Un po’ di Spettri da
ANNALI DELLO SPIRITISMO IN ITALIA
anno XXXIII (trentesimo) 1896
seconda parte
pag. 103 del numero 3
Vive una tradizione, che gli spettri hanno paura della spada. Ed anche ne' casi più recenti s' incontrano alcune particolarità, che avvalorano questa credenza. Così leggiamo in Glanvil, nel racconto intitolato «Il Demone di Tedworth», che il domestico del signor Mompesson (nella cui casa il «Demone» non lasciava in pace nessuno), quando la notte il fantasma lo molestava, dato mano alla spada, ne menava gran colpi, al che l’ombra spariva. Una volta anzi lo spettro tentò di strappargli l’arme, onde lottarono insieme; ma, poichè in fine l'uomo riuscì a svincolarsi, e quindi a poter adoperare liberamente il ferro, l’apparizione si dileguò. «Si è osservato, ch’essa cercava sempre di schermirsene e di evitarlo» (Sadducismus Triumphatus, pagg. 325 e 326). Il Marchese de Mirville, nella sua opera Des Esprits et de leur Manifestations fluidiques, narra, fra molti altri particolari, del caso di Cideville, che avvenne nel 1851, ove il supposto Spirito pareva sempre schivasse i colpi di punta, che con la spada si davan là, ov’egli si manifestava picchiando. Lo stesso autore poi cita diversi passi di scrittori antichi, che confermano l’accennata tradizione.
dal numero 6
NOTABILE VISIONE
(Dalla Revue Spirite di Parigi, N. 3 del 1896)
Il signor Dottore in medicina Orencio Vidigal abita (a San-Paulo nel Brasile) la casa N° 2 nel Viale del Trionfo con la sua famiglia composta della moglie, di due figliuoli e del suo vecchio padre. Sua madre è morta tre mesi fa. Avendo avuto bisogno di una piccola domestica, egli si recò al deposito degli emigranti, e vi prese per tale una fanciulla spagnuola su' dodici anni, ch’era arrivata quel giorno stesso, non sapeva manco una parola di portoghese, e, naturalmente, non conosceva punto il suo padrone.
La fanciulla era orfana di padre. La sera della sua entrata in servizio presso i Vidigal un ingegnere, il signor Edoardo Silva, nato a Gibraltar, che parlava lo spagnuolo, ed era in visita da loro, chiese un bicchiere di acqua. A lui, ch’è buon magnetizzatore e fervido credente nello Spiritismo, fu portata l’acqua dalla piccola Spagnuola. Per una inesplicabile intuizione il signor Silva le domandò, nel suo linguaggio, se la volesse lasciarsi magnetizzare: la fanciulla vi acconsenti, e in pochi momenti cadde in istato di sonnambolismo. A un tratto ella guardò in alto, e con voce commossa disse di veder cose bellissime, e pregò di non la destare. Dopo alcuni minuti di muta contemplazione dichiarò di vedere suo padre, che le parlava. Con la mano curva dietro l’orecchio come per raccogliere suoni ascoltò brevi istanti, e poi annunziò venirle detto, che una vecchia signora, cui pur vedeva, avea da fare una comunicazione al Dottore Vidigal, e alla sua minuta descrizione della medesima tutta la famiglia vi riconobbe la madre defunta. Allora, sempre per bocca della giovine media, lo Spirito della signora Vidigal ordinò a suo figlio di aprire la camera da lei abitata in vita, e che da tre mesi, cioè dalla sua morte, era rimasta chiusa, e di prendervi un suo abito di seta nera, che vi era appeso alla parete, giacchè in una delle tasche di esso, tutta chiusa con una cucitura, troverebbe la somma di 75000 reis (60 lire) da rimettersi a suo marito.
Gli spettatori di quella scena trovarono il fatto sì straordinario, che dubitarono della sua realtà. Ma, considerando che la fanciulla, la quale non era con loro se non da un giorno, e solo da due al Brasile, non poteva assolutamente conoscere nulla di ciò, che annunziava, i membri della famiglia Vidigal decisero di tosto riscontrare la esattezza della comunicazione, che qualificavano «divagazioni della piccola Spagnuola».
Andarono tutti in quella certa camera accompagnati dall’ingegnere Silva e da tre altri vicini, che, per curiosità, vollero far da testimonii. Il Dottore Vidigal stentò molto ad aprire, perchè la toppa si era irrugginita; ma poi vi riuscì. E realmente trovarono l’abito nero appeso alla parete, e in una sua tasca ben chiusa con cucitura la somma di danaro indicata dallo Spirito: precisamente 75000 reis.
San-Paulo ( Brasile ), il 25 di Dicembre 1895.
MANFREDO MEYER.
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Dal numero 7 del 1896
Ceraunografia. Nel libro Eclairs et Tonnerre del signor W. de Fonvielle si legge: « Nel 1825, alla imboccatura dell’Adriatico, il fulmine cadde sul brigantino «Il buon Servo», e andò a colpire un marinaio, che, seduto sul suo cofano, stava rattoppando una sua camicia..... Nello spogliarlo sul cadavere del poveretto si osservò una leggiera linea nerastra, che sulla schiena partiva dal collo, e terminava alle reni, ove, con tratti simili a un tatuaggio, era impressa la imagine di un ferro da cavallo, che stava inchiodato, giusta il costume superstizioso di quella gente di mare, all’albero maestro del bastimento per allontanarne gli spiriti cattivi. Un altro marinaio, fulminato in circostanze presso a poco simili, mostrò sul petto, tracciatovi nella stessa maniera, il nome del suo naviglio, com' era scritto sul legno. L’Arago nel suo Traité du Tonnerre riferisce il caso di un uomo, ch’ebbe a trovarsi presso a un
albero colpito dalla folgore. Poichè, fuor di una gran paura, non gliene venne
alcun male, si rimiso tosto; ma poi la sera, coricandosi, vide con ispavento, ch’era stato segnato in modo singolare: un pennello misterioso aveva disegnato sulla sua cute la precisa figura del disgraziato albero. I Comptes Rendus narrano, che su' cadaveri di un magistrato e di un mugnaio si trovò la imagine di una foglia del pioppo, vicino al quale furono uccisi ambidue da uno stesso colpo di fulmine l'anno 1841 in un villaggio del ripartimento dell’Isère.
Il Cosmos del 25 di Agosto 1866 raccontava la storia di una saetta caduta a Bergheim (Vosgi). La meteora colpi un tiglio, sotto il quale si erano rifugiati due viandanti, che, senza esserne uccisi, caddero paralizzati e privi di sensi. Avendoli spogliati per rianimarli, si osservò con istupore, che tutti e due avevano riportato dall’accidento in diverso parti del corpo dei segni strani: erano foglie di tiglio tatuate con tale fedeltà, che il più abile disegnatore ne sarebbe stato geloso. Il signor Andrea Poey, direttore dell’Osservatorio dell’Avana, ha pubblicato nel 1861 coi tipi del Leclerc la relazione di ventiquattro altri casi dello stesso genere. Non sembra proprio evidente l’analogia, se non la identità, di queste fotografie fulgurali con quelle del Röntgen mercè de' raggi odici del Reichenbach da lui, pro tempore, chiamati X ?
Nottambula straordinaria. - Un campagnuolo di Heerennen (Drenthe)
narra il Periodico di Liegi Le Messager nel suo N° 20 del 15 di Aprile ultimo scorso svegliandosi Giovedì mattina, si accorse, che sua moglie non era più in letto. Mossosi a cercarla, in un angolo della camera no trovò gli abiti e le scarpe; ma la donna era sparita. La polizia si diede le mani attorno tutta la giornata per trovarla, ma solo verso sera seppe da un contadino, che alle sei di quel mattino stesso avea veduto una donna in camicia da notte nel villaggio di Bononknype. Allora il campagnuolo vi andò, e finì col trovare sua moglie presso sua sorella, che abita a dodici chilometri da Heerennen, ov’era giunta alle ore sette antimeridiane intirizzita dal freddo. Ella non si ricordava di nulla, e non sapeva spiegare in qual modo si fosse recata colà.
Certo è, che in quel suo tragitto di dodici chilometri avea dovuto traversare una ventina di ponticelli e saltare parecchi fossati, ond’è maraviglioso, che l’abbia potuto arrivare sana e salva da sua sorella.
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Numero 9
Credenze spiritiche nel Madagascar. Il giornale parigiro Le Matin pubblicava ultimamente notizie avute dal Madagascar sulla insurrezione de' fahavali contro il dominio francese e contro lo stesso Governo della regina, che si è sottomesso alla Francia. A detta però di quel corrispondente la ribellione avrebbe un carattere, più che politico, essenzialmente religioso, giacchè il fahavalismo tende a ristaurare la religione, che si professava nell’isola prima che gran parte de' suoi abitanti si convertisse al cristianesimo, e che aveva per culto la venerazione de' sampy. Or questi sampy non erano idoli, vale a dire imagini di dei, ma oggetti, ne' quali i Malgasci credono, che abbian preso dimora gli Spiriti, onde avrebbero le virtù magiche generalmente attribuite agli amuleti e ai talismani. Ma il loro maggior pregio è quello di emettere oracoli, e, quanto al modo di comunicarli agli umani, lo stesso Matin afferma, che tranne il sampy Zanaha Ritsimandry, il quale solo aveva il dono della parola, tutti gli altri sampy profetici svelavano il futuro per via di sogni».
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numero 10
Apparizioni a Tilly- sur-Seulles .
La gazzetta Le Soir del 3 di Luglio scorso dava queste notizie : La seduta della Società delle Scienze Psichiche fu dedicata ieri alla lettura della relazione del canonico Brettes sulle apparizioni di Tilly-sur-Seulles (Calvados). Il canonico Brettes ordina i fenomeni in tre categorie. La prima comprende i fatti più o meno vaghi anteriori alle apparizioni propriamente detto. Parrebbe, giusta una leggenda, che nelle guerre di religione proprio sul luogo, ove oggi avvengono le manifestazioni, sia stata distrutta una cappella. Inoltre la tradizione pretende, che nel secolo scorso nel medesimo luogo durante la notte si mostrasse un fantasma bianco.
In fine qualche terrazzano asserisce, che diciotto mesi fa si son veduti degli spettri aggirarsi por aria intorno all’albero miracoloso. La seconda abbraccia tutte le visioni avveratesi dal 18 di Marzo fino al mese di Giugno ultimo.
La terza consta di tutte le apparizioni di vario carattere riscontrate di poi, e che si rinnovano tuttodì. Siccome alcuna volta, mentre una parte della gente vede la Vergine, l’altra li presso vede il demonio, il canonico relatore salva capra e cavoli con questo conclusioni:
1 ) Il sopranaturale, quale si manifesta a Tilly-sur-Seulles, è di evidenza tale, che sconcerta il materialismo.
2 ) Corti fatti paiono aver origine divina; altri al contrario tradiscono origine diabolica.
3 ) In conseguenza pratica è necessario far degli scavi sul luogo, ove si effettuano le apparizioni. E in vero questi scavi potranno forse fornire qualche prezioso elemento d’informazione per gli studii ulteriori. La Società
delle Scienze Psichiche si è dunque fermata su questa ultima conclusione.
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dalla rivista paesana “La Rucola”n. 315 estate 2024
Il Lupo Mannaro
Nei pressi del lago di Caccamo, sotto Pieve favera, il popolo s’impressionava per gli ululati selvaggi di uno strano essere umano chiamato dai contadini “Lu lupu mana’” (il lupo mannaro).
Fu un vecchio e saggio vergaro (praticamente il capofamiglia) Anto’ de Jerma’ (Antonio de – presumo - Jernari), a raccontarmi del lupo mannaro che lui stesso aveva veduto mentre una sera tornava dal mercato di Camerino, una volta festa e fiera di San Venanzio. Questo strano essere nella notte di plenilunio era preso da un male furioso e diventava tutto peloso e correva veloce copiando i movimenti della ruota del carro.
Correva veloce verso il fiume perché aveva bisogno dell’acqua, come fosse magica, ridava al misterioso essere le sembianze umane. Anto’ mi disse che l’ultimo lupo mannaro si chiamava Peppe de Ciucciungrillu (Giuseppe de - presumo - Ciucciaungrillo).
Ciao a Tutti
Marco Pugacioff
[Disegnatore di fumetti dilettante
e Ricercatore storico dilettante,
Macerata Granne
(da Apollo Granno)
S.P.Q.M.
(Sempre Preti Qua Magneranno)
31/05/’25