Vampiri, fantasmi e
alieni
della Transilvania.
Carlos
Villar è il Conte Dracula nella versione spagnola della pellicola Universal del
1932.
La
Transilvania è ormai conosciuta per il popolare personaggio dell’orrore
Dracula. Anche se quando Bram Stroker lo creò, l’originale ambientazione doveva
essere in Austria, poi il bravo autore optò per la Romania, ma il suo
personaggio, da vivo gli procurò solo amarezze e morì lentamente di
consunzione, credendo che i vampiri
volessero bergli il sangue. Prima di morire urlò “è lì, mi vuole!
Strigoi, strigoi!”[1].
Il personaggio storico di Vlad Tepes è
stato studiato da Robin Wood che ne realizzò una versione a fumetti illustrata
da Salinas figlio.
Eppure dopo la sua scomparsa, la Transilvania divenne una attrazione
turistica proprio per la sua creatura, benché Drakul, (il figlio del diavolo)
Vlad Tepes sia esistito realmente e fu un grande eroe della sua patria. Da
giovane fu prigioniero dei turchi (insieme al fratello Radu) e imparò da loro
l’atroce e mortale tortura dell’impalazione.
Rovine del castello di Poenari a nord di Curtea de Argeș in
Romania.
Oggi però non è solo il castello di Vlad Tepes, chiamato Poenari, ad
attirare turisti, infatti sempre più persone sono desiderosi di vedere la
foresta della città di Cluj Napoca.
„Clavdiopolis,
Coloswar vulgo Clavsenbvrg, Transiluaniæ ciuitas primaria“. Cluj nel 1617 - immagine
realizzata da Georg Houfnagel da un disegno di Egidius van der Rye.
Questa antica città è situata nel cuore della
Transilvania e fu sempre luogo di incontro di diverse lingue, culture e
religioni. Il nome Cluj deriva secondo alcuni dal latino Castrum Clus
usato per la prima volta nel secolo XII.
Uno dei simboli della città è proprio la Lupa
Romana, che allatta Romolo e Remo, una statua donata a Cluj dalla città di Roma
e che si trova proprio in centro. In epoca medievale divenne nota come “Città
Tesoro” per la ricchezza di cui godeva.
Eppure
ciò che attira, oltre ai suoi monumenti e la sua università, è proprio la sua
foresta, che fino a poco più di cento anni fa era un luogo normale come la casa
di Robin Hood, la foresta di Sherwood. Qui gli abitanti del luogo ci
cacciavano, oppure raccoglievano funghi e frutti di bosco e lo attraversavano
su di un sentiero ben delineato in cui nessuno aveva paura a passarci di notte.
Poi qualcosa cambiò nella foresta di Hoia. Gli
alberi iniziarono a crescere storti, deformati e gli animali che la popolava se
ne andarono, come gli uccelli. La gente sussurrava che Vlad Tepes, sì proprio
Drakul, amava cacciare sotto i rami di questa foresta. Di più, che quel demonio
di uomo avesse un vero e proprio amore per questi boschi.
Il primo fatto strano
avvenne subito dopo la prima guerra mondiale. In uno dei paesi vicini abitava
un pastore che si chiamava Baciu (che in rumeno indica una parola come capo), e
questo pastore aveva centinaia di pecore. In un giorno del mese di giugno Baciu
portò a vendere più di duecento pecore alla fiera di Cluj-Napoca, e passò per
la foresta di mattina presto, ma non arrivò mai!
Tutti alla fiera si
allarmarono, anche perché il gregge era già stato pagato e iniziò una ricerca
in massa che coinvolse centinaia di persone. La foresta, una superficie di 35
ettari, fu battuta metro per metro, senza alcun risultato. Da allora la foresta
fu chiamata Hoia Baciu.
Naturalmente la
foresta inghiottì anche altre persone, ma i loro corpi venivano ritrovati e la
tragedia venne attribuita all’assalto degli animali selvatici, però dopo la
seconda guerra mondiale una giovane insegnante che non credeva né in Dio né nel
diavolo entrò nella foresta a cercar funghi. Non vedendola tornare la gente del
posto la andarono a cercare e la trovò seduta all’ingresso della foresta. La
poveretta aveva completamente perso la memoria, tanto da non ricordare nemmeno
il suo nome e non sapeva cosa gli fosse accaduto.
Un giorno una bambina di cinque anni
correndo dietro a una farfalla scomparve nella selva e non fu più ritrovata,
nonostante le ricerche. Ebbene cinque anni dopo, la bambina ricomparve con gli
stessi vestiti indosso e tenendo la farfalla tra le mani… per la piccola erano
passati solo pochi minuti.
La
gente del posto dice che se si entra nella foresta si prova una strana
sensazione di nausea o di dolore, che lascia segni visibili sul corpo, segni di eruzioni cutanee, mal di testa, vertigini, vomito e tutto
senza causa apparente. I medici non possono
determinare la causa di questi disturbi su persone in genere sane. Per fortuna
poi il paziente si rimette in sesto. E inoltre c’è costante, la sensazione che
qualcuno li segua da dietro gli alberi, tanto da parlare anche di fantasmi. I
fantasmi di contadini del luogo sfortunati, derubati e uccisi senza pietà da
potenti locali, e da ungheresi, romeni, e turchi massacrati secoli addietro.
Per la povera gente, il medioevo non finirà mai, né ieri, né domani.
Nel
1960 gli strani fenomeni della foresta di Hoia Baciu accesero la curiosità del
biologo rumeno Aleandru Sift, tanto che sfidò pure le terribili storie della
foresta, attravesandola in lungo e in largo per fare un
servizio fotografico e senza avere nessuna spiacevole conseguenza. E
scattò una foto di un oggetto volante (per altri solo uno strano fulmine) non
identificato.
Negli ultimi anni gli abitanti dei paesi
circostanti si sono dati una spiegazione alle diavolerie che accadono a Hola
Baciu. Credono che in un particolare punto della foresta vi sia un portale
verso un altro mondo.
Blek Macigno cavalca nella foresta di
Hoia Baciu
Ma in
fondo ha forse ragione Andrew
Leshukonsky, autore del blog sul paranormale russo. Il castello di
Dracula potrebbe arrivare a influire, nonostante la lontananza, con la sua
energia negativa questa foresta mistica. Già, chi lo sa…
Fonti:
Il Giornale dei misteri n. 477 –
novembre 2011 – pag. 46
[1] Testimonianza data dal
pronipote di Stoker allo scrittore spagnolo Javier Sierra.
Marco Pugacioff
va agli
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