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mercoledì 4 dicembre 2024

Cronaca dell’insolito 21 Re Gioacchino a Mosca – a “ufo” – Il nome «Albione»

 

Cronaca dell’insolito 21

Re Gioacchino a Mosca – a “ufo” – Il nome «Albione»

Re Gioacchino in una illustrazione tratta da

Igrandi condottieri dell’età napoleonica – De Agostini 2003

 

    Era il 1828 e Charles Gallois scriveva (nel suo libro Murat, fratelli Melita Editori, La Spezia, 1990, dalle pagg. 114-115), sulla conquista dell’impero degli zar, i czar, i cesari,  da parte di uno stalliere, figlio di un bottegaio, che fu agli ordini del glorioso generale Dumas (ebbero la quasi stessa tragica fine, ovvero prigione e morte su suolo italico), un politico più che disastroso, ma degno della dignità di un Imperatore Romano:

   «Mentre diversi marescialli si lagnavano con Napoleone della impetuosità di suo cognato, Murat arrivava su un’altura› che domina Mosca, Alla vista della città dorata, del luogo di convegno dell’Europa e dell’Asia, il re di Napoli [mia sottolineatura, Puga.] si sente tutto pieno di gioia. Il suo amor proprio lo fa pensare alla sua toeletta, che tanti combattimenti e tante marcie avevano disordinata e guasta.

In pochi minuti compare vestito splendidamente. […] Così vestito ed equipaggiato Murat si attira lo sguardo di tutti. La bella statura, i suoi begli occhi azzurri, le sue grandi basette, i capelli neri, inanellati, cadenti sulle spalle, tutto contribuisce a distinguerlo.

In questo costume si presentò nei sobborghi di Mosca: colà fu concluso armistizio tra l’avanguardia francese, e i capi de' cosacchi per lo sgombramento intiero della città. Murat si trovò due ore in mezzo ai cosacchi che lo circondavano con rispetto: non cessavano di dimostrare la loro ammirazione per un guerriero così intrepido: uno d’essi lo chiamò mio Hettman. […]

Passato il tempo convenuto, Murat colla sua lunga colonna serrata di cavalleria invase Mosca, che non era più che una grande solitudine. Giunse al Kremlino guardato da alcuni miserabili armati, che durò poco fatica a cacciare per entrarvi. Cinquecento reclute moscovite dimenticate sulla piazza del Kremlino; si dispersero alla prima intimazione.»

  

   Questo è posso conosciuto. Si sa che fu Napoleone a conquistare Mosca, e non è vero! Fu un Re italico, nato in Aquitania, non lontano dal paese dove nacque il grande studioso Gerberto D’Aurillac, poi Silvestro II.

 


Tom (senza Jerry che porta Soldino a scuola) Boschi, il 29 novembre del ’24 a Base Terra di Gianluca Lamberti, insieme a Leo e a Marco Enrico Di Graya, ha affermato al minuto 18:

«Siccome nella mia ricerca che conoscete ormai bene e mi sono occupato di diciamo anche della dell’invasione di Napoleone a Mosca e ho spiegato come anche secondo certe testimonianze di ufficiali della grande armée che si sono trovati lì a dover evacuare la città che ha preso improvvisamente fuoco e non si capisce come una città già così vasta come si possa metterla tutta a fuoco. Però ci sono delle testimonianze proprio di, in particolare di, un ufficiale della grande armée e anche di un ufficiale russo che spiegano come sopra la città nel momento in cui prese fuoco comparve al tramonto un grande sole che illuminò tutto per qualche  minuto, qualche secondo.


Adesso non mi ricordo se in conseguenza di questo non solo Mosca prese fuoco ma anche molti soldati della grande armée anche i cavalli si ammalarono con i sintomi descritti ricordano molto quelli di un'esposizione a radiazioni quindi il fatto che ci siano avvelenamenti o comunque sintomi simili o riconducibili a radiazioni nucleari non comporta che si tratti di una testata atomica ma potrebbe essere qualcos’altro… un’arma molto esotica. Con ogni probabilità un energia diretta di cui più di tanto non sappiamo; anzi non sappiamo proprio nulla.»

Vero o no, evento ufologico o no.  non mi importa. È una storia da narrare…

 

ωωω

 

 

Altre curiosità dal Corriere dei Piccoli 1942

 

Passiamo a cose più leggere, ho trovato qualche curiosità

I gattini di Fram

   Un mio amico cacciatore aveva un cane da punta che si chiamava Fram, e andava così d’accordo, contrariamente al costume, con la gatta di casa da offrirle ospitalità nel suo canile. La gatta fece tre gattini e li allattò accanto a Fram. il quale seguiva con molto interesse l’opera baliatica della sua amica. Un giorno il cane prese in bocca uno dei gattini e lo andò a deporre ai piedi di un albero nel frutteto. Fram trasportò poi anche gli altri di gattini. Nel suo primo viaggio, il cane era stato seguito dalla gatta che camminava fieramente accanto a lui con la coda ritta, e miagolando dolcemente pareva ringraziare il suo amico. Essa poi attese ai piedi dell’albero, piena di fiducia. il trasporto degli altri rampolli. La sera, Fram riportò  uno per volta i gattini nella sua cuccia, e continuò tale manovra per parecchi giorni finché i figli adottivi non furono in grado di spostarsi da soli. Dal che si vede che non solo gli uomini, ma anche cani e gatti possono andare d’accordo, quando c’è un po' di reciproco amore.

 

«A ufo»

 

Chissà quante volte voi avrete ascoltato o pronunciato lì espressione «mangiare a ufo, viaggiare a ufo» significa mangiare o viaggiare senza il disturbo di dover pagare. Non vi sarete certo mai domandato come si sia formato questo curioso termine.

La sua origine merita di esser ricordata. il Duomo di Milano venne costruito, come è noto, con le offerte dei fedeli; vi furono i ricchi che offrirono addirittura le cave di Candoglia dalla quali si ricavò il marmo e vi furono i poveri barcaioli che non potendo far di più, offrirono il trasporto gratuito dei blocchi.

Questi, dalle cave del Lago Maggiore, scendendo sui barconi lungo  il Ticino e risalendo il Naviglio arrivavano a Milano (in un porticciolo «oggi «coperto da una pzazzetta di fianco all’Ospedale Maggiore). Per  distinguere durante il viaggio i blocchi destinati ai privati. e che dovevano pagare il trasporto, da quelli che, destinati alla Fabbrica ciel Duomo, viaggiavano gratis, si usava  scrivere su questi ultimi «ad usum fabricae» («Per uso della fabbrica››) frase poi sostituita dalle sole iniziali «A. U. F.» Nacque così la comoda espressione «a ufo».

 

Il nome «Albione»

   È il nome antico che si dà ancora all’Inghilterra preceduto, di solito, dall’aggettivo di perfida. Esso appare già nell’«Ora maritima» di Avieno del IV sec. d. C. dove si dice che presso l’Isola sacra (Irlanda) abitata dalla razza degli Hierni, sta l’isola degli Albioni.

    Da dove venivano questi Albioni? Dalla Liguria, dicono: la radice Alb infatti, è ligure, e i Liguri sono un popolo meridionale dilagato dall’Africa in Galizia /(Spagna) e poi lungo le coste dell’Oceano fino in Inghilterra. Lo si deduce dal fatto che il nome di Albione s’incontra tanto in Galizia quanto in Inghilterra, e dal comune uso di barche di pelle di origine ligure.

    Questo è scritto sul Corriere dei piccoli (scusate non trovo il numero) del ‘42  e allora ho cercato l’«Ora maritima» di Avieno (Rufius Festus Avienus) in rete e in italiano, su gogole libri non ho trovato niente. Solo in spagnolo e in francese…

   In Descriptio orbis terrae. (description de la terre); Ora maritima. (les ...

di Rufus Festus Avienus, a cura di Despois et Saviot parigi, 1843, forse alle pagine 63 e 64, avrei (uso il condizionale) il passo relativo, con la traduzione in francese.

 

 

v. 872:

Hujus valle procul Phasis gemit, istius antro

Agmina provolvit, Circæaque lapsus in arva

Incidit Euxinum. Borealis cardine cœli

Rursus in Eoæ lucis confinia tellus

Inclinata jacet, gemino vicina profundo.

Caspia nam late terram super adluit unda,

Euxinique subest tergum salis: asper Hiberus

Hic agit: hic olim Pyrrhenide pulsus ab ora

Cespitis Eoi tenuit sola, ceu vaga sæpe

Fors rapit exactos patria […]

 

 

Dans une de ses vallées gémissent les eaux du Phase, sorti d'une de ses cavernes , et qui , roulant ses flots à travers les champs de Circé , va se jeter dans l’Euxin.

Cette contrée s’étend des régions boréyuhgales en s’inclinant vers l’orient; elle est bordée par deux mers: la mer Caspienne la baigne au nord, et au-dessous d'elle s’étend le Pont-Euxin. C'est là qu’habite le sauvage Hibère: chassé autrefois des contrées voisines des Pyrénées, il est venu chercher une patrie en Orient;

   Bien, mi fermo qui, perché il freddo mi sta congelando mente e corpo, con 57 primavere sur groppone, mi pare il minimo e con tre gattini dal '42, vi saluto.

Ciao a tutti

 

Marco Pugacioff

[Disegnatore di fumetti dilettante

e Ricercatore storico dilettante,

Macerata Granne

(da Apollo Granno)

S.P.Q.M.

(Sempre Preti Qua Magneranno)

04/12/’24

 articoli

 Fumetti

 

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