays des kangourous
I (1884)
·
Voyage dans le buisson australien
II (1884)
·
Voyage au pays des Jungles. Les Femmes dans l'Inde
(1889)
·
Trois mois sur le Gange et le Brahmapoutre.
Ecrit par Madame Louis Jacolliot née Marguerite Faye (1875)
-
Tre mesi sul Gange e sul Bramaputra / per la signora
L. Jacolliot,
Milano : G. Pavia e C., 1881
·
Taïti, le crime de Pitcairn, souvenirs de voyages en Océanie
(1878)
·
La
Côte d'Ebène. Le dernier des négriers
I (1876)
·
La
Côte d'Ivoire. L'homme des déserts
II (1877)
·
La
Cité des sables. El Temin
III (1877)
·
Les
Pêcheurs de nacre
IV (1883)
·
L'Afrique
mystérieuse
I, II, III (1877) ; I,II, III, IV (1884)
·
Les
Mangeurs de feu
(1887)
-
I mangiatori di fuoco / di Luigi Jacolliot,
Milano : E. Sonzogno, 1889
- OPPURE
I mangiatori di fuoco : romanzo / di Luigi Jacolliot,
Milano : Soc.
Ed. Sonzogno, stampa 1906 - OPPURE
I mangiatori di fuoco :
Fasc. 1-2, Milano : Casa Ed. Sonzogno, 1924 (Matarelli) - OPPURE
I mangiatori di fuoco, Milano : Sonzogno, [1930] (A. Matarelli)
·
Vengeance de forçats
(1888)
·
Les
Chasseurs d'esclaves
(1888)
·
Le
Coureur des jungles
(1888)
-
Il corridore delle jungle :
Fasc. 1-2, Milano : Casa Ed. Sonzogno, 1924 (Matarelli) – OPPURE
Il corridore delle
jungle : Grande romanzo d'avventure. Con 72 illustrazioni, Milano :
Casa Edit. Sonzogno, [1931] (A. Matarelli)
·
Les
Ravageurs de la mer
(1890)
·
Perdus sur l'océan
(1893)
-
Perduti sull'Oceano : Fasc. I,
Milano : Casa Ed. Sonzogno,
1924 (Matarelli)
·
Les
Mouches du coche
(1880)
·
Le
Crime du moulin d'Usor
(1888)
-
Il delitto del Mulino d'usor : romanzo / Luigi
Jacolliot ; prima traduzione italiana di teresa Bozzano,
Sesto S. Giovanni : Madella, 1914
·
L'Affaire de la rue de la Banque. Un mystérieux assassin
(1890)
·
Scènes de la vie de mer. Le capitaine de vaisseau
(1890)
·
Un
Policier de génie. Le mariage de Galuchon
(1890)
·
Scènes de la vie de mer. Mémoires d'un lieutenant de vaisseau
(1891)
·
L'Affaire de la rue de la Banque. Le Père Lafouine
(1892)
·
La
vérité sur Taïti. Affaire de la Roncière
(1869)
·
Ceylan et les Cinghalais
(1883)
·
La
Genèse de la terre et de l'humanité
I (1884)
·
Le
Monde primitif, les lois naturelles, les lois sociales
II (1884)
·
Les
Animaux sauvages
(1884).
In più vi è un altro
romanzo tradotto in italiano di cui non posso sapere il titolo originale ovvero:
·
Il
capitano satana,
Milano : Casa Ed. Sonzogno, 1924 (Matarelli) – OPPURE Il
capitano satana,
Milano : Sonzogno, \1930 OPPURE
Il capitano satana :
Fasc. I, Milano : Sonzogno, [1931] (A. Matarelli)
[1]
«Une
des légendes
lès
plus anciennes de l'Inde, conservée
dans les temples par la tradition orale et
écrite,
raconte qu'il y a plusieurs centaines de mille ans au moins, il existait
dans l'océan
Pacifique un immense continent qui fut détruìt
par un bouleversement géologique,
et dont il faudrait retrouver les fragments dans Madagascar, Ceylan,
Sumatra, Java, Bornéo
et les principales Iles de la Polynésie.
Les
hauts plateaux de l'Indoustan et de l'Asie, suivant cette hypothèse, n'auraient
été représentés dans ces époques reculées que par de grandes ìles
dépendances du continent centrai.» Mia traduzione dal capitolo primo de
Histoire des Vierges. Les Peuples et les continents disparus
(1874).
[2]
Le Plongeon è conosciuto per il suo tentativo di traduzione del Codex
Troano oggi conservato a Madrid. Una traduzione ritenuta oggi da molti
ricercatori come piena d’errori e frutto dell’immaginazione del suo
autore. In una parte di questo testo Le Plongeon leggeva della
distruzione di un continente nel Pacifico e l’associava ad Atlantide.
[3]
Brasseur fu archeologo ufficiale della spedizione francese in Messico
del 1864, e il governo francese pubblica nel 1866 i suoi
Monuments anciens du Mexique.
Se gli studi dei monumenti rivestono ancora oggi un buon interesse fra
gli studiosi, così non è con le sue traduzioni degli antichi testi
precolombiani
basati [sembra] su un
fraintendimento del sistema di scrittura.
Sotto questo aspetto la comparsa del continente Mu [da lui verrebbe
questo nome] nella sua traduzione del Codex Troano non viene a tutt’oggi
accettata.
[4]
«The
first appearance of Agarthi (Agharta, Asgartha, Agarthi, Agardhi) was in
the French novel Les
Fils de Dieu (The
Sons of God), written in 1873 by Louis Jacolliot.»
A. Berzin
Dérives du mythe de
Shambhala
[5]
Vedi L. Pauwels, J. Bergier, Il mattino dei maghi, Oscar
Mondadori, ristampa 2011, Parte I, Cap. II, pagg. 82/83.
[8]
«depuis
dix ans [il] parcourait l’Inde en tous sens, révolté par la rapacité
britannique qui pressurait ce beau pays par les mille formes d’exploitation
qu’avaient pu inventer les marchands de la cité » (Le coureur des
jungles, I, 1). « les souvenirs laissés par la France dans le cœur
de tous les Indous de la pointe orientale étaient tels, que, sur un
signal parti de Pondichéry, tous se soulèveraient comme un seul homme et
courraient sus aux habits rouges [pour défendre la France]»(I, 1), mia
traduzione. Testi ripresi sempre dalla pagina citata a nota 6.
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.