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domenica 22 novembre 2020

17 istanti di una primavera


 


17

istanti di una primavera

[Семнадцать мгновений весны]

 



 

   Stavo vedendo lo sceneggiato sovietico 17 istanti di primavera, anzi dopo molti anni lo stavo rivedendo. Perché ho la forte sensazione di aver già visto quelle scene; scene particolari che mi hanno suscitato forti emozioni – credo – la prima volta che lo vidi. Il standartenführer (grado corrispondente a colonnello) Stirliz o meglio il colonnello Maksim Makasimovich Isaev, nome in codice Yustas, è straordinariamente freddo, come quando deve andare ad arrestare la sua amica Kathe in clinica, la giovane vedova con neonato (l’attrice Yekaterina Georgievna Gradova Mosca 1946).

 



 

Deve comunicarle a bassa voce l’unica maniera per potersi salvare tutti e due in stretto allucinante minuto in un corridoio sgombro, perché nella sua auto potrebbero esserci dei microfoni nascosti.



Oppure quando a casa sua, brucia il nastro di conversazione tra un prete (da lui scarcerato) e la spia della Gestapo nella seconda puntata. Ma nei brevi attimi che al caffè Elefant può solo comunicare con lo sguardo con sua moglie, lì sì che si spezza e gli occhi e le mani gli tremano; l’unica parentesi di tenerezza nell’agente dello spionaggio sovietico.

 



Ricordo la lunga tensione di ogni puntata in cui il protagonista può venir smascherato, la paura, la tensione e il sollievo di essere ancora vivo nella quarta puntata sulle ringhiere del fiume con accanto un bambino. Eh sì, sono scene che danno delle emozioni che ritornano a galla. E dire che lo rivisto con i sottotitoli in spagnolo; ho compreso l’80 per cento delle situazioni e ho tentato di vederlo con i sottotitoli in italiano ma quelli spagnoli sono più esatti, infatti quelli in italiano sono tradotti sul momento. E io me lo visto sull’apparecchio televisivo, due puntate a sera, superando la mezzanotte. Si cita molto spesso l’Italia e viene citato anche Togliatti e Giulio Cesare viene considerato il primo fascista della storia.

 



Stirliz/Isaev nella biblioteca dove incontra il professor Pleschner, vittima a Ginevra della Gestapo.



Helmut, traumatizzato dalla guerra, abbandonato dalla moglie che gli ha lasciato una neonata, salva Katia e il suo neonato Vladimir, e – senza saperlo – anche il colonnello. 

 

È lungo, quasi noioso, come un tipico sceneggiato di quelli anni. In breve è realmente bello! Una di quelle bellezze che oggi non si possono più capire.

  Come è nato questo sceneggiato? Nel ’43 gli italiani fecero un armistizio con gli yankee, ma questo non gustò ai nazisti che considerò gli italiani dei traditori. Però quando furono gli stessi nazisti a far trattative con gli Yankee, gli amerikani, loro potevano. E ciò sarebbe avvenuto con l’operazione Sunrise o l’incidente di Berna, una serie di incontri tra i rappresentanti della Germania nazista e gli alleati occidentali in cui si tentò una resa delle forze naziste nel nord dell’Italia. A quei incontri doveva essere presente anche un rappresentante sovietico ma la cosa non era accettabile dagli attuali padroni del mondo; Churchill stesso avrebbe dichiarato questi negoziati sconcertanti.

C’era da far nascere un sospetto, ancor più verosimile di quello che il figlio di Stalin catturato dai militari nazisti e secondo le voci ufficiali da essi fucilato, sarebbe riuscito a fuggire senza documenti, per morire come un capo dei partigiani italiani. 

Il sospetto era che gli statunitensi volessero fare una pace con i nazisti e insieme ad essi estirpare i comunisti dal mondo.

Per Stalin c’era un solo modo per far conoscere questo patto più che malvagio della patria della libertà con la Germania nazista, ovvero con un romanzo.

Yulian Semyonov (Mosca 1931 - 1993), dopo aver consultato gli archivi del KGB scrisse nel ‘65 il romanzo Parolachiave non richiesta (è mai uscito in versione italiana?) che colpì la regista Tatyana Lioznova (Mosca 1924- 2011) che riuscì a farne uno sceneggiato televisivo e affidando la parte del colonnello a Vyacheslav Tikhonov  (Pavlovsky Posad 1928 – Mosca 2009) dopo aver scartato altri due attori.

Breznez dopo la sua interpretazione gli fece assegnare il titolo di Eroe del Lavoro socialista. Ricordo un titolo di un altro sceneggiato sovietico che fu trasmesso dalla televisione italiana La Tass è autorizzata a dichiarare e qui Tikhonov interpretò il generale del KGB Konstantinov.



Tikhonov (in prima fila, seduto tra i famosi cosmonauti Yuri Gagarin e Valentina Tereshkova) in uno spettacolo televisivo durante il Capodanno sovietico del ‘63.

Mi è stato riferito che durante la prima trasmissione dello sceneggiato (dal 11 al 24 agosto del ’73), la stessa attività della malavita in Russia calò del 40 %, e che dovette essere replicato già tre mesi dopo. Si dice anche che abbia influenzato molti giovani in quel periodo e uno di essi fu proprio Putin.

 



Stirliz/Isaev mentre disegna…


…Göring, Goebbels, Bormann e Himmler



Disegni fatti perfino con i cerini. Quei cerini tanto indispensabili nella sua attività per bruciare carte segrete…



…e che usa per concentrare i suoi pensieri perfino nella cella della

Gestapo dove è rinchiuso.

 

Una cosa che mi ha suggestionato sono i disegni che Stirliz/Easev realizza. Chissà se, come mi sembra, li ha fatti lo stesso attore…



Una via di Berna, che stranamente mi ricorda la Baker street dell’altro straordinario sceneggiato sovietico degli anni ’80 Sherlock Holmes e il dottor Watson, mai doppiato in italiano.

 

   Sì! Da! Avevo visto questo sceneggiato. La conferma è stata quando Stirliz/Isiev tornando a Berlino, a 45 giorni dalla conclusione della guerra (ma è mai finita?) a 200 chilometri dalla città, si ferma e si adagia presso il boschetto a fianco della strada.



Kathe ormai madre di due bambini

 

   Non può tornare dalla moglie; non può andare da Kathe che ha mandato a Parigi con suo figlio e con la bambina di Helmut, il militare traumatizzato dalla guerra che si sacrificò per salvare lei e i due neonati.



 

È solo… solo con Madre Natura.

 



   L'ultima puntata devo però averla persa in gran parte perché le prime scene non le ricordo proprio. Forse da quella che vuole scrivere in francese alla giovane madre Kathe con la sinistra; una lettera che poi straccia. Forse da lì.

   Altri tempi. Altri luoghi.


 

Per lo sceneggiato non potrò mai sapere quando fu fatto vedere, ma forse due anni dopo della messa in onda in Urss. Ma non farò nessuna ricerca. Si è salvato lo sceneggiato Gianni e il magico Alverman, che in un intervista un bambino citava a Gianni Rodari, ma non Vidocq, non Thierry la Fronde, e di certo non il colonnello Isaev più conosciuto come Stirliz, che Erik mi ha spinto a rivedere.

   Quel doppiaggio non può essersi salvato. Non da quando gli alti vertici della rai hanno fatto scomparire lo sceneggiato I Giacobini perché secondo Togliatti aiutava a capire il perché di una rivoluzione. Da quel momento non si è salvato molto materiale, perfino il doppiaggio dello splendido Michele Strogoff con Lorenza Guerrieri si è solo parzialmente salvato.

Ma cosa ci si può aspettare da gente che Gregoretti –  in un’intervista su Rewind nelle riedizione del suo splendido Circolo Pickwick – ha definito “Lo stalinismo senza sangue.”

 

Fonti:

https://www.youtube.com/watch?v=1ZTCoDMlL2k&list=PLZOcAT1cm-yFhv2zEZXPUKhAae2nD0T-B&index=1

https://en.m.wikipedia.org/wiki/Seventeen_Moments_of_Spring

 

Marco Pugacioff

Macerata Granne

(da Apollo Granno)

S.P.Q.M.

(Sempre Preti Qua Magneranno)

22/11/'20

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