Cronaca dell’Insolito 16
L’altro giorno sono uscito sotto casa per salutare un mio amico vaccinato. Non potevo far altrimenti: aveva perso la madre. Ma poi sono andato in una libreria a Tolentino e il libraio non è vaccinato come me.
Inutile dire, davvero inutile, che sento una forte cospirazione contro i non vaccinati, in coloro che per usar le parole di Jena Plissken non vogliono quella m… nelle vene. Oggi nei quotidiani era scritto che tutti professori devono essere vaccinati e altre porcherie. È lo stesso clima del ventennio, quando i socialisti e i comunisti non potevano riunirsi davanti a un piatto di pasta perché arrivavano i carabinieri per accusarli di festeggiare il primo maggio o di organizzare una riunione clandestina.
E dire che
«Il divieto di "vaccinazione obbligatoria" è stato adottato dalla Corte Europea!
La Corte Europea si è finalmente pronunciata sul divieto di vaccinazione obbligatoria. Il collegamento in francese è alla fine con gli articoli di diritto della Corte europea.
Qualsiasi vaccinazione obbligatoria è ora illegale per impostazione predefinita
Il Consiglio d'Europa (da non confondere con l'UE), a cui appartengono tutti gli Stati europei tranne Bielorussia, Kosovo e il Vaticano che è il padrino della Corte europea dei diritti dell’uomo,
ha deciso
il 27.01.2021
nella sua risoluzione 2361/2021,
tra gli altri, che nessuno può essere vaccinato contro la propria volontà, sotto pressione.
I 47 Stati membri sono invitati a segnalare prima della vaccinazione che la vaccinazione non è obbligatoria e che le persone non vaccinate non dovrebbero essere discriminate.»
I politici italiani se ne fregano, la gente se frega con la scusa della salute, della vita! … e delle vacanze.
Anche nella tragedia gli italiani si riconoscono fin troppo bene…
Meglio la mia gattina Luna. Povero piccolo amore, lei sì che è un vaccino.
Vila
o le fate della Serbia
Splendida illustrazione da facebook
La vila [Вила] – non villa o casa di campagna in italiano e ville in francese città – è il nome della fata in serbo.
Nella mitologia slava meridionale la vila è un essere sopranaturale femminile che ama le persone. È idealizzata come una fanciulla assai assai attraente con capelli e le ali dorate, vestita con abiti lunghi e armata di frecce. Si crede che la fonte del suo potere sia nei suoi capelli; perennemente giovane, vive lontano dagli umani (e fa mooolto bene) in genere in collina o in montagna vicino all’acqua oppure fra le nuvole.
Si crede che nasca dalla rugiada di un fiore quando piove, oppure quando nel cielo appare un arcobaleno. I suoi castelli dove abita sono di una eccezionale bellezza e splendore, e sono costruiti sulle nuvole.
Può trasformarsi in cigno, falco o qualsiasi altro animale. Spesso si vede in sella a un cavallo o a un cervo, per andare a caccia.
La vila è affascinata dagli eroi, che aiuta con i suoi consigli, e talvolta ne diventa la loro sorella come nel caso di Marko Kraljevic e della vila Raviojla.
Miloš, Marko i vila di Paja Jovanović .
È a favore delle ragazze, che possono ottenere da lei, bellezza e protezione. Una Vila è particolarmente abile nel guarire le ferite subite in battaglia, grazie alla sua conoscenza delle erbe.
Ha anche il potere della divinazione. Una Vila non perdonare gli insulti ricevuti e uccide chi le fa del male con le sue frecce o con uno sguardo... ma anche quando è applicata al male è ancora attraente e seducente.
Si raccoglie con altre sue simili sulle sorgenti dei fiumi e dei laghi, infatti è molto affine ad una sirena, che incanta con i suoi canti.
Si dice in alcune regioni che le vile siano le anime sfortunate di ragazze morte annegate o bambine morte non battezzate.
Mentre nel nord russo sono particolarmente brutte e che siano pronte a trascinare sott’acqua chiunque si avvicina loro.
Esse sono particolarmente pericolose nella settimana Rusalka [rusalki] (la Domenica che segue la Trinità), quando vengono fuori dall’acqua che scende nei campi, per arrampicarsi sugli alberi e giocare nei prati.
Nella toponomastica di Serbia e Montenegro ci sono molti luoghi con il nome dedicate alle fate. come Vilin izvor sul monte Komu, oppure...
Viline Vode (Acque della fata) è un quartiere industriale di Belgrado, (meta obbligata dei bombardamenti nazisti degli anni ’40 e ’90 del novecento).
L'insediamento prende il nome da numerose sorgenti termali situate sulle rive del Danubio. Vale a dire, a causa delle acque sotterranee, che sono apparse improvvisamente durante l’alto livello dell'acqua, fu stata creata una leggenda secondo cui le fate vivono in quelle acque sotterranee, punendo coloro che le disturbano. Grazie a questa leggenda, l’intera area prese il nome di Acque della fata o delle fate.
La vila solitamente non esce dal territorio in cui vive.
Si crede che la sua vita eterna derivi dai semi dell’aglio [caspita!]. Sembra un essere fragile, ma è pronta a difendere la sua residenza.
La vila e le sue compagne si riuniscono in luoghi speciali vietati alle persone. Nessuno è autorizzato ad avvicinarsi ai luoghi dove le fate cantano e suonano (è il classico cerchio delle fate); Scott ne ha parlato nelle sue Lettere sulla Negromanzia, gli Spiriti Elementari e le fate, come di «campicello del galantuomo» [Gudeman’s croft, ma li attribuisce a qualche essere maligno non identificato. V. Lettera III, pag, 118, edizione del 1839].
La natura demoniaca della fata si rivela in alcuni dettagli disumani. A volte si dice che le fate tolgano i bambini alle persone. Il lato malvagio è mostrato in numerose storie e canzoni in cui tutto ciò che le persone hanno costruito fino a quel momento, non venga demolito, e che sia ricostruito con un sacrificio umano nelle fondamenta. La canzone più famosa della poesia popolare epica serba con questo motivo è Zidanje Skadra.
Nella poesia originale da cui è venuta la canzone, si descrive come tre fratelli Mrnjavčević (Vukašin, Uglješa e Gojko) costruirono la città di Scutari sul fiume Bojana. Gojko è costretto a murare viva la sua giovane moglie nelle mura della fortezza come vittima voluta da una fata. Secondo il ricercatore Vuk Stefanović Karadžić, a quel tempo si credeva che fosse impossibile costruire un grande edificio senza sacrifici umani. Vuk afferma che le persone evitavano i cantieri perché temevano che la loro ombra potesse essere murata e che sarebbero poi morte senza di essa.
Le fate obbediscono solo a chi riesce a rubargli i vestiti mentre fa il bagno o gioca. Se viene tolto il velo che copre i capelli e le ali, perdono immediatamente ogni potere. La debolezza delle fate si riflette nella tendenza ad innamorarsi dei mortali.
György Vastagh, 1898. Donna con ombrello, olio su tela
Non centra molto, ma c’è lo metto lo stesso.
Ci sono diversi
tipologie di fate, sia in Slovenia, sia nella Macedonia settentrionale che
nella Bulgaria. In Serbia dove la tradizione è molto svillupata si dice che chi
beve l’acqua della loro sorgente diventa forte come questi esseri fatati.
Quando una vila ha dei figli, questi sono alati e hanno i capelli bianchi e gli occhi di fuoco (mi ricordano gli essseri di La Roya in spagna).
Le Samovilu [Самовилу] della Bulgaria appaiono a cavallo di cervi e con in mano un serpente velenoso da usare come una frusta. Hanno anche il potere di pietrificare, ma pure quella di liberare da questa pietrificazione con un loro bacio.
Questo tipo di fate, la cui specialità è la pietrificazione, vengono indicate come Madre della montagna [Планинска мајка].
Ci sono poi le fate prepotenti [Виле биљарице] che hanno un grande conoscenza di piante ed erbe e a cui piacciono molto intervenire nelle faccende delle fanciulle umane. Sono molto legate ai loro luogo di nascita e in genere non è consentito a queste fate interferire negli affari dei mortali, se non in occasioni eccezionali.
Infine vi è la Madre della foresta [Шумска мајка], molto simile alle fate prepotenti. Questa vila è conosciuta in diverse parti dei Balcani. La madre della foresta è una fata il cui potere è molto al di sopra del potere delle fate ordinarie. La madre della foresta è ritratta completamente nuda, con grandi seni e lunghe unghie (da mandar fori de capoccia!!!). I Valacchi la chiamano Muma Paduri [Мума Падури]. Hanno il compito di immagazzinare l’acqua.
Nella regione di Timok, nella Serbia orientale sembra che ancor oggi le donne hanno l’usanza, più volte all’anno di riunirsi lungo i fiumi in onore della Grande Madre e per tramandare la leggenda di Muma Padra.
Muma [Мума], è una parola serba che si avvicina a màjka o màma ovvero madre.
Muma Padra [Мума Падури] vien descritta come una regina della notte. La signora della foresta orientale viene immaginata come una gran bella donna florida dai seni generosi, con lunghi capelli neri lisci, con le unghie lunghe a volte vestita di bianco, ma più spesso è nuda.
Certo può apparire anche in altre forme, a volte appare come una anziana brutta e incartapecorita con denti grandi e pronunciati come fosse una vampira e con una bacchetta magica in mano. Si dice che nel Danubio superiore può apparire come un maialino, un cavallo, una capretta e in altre località (?... Speriamo che la traduzione sia affidabile, in ogni modo le informazioni russe e serbe combaciano) come una mucca, un tacchino o addirittura – secondo la wiki russa – come un cuneo di legno. Comunque sia essa appare solo di notte, di solito come si dice appunto dei vampiri, verso la mezzanotte.
Ma non ama andar nei villaggi degli umani in quanto è infastidita dal fumo e dalla moltitudine. Perciò si aggira solo nella foresta e quando cammina nella foresta gli alberi si piegano a terra. Questo mi ricorda un caso ufologioco degli anni '50 avvenuto in Francia... ma torniamo alla fata.
Ama cantare e lo fa in maniera meravigliosa. È bella e lussuriosa e spesso seduce le persone giovane e belle che percorrono la foresta o che vivono nei mulini. Anzi a questo proposito vi sarebbe un racconto in cui proprio in un mulino la bella fata trovò una fanciulla nuda con i capelli sciolti e con dei grossi seni. La fanciulla fu sedotta dalle sue lusinghe e capitolò alla sua bellezza. La fanciulla scomparve; solo in seguito fu vista tra gli alberi. Insomma bella e pericolosa.
Per questo la leggenda narra che adora le donne e ascolta i richiami delle fanciulle (ma anche, e non poteva essere altrimenti, degli stregoni) ed è pronta per loro a far del male agli uomini.
Muma Paduri è la personificazione del bene eccezionale, ma altresì del male incommensurabile allo stesso tempo. Il concetto della femminilità, molto caro ai Valacchi, sarebbe basato sulla leggenda stessa di Muma Padura, che perseguita gli uomini malvagi e protegge le donne che la invocano. In più si prende cura delle partorienti, accudendo i loro bambini. Cerca anche di prevenire le malattie e frena il pianto dei bambini e la loro insonnia.
Ma se la donna incinta le è antipatica o le ha fatto uno sgarbo, avviene il contrario. Una fata molto umana – speriamo non si offenda nel scrivere questo – nel suo concetto di voler bene o voler male.
Una delle invocazioni per Muma Paduri recita così “O grande madre della foresta, fino ad ora mio figlio ha pianto per il tuo, ora lascia che sia tuo figlio a piangere per il mio.” A Bracevac, villaggio al confine con la Bulgaria, veniva recitato se un bambino piangeva, allora veniva portato sotto un albero dove avrebbe avuto paura, e lì si eseguiva. La forma più dura recita [mio completo adattamento] “Madre della montagna, strega della montagna, hai sgridato molto ai miei figli. Ho dei coltelli d’oro con cui posso strapparti i tuoi occhi e spaccarti i denti. Ora hai paura di me e dei miei figli, quindi fuggi verso le montagne e non tornare all’acqua.”
Secondo la wiki russa l’esecuzione delle invocazioni [dette Заговор e tradotte come cospirazione. Un’espressione verbale che indica, secondo credenze superstiziose, chi ha poteri magici, di stregoneria o di guarigione.] «è di natura puramente individuale. Le invocazioni si distinguono per una vivida originalità della semantica, della struttura e del linguaggio; per genere e per funzione sono più vicine agli incantesimi e alla preghiera popolare.»
La “maghetta” o guaritrice "guarisce" il bambino con l’incantesimo dell’acqua.
E qui “cura” una epilettica. Siamo nella provincia di Ryazan, nel 1914.
Foto straordinarie dalla wiki russa
Nella letteratura rumena Muma Paduri è una creatura mitologia delle foreste, una donna brutta che ha paura delle persone, e che dovrebbe essere citata in racconti e nelle credenze popolari.
Un suo sinonimo è Baba (vecchia) Kloanata [Баба Клоаната], la cui controparte si
troverebbe nella mitologia slava col nome di Baba Jaga [Баба Јаге] che deve aver ispirato
Crepax per la sua Valentina e si ci fece pure una pellicola nel ‘73.
Vila (Eco nei Carpazi, 1888) del pittore unghrese György Vastagh (1834 - 1922) custodita nel Museo Blaskovich a Tápiószele,
Altre fonti utilizzate
- https://ru.m.wikipedia.org/wiki/Шумска_майка
- https://ru.m.wikipedia.org/wiki/Заговор_(обряд)
- https://hu.m.wikipedia.org/wiki/Vastagh_György_(festő)
- https://it.wikipedia.org/wiki/Baba_Yaga_(film)
Marco Pugacioff
Macerata Granne
(da Apollo Granno)
S.P.Q.M.
(Sempre Preti Qua Magneranno)
27/07/'21
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
se vuoi puoi andare alla sezione
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.