ATKWABEO
Una leggenda dei Montagnais e dei Naskapi
Atkwabeo, l'Uomo-caribù, era il più giovane di quattro fratelli. Una notte, durante una spedizione di caccia, si accamparono in vicinanza di una mandria di caribù. Quella notte egli sognò che una femmina caribù usciva dalla mandria e veniva a parlargli, invitandolo a diventare suo marito e ad andare a vivere con i caribù. Al mattino Atkwabeo lasciò da solo l'accampamento e si recò al luogo indicatogli nel sogno. Vi trovò una femmina caribù che pareva lo aspettasse. Deposto l'arco e le frecce, si avvicinò, e l'animale lo condusse là dove altri tre caribù stavano in vedetta. Essi lo condussero via e con loro raggiunse la mandria. Da allora visse con i caribù e ci vive tuttora, mangiando il muschio come loro. Con loro emigra da un luogo all'altro, cavalcando sul dorso di un robusto maschio. Il suo vestito è di pelle di caribù e quando gli occorre un indumento, essi gli consentono di uccidere qualcuno di loro per questo scopo. I suoi figli sono dei caribù come gli altri. Di notte egli si corica e alcuni caribù giacciono vicino a lui per tenerlo caldo. Così egli trascorre la vita contento, un anno dopo l'altro, in mezzo ai caribù, come uno di loro, anzi come loro capo e protettore. Qualche volta gli indiani l'hanno visto, e quando sono a caccia di caribù e incontrano la mandria di Atkwabeo, si astengono dall'uccidere gli animali. E talora si sono anche intrattenuti a parlare con lui.
Dal libro Il Cervo e l’Arcobaleno, Mulino Don
Chisciotte, Verona 2005
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