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lunedì 26 dicembre 2022

Cronaca dell’Insolito 18: demoni, grifoni, angeli etruschi e gigantessa di Teramo

 

Cronaca dell’Insolito 18

demoni, grifoni, angeli etruschi e gigantessa di Teramo

 


 

   Una gentile signora, mi ha scritto ridendo, che lei si vaccinata due volte ed era ancora qui. Ne sono felice e lo dico sul serio.

Ma da parte mia, non ho fatto NESSUNA vaccinazione imposta e SONO ANCORA QUI.

Per questo naturalmente ho ricevuto dall’Ufficio Riscossioni, la multa per non essermi vaccinato. Non la pagherò e - nonostante il nuovo governo italico di destra che avrebbe sospeso il pagamento della multa - fra due mesi mi preleveranno di forza, minimo 3000 o 6000 euri. Una pratica una volta partita deve arrivare alla fine.

 

   Ma sono dello stampo di Robin des bois, di Blek.

Anche se a Robin "Hod", hanno spezzato il collo con una catena...

   Se metto l’auto in sosta vietata pago (e ancora non mi è successo) perché ho fatto una cosa che non dovevo fare, ma questa volta non pago!
   La vaccinazione obbligatoria è stata una forzatura degna di "gente" (anzi bestie) che vogliono la morte.

  E io sono loro nemico, anche se abito in un buco. Un buco di petit ville [nata sopra l’antica collocazione dell’Aquisgrana di Carlo Magno], dove “sembra” che nessuno sta male per le vaccinazioni...

   Bà, Tony Antony [Roger Petitto, secondo Marco Giusti[1] sulla pellicola “Lo straniero di Silenzio” [rivisto in lingua yankee e con sottotoli in spagnolo], dove un pistolero straccione arriva a Osaka in Giappone (che donne, ragazzi!) esclama «Ci sono due cose da cui non si può scappare: La morte e le imposte [o tasse]». Dagli anni ’70 non è cambiato nulla; più si va avanti e più non si guadagna una lira [a proposito, quand'è che si ritorna alla lira? Ho capito, Mai!]  s.p.!

 


   Vabbé, vi ho "rotto le scatole" abbastanza, con le mie storie. iniziamo con altre storie.

 



I teneri Cucciolo & Beppe bambini di Rino Anzi

 

   Il caro Tiramolla fu creato da Rino Anzi [padre di Cucciolo & Beppe, non dimentichiamolo mai!], e poi “qualcuno” lo passò a Renzi che ci creò una storia sopra e ne passò i testi al caro Giorgio. E Rino Anzi, mai ricevette nemmeno una telefonata di ringraziamento – almeno quello – da questo signor “qualcuno”.

    Per la stampa cattolica, Tiramolla esigeva un sospetto di cattiva educazione, perciò non doveva essere letto. Si era detto che forse perché la sua figura aveva un carattere “fallico”, o cose del genere.

Grazie al Giornale dei Misteri, ho avuto il vero perché. Seguitemi: nel numero 21 a pagina 11, il Padre Romano De Roma (calma! Non me lo sto inventando, si chiama proprio così[2]) scrisse un articolo per la rubrica de Le potenze invisibili. L’articolo si intitolava “L’azione [non cattolica, ma] demoniaca” e le prime righe sul capitoletto La possessione, mi ha – come si dice – illuminato.

Dall’edizione italica de La ville du soleil,  kiwi n.354 dell’ottobre del ’84(Spiacente non sono riuscito a trovare il mio Kiwi) di André Amoriq

 


Il momento in cui a Lino Ventura, legato con una catena a una colonna, stanno per bruciargli il viso con una fiamma ossidrica.

Con notevole disperazione le spezza!

Un vero e proprio “Gorilla”, come Blek!

(da Il gorilla vi saluta cordialmente, del ‘58)

 

   Il Padre scriveva «La possessione si ha quando il demonio invade e domina il corpo umano comprese le facoltà sensitive. Sotto questa azione l’uomo compie atti che denotano una forza estrema o una sorprendente agilità (possiamo considerarci anche Yannick Le Roc – chiamato dai Pellerossa Blek, sotto questo aspetto). Egli può rimuovere pesi enormi o spezzare grosse catene (come il gorilla interpretato da Lino Ventura), compiere salti acrobatici (come ho detto proprio Yannick) o (ed ora leggete bene, ci metto pure il corsivo) passare attraverso aperture strettissime.» e non proseguo oltre.


   Eccolo il perché; il caro Tiramolla era considerato un vero e proprio demonio!

Il più caro e tenero amico dei bambini che eravamo!  


Ancora su demoni, grifoni e angeli.

 

   Nel mondo degli Etruschi venivano raffigurati dei geni con le ali. Nel numero 20, 1972 del GdM vi è una bella foto (in bianco e nero) di un genio alato come dei Cherubini, il quale porta un papiro nella mano destra e (da quel che scriveva Solas Buoncompagni a pag. 13) una misteriosa pigna, simbolo di vita; poi aggiunge che ha un secchiello per le lustrazioni, sarà… ma dov’è?

 



Altra bella illustrazione è nella pagina seguente, in cui lascio la nota originale della rivista.


Dispiace che questi geni alati siano molto simili a delle ragazze, ma la mancanza di tette e la presenza dei testicoli, non lascia spazio a nessun dubbio.

Guardate quest’altra raffigurazione, sarà la curvatura del vaso in cui sembrerebbe un corpo femminile ma i soliti testicoli e la mancanza di un bel petto pronunciato non lascia dubbi.

 



   Succede, anche se demoni femminili, le demonesse e angeli femminili ci sono, basta solo pensare a Lilith (non capite male, non parlo della moglie di Tex), come si vede in questa copertina.


Peccato per quei piedacci brutti e pericolosi. Per il resto… che corpo!

   Tutto questo per parlarvi della tavoletta votiva, scoperta ripostiglio di santuario presso Locri, in cui viene raffigurato come la dea Persefone viene rapita da un carro trainato da due esseri alati simili, sì, agli angeli, ma nudi. Uffa! Ragazze, no, vero?

Comunque scriveva Solas Buoncompagni “[…] Omero… descrive un Olimpo avvolto da «sacra nube» con «eteree porte», da cui sortivano le dee coi loro cocchi e i loro destrieri [3]. 

Prosegue “Così pure la letteratura ellenistica ci descrive un Alessandro immerso in un magico mondo di prodigi e di visioni, di straordinari fenomeni naturali, di popoli di strana figura, di sirene; un Alessandro che si fa calare negli abissi marini con una botte di vetro e che viene trasportato in cielo da un carro, guidati da grifoni [4]”.


Alessandro Magno trascinato in cielo da grifoni. Arazzo del secolo XV, a Palazzo Doria, Roma.

 

   Da pagg. 159-161 de I nobili fatti di Alessandro Magno romanzo storico tradotto dal francese a cura di Giusto Grion, Bologna 1872

«Et quindi si parti Alessandro colla sua oste e venne al mare Rosso, e quivi misse il campo allato a una grande montagna, si che Alessandro parea che toccasse il cielo. E incontanente pensò in suo cuore di fare uno ingigno, collo quale elli potesse andare infino al cielo. E incontanente comandò alli suoi maestri di legname, che facessono una gabbia, là dove elli stesse in mezzo. Poi fece legare a ciascuno canto della gabbia quattro uccelli grifoni, e sopra loro vi fece legare quattro quarti di carne di bue legati in grande partiche; e anche prese due lance , e missevi ispugna d’acqua. E quando Alessandro fu dentro della gabbia con tutte queste cose, li grifoni ch’erano affamati, viddono la carne, si levarono in volo per

prenderla, e così portorono la gabbia con tutto Alessandro su inell’arie si alto, che Alessandro che guardava inverso la terra, li parea come una aia, o come una piccola piazza; e l’acqua li parea ch’avvolgesse la terra come uno dragone. E quando Alessandro fu andato tanto in alto, come li piacque , prese le pertiche della carne, e abbassolle inverso la terra; e li grifoni volarono in verso la carne , tanto che puosono Alessandro lontano dalla sua oste bene una giornata sanza nullo male. Poi si misse alla via a piedi, con gran travaglio venne alli suoi cavallieri; e quando lo viddono, fècionne grande allegrezza; e adoravano come si fosse Iddio..

 

Come Alessandro volle cercare il fondo del mare.

 

Et quando Alessandro s’ebbe fatto portare alli grifoni nell’aria , elli disse , che volea cercare il fondo del mare, dove più cupo fosse. Allora comandò alli suoi ingegneri, che facessono una gabbia di vetro molto splendiente, sicchè potesse vedere di fuora tutte cose chiaramente. E comandò che la legassono con catene di ferro. E così com’elli comandò, fu fatto.

Allora montò Alessandro in una nave , e missesi in alto mare, poi intrò nella gabbia, e fecesi calare intro il profondo del mare alli suoi cavallieri, di quelli di cui più si fidava. E quivi vidde Alessandro di diverse maniere pesci, e di diversi colori, e molti che

si assimigliavano a bestie terrene, e andavano per lo fondo del mare quelle bestie, venieno ad Alessandro, poi fuggivano immantenente. E anche vi vidde altre maravigliose cose, che io non voglio dire, imperciocchè non sarebbono credevoli alli uomini. E quando ebbe tutto questo veduto, si si fece tirare su incontanente che crollò la catena ; e quando fu su, sì n’andò alla sua oste in terra, che molto ebbono gran gioia, quando il viddono.»

 

  E infine non poteva mancare Frate Francesco. “Narra San Bonaventura nella «Vita di San Francesco» che a «Rivotorto (in Umbria), una notte, mentre alcuni frati dormivano e altri vegliavano in orazione, apparve loro un carro di fuoco di mirabile splendore. Su di esso, aureolato da celesti fulgori, a guisa di nuovo Elia, era assiso Santo Francesco[5]»

 



   Ci sono carri celesti ed anche comete, però come scrive Bianca Capone, nell’articolo Luci dallo spazio, la cometa di Halley, nel famoso arazzo sull’invasione dei Normanni nel 1066 in Inghilterra, che è un vero e proprio fumetto… senza fumetti, è raffigurata in modo insolito. La regolarità geometrica del disegno potrebbe farla apparire piuttosto come una “macchina” più che come “corpo” celeste. V. pag. 61 del GdM 21.


Passiamo ora a una gigantessa

 

   Va bene, basta con storielle de fantascienza e passiamo al ritrovamento di una tomba di gigantessa, non in Sardegna, ma in una grotta sulle montagne della Laga, praticamente sul confine tra Abruzzo e Marche. Insomma nella Francia delle origini... per chi - come me - ci crede.

Non per niente l’epoca è su per giù quella, scrive infatti il bravo Peter Kolosimo in risposta ad una lettera di Delfino Fregonese di Teramo «Una donna bionda, bellissima, (? E da che lo hanno capito? Bò!) con gli occhi azzurri: così Il Mezzogiorno quotidiano abruzzese, descrive il reperto del Gruppo Archeologico Teramano, diretto appunto da Delfino Fregonese.

Fin qui nulla di strano. Curioso è il fatto che si tratti di una “gigantessa” alta 2,20 metri, morta tra il 1100 ed il 1200 [Quando ormai Aquisgrana era ormai traslata in Germania…], sepolta in maniera assolutamente inconsueta. Nella mano sinistra, infatti, stringe una sbarra di ferro e rame, recante all’estremità un uncino, avvolta da una reticella metallica ossidata.

Le circostanze del suo decesso rimangono misteriose. La donna (d’età tra i 22 e i 25 anni) – Kolosimo prosegue seguendo lo scritto di Fregonese – fu colpita da un corpo acuminato, forse da una spada, in mezzo alla fronte, ma il colpo non la uccise. Morì più tardi per una seconda, tremenda ferita, forse provocata da una scure. Al cadavere fu asportata la materia celebrale. La calotta cranica venne troncata con un taglio rozzo. La ragazza fu quindi sottoposta ad un’operazione terribile, probabilmente mentre stava agonizzando. Perché?»

e qui mi fermo, sennò sarei costretto a trascrivere tutto tutte le ipotesi di Kolosimo (e non sarebbe giusto) su questo “giallo medievale”.



Dal GdM n. 20 di novembre del ’72, pagg. 68-69

 

Strega, guerriera? Bòòòò! Qualche professorone d’università avrà pure dato il suo responso definitivo.

A me comunque mi ha ricordato

 

Foglia di pino (Pine Leaf)

 

Una condottiera dei Corvi, catturata all’età di dieci anni nel suo accampamento dei Grande Ventre, e cresciuta poi come una donna dei Corvi.


Era conosciuta come una feroce guerriera e divenne capo di guerra e cacciatrice, tanto da essere conosciuta come “Donna capo” e, come molti dei suoi colleghi capi maschi, ebbe diverse mogli, si dice fino a quattro spose.

   La gran figliola morì in un agguato, durante (se ben ricordo da quel che ho letto in rete) un consiglio di capi, a cui andò disarmata.



[1]V. Dizionario del western all’italiana, pag. 508, Oscar Mondadori 2007.

[2] Dal Giornale dei Misteri n. 19 – ottobre 1972, pag. 56 «Padre Romano De Roma Francescano Conventuale è Rettore dello Studio Teologico per laici di S. Croce in Firenze. Ha pubblicato su varie riviste specializzate articoli e ricerche su argomenti teologi e letterari. Si interessa da diversi anni di occultismo e su questo tema ha tenuto cicli di conferenze in varie località.»

[3] Omero, Iliade, libro VIII, (dalla traduzione del Monti). V. pag. 33, GdM n. 21.

[4] Vari. «Dizionario letterario delle Opere e dei Personaggi», vol. I, pag. 68 – voce: Alessandro Magno – Bompiani. (citato sempre in GdM.)

[5] San Bonaventura: «Vita di San Francesco», cap. IV, n. 4. sempre citato dal GdM.

 

Marco Pugacioff

[Disegnatore di fumetti dilettante

e Ricercatore storico dilettante, ma non blogger

(Questo è un sito!)]

Macerata Granne

(da Apollo Granno)

S.P.Q.M.

(Sempre Preti Qua Magneranno)

26/12/'22

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