Cerca nel blog

mercoledì 6 agosto 2025

Cucciolo e la macchinetta sputa soldi SECONDA PARTE Da un testo di Carlo Forghieri

Cucciolo e la macchinetta sputa soldi

SECONDA PARTE 

Da un testo di Carlo Forghieri

   Ciao a tutti. Ho provato a continuare la storia di Tiramolla scritta (presumo) dal signor Carlo Forghieri, di cui la prima parte è qua, in collegamento.

   Non è un granchè, ma non mi faccio problemi. Non sono un bravo disegnatore e perciò strapagato, anzi, le disegno per passar il tempo... perciò prendetela così come mi è venuta. A dir la verità, avrei voglia di ridurre a fumetti con il caro Cucciolo, L'uomo che vide il diavolo, di Gastone Leroux, e svolgerlo a maniera mia. Bà!

   In questa avventura ho fatto passegiare Cucciolo e Tiramolla a Tolentino (paesino non lontano da me), dove Napoleone piegò lo stato pontificio ai suoi piedi e dove il conquistatore di Mosca, Re Gioacchino - dopo una serie di battaglie già perdute dai suoi ufficiali napoletani - perse il suo regno (ma che 'sto paese porta jella?) con la battaglia di Cantagallo di Pollenza;  infatti li ho raffigurati  davanti, prima all'ingresso del Museo Napoleonico (ancora chiuso per il terremoto) e poi alla Torre dell'orologio insieme alla mia gattina Luna.  

 immagine ripresa da facebukolo

Da L'illustrazione popolare, volume ventesimo quinto, dal 1 gennaio al 31 gennaio 1888, pagg. 550-551, in rete, traggo alcune informazioni…

«Dopo la sconfitta fatta subire dal giovane Bonaparte ai Pontificii in Faenza (il 2 febbraio 1792), l'avanguardia francese, comandata dal generale Lannes, entrò in Tolentino il 14 febbraio; il 15 vi giunse di buon mattino. Intanto, essendo stata scelta da Napoleone Tolentino per trattarvi la pace, si avviarono colà i plenipotenziarii del Papa. Essi arrivarono il 16, ed erano: il cardinale Mattei, il duca Braschi, monsignor Caleppi, il marchese Massimi.

La sera del 16 giunse a Tolentino Napoleone col ministro Cacault e tutto lo Stato Maggiore, di cui facevano parte anche i generali Berthier e Junot. E vi pose il suo quartier generale. L'esercito ascendeva a circa 15.000 uomini. Napoleone prese stanza nel palazzo allora dei conti Parisani, ora del conte Paolo Bezzi, palazzo situato nella via denominata poi della Pace, perché vi venne sottoscritto il trattato di pace, al primo piano del medesimo. La parte occupata da Napoleone è nello stato e col mobilio come si trovava quando fu ospitato il generale.

L'ultima camera conserva il letto ove riposò il grande uomo: un gran letto senza spalliera, poggiante con grosso pagliericcio sopra scanni di legno, adorno di un cortinaggio di damasco rosso. Nella galleria stanno ancora (come stavano) due grandi mensole intagliate, dorate e in marmo screziato, sopra una delle quali fu sottoscritto quel trattato di pace. Vuole la tradizione che a Napoleone si versasse l'inchiostro nel sottoscriverlo, e ancora se ne vede la macchia nel marmo ed è propriamente nell'angolo della mensola che alle pagine 552 e 553 si presenta disegnata.

[…]

La Rancia (detta anticamente Grancia) era una fattoria dei monaci Benedettini, che l’abitavano con i servi della gleba, la più importante abazia di tutta Italia dopo la Farfense. La Rancia fu teatro di una sanguinosa battaglia, combattuta dal’uno al 4 maggio 1815, fra i Napoletani comandati da Giochino Murati, che nutriva l’idea d’un’Italia una, e gli Austriaci comandati dal feld-maresciallo barone Bianchi. I molti Napoletani uccisi, vennero parte arsi e parte gittati nella vasta cisterna del castello della Rancia che ne fu ripiena sino al’orlo, sebbene profondissima.»

   Questa terra sotto i Sibillini, è terra di imperatori e NON mi riferisco certo a Carletto magno (tanto nessuno ci crede), ma all'Imperatore Guido che presumo nato e cresciuto a Camerino tra il 856 e e il 858; suo figlio Lamberto nato a San Vincenzo al Volturno, ma cresciuto a Camerino e morto ammazzato diciottenne a Mastrengo nell'898; ed infine lo stesso Napoleone, i cui avi dovevano essere originari di Ascoli Piceno.  

 

Ancora

«Dal castello della Rancia a Tolentino sono pochi chilometri. Tolentino è una graziosa cittadella ed ha tutt’intorno paesaggi stupendi. Passando per la piazza si dà un’occhiata alla torre di San Francesco col suo orologio che segna in appositi quadranti i mesi, i giorni, le ore e le fasi lunari.»

Questa ambientazione non lo però fatta per motivi di progaganda turistica, ma solo per riprodurre dei bei scorci, come ho fatto su richiesta anche Cingoli e Filottrano. 

 


 

 Buona lettura.







 



 


  

 

Marco Pugacioff

[Disegnatore di fumetti dilettante

e Ricercatore storico dilettante, ma non blogger

(Questo è un sito!)]

Macerata Granne

(da Apollo Granno)

S.P.Q.M.

(Sempre Preti Qua Magneranno)

06/08/’25

 articoli

 Fumetti 

  

mercoledì 30 luglio 2025

L'Uomo Mascherato I diavoli della giungla di Cambiotti & Casabianca 1972

L'Uomo Mascherato o L'Ombra che cammina

nella saga contro Il fantasma nero

I diavoli della giungla

di

Cambiotti & Casabianca

  Mi scrivono 

  Alberto Becattini:

«Giorgio Cambiotti non era male, anche se (come in questo caso) gli inchiostratori ne snaturavano spesso le matite. Quelli che lo inchiostravano meglio erano Giorgio Pedrazzi (vedi anche la splendida storia su Horror, oppure Goodbye, Mr. Chips) e Massimo Belardinelli. Comunque ho scritto un articolo su Cambiotti con annessa fumettografia e un giorno, forse, lo pubblicherò (una mia scheda su di lui è già apparsa sul volume dell'ANAFI Italians for the U.S.A.).

Riguardo a questa storia, è evidente che il Fantasma Nero è preso di peso dalle tavole di John Buscema.

Saluti,
Alberto»

 Branislav Kerac dalla Serbia (autore di Tarzan, Uomo Mascherato, Veliki Blek e dei suoi Tenente Tara e la splendida Gatta e oggi di Zagor)

  per sapere chi era l'autore dell'episodio "La Chiave del rebus", n. 194 apparso nel '66, che la zia in visita a Trieste gli comprò quand'era bambino. 

   L'autore era Senio Pratesi! Forse lo metterò prossimamente,

   Ed Frederic Baylot dalla Francia

- http://frederic.baylot.org/

- https://www.instagram.com/fredericbaylot/

- https://www.facebook.com/frederic.baylot )

chiedendomi

«Pourquoi a-t-il un costume rouge parfois (c'est ce qu'il avait à mon époque) et violet à d'autres ?

Chaleureusement»

 E gli ho risposto

«Ciao frederic,

Le costume était imprimé en rouge, car il était difficile d'imprimer du violet à l'époque. Et il en resta ainsi jusque dans les années 1970.

   A bientot Marco»

     Però semo internazionali...

   Arriba, arriba, arriba! 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Marco Pugacioff

[Disegnatore di fumetti dilettante

e Ricercatore storico dilettante,

Macerata Granne

(da Apollo Granno)

S.P.Q.M.

(Sempre Preti Qua Magneranno)

30/07/’25

 articoli

 Fumetti